Antonio ABETTI

(1846-1928)

Nacque a S. Pietro di Gorizia il 19 - 6 - 1846 e morì a Firenze il 20 - 2 - 1928.
Laureatosi in ingegneria, a Padova, nel 1867 entrò subito dopo in quell'osservatorio astronomico ove rimase lungamente sotto le direzioni di G. Santini e G. Lorenzoni. Dal 1893 al 1921 tenne la direzione dell'Osservatorio astronomico di Firenze (Arcetri), in cui subentrò poi suo figlio Giorgio, dandogli vita vivace e l'attuale indirizzo astrofisico.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, ecc.
Necr.: Rend. Lincei, App. al vol. (6) 1O (1929), I. (G. Armellini).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Max ABRAHAM

(1875-1922)

Nacque a Danzig il 26 - 3 - 1875 e morì a München il 16 - 11 - 1922.
Laureatosi a Berlino nel 1897, dal 1909 al 1915 fu professore di meccanica razionale al Politecnico di Milano, che dové lasciare allo scoppio della guerra italo-austriaca 1915-18.
Fu fra i primi ad interessarsi di relatività, proponendo lui stesso una sua teoria della gravitazione. La maggior parte dei suoi scritti sono pubblicati in periodici italiani. È autore, assieme con A. Föppl di una classica Theorie der Elektrizität. Medaglia d'oro (1913) della Società Italiana dei XL. Socio corrispondente dell'Istituto Lombardo.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Amedeo AGOSTINI

(1892-1958)

Nacque a Capugnano (Bologna) il 6 - 3 - 1892 e morì a Livorno il 27 - 6 - 1958.
Laureato a Bologna nel 1919, fu ivi assistente e libero docente di storia della matematica. Dal 1925 professore di geometria analitica all'Accademia navale di Livorno.
Tenne anche, per incarico, vari corsi nell'Università di Pisa.
Si occupò principalmente di storia della matematica nell'indirizzo di E. Bortolotti, che fu suo maestro, cioè preoccupandosi più dell'accertamento dei fatti che della sintesi di questi. Particolarmente notevoli i suoi studi su Pietro Mengoli e i primordi della teoria dei limiti.
Necr.: Periodico di Mat. (4) 37 (1959) 245-251 (0. Chisini).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Rosario ALAGNA

(1853-1924)

Nacque a Partanna (Trapani) il 12 - 7 - 1853 e morì a Palermo nel 1924.
Libero docente e incaricato nelle Università di Catania e Palermo; professore di scuole medie a Palermo. Uno dei soci fondatori del Circolo Matematico di Palermo. Autore di una decina di lavori sulla teoria delle forme, quella dei gruppi, ecc.
Necr.: Esercitazioni Mat. Catania 4 (1924), 264-267 (G. Maisano).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Cristoforo ALASIA

(1869-1918)

Nacque a Sassari il 2I - 11 - 1869 e morì ad Albenga (Savona) il 19-11-1918.
Professore nel Ginnasio di Albenga.
Lasciò circa 150 pubblicazioni sui più diversi argomenti: astronomia, trigonometria, geometria del triangolo, storia delle matematiche, ecc. che gli diedero una certa notorietà all'estero. Nel 1911 la Irish Academy di Dublino gli assegnò una medaglia d'oro per una memoria di astronomia.
Necr.: Boll. Mathesis II (1919) 138-141 (G. Loria).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giacomo ALBANESE

(1890-1947)

Nacque a Geraci (Palermo) l'11 - 7 - 1890 e morì a S. Paolo del Brasile l'8 - 6 - 1947.
Allievo della Scuola Normale di Pisa, si laureò ivi nel 1913 e fu assistente del Dini, del Nicoletti e del Severi. Dal 1920 al '25 professore all'Accademia Navale di Livorno. Nel 1925 divenne professore di geometria analitica e proiettiva nell'Università di Catania, passando poi a Palermo (1927) e a Pisa (1929). Nel 1936-42 e dal 1946 alla morte insegnò all'Università di S. Paolo del Brasile, alla cui costituzione portò valido contributo.
Autore di non molti ma pregevoli lavori di geometria algebrica.
Necr.: Bollettino UMI (3) 2 (1947) 270-271 (G. Dantoni).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe ALBEGGIANI

(1818-1892)

Nacque a Palermo il 24 - 12 - 1818 e morì ivi il 16 - 9 - 1892.
Laureato in Ingegneria a Palermo nel 1842, dal 1844 cominciò ad insegnare matematiche nell'Università di Palermo ove, nel 1860, divenne ordinario di Introduzione al Calcolo. Fu anche ingegnere del Genio Civile, optando poi per l'Università di cui fu ripetutamente rettore e preside della Facoltà di Scienze. Fu anche assessore comunale e presidente del Circolo Matematico di Palermo.
Non apportò personali contributi alla scienza.
Necr.: Rend. Circ. Mat. Palermo 7 (1893), 39-47 (M. Gebbia).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Michele Luigi ALBEGGIANI

(1852-1943)

Nacque a Palermo il 7 - 3 - 1852 e morì ivi il 16 - 11 - 1943.
Laureato in ingegneria a Palermo, nel 1875. Libero docente e incaricato nell'Università e Scuola d'Ingegneria di Palermo, nonché professore in quell'Ist. Tecnico.
Nel 1904 fu presidente del Circolo Matematico di Palermo.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Emilio ALMANSI

(1869-1948)

Nacque a Firenze il 15 - 4 - 1869 e morì ivi il 10 - 8 - 1948.
Nel 1893 si laureò, a Torino, in ingegneria e successivamente, nel 1896, in matematica, divenendo ivi, subito dopo, assistente del Volterra e, nel 1899, libero docente di Meccanica e di Fisica Matematica. Dal 1903 al 1910 fu professore all'Università di Pavia e, dopo breve interruzione, dal 19I2 al 1922 professore di Meccanica a Roma.
Dotato di larghi mezzi di fortuna, nel 1922, a soli 53 anni, avendo avvertita una certa stanchezza intellettuale, si dimise dalla cattedra romana e se ne tornò nella nativa Firenze, continuando finché poté (1937) una certa attività scientifica.
Socio naz. dell'Accademia dei Lincei e di altre accademie. Professore onorario dell'Università di Roma.
Le sue principali ricerche riguardano la teoria dell'elasticità e fu il primo in Italia a considerare in essa problemi non lineari. Si occupò pure di elettrostatica, di meccanica celeste e questioni analitiche connesse.
Necr.: Rend. Lincei, App. al vol. (8) 23 (19.57), 31-35 (A. Signorini).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Italo AMALDI

(1864-1940)

Nacque a Bozzolo (Mantova) il 26 - 1 - 1864 e morì a Schio (Vicenza) il 12 - 7 - 1940.
Fratello di Ugo A. (v.) si laureò a Pavia, allievo del collegio Ghislieri. Fu, per alcuni anni, assistente di Casorati ed E. Pascal a Pavia; entrò poi nell'insegnamento medio come professore e preside di vari Istituti Tecnici, in ultimo a Bologna.
Pubblicò alcuni pregevoli lavori nell'ambito delle matematiche elementari.
Necr.: Bollettino UMI (2) 3 (1941), P- 94 (L. Berzolari).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Ugo AMALDI

(1875-1957)

Nacque a Verona il 18 - 4 - 1875 e morì a Roma l'11 - 11 - 1957.
Nel 1898 si laureò in matematica a Bologna, ove subì specialmente l'influenza di S. Pincherle, e poco dopo (1903) fu nominato professore di Algebra e Geometria analitica a Cagliari, ove rimase due anni. Passò poi all'Università di Modena (1906-1919), a quella di Padova (1919-24) e quindi a Roma, ove insegnò prima nella Facoltà di Architettura (1924-42) e poi in quella di Scienze (1942-45).
I principali contributi scientifici dell'A. concernono la teoria dei gruppi continui di trasformazioni, cui dedicò, fra l'altro, due poderose memorie (1912-13 e 1918) e un bel volume di lezioni (Roma, 1942-44).
L'A. fu trattatista valentissimo e molto apprezzato che, fra l'altro, aveva la rara dote di saper efficacemente collaborare anche con scienziati di più alta statura della sua (Levi-Civita, Enriques, ...) contribuendo così a creare opere che, senza di lui, non sarebbero forse mai venute alla luce, o vi sarebbero venute in forma meno brillante.
Fu socio naz. dell'Accademia dei Lincei e di altre, da tutti apprezzato anche per l'animo buono, giusto e sereno e fu uomo di sincera, mai ostentata religiosità.
Necr.: Bollettino UMI (3) 12 (1957), 726-730 (T. Viola); Atti Acc. Scienze Torino 92 (1957-58), 687-695 (A. Terracini). (Non fu commemorato ai Lincei per suo espresso desiderio).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Domenico AMANZIO

(1854-1908)

Nacque a Marano (Napoli) il 2 - 2 - 1854 e morì a Napoli il 19 - 8 - 1908.
Fu professore al Collegio Militare e all'Istituto Tecnico di Napoli.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giovanni Battista AMICI

(I786-1863)

Nacque a Modena il 25 - 3 - I786 e morì a Firenze il 10 4 - 1863.
Ingegnere, astronomo e naturalista, dal 1815 al '25 fu professore di matematica a Modena.
Nel 1831 fu chiamato dal Granduca di Toscana quale astronomo al museo di fisica e scienze naturali di Firenze, ove raggiunse alta fama soprattutto come inventore e costruttore di strumenti ottici. Fra l'altro, inventò l'obiettivo a immersione omogenea pei microscopi e il prisma a visione diretta che porta il suo nome.

Trovandosi in possesso di microscopi migliori di quelli precedentemente in uso, fu indotto a servirsene per studi naturalistici, e fece notevoli scoperte nel campo della botanica, dell'istologia e soprattutto della patologia vegetale e riguardo alle malattie del baco da seta.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Federico AMODEO

(1859-1946)

Nacque ad Avellino l'8 - 10 - 1859 e morì a Napoli il 3 - 11 - 1946.
Laureatosi inmatematica, a Napoli, nel 1883, insegnò all'Ist. Tecnico G. B. Della Porta di Napoli e, come incaricato, Storia delle matematiche all'Università.
Dopo essersi inizialmente occupato, con scarso successo, di geometria algebrica, passò alla storia delle matematiche, studiando principalmente l'ambiente matematico napoletano anteriore al 1860 che spesso sopravvalutò. Autore, fra l'altro, di una utile opera in 2 voll. sulla Vita matematica napoletana (Napoli, 1905 e 1924, edizione di soli 125 esemplari) non priva però di una certa tendenziosità.
Socio dell'Accademia Pontaniana di Napoli.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Filippo ANGELITTI

(1856-1931)

Nacque ad Aielli (Aquila) il 10 - 5 - 1856 e morì a Palermo il 25 - 1 - 1931.
Si laureò, a Napoli, in matematica nel 1878 e in ingegneria nel 1880. Dal '78 al '98 lavorò all'Osservatorio astronomico di Napoli (Capodimonte) e poi, sino alla morte, fu direttore dell'Osservatorio di Palermo e professore di astronomia in quell'Università.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei ed altre accademie.
Fu soprattutto un astronomo-letterato e trattò con profondità e acume molte questioni controverse di astronomia dantesca, dandone ragionevoli soluzioni.
Necr.: Rend. Acc. Sei. Napoli (4) I (1931), 39-40 (R. Marcolongo).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giovanni ANTONELLI

(1818-1872)

Nacque a Candeglie (Pistoia) il 10 - 1 - 1818 e morì a Firenze il 14 - 1 - 1872.
Padre provinciale delle Scuole Pie in Toscana, dal 1851 direttore dell'Osservatorio Ximeniano di Firenze. Si occupò di astronomia e di matematica, fra l'altro di astronomia dantesca, e anche di strade ferrate, che allora erano una novità.
Necr.: Bull. Boncompagni 5 (1872), 253-276 (A. Stiattesi).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Anton Maria ANTONIAZZI

(1872-1925)

Nacque a Collalto (Treviso) il 10 - 4 - 1872 e morì a Padova il 30 - 11 - 1925.
Laureato a Padova nel 1893, fu allievo di G. Lorenzoni a cui, nel 1913, succedette nella direzione dell'Osservatorio astronomico di Padova, che tenne sino alla morte. In tale carica e nella connessa cattedra di astronomia dell'Università, seppe mantenere le alte tradizioni dell'lstituto quale principale fucina degli astronomi italiani.
Fu socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei.
Necr.: Rend. Lincei, App. al vol. (6) 4 (1926), 19 (E. Bianchi).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe ARMELLINI

(1887-1958)

Nacque a Roma il 24 - 10 - 1887 e morì ivi il 16 - 7 1958 in seguito ad un collasso cardiaco provocato da un incendio - che temé pi` grave di quello che in realtà fosse - dell'osservatorio astronomico di M. Mario, di cui era direttore.
Laureatosi, a Roma, in ingegneria nel 1910 e in matematica nel 19I2, cominciò fin dall'inizio della sua carriera ad occuparsi di meccanica celeste, a cui apportò un importante contributo già con la sua tesi di laurea, dedicata al problema (tanto attuale oggidì!) del moto di un satellite così vicino al pianeta, che questo non possa venir più considerato come puntiforme. Nel 1915 divenne professore di meccanica razionale al Politecnico di Torino, da cui nel 1919 passò all'Università di Padova e nel 1920 a quella di Pisa. Nel 1922 fu chiamato alla cattedra di Astronomia dell'Università di Roma e alla direzione dell'Osservatorio del Campidoglio, spostato poi (nel 1936) a Monte Mario, ove rimase sino alla sua tragica morte.
L'Armellini fu essenzialmente un cultore di meccanica celeste, anzi uno dei maggiori cultori di tale disciplina nel suo tempo, cui apportò vari essenziali contributi fra cui, oltre quello già accennato, lo studio del problema dei due corpi con masse variabili, la regolarizzazione del problema dei tre e degli n corpi, la dinamica stellare, le ipotesi cosmogoniche, ecc. Si occupò anche, ed attivamente di astronomia pratica e fece personalmente molte misure di stelle doppie, del diametro solare, ecc. ma la sua fama resta essenzialmente legata ai suoi lavori di meccanica celeste. Valente didatta è, fra l'altro, autore di un trattato di Astronomia Stellare in 3 volumi.
Fu Socio dell'Accademia dei Lincei e di molte altre accademie, nel 1922 ebbe il Premio Reale dei Lincei per l'Astronomia e molti altri meritati riconoscimenti, ma restò sempre un uomo semplice e buono, completamente dedito alla scienza, che servì sempre con obiettività ed abnegazione.

