Guido FUBINI

(1879-1943)

ritratto


G. F. (che, intorno al 1935, aggiunse al suo cognome quello: Ghiron della moglie) nacque a Venezia, da famiglia piemontese, il 19 - 1 - 1879 e morì a New York il 6 - 6 - 1943.
Allievo della Scuola Norm. Sup. di Pisa, si laureò colà nel 1900, subendo l'influenza soprattutto di L. Bianchi, a cui restò sempre devotissimo. Dopo un anno di perfezionamento trascorso a Pisa con un posto Lavagna, già nel 1901 è chiamato ad insegnare Analisi all'Università di Catania, prima come incaricato e poco dopo, vinto il relativo concorso, come uno dei più giovani professore straordinari che siano mai stati in Italia. Nel 1906 fu chiamato all'Università di Genova donde, nel 1908, passò al Politecnico di Torino, ove restò, insegnando pure (per incarico) Analisi superiore all'Università, sino alle cosiddette leggi razziali del 1938. Dopo un inverno passato a Parigi, nel 1939 emigrò negli Stati Uniti, insegnando prima all'Inst. for Adv. Study di Princeton, N. j. e poi alla New York Università, sino alla morte. Negli Stati Uniti non trovò però da parte di tutti quei riconoscimenti che uno scienziato della sua fama ed un uomo della sua altezza morale potevano aspettarsi, ma poté almeno fare una fine tranquilla in materiale benessere.
Il F. è stato uno dei maggiori matematici italiani, e non solo italiani, della prima metà del XX secolo, che ha lasciato un'orma profonda sia nell'Analisi, sia nella Geometria in cui è uno dei principali fondatori di tutto un nuovo indirizzo di studi: la geometria proiettivo-differenziale. Inoltre il F., ammirabile espositore e didatta, era un animatore come pochi, che si gettava con ardore ed entusiasmo sui problemi che via via risvegliavano il suo interesse, in ultimo, ad esempio, le applicazioni della matematica alla tecnica.
Nell'Analisi vera e propria, il nome di F. è oggi per lo più ricordato in connessione col fondamentale teorema che consente di ridurre un integrale doppio di Lebesgue a due successive integrazioni successive (o viceversa), tal quale come si trattasse d'integrali riemanniani. Tuttavia egli era stupito nel constatare che il suo nome all'estero - anziché ai vari profondi risultati da Lui conseguiti in altri campi - veniva per lo più associato al teorema ch'Egli ottenne in una Nota lincea del 1907 (B. Segre). Ed effettivamente, per quanto l'accennato teorema sia fondamentale, altre sue ricerche analitiche, p. es. quelle sul principio di minimo sulle equazioni integrali, sulle funzionini automorfe, ecc. meriterebbero di venir ricordate non meno del teorema sugli integrali doppi di Lebesgue. Lo stesso si dica per molte delle sue ricerche di Fisica matematica (balistica, vibrazioni delle membrane, ecc.) e di applicazione alla tecnica.
Facile agli entusiasmi, amante della libertà e di carattere aperto e rettilineo, parlava sempre francamente, senza perifrasi e senza preoccupazioni di carattere politico o personale (B. Segre).
Fu socio dell'Acc. Naz. dei Lincei e delle altre principali accademie italiane.

Necr.: Rend. Lincei (8) I7 (1954), 276-294 (B. Segre); Rend. Semin. Torino 9 (1949-50), 97-123 (A. Terracini); ecc.
Opere: A cura dell'UMI, 3 voll., di cui 2 pubblicati (1961).
Tricomi, 1962