Guglielmo LIBRI-CARRUCCI

(1803-1869)

ritratto

Nacque a Firenze, dai conti della Sommaia, il 2 - 1 - 1803 e morì presso Fiesole (Firenze) il 28 - 9 -1869.
Studiò a Pisa ove, a soli 20 anni, fu nominato professore di Fisica matematica all'Università, avendo già tre anni prima pubblicata una memoria che attirò l'attenzione di Cauchy. Però dopo un solo anno, nel 1824, si ritirò dall'insegnamento a causa di malattia e il Granduca di Toscana, che molto lo stimava, lo fece nominato professore emerito (stipendiato).
Nel 1825 il L. si recò a Parigi ove fu accolto con molta deferenza e dove, dal 1829, cominciò ad interessarsi di storia delle scienze e divenne un appassionato, quasi maniaco bibliofilo. Essendo di sentimenti liberali, nel 1831 rientrò in Italia per partecipare ai moti rivoluzionari di quell'anno ma, dopo il fallimento di questi e un tentativo di attentato al Granduca, fu bandito dalla Toscana, ebbe confiscati i beni (ma non la pensione di professore emerito) e dové tornarsene a Parigi ove, nel 1833, assunse la cittadinanza francese. Molto favorevole (all'opposto di Cauchy!) alla monarchia di Luigi Filippo, fu nominato professore di Calcolo delle probabilità alla Sorbonne, membro dell'Accademia (successe al Legendre, m. nel 1833) ed ebbe anche altri incarichi importanti, che, fra l'altro, implicavano ispezioni in varie biblioteche francesi. A poco a poco però, a causa dell'animo battagliero e della mancanza di tatto, si creò molti nemici, fra cui, particolarmente pericolosi, i gesuiti. Accadde cosi che, dopo la rivoluzione del 1848, fu montato un processo penale contro di lui, accusandolo di aver rubato libri rari e codici preziosissimi dalle biblioteche che aveva ispezionate. Naturalmente, il L. si proclamò innocente, ma ebbe il torto di scapparsene a Londra e, nel 1850, fu condannato in contumacia a 10 anni di reclusione, dopo un'istruttoria e un processo non del tutto limpidi e perspicui.
Nacque così una lunga disputa: l'affare Libri che ha avuto strascichi anche in epoca recente, allorché qualche matematico fascista (G. Candido), andando alla ricerca di temi atti a mettere in luce il suo sentire nazionale, si gettò sull'affare Libri, cercando a tutti i costi di riabilitarlo. Tale riabilitazione riusci però poco convincente ed è probabile che, se oggi si rifacesse il processo, il L. potrebbe, al più, sperare in un'assoluzione per insufficienza di prove.
Dopo il processo, che gettò su di lui una grave macchia, il L. visse oscuramente, da ultimo presso Firenze, ove si spense a 66 anni nel 1869.
Il L. - pur avendo dato qualche non spregevole contributo alla matematica vera e propria, p. es. alla teoria dei numeri e alle eq. differenziali - è noto soprattutto come storico della matematica e i 4 voll. della sua Hisioire des sciences math. en Italie (Paris, 1838-41) sono un'opera classica in materia. Ha anche il merito di aver posta in evidenza l'importanza di P. Fermat e di avere ricuperati alcuni ms. sconosciuti di lui.

Necr.: A. STIATTESI, Commentario sulla vita e le opere del Conte G. L. (Firenze, 1879); A. CORSINI, Contributo ad una biografia del inat. G. L., Atti 8o Congr. Intern. Storia d. Scienza (1958), t. 1, 163-173; ecc.
Tricomi, 1962