Necr.: Rend. Lincei (8) 27 (1929), 275-288 (V. Nobile); Atti Accademia Torino, 93 (ig.58-59), 587-596 (G. Cecchini).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Angelo ARMENANTE

(1844-1878)

Nacque a Potenza il 21 - 10 - 1844 e morì a Roma il 16 - 4 - 1878.
Fu dapprima ufficiale di marina e poi, laureatosi in matematica a Napoli, insegnò questa materia nei Licei di Parma, Chieti e Roma.
Nel riordinamento dell'Università di Roma dopo il 1870 fu nominato prima incaricato di Analisi superiore e successivamente straordinario di Geometria analitica ma poco dopo morì immaturamente.
Pubblicò alcuni lavori, prevalentemente di argomento geometrico.
Necr.: Giorn. Mat. di Battaglini 16 (1878), 168 (anon.).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Cesare ARZELÀ

(1847-1912)

Nacque a S. Stefano di Magra (La Spezia) il 6 - 3 - 1847 e morì ivi il 15 - 3 - 1912.
Fu allievo della Scuola Norm. di Pisa ove si laureò nel 1869. Dopo alcuni anni d'insegnamento medio, nel 1878 conseguì la cattedra di Algebra nell'Università di Palermo donde, due anni dopo (188o), passò per concorso alla cattedra di Calcolo all'Università di Bologna, che conservò sino alla morte.
I principali contributi dell'Arzelà riguardano la teoria delle funzioni di variabile reale e, più specialmente, le successioni di funzioni di una variabile che egli fruttuosamente inquadrò nella teoria delle funzioni di due variabili reali. In particolare, determinò la cond. necess. e sufficiente per la continuità della somma di una serie di funz. continue e il criterio di uguale continuità che porta il suo nome. Si occupò pure del principio di Dirichlet, spianando la via alla celebre giustificazione di esso data dall'Hilbert.
Socio corrispondente dell'Accademia Naz. dei Lincei e di varie altre accademie. Nel 1907 divise col Castelnuovo il Premio Reale dei Lincei.
Necr.: Rend. Lincei (5) 212 (1912), 879-884 (G. Lauricella). Commem.: BOLL. UMI 9 (1930), 116-117 (C. Severini).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Ferdinando ASCHIERI

(1844-1907)

Nacque a Modena il 3 - 12 - 1844 e morì a Pavia il 15 - 4 - 1907.
Laureato a Pisa nel 1867, dal 1877 fu professore di geometria all'Università, di Pavia.
Membro effettivo dell'Istituto Lombardo.
Pubblicò alcune note di geometria.
Necr.: Rend. Ist. Lombardo (2) 45 (1912) 48-58 (A. Sayno).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giulio ASCOLI

(1843-1896)

Nacque a Trieste il 20 - 11 - 1843 e morì a Milano il 12 - 7 - 1896.
Fu allievo della Scuola Norm. di Pisa ove si laureò nel 1868. Nel 1872 fu nominato professore di Algebra e Calcolo nel biennio preparatorio, allora istituito, del Politecnico di Milano. Insegnò pure nell'Ist. Tecnico C. Cattaneo ove, nel 1901, fu apposta una lapide che lo ricorda.
I suoi principali contributi concernono la teoria delle funzioni di variabile reale e a lui si deve la nozione di successione di funzioni continue in ugual grado col connesso teorema, di continuo citato, asserente la possibilità di estrarre da una successione di funzioni ugualmente continue ed uniformemente limitate, una successione parziale uniformemente convergente.
Fu membro corrispondente dell'Istituto Lombardo
Necr.: Periodico di Matem. vol. 17 [(2) 41 (19Z), 144-151 (G. Riboni).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Guido ASCOLI

(1887-1957)

Nacque a Livorno il 12-12-1887 e morì a Torino il 10 - 5 - 1957.
Dopo essersi laureato a Pisa nel 1907, insegnò lungamente (1909-1932) nelle scuole secondarie, in ultimo (1920-32) a Torino ove riprese l'attività scientifica che nel '32 lo condusse sulla cattedra d'Analisi dell'Università di Pisa. Nel 1934 passò a Milano in cui, salvo il periodo delle persecuzioni razziali (1938-45) rimase sino al 1949. Nel 1949 fu chiamato all'Università di Torino (per le Matematiche Complementari) e vi rimase sino alla morte, organizzandovi, fra l'altro, un corso postuniversitario di cultura matematica che molto giovò e giova per migliorare la preparazione dei futuri insegnanti medi.
La produzione scientifica dell'A. non è molto vasta ma di eccellente qualità e concerne generalmente questioni di centrale interesse per l'Analisi, quale lo studio asintotico delle equazioni differenziali lineari, l'approssimazione delle funzioni mediante altre assegnate ecc. Negli ultimi anni l'A. si occupò soprattutto della preparazione dei futuri insegnanti delle scuole secondarie e presiedè la sezione piemontese della Mathesis e la Commissione italiana per l'insegnamento matematico.
Fu socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei e dell'Acc. delle Scienze di Torino.
Necr.: Rend. Lineci (8) 24 (1958), 614-625 (M. Picone); Boll. UMI (3) 12 (1957), 346-350 (F. Tricomi).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Mattia AZZARELLI

(1811-1897)

Nato a Spello (Perugia) nel 1811 morì a Roma nel 1897.
Prima seminarista, poi ufficiale dell'eserc. pontificio, nel '55 fu nominato professore di meccanica ed idraulica all'Università di Roma. Ne fu dimesso nel 1871 per non aver voluto prestare giuramento al nuovo Stato italiano e continuò ad insegnare in scuole cattoliche. Si occupò di questioni geodetiche e lasciò una cinquantina di lavori di vario argomento matematico.
Dal 1895 alla morte, presidente dell'Accademia pontificia dei Nuovi Lincei.
Necr.: Atti Acc. Nuovi Lincei 51 (1898), 49-55 (De Rossi).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe BAGNERA

(1865-1927)

Nacque a Bagheria (Palermo) il 14 - 11 - 1865 e morì a Roma il 12 - 5 - 1927.
Si laureò a Palermo, in ingegneria nel 1890 e in matematica nel '95, dove fu allievo di E. Cesàro. Dopo alcuni anni nell'insegnamento medio, nel '99 prese la libero docenza in Algebra e fu spinto dal suo maestro Gerbaldi a partecipare ai concorsi universitari. Nel 1901 fu nominato professore all'Università di Messina ove rimase sino al 1909, salvandosi dal terremoto del 28 - 12 - 1908 perché, essendosi recato a Palermo pel Natale, la sera del 27 perdé, il treno che avrebbe dovuto riportarlo a Messina appena prima della catastrofe! Dal 1909 al '21 fu professore di Analisi all'Università di Palermo donde, al principio del 1922, passò a quella di Roma, ove rimase sino alla morte.
Socio dell'Acc. Naz. dei Lincei, premio Bordin dell'Acc. di Parigi (1909), professore onorario della Università di Washington, ecc.
Lasciò una produzione scientifica quantitativamente scarsa ma di qualità eccellente. Amava il rigore sostanziale, senza pedanteria, e la forma perfetta. Si occupò principalmente di teoria dei gruppi (finiti) e, assieme al De Franchis, di superfici algebriche e funzioni abeliane. Autore di alcuni eccellenti trattati, specie il Corso di Analisi Infinitesimale pubblicato a Palermo nel 1915.
Necr.: App. al vol. (6) 8 (1928) dei Rend. dei Lincei, XII-XX (F. Severi).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Ubaldo BARBIERI

(1874-1945)

Nacque a Lecce, da famiglia emiliana, il 2 - 6 - 1874 e morì a Genova l'8 - 4 - 1945.
Dapprima ufficiale del Genio, lasciò presto la carriera militare per dedicarsi alla geodesia e fu assistente di V. Reina a Roma. Nel 1907 divenne professore di geodesia all'Università di Genova, ove rimase per tutto il resto della sua vita.
Dal 1920 membro della Commissione Geodetica Italiana e dal 1935 socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei.
Rielaborò e rifece le misure astronomico-geodetiche del Beccaria lungo il meridiano di Mondovì, ponendo in luce una forte anomalia nella distribuzione delle masse superficiali nella regione a NW di Alessandria.
Necr.: Rend. Lincei (8) 1 (1946) 1222-23 (G. Cassinis).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe BARDELLI

(1837-1908)

Nacque a Sedriano (Milano) l'8 - 4 - 1837 e morì a Milano il 10 - 3 - 1908.
Laureatosi in ingegneria a Pavia nel 1859 fu per lunghi anni (dal 1871 al 1907) preside dell'Ist. Tecnico C. Cattaneo di Milano e incaricato di Meccanica razionale al Politecnico. Fu sindaco di Sedriano, assessore del comune di Milano, Membro effettivo dell'Ist. Lombardo ecc.
Pubblicò una trentina di lavori riguardanti principalmente la statica.
Necr.: Rend. Ist. Lombardo (2) 46 (1913), 695-706 (G. Vivanti).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Pacifico BARILARI

(1813-1898)

Nacque a Pesaro nel 1813 e morì il 7 - 1 - 1898.
Ingegnere idraulico, nel 1860 fu nominato ispettore del Genio civile a Torino e fu poi, per molti anni, presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici in Roma. Nel 1879 presiedé la Comm. Intern. per la difesa idraulica di Szeged (Ungheria).
Socio dell'Acc. Naz. dei Lincei dal 1873.
Necr.: Rend. Lincei (5) 7 (1848) 58 (A. Messedaglia).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Ettore BARONI

(1866-1918)

Nacque a Pisa il 16 - 2 - 1866 e morì a Roma il 26 - 10 - 1918.
Laureatosi a Pisa nel 1889 fu dapprima assistente del Dini e poi insegnò in varie scuole secondarie e finalmente (dal 1901 in poi) al Liceo E. Q. Visconti di Roma.
Pubblicò alcune note di geometria differenziale e altre di argomento didattico e collaborò alle Questioni dell'Enriques.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giovanni BARSOTTI

(1799-1870)

Nacque a Lucca nel 1799 e morì ivi il 14 - 12 - 1870.
Fu professore di Meccanica razionale all'Università di Pisa e membro (dal 1855) dell'Acc. Lucchese.
Autore di alcuni lavori sulle eq. algebriche e sulle funzioni iperboliche.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Anselmo BASSANI

(1856-1911)

Nacque a Novaledo (Vicenza) il 24 - 8 - 1856 e morì a Venezia il 6 - 8 - 1911.
Dopo avere insegnato nelle scuole medie, nel 1887 fu nominato professore all'Accademia Navale di Livorno e poi, dal 1901 in poi, comandato alla Scuola Macchinisti della Marina di Venezia.
Autore di vari lavori di analisi e di balistica, questi ultimi generalmente in collaborazione con G. Ronca.
Necr.: Periodico di Matem. 27 (1911), 47-48 (G. Lazzeri).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe BASSO

(1842-1895)

Nacque a Chivasso (Torino) da umile famiglia il 9 - 11 - 1842 e morì a Torino il 28 - 7 - 1895.
Laureatosi in fisica a Torino nel 1862, subito dopo cominciò ad insegnare all'Acc. Militare di Torino ove, salvo un'interruzione dal '59 al '75, sempre insegnò. All'Università di Torino fu incaricato di fisica matematica dal 1866 al '71, straordinario della stessa materia dal 1871 all' '82 e ordinario dal 1882 in poi. Fu anche supplente di fisica sperimentale e insegnante privato.
Lasciò una trentina di lavori di fisica e fisica matematica concernenti principalmente la teoria della diffrazione della luce.
Fu Socio dell'Acc. delle Scienze di Torino.

Necr.: Atti Acc. Sei. Torino 31 (1895-96), 3-17 (G. Ferraris).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe BATTAGLINI (1826-1894)-

Nacque a Napoli l'11 - 1 - 1826 e morì ivi il 29 - 4 - 1894.
Studiò alla Scuola degli Ingegneri di Napoli e privatamente, ma sostanzialmente si formò autodidatticamente. Fu, per breve tempo (1850), alunno dell'Osservatorio astronomico di Napoli (Capodimonte) da cui si dimise per non firmare una spontanea domanda al Re Ferdinando Il di abolire la Costituzione del '48. Dopo la caduta della monarchia borbonica, alla fine del 1860 fu nominato da Garibaldi professore di geometria superiore nella riordinata Università di Napoli. Nel 187I fu chiamato all'Università di Roma ove rimase 15 anni fungendovi anche da rettore e da preside di facoltà e simultaneamente insegnò anche all'Ist. Tecnico della città. Nel 1885, già malfermo in salute, ritornò all'Università di Napoli donde non più si mosse. Nel 1863 fondò a Napoli il Giornale di Matematiche a cui poi si associò generalmente il suo nome.
Membro fin dal 1873 dell'Accademia nazionale dei Lincei e di molte altre accademie.
Il B. fu essenzialmente un geometra che molto contribuì, con l'opera personale e con l'incitamento agli altri, a togliere l'Italia dalle misere condizioni in cui si trovava, un secolo fa, nel campo della scienza e, in ispecie, della matematica. I suoi personali contributi concernono principalmente la teoria delle forme e la geometria della retta, in cui uno speciale tipo di complesso di 20 grado porta ora il suo nome.
Di tali contributi trovasi una insolitamente dettagliata analisi nei necrologi qui appresso citati.
Necr.: Memorie Lincei (5) I (1894), 558-61o (E. D'Ovidio); Giorn. di Mat.
(di Battaglini) (2) 1 (1894), 205-208 (A. Capelli) e (2) 14 (1907), 229-274 (F. Amodeo); ecc.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Alberto Mario BEDARIDA

(1890-1957)

Nacque a Torino il 29 - 3 - 1890 e morì a Genova il 3 - 7 - 1957.
Si laureò a Pisa nel 1914, allievo di quella Scuola Norm. Superiore. Assistente, libero docente e incaricato nell'Università di Genova.
Autore di alcuni lavori di teoria dei numeri e di geometria differenziale.

