Giovanni V. SCHIAPARELLI

(1835-191O)


Nacque a Savigliano (Cuneo) il 14 - 3 - 1835 e morì a Milano il 4 - 7 - 1910.
Laureatosi in ingegneria a Torino nel 1854, tentò di dedicarsi all'Astronomia col Plana ma fu ributtato da questi (che pur era stato suo maestro) con la famigerata frase: en Piémont il y avail un astronomi et c'étail assez. Per intercessione di altri suoi maestri ottenne però una borsa di perfez. all'estero e lavorò per 2 anni e mezzo a Berlino sotto Encke e per un anno a Pulkovo (Russia) sotto 0. Struve. Tornato nel 1860 in Italia, entrò Come 2o astronomo all'Osservatorio di Brera, vi scopre subito il pianetino Hesperia e 2 anni dopo, morto il Carlini, a soli 27 anni gli successe nella direzione, che tenne ininterrottamente sino al 1910.
Fu Senatore del Regno, socio dell'Acc. Naz. dei Lincei e di una settantina di altre acc. italiane ed estere. Ebbe il premio Lalande dell'Acc. di Parigi, una med. d'oro della Roy. Astron. Società di Londra, ecc.
Lo S. fu il maggiore astronomo italiano del secolo, nonostante che, al Boccardi che lo aveva chiamato grande astronomo, rispondesse con non frequente modestia: Di astronomi veramente grandi nel secolo nostro, io non conosco che Gauss, Bessel e Guglielmo Struve e, se vuole, Le Verrier e Secchi. Uno dei suoi meriti principali fu di essere stato, assieme col Secchi, uno dei pionieri dell'astrofisica, in un'epoca in cui la sola astronomia generalmente apprezzata era quella di posizione, in cui, del resto, lo S. eccelse del pari. Altro suo merito grandissimo è di avere apportato un contributo essenziale alla spiegazione degli sciami di stelle cadenti, quali detriti di comete in via di disfacimento. Pure molto notevoli i suoi diligenti ma anche intelligenti studi di storia dell'astronomia, rimasti, in parte, interrotti dalla morte. Invece le sue celebri osservazioni sui canali di Marte, nonché sull'aspetto della superficie di altri pianeti, vengono oggi considerate come dovute, in gran parte, a delle illusioni ottiche.
Le sue numerosissime pubblicazioni, assieme a qualche inedito, sono riprodotte negli 11 voll. di sue opere a cura dell'Osservatorio di Brera, nonché (quelle divulgative) in un vol. curato da L. Gabba.

Necr.: Rend. Lincei (5) 19 II (191O), 528-555 (G. Celoria); Rend. Semin. Milano 9 (1935), 87-III (E. Bianchi) ecc.

Opere a cura dell'Osservatorio di Brera, 11 voll. (Milano, Hoepli, 1929-43).

Tricomi, 1962