Il giardino di Archimede
 Un museo per la matematica

Nel 212 a. C., dopo un assedio durato alcuni anni, i romani espugnavano Siracusa, città greca alleata con i cartaginesi. Durante l'assedio, avevano dovuto combattere contro una serie di inusitate macchine belliche, che la tradizione ha ingigantito: una mano di ferro che stritolava le navi, catapulte che lanciavano frecce e pietre, uno specchio che condensava i raggi solari e inceneriva a distanza.

Dietro questi ordigni c'era la mente di uno dei più grandi scienziati dell'antichità, uno dei pochi il cui nome sia conosciuto al grande pubblico: Archimede. Il comandante romano, Marcello, che pensava di poter utilizzare le invenzioni del siracusano a beneficio della potenza bellica romana, aveva ordinato di risparmiargli la vita. La sorte volle diversamente: al soldato che lo aveva trovato intento a tracciare figure geometriche sulla sabbia, e che gli aveva chiesto chi fosse, Archimede rispose: "Stai attento, non sciupare i miei disegni"; il valoroso ma impaziente milite mise termine alla conversazione con un colpo di spada.

Ancora oggi le forme geometriche di Archimede costituiscono il corpo vivente della matematica, un giardino astratto in cui la contemplazione della bellezza razionale si coniuga con la concretezza delle applicazioni scientifiche e tecnologiche.

Ambedue questi aspetti della matematica sono presenti nel Giardino di Archimede, il primo museo dedicato interamente alla matematica e alle sue applicazioni.



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