Necr.: Bollett. UMI (3) 12 (1957) 731 (F. Sbrana).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giacomo BELLACCHI

(1838-1924)

Nacque ad Altamura (Bari) il 9 - 12 - 1838 e morì a Firenze il 25 - 2 - 1924.
Non era laureato ma diplomato dalla Scuola Norm. Sup. di Pisa. Professore alla Scuola Militare e all'Ist. Tecnico di Firenze. Ebbe come scolaro Vito Volterra.
Autore di un'introduzione storica alle funzioni ellittiche (Firenze, 188i-83) e di vari testi scolastici, anche di livello universitario.
Necr.: Periodico di Mat. (4) 4 (1924) 264-5 (A. Maroni).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giusto BELLAVITIS

(1803-1880)

Nacque a Bassano (Vicenza) il 22 - 11 - 1803 da famiglia nobile ma povera e morì nei pressi, a Tezze (Vicenza), il 6 -11 - 1880.
Autodidatta, dopo essere stato lungamente impiegato comunale, nel 1943 fu nominato professore di matematica al Liceo di Vicenza e nel 1845 all'Università di Padova, ove sempre rimase, ricevendo la laurea in matematica, ad honorem, quando era già professore ordinario.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e di altre, Senatore del Regno dopo il 1866.
Autore di un centinaio di pubblicazioni sui soggetti più diversi, non solo matematici, è oggi soprattutto ricordato per il suo metodo delle equipollenze: una specie di calcolo geometrico nel piano, per cui lo si può considerare come uno dei precursori della teoria dei vettori.
Non comprese, anzi avversò acerbamente i nuovi indirizzi geometrici (geometrie non-euclidee ecc.) affermatisi nei suoi tardi anni.
Ebbe la soddisfazione di poter dire di sé:visse felice.
Necr.: Bull. Sciences Math. (2) 4 (1880), 343-380 (A. Laisant); Atti Accademia Pontaniana 15 (1883), 5-13 (G. Torelli); ecc.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Odone BELLUZZI

(1892-1956)

Nacque a Bologna il 1 - 2 - 1892 e morì ivi il 24 - 8 - 1956.
Si laureò in ingegneria a Bologna, nel 1921, ove fu allievo di G. Albenga, cui successe (come incaricato) nel 1927, allorché l'Albenga fu chiamato a Torino. Nel 1931, in seguito a concorso, fu nominato professore di Scienza delle Costruzioni nella Facoltà d'Ingegneria di Bologna, ove rimase sino alla precoce morte.
Autore di vari lavori di Scienza delle Costruzioni e di un trattato in 3 voll. (Bologna, Zanichelli, 1953) che, in Italia, fa testo in materia.
Socio dell'Acc. di Scienze di Bologna.
Necr.: L'ingegnere 30 (1956), 1070 (P. Dore); Giorn. Genio Civile 94 (1956), 620-22.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Eugenio BELTRAMI

(1835-1900)

Nacque a Cremona il 16 - 11 - 1835 e morì a Roma il 18 - 2 - 1900.
Ebbe gioventù movimentata a causa dei tempi turbolenti e, in ispecie, nel 1856 dové interrompere prima della laurea gli studi all'Università di Pavia essendo stato espulso dal collegio Ghislieri per ragioni politiche. Per qualche tempo frequentò l'Osservatorio astronomico di Brera. Costituitosi il Regno d'Italia, nel 1862, il Brioschi lo fece nominare senza concorso straordinario di algebra e geometria analitica all'Università di Bologna. Il B. poté così finalmente dedicarsi solo alla scuola e alla scienza, oscillando per un ventennio fra le Università di Bologna (1862-63 e poi, di nuovo, 1866-70), Pisa (1863-66), Roma (1873-76) e Pavia (1876-91), si stabilì poi definitivamente a Roma, ove succedette al Brioschi nella presidenza dell'Accademia nazionale dei Lincei. Pochi mesi prima di morire era stato nominato Senatore del Regno. Nell'Acc. dei Lincei si conserva un suo busto.
Per la formazione scientifica del B. fu decisivo il periodo pisano (1863-66) in cui ebbe dimestichezza col Betti e con B. Riemann (1826-1866) colà per ragioni di salute. Inoltre, avendo dovuto, a Pisa, insegnare anche geodesia, fu naturalmente condotto a riflettere sui problemi di geometria differenziale dal punto di vista riemanniano, donde prese origine la sua celebre realizzazione concreta della geometria non euclidea sulla pseudofera. Altri importanti lavori del B. riguardano varie questioni di teoria del potenziale e dell'elasticità, le onde elettromagnetiche ecc. e sono, fra l'altro, scritte in una forma lucida ed elegante che ha fatto del B. un vero classico dello stile matematico finché i matematici non hanno cercato di essere, a bella posta, astrusi e difficili.
Necr.: Rend. Circ. Mat. Palermo 14 (1900), 275-289 (L. Cremona), Annali di Matem. (3) 4 (1900) 151-160 (U. Dini); Rend. Semin. Milano 9 (1935), 75-85 (G. A. Maggi); ecc.
Opere: 4 voll. a cura dell'Univ. di Roma. Milano, Hoepli, 1902-1920.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Azeglio BEMPORAD

(1875-1945)

Nacque a Siena il 19 - 3 - 1875 e mor&igrve; a Catania l'11 - 2 - 1945.
Si laureò in matematica a Pisa nel 1898. Dedicatosi all'astronomia, lavorò per tre anni negli osservatori tedeschi di Potsdam ed Heidelberg. Dal 1904 al '12 fu assistente di A. Riccò all'Osservatorio di Catania e nel '12 fu nominato direttore dell'Osservatorio di Napoli (Capodimonte). Allontanato dalla direzione nel 1938 come ebreo, nel 1945 fu reintegrato a Catania ma morì subito dopo. Il suo contributo principale fu il catalogo astrofotografico delle stelle della zona assegnata all'osservatorio di Catania dall'apposita Commissione internazionale, catalogo che portò a termine prima di molti altri esteri. Nel campo teorico, contribuì alla teoria dell'estinzione e della rifrazione della luce nell'atmosfera.
Necr.: Boll. Acc. Gioenia 4 (1951), 195-214 (L. Taffara).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giulio BEMPORAD

(1888-1945)

Nacque a Firenze il 3-1-1888 e morì a Roma il 1O-7-1945. Cugino di Azeglio B. si laureò in matematica a Catania nel 1910 e, dedicatosi all'astronomia, passò 14 anni alla Stazione astronomica di Carloforte, in Sardegna. Astronomo all'Osservatorio di Napoli (1925-33) e a quello di Torino (1933-38). Esonerato come ebreo nel 1938, morì subito dopo la sua reintegrazione nel 1945.
Oltre che di astronomia pratica si occupò anche di Calcolo delle probabilità e di altre questioni teoriche.
Necr.: Memorie Società Astronomica Italiana 19 (1948), 227-228 (L. Volta).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Piero BENEDETTI

(1876-1933)

Nacque a Castel del Piano (Grosseto) il 17 - 10 - 1876 e morì a Pisa il 16 - 3 - 1933.
Si laureò a Pisa nel 1898. Professore nell'Ist. Tecnico di Pisa e incaricato all'Università fece parte del Cons. Super. della P. Istruzione e fu presidente della Federazione Naz. degli Insegnanti medi.
Autore di apprezzati testi scolastici in collaborazione col Rosati. Collaboratore del l'Enciclopedia delle Matematiche Elementari.
Necr.: Periodico di Matem. (4) 13 (1933), 191 (anon.).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Vladimiro BERNSTEIN

(1900-1936)

Nacque a Pietroburgo, in Russia il 13 - 7 - 1900 e morì a Milano il 23 - 1 - 1936.
Fuggito dalla Russia nel 1919 e gravemente ferito nell'attraversare il confine finlandese, fu in Inghilterra e a Parigi, ove si laureò alla Sorbona. Nel '31 venne a stabilirsi in ltalia, prima a Roma e poi a Milano, ove ottenne la cittadinanza e la libera docenza in Analisi. Professore incaricato nelle Università di Milano e Pavia. Medaglia d'oro della Società dei XL (1935). Morì prematuramente per tardive conseguenze della ferita riportata fuggendo dalla Russia.
I suoi lavori, che molto lasciavano promettere per il futuro, concernono principalmente la teoria delle funzioni intere e le serie di Dirichlet.

Necr.: Rend. Semin. Milano 10 (1936), XIII-XVI (B. Finzi).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Timoteo BERTELLI

(1826-1905)

Nacque a Bologna il 26 - 10 - 1826 e morì a Firenze il 6 - 2 - 1905.
Fu direttore della specola vaticana.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Eugenio BERTINI

(1846-1933)

Nacque a Forlì l'8 - 11 - 1846 e morì a Pisa il 24 - 2 - 1933.
Studiò a Bologna e Pisa ove si laureò nel 1867. Nel 1866 combatté fra i Garibaldini. Allievo di L. Cremona a Bologna, tornò a lavorare sotto di lui a Milano nel 1868-69. Dopo alcuni anni d'insegnamento nelle scuole medie e quale incaricato nell'Università di Roma (ove il Cremona, nel frattempo, si era trasferito da Milano), nel 1875 fu nominato professore di Geometria superiore all'Università di Pisa, da cui nel 1880 passò a Pavia, scambiando la cattedra col De Paolis. Ma nel 1892, morto il De Paolis, tornò definitivamente a Pisa, ove insegnò fino al collocamento a riposo (1921) e oltre.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e delle altre maggiori accademie italiane.
E. Bertini fu uno dei maggiori allievi del Cremona e fra i primi a capire l'importanza del fissare l'attenzione sulle proprietà invariantive nelle trasformazioni cremoniane, effettuando così il passaggio dal punto di vista proiettivo, ancora predominante nel Cremona, a quello della geometria algebrica. Fra i suoi personali contributi a questo, allora nuovo ramo di geometria, prevale la classificazione e lo studio delle involuzioni nel piano. Pure notevoli le sue ricerche sulla geometria proiettiva degli iperspazi. Un suo volume di complementi di geometria proiettiva ha, per lungo tempo, fatto testo in materia. Conservò fino a tardissima età animo sereno e giovanile entusiasmo per la scienza.
Necr.: Rendiconti Lincei (6) 17 (1933), 745-48 (G. Castelnuovo); Atti Acc. Sci. Torino, 68 (1932-33), 447--53 (G. Fubini).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Luigi BERZOLARI

(1863-1949)

Nacque a Napoli (ove il padre era in servizio come ufficiale di fanteria) il 10- 5 -1863 e morì a Pavia il 10 - 12 - 1949.
Si laureò a Pisa nel 1884 ove fu allievo di E. Bertini. Per alcuni anni fu assistente all'Università di Pavia e professore nei Licei di Pavia e Vigevano. Nel 1893, per concorso, divenne straordinario di Geometria proiettiva e descrittiva nell'Università di Torino da dove, in seguito a nuovo concorso, nel 1899 passò a Pavia come ord. di Algebra e Geometria analitica (poi di analisi algebrica e inf.). A Pavia rimase sino al collocamento a riposo nel 1935, salvo un anno (1924-25) trascorso come professore di Geometria superiore nella neo costituita Università di Milano. A Pavia il B. fu ripetutamente Preside di fac. e Rettore e, in quest'ultima carica, mostrò coraggio nei primi tempi del fascismo; poi però si perdé di coraggio e cessò ogni tentativo di resistenza. Fu il 20 presidente dell'UMI, succedendo nel 1933 al fondatore S. Pincherle; fu anche presidente della Mathesis , il principale animatore dell'Enciclopedia delle Matematiche Elementari, ecc.
Malgrado abbia anche insegnato analisi, il B. fu essenzialmente un geometra che ha avuto un ruolo notevole in un momento delicato dello sviluppo degli studi geometrici in Italia: il passaggio dall'indirizzo proiettivo (a cui, in fondo, il B. propendeva) a quello birazionale, di cui riconobbe subito l'importanza, e a quello differenziale-proiettivo, di cui fu uno dei precursori.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, dell'Ist. Lombardo, ecc. All'atto del suo collocamento a riposo gli fu dedicata una collectanea matematica a cui collaborarono una cinquantina di matematici, in parte eminenti. (Scritti matematici offerti a L. B., Pavia 1936).

Necr.: Rend. Lincei (8) (1950) (E. Bompiani); Boll. UMI (3) 5 (1950), 1-19 (L. Brusotti); ecc.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Davide BESSO

(1845-1906)

Nacque a Trieste il 28 - 7 - 1845 e morì a Frascati (Roma) l'8 - 8 - 1906.
Si laureò a Pisa nel 1866. Dopo vari anni d'insegnamento nelle scuole medie, culminato in un lungo (1871-88), proficuo insegnamento nell'Ist. Tecnico di Roma, nel 1888 ebbe, per concorso, la cattedra di Calcolo infinitesimale all'Università di Modena che però, a causa della sua eccessiva modestia, gli diede scarse soddisfazioni e nel 1896 chiese ed ottenne precoce collocamento a riposo. Nel 1886 fondò in Roma il tuttora vivente Periodico di Matematiche .
Lasciò una sessantina di eleganti pubblicazioni riguardanti, per la maggior parte, questioni didattiche o storiche. Altre riguardano invece questioni di Analisi: equazioni algebriche di 5o e 6o grado, equazioni differenziali lineari, ecc. e sono tutte frutto di meditato e coscienzioso lavoro.
Necr.: Periodico di Mat. 22 (1907), 48 (G. Lazzeri) e 147-156 (R. Marcolongo).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Rodolfo BETTAZZI

(1861-1941)

Nacque a Firenze il 14 - 11 - 1861 e morì a Torino il 26 - 1- 1941. Si laureò a Pisa nel 1882 e fu ivi, per 4 anni, assistente del Dini. Insegnò in varie scuole medie, in ultimo (dal 1891 al collocamento a riposo nel 1931) al Liceo Cavour di Torino e inoltre, dal 1892 al '32 all'Accademia Militare della stessa città. Nel 1895, assieme ad A. Lugli e F. Giudice, fondò la Mathesis, di cui fu il primo presidente. Fu pure attivo in una derisa lega per la pubblica moralità.
Autore di alcuni lavori di natura didattica e sulle funzioni di variabile reale.

Necr.: Periodico di Mat. (4) 2I (1941), 203-204 (A. Natucci).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Enrico BETTI

(1823-1892)

Nacque presso Pistoia il 21 - 10 - 1823 e morì nella sua villa di Soiana (Pisa) l'11 - 8 - 1892.
Laureatosi a Pisa nel 1846, nel 1848 prese parte alla guerra d'indipendenza col battaglione universitario toscano. Dopo alcuni anni d'insegnamento in scuole medie, nel 1857 successe al Mossotti nella cattedra di fisica matematica dell'Università di Pisa, che tenne sino alla morte. Dal 1865 diresse anche la Scuola Norm. Sup. di Pisa, contribuendo a dare a quest'Istituto l'alta fama che lungamente godé. Fra i suoi allievi vi fu V. Volterra. Fu deputato di Pistoia alla Camera e poi, dal 1884, Senatore del Regno.
Egrave; sepolto nel Camposanto Monumentale di Pisa.
Nonostante la vita scientifica non lunga, il B. ha lasciato un'orma profonda in vari campi della matematica: algebra, topologia, teoria dell'elasticità, del potenziale, ecc. (numeri di Betti di una varietà, teor. di reciprocità dell'elasticità, ecc.). Fra l'altro, egli fu tra i primi a comprendere l'importanza della teoria di Galois delle equazioni algebriche. Scrisse (1879) un trattato sulla teoria del potenziale che fece lungamente testo e fu anche tradotto in tedesco.
L'opera diretta e indiretta del B. contribuì in modo essenziale a risollevare il livello degli studi matematici in Italia, che nella prima metà dell'Ottocento erano caduti molto in basso.
Necr.: Annali di Matem. 20 (1892) P. 256 (F. Brioschi); Atti Acc. Sci. Torino 28 (1892), 3-6 (G. Basso); ecc. ecc.
Opere: in 2 voll. a cura dell'Acc. Naz. d. Lincei. (Milano, Hoepli, 1903-13).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Bettino BETTINI

(1860-1930)

Nacque a Fitottrano (Ancona) il 5 - 1 - 1860 e morì ad Osimo (Ancona) il 5 - 2 - 1930.
Laureato a Pisa, insegnò sempre al Liceo di Osimo.
Autore di testi scolastici e di qualche lavoro di matematica elementare.
Necr.: Periodico di Mat. (4) 10 (1930) P. 188 (anon.).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Emilio BIANCHI

(1875-1941)

Nacque a Maderno sul Garda (Brescia) il 26 - 9 - 1875 e morì a Merate (Corno) l'11 - 9 - 1941.
Si laureò in fisica, a Padova, nel 1898 e, dedicatosi all'astronomia, fu anzitutto assistente volontario in quell'osservatorio; poi, dopo 4 anni alla staz. astronomica di Carloforte, dal 1903 al 1922 fu all'osservatorio del Collegio Romano (Roma) di cui, morto E. Millosevich nel 1909, fu direttore incaricato. Vinti simultaneamente i concorsi per la direzione degli osservatori di Roma e Milano (Brera), optò per quest'ultimo, di cui fu direttore dal 1922 fino alla morte, dedicando gran parte del suo tempo e della sua energia alla creazione della succursale di Merate. Fu Accademico d'Italia, Presidente del Comitato per l'Astronomia e Geodesia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Società Astronomica Italiana ecc., dimostrandosi molto servile nei confronti del fascismo. I suoi personali contributi alla scienza concernono principalmente questioni astronomico-geodetiche e, in ispecie, le anomalie di latitudine dovute ad influenze locali.
Necr.: Rend. Ist. Lombardo 83 (1950), 149-168 (L. Volta).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Luigi BIANCHI

(1856-1928)

Nacque a Parma il 18 - 1 - 1856 e morì a Pisa il 6 - 6 - 1928.
Fu allievo della Scuola Norm. Sup. di Pisa ove si laureò nel 1877 avendo avuto a maestri, fra gli altri, il Betti e il Dini. Dopo due anni di perfezionamento in Germania (a Monaco e a Göttigen, sotto F. Klein) tornò a Pisa, anzitutto come professore incaricato all'Università e alla Scuola Normale e poi (dal 1886) come professore di geometria analitica all'Università.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e delle altre principali Accademie. Poco prima della morte fu nominato Senatore del Regno. Egrave; sepolto nel Camposanto Monumentale di Pisa.
L. Bianchi, che è stato indubbiamente uno dei maggiori matematici italiani dell'ultimo secolo, era tuttavia un uomo straordinariamente modesto che non svelava che agli intimi i tesori della sua sapienza. Le sue opere che, nella recente loro riedizione a cura dell'UMI, occupano più di 10 volumi, concernono principalmente la Geometria differenziale e la teoria dei numeri, nonché varie altre questioni di Analisi. Universalmente note sono le formule di Bianchi in Geometria differenziale. Inoltre, tanto i suoi lavori originali, quanto i suoi numerosi trattati: quello classico di Geometria differenziale (prima ed. 1887) nonché quelli sui gruppi di sostituzioni, le funzioni ellittiche ecc., sono scritti in forma così chiara ed elegante, che invoglia a continuare la lettura una volta che questa sia iniziata. Il B. odiava invero i risultati complicati ed astrusi, che riteneva perfettamente inutili al progresso delle scienze.
Era uomo dotato di una forte vis comica che sapeva narrare un episodio o scolpire il carattere di un uomo con poche, incisive parole. Fu amatissimo dai suoi allievi, fra i quali G. Fubini e W. Blaschke.
Necr.: Rend. Lincei (6) 1O (1929 11) Suppl.: XXXIV-XLIV (G. Fubini); Annali di Matem. (4) 6 (1928-29), 45-83 (G. Fubini); Rend. Semin. Torino, 16 (1956-57), '15-157 (P. Vincensini); ecc.
Opere: a cura dell'UMI, 11 voll. in 12 tomi (Roma, 1952-59).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Pietro BLASERNA

(1836-1918)

Nacque a Fiumicello (Gorizia) il 29 - 2 - 1836 e morì a Roma il 26 - 2 - 1918.
Professore di fisica sperimentale all'Università di Roma dal 1872, Senatore del Regno dal 1890, Presidente dell'Accademia nazionale dei Lincei (1904-1916) ecc., nel 1908 presied&eacuto; il Congresso Internazionale dei Matematici tenutosi in Roma.
Pur cultore di fisica sperimentale si occupò talvolta anche di questioni matematiche p. es., ancora due anni prima della morte, di certe speciali funzioni trascendenti (Mem. Lincei 11, 561-620).
Necr.: Rend. Lincei (5) 27, (1928) 262-269 (M. Cantone), ecc.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giovanni BOCCARDI

(1859-1936)

Nacque a Castelmauro (Campobasso) il 20 - 6- 1859 e morì a Savona il 21 - 1O - 1936.
A 20 anni entrò nella Congregazione della Missione e fu ordinato sacerdote nel 1884.
Dal 1903 al 1923 fu professore di astronomia nell'Università di Torino e direttore di quell'osservatorio astronomico, che nel 1912 trasferì nell'attuale sede di Pino Torinese. Antecedentemente era stato, per incarico del suo Ordine, professore di matematica a Smirne, Salonicco e altri luoghi. Ebbe spirito irrequieto ed animo combattivo.
Nel 1923 fu collocato a riposo in anticipo, in base ad una sua domanda di essere esonerato o dall'insegnamento o dalla direzione dell'osservatorio, stante le sue cattive condizioni di salute (aveva perduto l'occhio destro per troppo sovraccarico).
Autore, fra l'altro, di alcune Note non conformiste di storia dell'astronomia.
Necr.: Astron. Nachr. 261 (1936), 231 (L. Volta); A. Fresa, L'astronomo P.dre G. B., prete della missione. (Roma, 1938).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Carlo BONACINI

(1867-1944)

Nacque a Modena il 15 - 8 - 1867 e morì ivi il 10 - 1 - 1944.
Si laureò a Pisa nel 1888 e insegnò quindi nelle scuole medie, in ultimo al Liceo Muratori e all'Ist. Tecnico di Modena. Dal 1906 incaricato di Fisica Terrestre all'Università e direttore del connesso osservatorio geofisico.
Fu un precursore della fotografia a colori e della stereofonia.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Baldassarre BONCOMPAGNI

(1821-1894)

B.Boncompagni-Ludovisi dei principi di Piombino nacque a Roma il 10 - 5 - 1821 e morì ivi il 13 - 4 - 1894. Non fu un vero matematico ma con la pubblicazione del suo Bullettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche , di cui uscirono 20 voll. fra il 1868 e il 1889, ha molto giovato agli studi di storia delle matematiche e perciò è giusto qui ricordarlo.
Necr.: Atti lst. Veneto 6 (1895), 509-521 (A. Favaro); ecc.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Carlo Emilio BONFERRONI

(1892-1960)

Nacque a Bergamo il 28 - 1 - 1892 e morì a Firenze il 18 - 8 - 1960.
Si laureò a Torino ove, subito dopo, insegnò, per incarico, Analisi, Geometria e Meccanica al Politecnico. Avviato agli studi di Matematica finanziaria dall'Insolera, nel 1923 vinse la relativa cattedra all'Ist. Sup. di Scienze Economiche di Bari,ove rimase 10 anni, ricoprendo per 7 anche la carica di rettore. Nel 1933 fu chiamato alla Facoltà di Economia e Comm. dell'Università di Firenze ove rimase sino alla morte e di cui fu preside dal 1944 al '49. Insegnò anche alla Facoltà di architettura di Firenze e all'Università Bocconi di Milano.
Autore di una cinquantina di pubblicazioni riguardanti la sua specialità: il Calcolo delle probabilità e la Statistica, nonché di una decina di matematica pura. Autore pure di un trattato di Matematica Attuariale che ebbe diverse edizioni e di cui un'ultima era in preparazione al momento della sua morte.

Necr.: Boll. UMI (3) 15 (1961), 570-574 (P. Pagni).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Roberto BONOLA

(1874-1911)

Nacque il 14 - 11 - 1874 a Bologna, da umile famiglia, e morigrave; ivi il 16 - 5 - 1911.
Iniziò gli studi autodidatticamente e, entrato a 20 anni all'Università di Bologna, vi si laureò nel 1898 sotto Enriques. Insegnò in varie scuole medie, principalmente a Pavia, ove ebbe pure un incarico all'Università. Alla vigilia della prematura morte, dopo lunga e penosa malattia, era stato nominato professore alla Scuola Sup. di Magistero di Roma.
La sua opera principale è una bibliografia della geometria non euclidea e un'esposizione storica della medesima (Bologna, 1906) che fu tradotta in varie lingue.
Necr.: Boll. Mathesis 3 (1911), 145-152 (U. Amaldi); ecc.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giovanni BORDIGA

(1854-1933)

Nacque a Novara il 2 - 4 - 1854 e morì a Venezia il 16 - 6 - 1933.
Fu professore di Geometria proiettiva all'Università di Padova e membro dell'Ist. Lombardo ma i suoi principali interessi erano di natura artistica.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Enea BORTOLOTTI

(1896-1942)

Nacque a Roma il 28 - 9 - 1896 da Ettore e morì a Firenze il 22 - 6 - 1942.
Si laureò a Pisa nel 1920 (dopo aver dovuto interrompere gli studi a causa della prima guerra mondiale) ove subì specialmente l'influenza di L. Bianchi. Dopo alcuni anni d'insegn. nelle scuole medie, nel 1928 divenne professore di Geometria all'Università di Cagliari donde, nel 1934, passò all'Università di Firenze.
Nonostante la morte prematura lasciò un centinaio di lavori, prevalentemente di Geometria differenziale. Era il maggiore specialista italiano nello studio degli spazi a connessione.
Necr.: Rend. Mat. Roma (5) 3 (1942), 231-240 (E. Bompiani).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Ettore BORTOLOTTI

(1866-1947)

Nacque a Bologna il 6 - 3 - 1866 e morì ivi il 17 - 2 - 1947.
Si laureò a Bologna, nel 1889, sotto Pincherle di cui fu assistente per 2 anni. Insegnò poi, per alcuni anni, nelle scuole medie finché, nel 1900 vinse la cattedra di Calcolo infinitesimale a Modena donde, nel 1919, passò all'Università di Bologna per la Geometria analitica. Coadiuvò il Pincherle nella fondazione dell'UMI e specialmente nell'organizzazione del Congresso Internazionale del 1928 a Bologna.
Si occupò prevalentemente di Storia delle matematica e soprattutto della scuola algebrica bolognese (Bombelli), di E. Torricelli e di P. Ruffini, non senza qualche tendenza nazionalistica.
Necr.: Periodico di Mat. (4) 26 (1948), 1-11 (E. Carruccio).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Pietro BOSCHI

(1833-1887)

Nacque a Roma il 7 - 6 - 1833 e morì a Bologna il 4 - 11 - 1887.
Fu professore di geometria proiettiva e descrittiva all'Università di Bologna, prima e dopo il 1860.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Matteo Bottasso

(1878-1918)

Nacque a Chiusa Pesio (Cuneo) il 17-4-1878 e morì il 4-10-1918.
Laureatosi a Torino nel 1901, fu per 3 anni assistente di Geometria proiettiva a Bologna, insegnante di scuole medie e, dal 1910, professore all'Accademia Militare di Torino. Poco prima di morire (1916) era divenuto professore di Meccanica razionale e di Fisica matematica all'Università di Messina. Autore di una trentina di lavori di Geometria differenziale, di Meccanica ecc. Collaborò con Burali-Forti e Marcolongo alla loro Analyse vectorielle générale.
Necr.: Boll. Mathesis 10 (1918) 87-88 (anon.)
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Alberto BRAMBILLA

(1857-1908)

Nacque a S.Zenone Po (Pavia) il 13-6-1857 (1) e morì a Napoli il 3-12-2908.
Dottore in matematica, professore di scuole medie, da ultimo al Liceo V.Emanuele di Napoli e libero docente di Geometria proiettiva in quella Università,in cui ebbe pure mansioni amministrative.
Autore di una quindicina di lavori di geometria algebrica.
(1) Questa data è nei Ruoli d'Anzianità del Ministero della P.I. Negli annuari del Circolo Mat. di Palermo è invece indicato il 13 - 6 - 1858.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Francesco BRIOSCHI

(1824-1897)

Nacque a Milano il 22-12-1824 e morì ivi il 13-12-1897.
si laureò a Pavia nel 1845 ove fu incaricato di meccanica razionale. Dopo la costituzione del regno d'Italia, il B. ebbe, per breve tempo, importante fuzione organizzativa quale Segretario Generale (una specie di Sottosegretariato) al ministero della P. Istruzione. Nel 1863 fondò e organizzò il Politecnico di Milano (allora detto Istituto tecnico superiore) di cui fu direttore e professore di idraulica fino alla morte. Per breve tempo fu deputato alla camera e poi (dal 1865) Senatore del regno. Ebbe un ruolo importante anche nell'organizzazione del Catasto italiano.
Il B. nonostante abbia insegnato meccanica ed idraulica, fu essenzialmente un analista che, fra l'altro, molto contribuì a far conoscere in Italia alcune teorie algebriche (forme, determinanti, ecc) dianzi note solo all'estero anche infondendo nuova vita ai vecchi Annali di Tortolini che, col nuovo titolo (dal 1867) di Annali di Matematica , divennero in breve una delle maggiori riviste matematiche mondiali, come ancor'oggi sono. I contributi personali del B., che era un vero virtuoso del calcolo algebrico, concernono principalmente la risoluzione mediante funzioni ellittiche delle equazioni di 5 e 6 grado che, nel caso del 6 grado, è essenzialmente dovuta a lui.
Fu membro dell'Accademia nazionale dei Lincei, che presiedé dal 1884 alla morte, e di molte altre accademie.
Necr.: Annali di Matem. (2) 26 (1897), 343-347 e Rend. Circ. Mat. Palermo 14 (igoo), -262-274 (E. Beltrami); Mathematische Ann. 10 (1898), 477-491 (M.Noether); C. R. Paris 27 - 12 - 1897 (Ch. Hermite); ecc.
Opere: in 5 voll. Milano, Hoepli, 1901-1909.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe BRUNO

(1828-1893)

Nacque a Mondovì (Cuneo) da umile famiglia il 21 - 6 - 1828 e morì a Torino il 2 - 2 - 1893.
Ebbe giovinezza e carriera difficili e divenuto finalmente, nel 1863, professore di Geometria descrittiva all'Università di Torino, dové aspettare ben 15 anni prima di divenire ordinario. Nel contempo insegnò anche all'Ist. Tecnico e, per qualche tempo, anche privatamente.
Pubblicò una ventina di lavori di geometria e un paio di analisi.
Fu preside della Facoltà e Socio dell'Accademia delle Scienze di Torino.

Necr.: Annuario Università Torino pel 1893-94, 16 pp. (C. Segre).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Luigi BRUSOTTI

(1877-1959)

Nacque a Pavia l'11 - 9 - 1877 e morì a Padova il 30 - 4 - 1959.
Laureatosi a Pavia nel 1899, dopo un anno di perfezionamento a Pisa, fu per 5 anni assistente di Berzolari, Formenti e Aschieri all'Università di Pavia. Successivamente insegnò per 20 anni nelle scuole medie, in ultimo all'Ist. Tecnico di Pavia. Nel 1926, in seguito a concorso, fu nominato professore di geometria all'Università di Cagliari donde, nel '28 passò a Pisa e nel '31 a Pavia, ove rimase sino al collocamento a riposo (1952).
Fu un geometra con brillanti qualità di semplicità, di chiarezza e di autonomia di pensiero. Fra le sue pubblicazioni prevalgono quelle sullo studio di curve e superfici nel campo reale, specie col metodo della piccola variazione , e tre magistrali articoli nell'Enciclopedia delle Matematiche Elementari. Fu un vero signore dell'Ottocento con tutti i pregi di tale epoca ormai lontana (Chisini). Uomo giusto, retto e sereno, già il suo solo aspetto esteriore ispirava calda simpatia e nostalgia pei tempi in cui uomini del genere s'incontravano meno raramente.
Socio dell'Ist. Lombardo, corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei, ecc.
Necr.: Rend. Lincei (8) 28 (1960I), 731-36 (0. Chisini); B011. UMI (3) 14 (1959), 287-294 (V. E. Galafassi).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Fortunato BUCCA

(1875-1899)

Nacque a Palermo nel 1875 e vi morì di malaria, a soli 24 anni, nel luglio del 1899.
Laureatosi a Palermo nel 1896, ove divenne subito assistente, aveva iniziata una promettente produzione scientifica, specie nell'algebra (teoria di Galois) quando fu stroncato dalla morte.
Necr.: Rend. Circolo Mat. Palermo 14 (1900), 303-4 (M. De Franchis).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Cesare BURALI-FORTI

(1861-1931)

Nacque ad Arezzo il 13 - 8 - 1861 e morì a Torino il 21 - 1 - 1931.
Laureato a Pisa nel 1884, poco dopo (1887) fu nominato professore nell'Accademia Militare di Torino, ove rimase sino alla fine. Insegnò anche in alcune scuole medie di Torino ma si tenne lontano dalle Università, scottato da un giovanile insuccesso nella libera docenza. Ebbe però frequenti contatti col Peano, col Marcolongo, con Tommaso Boggio e altri universitari della scuola logico-vettorialista, di cui fu uno degli aderenti di più stretta osservanza, rasentando il fanatismo.
Il nome del B.-F. resta nella scienza per un celebre paradosso della teoria degli insiemi.
Fu uomo di animo mite e cordiale, la cui piacevole conversazione stranamente contrastava con l'irruenza polemica di certi suoi scritti, specie di quelli contro la teoria della relatività, di cui non capì mai l'importanza.
Necr.: Bollett. UMI 1O (1931), 182-185 (R. Marcolongo).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Pietro BURGATTI

(1868-1938)

Nacque a Cento (Ferrara) il 27 - 2 - 1868 e morì a Bologna il 20 - 5 - 1938.
Laureatosi nel 1893 all'Università di Roma, rimase ivi parecchi anni come assistente e libero docente di analisi infinitesimale e di Meccanica, finché nel 1908, in seguito a concorso, fu nominato professore di Meccanica razionale all'Università di Messina donde, nello stesso anno, passò a quella di Bologna, donde non più si mosse.
Ha lasciato un centinaio di pubblicazioni, prevalentemente di Meccanica e di Fisica matematica, ma anche alcune di Analisi e di Astronomia. S'interessò pure molto del calcolo vettoriale collaborando col Burali-Forti e col Marcolongo alla loro Analyse vectorielle, ma mostrando meno fanatismo di altri vettorialisti. Ottimo insegnante, scrisse un eccellente trattato di Meccanica razionale.
Fu Socio dell'Acc. di Bologna, Corrispondente dell'Acc. dei Lincei, Vice-presidente dell'UMI, ecc.

Necr.: Boll. UMI 17 (1938), 145-156 (D. Graffi).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Filippo BURZIO

(1891-1948)

Nacque a Torino il 16 - 2 - 1891 e morì ad Ivrea (Torino) il 25 - 1 - 1948.
Laureato in ingegneria a Torino. Libero docente di Balistica insegnò tale materia all'Acc. Militare e al Politecnico di Torino.
Oltre ad alcuni lavori pertinenti alla Balistica, scrisse su vari argomenti, specie di carattere filosofico-religioso. Dopo la caduta del fascismo fu direttore del quotidiano La Stampa.
Socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei (Classe di Sc. Morali).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Gaetano CACCIATORE

(1814-1889)

Nacque a Palermo il 17 - 3 - 1814 e morì ivi il 16 - 6 - 1889.
Nel 1841 succedé al padre Niccolò, il noto collaboratore e successore del Piazzi, nella direzione dell'Osservatorio astronomico di Palermo e nell'insegnamento dell'astronomia all'Università, divenendo titolare due anni dopo. Nel 1848 fece parte del Parlamento siciliano e fu uno dei firmatari del decreto di decadenza dei Borboni. Conseguentemente, nella restaurazione del '49 venne destituito e per 11 anni si occupò d'ingegneria mineraria. Reintegrato nel '60 da Garibaldi si occupò attivamente del rimodernamento dell'Osservatorio, in cui ebbe come assistenti, fra gli altri, P. Tacchini e A. Riccò.
Necr.: Astron. Nachrichten 122 (1889), 47 (A. Riccò).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Renato CACCIOPPOLI

(1904-1959)

Nacque a Napoli il 20 - 1 - 1904 e morì ivi, suicida, l'8 - 5 - 1959.
Si laureò a Napoli nel 1926 e subito dopo divenne assistente di M. Picone, di cui fu uno dei primi e più valenti allievi. Nel 1931 divenne, per concorso, professore di analisi algebrica all'Università di Padova donde, nel 1934, fu chiamato a Napoli, ove rimase sino alla tragica fine.
Ha lasciato un'ottantina di lavori di grande originalità e importanza, seppure non sempre accurati nei particolari. Essi riguardano principalmente l'Analisi funzionale, la quadratura delle superficie, il Calcolo delle variazioni, la moderna teoria dell'integrazione, ecc. Aveva molto interesse anche per la musica, le questioni sociali, ecc. e una grande dirittura morale nascosta sotto una maschera d'ironia e nonchalance. Negli ultimi anni dei dispiaceri famigliari e i primi segni di decadenza fisica avevano accentuate certe sue stranezze, sì che la notizia del suicidio non sorprese troppo quelli che lo conoscevano.
Fu socio dell'Acc. Naz. dei Lineci, dell'Acc. di Napoli, ecc.

Necr.: Annali di Matem. (4) 47 (1959), V-VII (C. Miranda).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Pasquale CALAPSO

(1872-1934)

Nacque a Carini (Palermo) il 12 - 4 - 1872 e morì a Messina il 3 - 5 - 1934. Padre di Renato C.
Si laureò a Palermo nel 1900, con F. Gerbaldi di cui fu assistente per oltre un decennio. Nel 1914 divenne professore di Analisi nell'Università di Messina, in cui sempre rimase.
Si occupò di Geometria differenziale e, in ispecie, della deformazione delle quadriche.
Fu anche appassionato di musica e buon pianista.

Necr.: Rend. Semin. Messina 2 (1956-57) 117-120 (R. Calapso).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Francesco CALDARERA

(1825-1920)

Nacque a Randazzo (Catania) il 5 - 5 - 1825 e morì ivi, vecchissimo, il 24 - 9 - 1920.
Fu professore di Meccanica razionale all'Università di Palermo e socio di quella Accademia di Scienze. Autore di una mezza dozzina di lavori di geometria elementare pubblicati nei primi 5 voll. dei Rend. del Circ. Matem. di Palermo.
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Bruto CALDONAZZO

(1886-1960)

Nacque a Valdagno (Vicenza) il 25 - 6 - 1886 e morì a Firenze il 27 - 1 - 1960.
Si laureò a Padova, in matematica nel 1910 e in fisica nel 1912. Fu lungamente assistente di Meccanica razionale e incaricato al Politecnico di Milano, ove sentì specialmente l'influenza del Cisotti. Nel 1925 divenne, per concorso, professore di Meccanica all'Università di Cagliari donde, nel corso dell'anno stesso, passò a Catania. Nel 1931 fu chiamato all'Università di Firenze donde non più si mosse.
Autore di un'ottantina di lavori di Meccanica e di Fisica matematica nell'indirizzo del Levi-Civita e del Cisotti, specialmente nel campo dell'Idrodinamica piana.
Membro dell'Ist. Lombardo ecc.
Necr.: Boll. UMI (3) 15 (1960), 340-341 (Sestini); Rend. Ist. Lombardo, 94 (1960), (A. Masotti).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Benedetto CALÒ

(1869-1917)

Nacque a Bagno a Ripoli (Firenze) il 22 - 11 - 1869 e morì a Bagnoli (Napoli) il 23 - 8 - 1917.
Laureatosi a Pisa nel 1893 fu, per un biennio, assistente di Meccanica razionale a Torino, col Volterra. Passò poi nell'insegnamento medio, in ultimo (dal 1900 in poi) all'Ist. Tecnico di Napoli. Libero docente di Geometria Analitica dal 1905.
Autore di un articolo sui problemi geometrici trascendenti nei Collectanea di Enriques e di alcuni lavori di Algebra e di Geometria elementare.
Necr.: Boll. Mathesis 9 (1917), 81-82 (anon.).
Tricomi, 1962
La matematica italiana 1800-1950

Giacomo CANDIDO

(187I-1941)

Nacque a Guagnano (Lecce) il 10 - 7- 1871 e morì a Galatina (Lecce) il 30 - 12 - 1941.
Laureatosi a Pisa nel 1897, entrò nelle scuole medie; fu, fra l'altro, incaricato di organizzare nel 1927 il nuovo Liceo di Brindisi, che presiedé sino al 1936.
Autore, fra l'altro, di uno studio storico sul caso Libri con forti infiltrazioni fascisto-nazionalistiche.

Necr.: BoIl. UMI (2) 4 (1942), 143; Boll. Conti (4) 3 (1942), XXIII (G. Palamà).
La matematica italiana 1800-1950

Alfredo CAPELLI

(1855-1910)

Nacque a Milano il 5 - 8 - 1855 e morì a Napoli il 28 - 1 - 1910.
Si laureò a Roma nel 1877 e, dopo un periodo di perfezionamento a Pavia e a Berlino e di assistentato nell'Università di Pavia, già nel 1881 divenne professore di analisi algebrica all'Università di Palermo donde, nel 1886, passò per concorso a quella di Napoli.
Lasciò una settantina di lavori concernenti, in prevalenza, l'analisi e, in ispecie, la teoria delle forme e delle equazioni algebriche. Autore di un trattato di Algebra (prima ed. 1894, quarta ed. 1909) che, per lungo tempo, fece testo in materia. Nel 1894 successe al Battaglini nella direzione del Giornale di matematiche
.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, dell'Ist. Lombardo, ecc.
Necr.: Giorn. di Mat. Battaglini 48 (igio), 5-15 (G. Torelli); Periodico di Mat. 25 (1919), 191-92 (F. Amodeo); ecc.
La matematica italiana 1800-1950

Ernesto CAPOCCI DI BELMONTE

(1798-1864)

Nacque il 31 - 3 - 1798 a Picinisco (Frosinone) da famiglia patrizia romana e morì a Napoli il 6 - 1 - 1864.
Era figlio di una sorella dell'astronomo F. Zuccari (1784-1817).
Nominato nel 1833 direttore dell'Osservatorio astronomico di Capodimonte (a cui aveva appartenuto sin dalla sua fondazione nel 1819, sotto la supervisione del Piazzi) fu destituito nel 1850 per ragioni politiche (aveva partecipato ai moti del 1848). Reintegrato nel 1860 morì 4 anni dopo.
Il C. fu detto l'Encke d'Italia avendo collaborato, assieme all'Inghirami di Firenze (1779-1851) ad un catalogo stellare diretto dal grande astronomo Encke. Era un astronomo eminente, tanto nella parte teorica quanto nella pratica, ed aveva anche notevole cultura letteraria. Fu deputato al parlamento napoletano del 1848 e poi Senatore del Regno.
La matematica italiana 1800-1950

Ettore CAPORALI

(1855-1886)


Nacque a Perugia il 17 - 8 - 1855 e morì suicida, a Napoli, il 2 - 7 - 1886.
Laureatosi nel 1875 a Roma, ove fu diretto allievo del Cremona, dopo pochi anni di assistentato e d'insegnamento nelle scuole medie, già nel 1878, a soli 23 anni, fu nominato straordinario di Geometria Super. nell'Università di Napoli e promosso ordinario nell'84. Si uccise a 31 anni avendo creduto di notare dei segni di decadenza del suo precocissimo ingegno.
Lasciò una dozzina di notevoli lavori geometrici già stampati e alcuni altri manoscritti, che vennero pubblicati postumi nel vol. di cui appresso. Essi riguardano le curve algebriche piane, le superfici del 3o e del 5o ordine, la geometria dello spazio rigato, ecc.
Era Socio dell'Accademia delle Scienze di Napoli, corrispondente dell'Accademia Naz. dei Lincei, ecc.
Necr.: Annuario dell'Università di Napoli pel 1886-87 (D. Padelletti) (Commem. riportata nelle Mem. di Geometria ); Giorn. di Mat. di Battaglini 27 (1889), 1-32 (G. Loria)./div>
Opere: Memorie di Geometria di E. C.; 1 vol. (Napoli, Pellerano, 1888).
La matematica italiana 1800-1950

Francesco CARLINI

(1783-1862)

Nacque a Milano il 7 - 1 - 1783 e morì a Crodo (Novara) il 29 - 8 - 1862.
Si laureò a Pavia nel 1803 e, dedicatosi all'astronomia, trascorse quasi tutta la vita nell'osservatorio milanese di Brera, di cui fu direttore a partire dal 1832.
Collaborò col Plana nell'elaborazione di una teoria del moto della Luna che fu premiata dall'Accademia di Parigi. Si occupò pure di geodesia controllando, fra l'altro, il grado torinese fra Mondovì e Andrate, precedentemente misurato dal Beccaria.
Come matematico, il Carlini è soprattutto ricordato per una sua ricerca sull'equazione di Kepler con una connessa formula asintotica sulle funzioni di Bessel, che è una delle più antiche (1817) del genere: è l'espressione asintotica * per n @ OC) di j,(,n,-) con o < e < i.
Cfr. A. Tosi, Matematici dell'osservatorio astronomico di Brera, Periodico di Mat.
(4) 37 (1959), 78-85.
La matematica italiana 1800-1950

Felice CASORATI

(1835-1890)

Nacque a Pavia il 17 -12 - 1835 e morì ivi l'11 - 9 - 1890.
Trascorse l'intera vita a Pavia nella cui Università si laureò ingegnere nel 1856, restandovi come assistente. Fu allievo di Bordoni (1789-1860) e di Brioschi. Nel 1858 partecipò, insieme al Betti e al Brioschi, ad un viaggio scientifico in Francia e Germania che molto contribuì a rompere l'isolamento in cui era fin'allora vissuta la matematica italiana. L'anno seguente fu nominato, a soli 24 anni, professore di algebra e geometria analitica nell'Università pavese, ove più tardi (1863) insegnò analisi infinitesimale e poi anche analisi superiore. Schivo di onori e di cariche, dedicò l'intera sua vita alla scienza e alla scuola.
Al C. spetta il merito principale di avere contribuito in modo essenziale a far conoscere e apprezzare in Italia la teoria delle funzioni di variabile complessa, che stava allora formandosi per opera di Cauchy, Riemann e Weierstrass. Fra i personali contributi del C., spicca un teorema che può considerarsi come un preannuncio di quello famoso del Picard. Si occupò pure di geometria differenziale ecc.
Sotto i portici dell'Università di Pavia vi è un monumento che lo ricorda.
Necr.: Rend. Ist. Lombardo (2) 2,5 (1892), 1206-1236 (E. Bertini); Rend.
Semin. Milano 9 (1935), 127-I38 (G. Vivanti).
Opere: Voll. 2, a cura dell'UMI (1951-52).
La matematica italiana 1800-1950

Pietro CASSANI

(1832-1905)

Nacque a Venezia il 4 - 6 - 1832 e morì ivi il 6 - 6 - 1905.
Laureatosi in ingegneria a Padova nel 1854, si diede all'insegnamento medio e, dal 1863, fu professore all'Istituto Tecnico di Venezia ove ebbe, fra gli altri, come allievo il Veronese.
Autore di alcuni lavori di geometria e di alcuni testi scolastici.
Membro dell'Ist. Veneto.

Necr.: Atti Ist. Veneto 66 (1906), 175-186 (G. Ricci Curbastro).
La matematica italiana 1800-1950

Guido CASTELNUOVO

(1865-1952)

Nacque a Venezia da Enrico C., noto letterato, il 14 - 8 - 1865 e morì a Roma il 27 - 4 - 1952.
Dopo aver frequentato il Liceo Foscarini di Venezia (ove l'efficace insegnamento di A. Faifofer contribuì ad indirizzarlo alla matematica) si laureò a Padova nel 1886 dove, fra gli altri, ebbe a maestro G. Veronese. Fu quindi a Roma per un breve periodo (1886-87) di perfezionamento sotto, L. Cremona, per recarsi poi a Torino dove, dal 1887 al 1891, fu assistente di E. D'Ovidio e si legò di stretta amicizia col quasi coetaneo C. Segre. Questo periodo torinese fu determinante per l'orientamento scientifico del C. che, divenuto nel 1891 professore di geometria nell'Università di Roma, ivi rimase per tutto il resto della sua lunga e fruttuosa esistenza.
G.Castelnuovo fu, assieme a C. Segre, a F. Enriques (suo cognato), a F. Severi e alcuni altri, il fondatore della scuola italiana di geometria algebrica che, per alcuni decenni, assicurò all'Italia una posizione di primato in questo ramo della matematica. In particolare debbonsi al C. le condizioni necessarie e sufficienti per la razionalità delle superfici algebriche, la dimostrazione della razionalità dell'insieme delle involuzioni piane, lo studio approfondito delle superficie irregolari, ecc. L'attività del C. nella geometria algebrica si arresta però, salvo sporadici contributi posteriori, intorno al 1906. Nell'epoca successiva il suo interesse fu invece attirato da altre questioni e principalmente dal Calcolo delle Probabilità, a cui dedicò un trattato in due volumi (I ed. 1918) che per lunghi anni fece testo in materia. S'interessò pure molto della relatività, del principio di casualità nella fisica, di questioni didattiche ed organizzative, ecc. mostrando sempre, fra l'altro, sano giudizio, prudenza ed animo sereno ed equanime.
Le persecuzioni razziali, scatenatesi quando era già a riposo, circondato da generale ammirazione e simpatia, non lo toccarono direttamente, salvo la necessità di nascondersi per qualche mese. Dopo la liberazione di Roma (1944), fu nominato Commissario del Consiglio Nazionale delle Ricerche di cui aveva iniziato il risanamento quando venne fatto cessare bruscamente dall'ufficio per dare il posto ad altri. Successivamente (1945) contribuì più efficacemente di tutti alla rinascita dell'Accademia dei Lincei (soppressa dal fascismo nel 1939) di cui fu il primo, autorevolissimo presidente sino alla morte. Dal 1949 C. fu uno dei soli cinque senatori a vita previsti dalla nuova Costituzione italiana.
Membro di quasi tutte le accademie italiane e di alcune estere.
L'istituto matematico dell'Università di Roma è a lui intitolato. All'Acc. dei Lincei vi è un medaglione in suo ricordo.
< div class="necr"> Necr.: Acc. d. Lincei, fase. spec. del 1953 (G. Fano); Boll. UMI (3) 7 (19-52),241-46 (L. Campedelli) ecc. ecc.
Memorie scelte (Bologna, Zanichelli, 1937).
La matematica italiana 1800-1950

Carlo Alberto CASTIGLIANO

(1847-1884)

Nacque ad Asti l'8 - 11 - 1847 e morì a Milano il 25 - 10 - 1884.
Si laureò a Torino, nel 1871 in matematica e nel 1873 in ingegneria. Fu ingegnere delle Ferrovie dell'Alta Italia.
I suoi principali lavori scientifici concernono la teoria dell'elasticità e sono contenuti nel volume: Théorie de l'équilibre des systmes élastiques et ses applications(Turin, Negro, 1879-80) e in altri due pubblicati presso lo stesso editore. In particolare vi si pone in evidenza l'importanza del principio del Menabrea sul minimo del lavoro elastico ( teorema di Castigliano ). Si interessò anche del regolo calcolatore, da lui chiamato aritmografo.
Necr.: Bull. Boncompagni 18 (1885), 293-320 (Biadego).
La matematica italiana 1800-1950

Paolo CATTANEO

(1878-1960)

Nacque a Padova, da nobile famiglia, il 20 - 4 - 1878 e morì ivi il 13 - 1 - 1960.
Laureatosi a Padova nel 1901, entrò nell'insegnamento medio, da ultimo all'Ist. Nautico di Venezia.
Autore di una settantina di lavori, per la più parte di matematica elementare, e di un testo di analisi infinitesimale (ultima ed.: Padova, Zannoni, 1926). Collaborò col Levi-Civita nella redazione di alcuni testi litogr. di analisi vettoriale e di cinematica.
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Ettore CAVALLI

(1861-1932)

Nacque a Lucera (Foggia) nel 1861 e morì a Torino il 5 - 3 - 1932.
Generale d'artiglieria e professore di Balistica all'Acc. Militare di Torino.
Autore di un trattato di Balistica esterna (1928).
Necr.: Boll. UMI 11 (1932), 126-127 (0. Resta).
La matematica italiana 1800-1950

Tito Camillo CAZZANIGA

(1872-1900)

Nacque a Virgilio, nei pressi di Mantova il 9 - 4 - 1872 e morì ivi il 30 - 10 - 1900.
Si laureò a Pavia nel 1896, ove era stato allievo del Collegio Ghislieri. Si dedicò all'insegnamento medio non avendo potuto conseguire la libera docenza a causa di una condanna politica e, nonostante la morte a Soli 28 anni, lasciò una quindicina di promettenti lavori concernenti prevalentemente la teoria dei determinanti e quella delle funzioni analitiche nell'indirizzo di E. Pascal.
Necr.: Boll. storia mat. (Loria) 5 (1902), 87-90 (A. Viterbi).
La matematica italiana 1800-1950

Giovanni CELORIA

(1842-1920)

Nacque a Casale Monferrato (Alessandria) il 29 - 1 - 1842 e morì a Milano il 17 - 8 - 1920.
Si laureò a Torino nel 1863 e subito dopo entrò all'osservatorio astronomico di Brera, in Milano, la cui direzione era stata assunta l'anno prima dallo Schiaparelli, che prese subito ad apprezzarlo. E nell'Osservatorio di Brera si svolse l'intera vita scientifica del C. che, per non lasciarlo, nel 1893 rinunciò ad assumere la direzione dell'Osservatorio di Arcetri a cui era stato designato. Nel 1900 successe allo Schiaparelli nella direzione, che tenne sino al 1917, quando fu raggiunto dai limiti d'età. Fu anche professore di Geodesia al Politecnico di Milano.
Il C., oltre a compiere le osservazioni e i lavori di calcolo abituali per gli astronomi, ebbe parte influente nelle operazioni geodetiche diventando membro e quindi (1902) presidente della Commissione geodetica italiana. Alla sua iniziativa è dovuta la partecipazione dell'Italia allo studio del problema della variazione delle latitudini, e fu lui stesso a scegliere la Stazione intern. di Carloforte in Sardegna, di cui poi sempre si interessò.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, Membro e presidente dell'Ist. Lombardo, ecc. Senatore del Regno dal 1909.
Necr.: Memorie Società Astr. Italiana (n. s.) 1 (1921), 10 pp. (L. Gabba).
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Valentino CERRUTI

(1850-1909)

Nacque a Crocemosso, nel Biellese, il 14 - 2 - 1850 e morì ivi il 20 - 8 - 1909.
Nel 1873 si laureò in ingegneria a Torino e subito dopo fu, per breve tempo, precettore (a Roma) dei figli del conterraneo Quintino Sella. Divenne poi assistente nella Scuola d'Ingegneria dell'Università di Roma, dove, nel 1877, in seguito a concorso, ottenne la cattedra di Meccanica razionale che conservò sino alla morte.
Fu più volte rettore dell'Università di Roma, Segretario Generale del ministero della P. Istruzione (carica su per giù corrispondente a quella attuale di Sottosegretario), membro del Cons. Superiore della P. Istruzione, ecc. Senatore del regno dal 1901. Membro dell'Accademia nazionale dei Lincei, ecc.
I lavori del Cerruti, che rivelano singolare abilità algoritmica riguardano principalmente la teoria dell'elasticità.
Spirito sereno ed equilibrato, ebbe anche una notevole cultura storica e letteraria.
Necr.: Rend. Lincei (5) 182 (1909), 565-575 (T. Levi-Civita); Giorn. Mat. Battaglini 50 (1912), 329-336 (G. Lauricella), ecc.
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Vincenzo CERULLI

(1859-1927)

Nacque a Teramo il 20 - 4 - 1859 e morì improvvisamente a Merate (Come) il 31 - 5 - 1927.
Si laureò in Fisica a Roma nel 1881 e, dedicatosi all'astronomia, dopo un triennio di perfezionamento in Germania e un periodo di volontariato all'Osservatorio del Collegio Romano, nel 1890-93, usufruendo dei larghi mezzi finanziari di cui disponeva, fondò la Specola privata di Collurania, su una collina presso la città di Teramo, che poi (nel 1917) generosamente donò allo Stato italiano. In tale privato osservatorio, del tutto al livello degli altri italiani, il C. condusse, fra l'altro, le sue ben note osservazioni del pianeta Marte, che condussero - dopo una cortese polemica con lo Schiaparelli - all'abbandono, da parte di quest'ultimo, della teoria dei canali di Marte, che si rivelarono essere un'illusione ottica. Il C. si occupò pure di questioni di astronomia teorica e molti suoi lavori pubblicati sulle Astron. Nachrichten rimangono tuttora classici esempi di sobrietà e rigore scientifico.
Morì improvvisamente nel 1927 a Merate, mentre stava per pronunciare un discorso all'inaugurazione di quella succursale dell'Osservatorio di Brera.
Socio naz. dell'Accademia nazionale dei Lincei, professore onorario dell'Università di Roma, ecc.
Necr.: Rend. Lincei, app. al v. (6) 8 (1928), I-VIII (A. Di Legge).
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Ernesto CESARO

(1859-1906).
Nacque a Napoli il 12 - 3 - 1859 e morì tragicamente a Torre Annunziata (Napoli) il 12 - 9 - 1906.
Ebbe gioventù difficile a causa di rovesci finanziari della sua famiglia, originariamente agiata, e studiò pertanto irregolarmente in Italia (Napoli e Roma), a Parigi e nel Belgio (Liegi) ove fu subito molto apprezzato dal Catalan. Tornato in Italia (Roma) grazie ad un aiuto finanziario di Torre Annunziata - luogo d'origine della sua famiglia - nel 1886 riuscì, per concorso, professore di Analisi algebrica all'Università di Palermo, nonostante non avesse ancora la laurea, che gli fu poi conferita praticamente ad honorem, cioè senza esami. Nel 1891 passò all'Università di Napoli (pel Calcolo infinitesimale) che, nel momento della tragica morte (morì in un bagno in mare tempestoso, nel vano tentativo di salvare un figlio in pericolo), si accingeva a lasciare per andare ad insegnare Meccanica razionale a Bologna, forse anche per sottrarsi ad un ambiente che gli aveva procurato non poche amarezze . (A. Perna, suo ex assistente).
C. è stato uno dei più geniali matematici italiani dell'ultimo secolo che ha spaziato con sovrana padronanza nei più svariati campi della matematica, lasciando, nonostante la prematura morte, oltre 250 lavori e alcuni bellissimi trattati, che divennero rapidamente celebri. A proposito di quello di analisi algebrica, l'Herimite gli scrisse: Vous avez trouvé le sécret de dépouiller la science des difficultés... votre livre se lit sans aucun effort, mérite précieux, toujours rare, dont Gauss et jacobi ont donné d'admirables exemples... .
Oggi il C. è forse, ricordato soprattutto per il suo classico metodo di sommazione delle serie. Tuttavia egli teneva forse di più alla sua opera di pioniere nel campo della geometria intrinseca nonchè in quello, ancora più importante, dell'aritmetica asintotica. A contatto dell'altrui pensiero, non si piegava a seguirne il corso; ma reagiva fortemente con nuove vedute, con nuove impostazioni, e, quindi, con procedimenti più semplici e più rapidi, con generalizzazioni più feconde di risultati . (A. Perna).
Fu socio dell'Accademia naz. dei Lincei, di quella di Napoli, della Società Reale di Liegi ecc. ma, in vita, fu forse più apprezzato all'estero che in Italia, non avendo appartenuto a nessuna scuola e per certe angolosità connesse con l'inflessibile dirittura del suo carattere.
Necr.: Rend. Acc. Sci. Napoli (3) 12 (1906), 358-375 (P. Del Pezzo); Boll. UMI (3) 11 (1956), 457-466 (A. Perna); ecc.
Opere: In corso di pubbl. (1961) a cura dell'UMI. Sono previsti 3 voll.
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Domenico CHELINI

(1802-1878)

Nacque a Gragnano (Lucca) il 18 - 10 - 1802 e morì a Roma il 16 - 11 - 1878.
Scolopio, fu consacrato prete nel 1827. Dal 1831, per vent'anni insegnò matematica (appresa, in gran parte, autodidatticamente) nel Collegio Nazareno di Roma finché nel 1851, fu nominato professore di meccanica ed idraulica nell'Università (allora pontificia) di Bologna. Caduto (1859) lo Stato della Chiesa, fu uno dei pochissimi epurati del Risorgimento (nel 1863) essendosi rifiutato di prestare giuramento al nuovo Stato italiano. Qualche anno dopo (1867) fu nominato professore nell'Università, ancora pontificia, di Roma che poco dopo (1871) dové lasciare per lo stesso motivo di quella di Bologna. Insegnò allora in una Università Vaticana che ebbe breve vita, e poi privatamente. Fu però circondato di generale estimazione per la fermezza di carattere dimostrata, com'è comprovato dalla Collectanea Mathematica pubblicata in sua memoria nel 1881, per iniziativa di L. Cremona, a cui collaborarono i maggiori matematici del tempo, fra cui Dini, Hermite e Kronecker.
Il C. fu un valente insegnante che contribuì a far conoscere in Italia procedimenti ivi allora poco noti di geometria analitica, meccanica ecc., ma i suoi contributi personali alla scienza furono modesti.
Necr.: Introduzione (di E. Beltrami) alla Collectanea di cui sopra (Milano, Hoepli, 1881).
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Mineo CHINI

(1866-1933).
Nacque a Massa l'8 - 5 - 1866 e morì a Firenze l'11 - 11 - 1933.
Laureatosi a Pisa, si dedicò all'insegn. medio e fu, in ultimo, preside dell'Ist. Tecnico di Firenze e professore incaricato in quell'Università.
Autore di una quarantina di lavori specie di Geometria differenziale e di alcuni testi per l'insegnamento medio e superiore con notevoli pregi di semplicità e chiarezza.
Necr.: Periodico di Mat. (4) 14 (1934), 132 (A. Perna).
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Felice CHIÒ

(1813-1871)

Nacque a Crescentino (Vercelli) il 29 - 4 - 1813 e morì a Torino il 28 - 5 - 1871.
Si laureò in filosofia a Torino nel 1835 dopo aver studiato, fra l'altro, matematiche sotto G. Plana. Nel 1854 fu nominato professore di matematica all'Accademia Militare di Torino e nel 1854 professore di Fisica matematica all'Università.
Nel 1841 l'Acc. delle Scienze di Torino respinse, per suggerimento prevalentemente del Menabrea una sua memoria che correggeva una svista di Lagrange a proposito della serie che ora porta il suo nome. Il rilievo era però esatto e questa memoria, assieme con alcune altre, fu presentata, su consiglio di Cauchy, all'Acc. di Parigi che le pubblicò nei Comptes R. fra il 1844 e il '47 con grande scorno dell'Acc. torinese. Altri lavori del Chiò concernono la teoria delle curve gobbe, il calcolo delle differenze finite, i determinanti, ecc. e sono anch'essi prevalentemente di carattere critico.
Fu, per 6 legislature, rappresentante di Crescentino al Parlamento subalpino ma, anche in politica, non seguì consorterie e partiti e rimase isolato. Un busto e una lapide lo ricordano nei loggiati dell'Università di Torino.
Necr.: Bull. Boncompagni 4 (1871), 363-400 (A. Genocchi-B. Boncompagni).
La matematica italiana 1800-1950

Francesco CHIZZONI

(1848-1904)

Nacque a S. Martino d. Argine (Mantova) il 10 - 8 - 1848 e morì a Modena il 20 - 9 - 1904.
Laureato in ingegneria, fu ordinario di Geometria descrittiva nelle Università di Catania e di Modena.
Autore di alcuni lavori di geometria nell'indirizzo proiettivo.
La matematica italiana 1800-1950

Corrado CIAMBERLINI

(1861-1944)

Nacque a Cingoli (Macerata) il 10 - 5 - 1861 e morì a Fermo (Ascoli Piceno) il 2 - 11 - 1944.
Laureatosi a Roma nel 1884, fu allievo e assistente del Battaglini. Entrò poi nell'insegnamento medio in cui rimase sino al 1924, in ultimo, e lungamente, al Liceo di Fermo.
Autore di una collana di molto apprezzati testi per le scuole secondarie.
Necr.: Boll. UMI (3) 2 (1947) p. 88 (P. Cattaneo), v. pure Boll. Conti (N.S.) 3 (1924), 130-132 (R. Marcolongo).
La matematica italiana 1800-1950

Edgardo CIANI

(1864-1942).
Nacque a Rocca S. Casciano (Forlì) il 7 - 10 - 1864 e morì ivi il 14 - 9 - 1942.
Si laureò a Pisa nel 1886, ove era stato normalista, e rimase per oltre un decennio in quella Università quale assistente di Nardi-Dei, De Paolis e Bertini. Insegnò poi negli Ist. Tecnici di Messina e di Milano finché nel 1906, fu nominato, in seguito a concorso, professore di Geometria proiettiva all'Università di Genova, ove insegnò pure nella Scuola Navale Sup. Nel 1925 fu chiamato alla neo-costituita sez. matematica della Facoltà di Scienze dell'Università di Firenze, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1935.
Autore di numerosi lavori geometrici nell'indirizzo proiettivo, di cui una cinquantina furono raccolti dall'A. stesso in due volumi, pubblicati a Padova nel 1937, con concorso alle spese della Fac. fiorentina. Fra essi prevalgono alcuni sulle curve piane del 40 ordine e le superfici del 30, nonché quelli dedicati a talune configurazioni (di Kummer, del pentaedro, ecc.).
Fu insegnante brillante, molto amato dai suoi allievi fra cui furono anche Enriques e Fubini.
Necr.: Boll. UMI (2) 5 (1943), 59-60 (L. Berzolari); Boll. Conti (4) 4 (1943) VI-VIII (L. Campedelli).
Opere: 2 VOII. (Padova, CEDAM, 1937).
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Giovanni CICCONETTI

(1872-1953)

Nacque a Poggio Mirteto (Rieti) il 22 - 1 - 1872 e morì a Poggio Catino (Rieti) il 17 - 2 - 1953.
Laureato in ingegneria. Fu professore di Geodesia nella Scuola d'Ingegneria di Roma, di cui fu anche direttore nel 1927-34. Membro della Commissione geod. italiana.
Necr.: Riv. Catasto 8 (1953), 13-18 (G. Boaga).
La matematica italiana 1800-1950

Michele CIPOLLA

(188o-1947)

Nacque a Palermo il 28 - 10 - 1880 e morì ivi il 7 - 9 - 1947.
Si laureò a Palermo nel 1902 dopo aver studiato anche, per un biennio, a Pisa.
Dopo aver insegnato per quasi un decennio nelle scuole medie, nel 1911 fu nomi-nato professore di Analisi algebrica all'Università di Catania, donde, nel 1923, passò a Palermo, donde non più si mosse.
Il C. fu uno dei maggiori algebristi italiani del suo tempo. Molto notevoli pure i suoi contributi alla teoria dei numeri, a quella dei gruppi (finiti) e alla critica dei fondamenti e alla storia e didattica della matematica. Lasciò un centinaio di lavori oltre ad una decina di pregevoli trattati di livello universitario e a una collana di testi per le scuole medie, scritti in collaborazione con V. Amato e G. Mignosi. Fra i trattati universitari hanno avuto particolare diffusione quello di analisi algebrica, quello sulla teoria dei gruppi e la raccolta delle sue conferenze sulle matematiche elementari dal punto di vista superiore.
Fu dottore h. c. dell'Università di Sofia, membro di varie acc. italiane, fra cui quella dei Lincei, a cui era stato eletto poco prima della prematura morte, ecc.
Necr.: Rend. Lincei (8) 21 (1956 II), 507-523 (G. Sansone).
La matematica italiana 1800-1950

Domenico CIPOLLETTI

(1840-1874)

Nacque a Roma nel 1840 e morì a Firenze nel maggio 1874.
Aiuto all'Osservatorio Astronomico di Arcetri, di cui fu direttore incaricato per pochi mesi, prima dell'improvvisa e prematura morte.
Autore di alcuni lavori di meccanica razionale.
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe CISCATO

(1860-1908)

Nacque a Malò (Vicenza) il 19 - 2 - 1860 e morì improvvisamente a Padova nel dicembre 1908.
Fu per 13 anni assistente e astronomo agg. all'Osservatorio di Padova. Nel 1899 fu il primo direttore della Stazione astronomica di Carloforte (Sardegna) per lo studio della variazione delle latitudini. Dal 1903 alla morte fu professore di Geodesia all'Università di Padova.
Necr.: Rend. Ist. Lombardo 41 (1908) P. 878 (V. Inama).
La matematica italiana 1800-1950

Umberto CISOTTI

(1882-1946)

Nacque a Voghera (Pavia) il 26 - 2 - 1882 e morì a Milano il 6 - 7 - 1946.
Si laureò nel 1903 a Padova ove, dopo una parentesi d'insegnamento nelle scuole medie, dal 1907 al 1913 fu assistente di Levi-Civita, che ebbe influenza determinante sulla sua formazione scientifica. Nel 1913 ebbe, per concorso, la cattedra di Fisica matematica all'Università di Pavia ma si stabilì a Milano, nel cui Politecnico insegnò, per incarico, meccanica e analisi, finché nel 1921 vi passò come ordinario di meccanica razionale, succedendo all'Abraham. E dopo che, nel 1924, fu fondata l'Università di Milano, insegnò anche in quella, e nel 1927 fu tra i fondatori del Seminario matem. e fisico tuttora fiorente.
Le numerose (circa 200) pubbl. del C. riguardano principalmente l'Idromeccanica piana, da lui e dai suoi allievi esaurientemente studiata col metodo delle variabili complesse. Più particolarmente si occupò del paradosso di D'Alembert e delle scie, nell'indirizzo del Levi-Civita. Negli ultimi anni il suo interesse si era invece particolarmente concentrato sul calcolo tensoriale e le sue applicazioni. Su tali soggetti nonché sulla meccanica e l'analisi algebrica e infinitesimale, il C. pubblicò alcuni pregevoli trattati di cristallina chiarezza, che rispecchiano le sue doti di ottimo insegnante.
Fu socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei, dell'Ist. Lombardo, ecc.
Necr.: Rend. Lincei, app. al vol. (8) 23 (1957), 8-13 (B. Finzi); Rend. Semin. Milano 18 (1947), 1-35 (A. Masotti).
La matematica italiana 1800-1950

Giovanni CODAZZA

(1816-1877)

Nacque a Milano il 15 - 5 - 1816 e morì a Corno il 10 - 9 - 1877.
Laureatosi in ingegneria a Pavia nel 1837, fu dapprima insegnante di scuole medie. Nel 1842 fu nominato professore di Geometria descrittiva nell'Università di Pavia, di cui fu anche rettore nel '57-'58, mentre nel 62-63 fu sindaco della città. Nel 1863 passò al Politecnico di Milano per la fisica tecnologica e nel 1867 a quello di Torino per la Fisica industriale.
Lasciò una quarantina di pubblicazioni, prevalentemente di fisica.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e dell'Ist. Lombardo.
Necr.: Trans. Lincei (3) 2 (1877-78), 22-24 (Q. Sella).
La matematica italiana 1800-1950

Delfino CODAZZI

(1824-1873)

Nacque a Lodi (Milano) il 7 - 3 - 1824 e morì a Pavia il 21 - 7 - 1873.
Dopo alcuni anni passati nell'insegn. secondario, nel 1865 fu nominato professore di Algebra e Geometria analitica all'Università di Pavia.
Autore di alcuni lavori di Geometria differenziali fra i migliori dell'epoca. Le formule di Codazzi sono contenute in una memoria presentata all'Acc. di Francia per il gran premio di mat. del 1858, che ottenne dall'Acc. menzione onorevole.
Necr.: Articolo di E. Beltrami sulle Memorie p. la storia dell'Università di Pavia, serie 1a, 1878.
La matematica italiana 1800-1950

Attilio COLACEVICH

(1906-1953)

Nacque a Fiume il 25 - 7 - 1906 e morì a Napoli il 24 - 8 - 1953.
Si laureò nel 1929 a Firenze, ove la sua famiglia, profuga da Fiume, si era stabilita e trascorse la maggior parte della sua vita di astronomo all'Osservatorio di Arcetri. Nel 1948, in seguito a concorso, fu nominato direttore dell'Osservatorio di Napoli (Capodimonte) ma non molto tempo dopo fu precocemente colto dalla morte.
Il C. si occupò prevalentemente di astronomia stellare, e specie delle Cefeidi ma anche di problemi ottico-astronomici e, fra l'altro, costruì un telescopio tipo Schmidt che fu lungamente usato all'Osservatorio di Arcetri.
Pochi mesi prima di morire era stato nominato Socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei.
Necr.: Rend. Lincei (8) 16 (1954I), 409-415 (G. Abetti).
La matematica italiana 1800-1950

Annibale COMESSATTI

(1886-1945).
Nacque ad Udine il 30 - 1 - 1886 e morì a Padova il 13 - 9 - 1945.
Si laureò a Padova nel 1908, allievo di F. Severi di cui fu lungamente assistente. Nel 1920 divenne, per concorso, professore di analisi algebrica e geometria analitica all'Università di Cagliari donde, nel 1922, passò a Padova. Tenne anche, per incarico, corsi nelle Università di Ferrara e di Bologna.
L'opera dei C. concerne prevalentemente la geometria algebrica in cui portò personali vedute, specie in questioni di realtà degli enti algebrici, in cui era un vero specialista. Nei suoi lavori e nei volumi delle sue Lezioni curò molto anche la finitezza dell'esposizione.
La sua vita fu abbreviata dall'acerbo dolore per la perdita, a 18 anni, dell'unica figlia.
Fu socio dell'Accademia naz. dei Lincei, ecc.
Necr.: Rend. Lincei (8) 1 (1946) 810-815 (L. Berzolari); Boll. UMI (3) 1 (1946), 59-61 (F. Severi).
La matematica italiana 1800-1950

Fabio CONFORTO

(1909-1954)

Nacque a Trieste il 13 - 8 - 1909 e morì a Roma il 24 - 2 - 1954-Iniziò gli studi a Vienna e li continuò a Trieste, Milano e Roma, ove si laureò nel 1931. Dopo un periodo di perfezionamento a Göttingen e il servizio militare, fu assistente di E. Bompiani all'Università di Roma e collaboratore di Picone all'Ist. Naz. per le Appl. del Calcolo. In quel periodo sentì prevalentemente l'influenza di Castelnuovo, Enriques e, soprattutto, di Severi.
Nel 1939, in seguito a concorso, fu chiamato a succedere a G. Scorza all'Università di Roma. Dopo le vicissitudini della guerra 1940-45, in cui fu ripetutamente in servizio militare e in circostanze spesso difficili; fu, fra l'altro, uno dei più attivi collaboratori dell'Encielopedia Italiana (Treccani) e iniziò la redazione dei suoi bei libri sulle funzioni abeliane e automorfe e la topologia, di cui due sono usciti postumi, nel 1956 e nel 1960, a cura dei colleghi Gröbner e Benediety.
Lasciò inoltre un centinaio di lavori che, in parte, si collegano alle questioni trattate nei libri suaccennati e, per altra parte, concernono principalmente questioni applicative collegate con l'opera prestata presso l'Ist. di Calcolo.
Il C. fu uno dei maggiori matematici italiani della sua generazione, e avrebbe certo lasciata un'orma più profonda nella scienza se un tumore al polmone non lo avesse strappato prematuramente alla famiglia e alla scienza. Oltre che per la matematica e la famiglia, ebbe interessi vari, specie per la musica, ed incontrò generali simpatie, nonostante che, come spesso avviene ai nati nelle zone di confine, nutrisse sentimenti che ad alcuni sembravano troppo nazionalistici.
Necr.: Rend. Mat. Roma (5) 13 (1954) 200-218 (A.P.C., E. Bompiani, F. Severi, ecc.), (5) 14 (1954) 48-74 (B. Segre); Boll. UMI (3) 9 (1954), 227-228 (M. Benedicty).
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Francesco CONTARINO

(1855-1933)

Nacque a Reggio Calabria nel 1855 e morì a Napoli, nell'osservatorio di Capodimonte, il 30 - 1 - 1933.
Laureato in matematica e in ingegneria, trascorse tutta la vita nell'Osservatorio astronomico di Capodimonte in cui era entrato a 22 anni e di cui, dopo il ritiro del Fergola, tenne per due anni (1910-12) la direzione interinale. Per qualche tempo fu anche apprezzato ingegnere dell'ufficio tecnico municipale di Napoli.
Per alcuni anni fu incaricato del corso di Geodesia all'Università di Napoli, in cui era libero docente di Astronomia.
Uomo di grande bontà e coscienziosità, oltre a vari lavori astronomici di routine, elaborò un metodo per determinare la latitudine indipendentemente da piccoli errori nelle declinazioni delle stelle utilizzate.
Necr.: Mem. Società Astron. Italiana (N. S.) 7 (1933-34), 105-107 (E. Guerrieri).
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Alberto CONTI

(1873-1940)

Nacque a Firenze il 3 - 12 - 1873 e morì ivi il 18 - 10 - 1940.
Si laureò a Pisa, ove era stato normalista, nel 1895. Insegnò nelle scuole medie,da ultimo a Firenze, nel cui ambiente godeva di notevole prestigio, anche per effetto del Bollettino di Matematica da lui fondato nel 1900 e che diresse sino alla morte.
Autore di vari testi per le scuole elementari e medie.
Necr.: Boll. Conti (4) 1 (1940), 81-84.

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Filippo CORRIDI

Nacque a Livorno il 12 - 6 - 1806 e morì il 2 - 12 - 1877.
Laureatosi all'Università di Pisa, ebbe ivi, poco più che ventenne, la cattedra di Geometria elementare e Trigonometria da cui passò poi a quella di Calcolo diff. e integrale. Nel 1843 lasciò l'insegnamento per divenire, a Firenze, precettore dei figli dell'Arciduca Leopoldo II, ed ebbe anche altre cariche, che perdé con la caduta del Granducato.
Autore di un trattato di Calcolo (1843) in cui vi è un presentore di certe esigenze di rigore affermatesi più tardi.
Nell'ultimo periodo della sua vita acquistò e diresse la tipografia delle Murate in Roma.

Vedi: A. AGOSTINI, Matematici livornesi (Pubbl. a cura dell'Acc. Navale di Livorno), 1950
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Luigi CREMONA

(1830-1903)

Nacque a Pavia il 7 - 12 - 1830 e morì a Roma il 1O - 6 - 1903. Uno dei suoi fratelli era il ben noto pittore Tranquillo C. (1837-1878).
Dopo aver partecipato come volontario alla guerra del 1848, studiò a Pavia sotto A. Bordoni (1789-1860) e F. Brioschi laureandosi (in ingegneria) nel 1853. Fu per diversi anni insegnanate nelle Scuole medie di Pavia, Cremona e Milano finché nel 1860, cessato il governo pontificio, fu chiamato ad insegnare geometria superiore nella ricostruita Università di Bologna, in cui pronunciò una celebre Prolusione. Nel '67, per iniziativa del suo maestro Brioschi, fu chiamato al Politecnico di Milano per insegnarvi la statica grafica, di cui il C., assieme al Culmann di Zurigo, può considerarsi uno dei fondatori. E tale insegnamento conservò pure (fino al 1877) a Roma ove, nel 1873, era stato chiamato per riordinare e dirigere la Scuola d'Ingegneria.
Senatore del Regno dal 1879 fu anche vice presidente del Senato e nel 1898, per un solo mese, Ministro della P. Istruzione. La sua influenza sull'organizzazione degli studi matematici in Italia, fu però enormemente superiore a quella che poteva derivare da questo solo mese di dirette responsabilità ministeriali, é si esplicò soprattutto nel Parlamento, in cui la sua autorità nelle questioni scolastiche era grandissima, e nei concorsi.
Membro dell'Acc. dei Lincei, ecc. L'ist. di geometria dell'Università di Bologna è a lui intitolato.
I contributi personali del C. alla matematica non sono moltissimi né eccelsi avendo dato gran parte di séalla vita politica e all'organizzazione della vita scolastica nel nuovo Stato italiano. Tuttavia, con lo studio delle corrispondenze algebriche birazionali, che furono poi giustamente dette cremoniane, il C.. pose le basi della geometria algebrica e chiude un'epoca per aprirne un'altra (G. Castelnuovo). Molto notevoli furono pure i suoi contributi alla statica grafica ( diagrammi cremoniani ).
L.Cremona fu una delle figure più salienti di quel piccolo gruppo di matematici italiani che, nella seconda metà del secolo scorso, riuscirono a cambiare radicalmente le sorti della matematica in Italia, portandola dalla retroguardia ad uno dei primi posti nella gerarchia internazionale di questa scienza.
Necr.: Rend. Ist. Lombardo (2) 39 (1906) 95-155 (L. Berzolari); Mathem. Annalen 59 (1904) 1-19 (M. Nöther); E. BERTINI, Della vita e delle opere di L. C. (nel t. III delle Opere); L. BRUSOTTI, Commemoraz. nel cinquantenario d. morte (Bologna, 1954); ecc.
Opere: in 3 voll. Milano, Hoepli, 1914-17.
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Attilio CREPAS

(188o-1903)

Nacque ad Adria (Rovigo) nel 1880 e morì nell'aprile 1903.
Laureatosi a Pavia, fu ivi assistente di Geometria superiore (con l'Aschieri) fino all'immatura morte.
Autore di alcune note di geometria proiettiva iperspaziale.
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Umberto CRUDELI

(1878-1959)

Nacque a Macerata il 30 - 5 - 1878 e morì ad Ascoli Piceno il 14 - 9 - 1959.
Laureatosi a Roma, nel 1901 in ingegneria e nel 1908 in matematica, fu lungamente assistente, libero docente e incaricato nell'Università di Roma. Nel 1925, in seguito a concorso, divenne professore di Fisica matematica e meccanica razionale a Messina, donde poi passò a Cagliari, a Napoli e di nuovo a Messina, essendo stato annullato il suo trasferimento a Napoli avvenuto irregolarmente negli ultimi tempi del fascismo.
Autore di vari lavori di meccanica razionale, uno dei quali divenne celebre perché corresse una non innocente svista di H. Poincaré a proposito delle possibili figure d'equilibrio dei fluidi ruotanti.
Morìdimenticato.
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Antonio CUA

(1819-1899)

Nacque a Saucci di Taverna (Catanzaro) il 4 - 8 - 1819 e morì a Resina (Napoli) il 10 - 9 - 1899.
Laureatosi in matematica, a Napoli, nel 1840, nel 1854 fu nominato professore di Geometria analitica in quell'Università, passando poi, nel 1889, alla Geometria descrittiva. Insegnò pure nel Collegio Militare ed, essendo anche ingegnere, si occupò inoltre di alcuni lavori idraulici.
Non pubblicò quasi nulla. Fu uomo molto benvoluto pel suo carattere cordiale.
Necr.: Ann. Università Napoli pel 1900-01, P- 455-58 (A. Del Re).
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Ugo DAINELLI

(1849-1906)

Nacque in Toscana il 10 - 3 - 1849 e morì a Roma il 19 - 12 - 1906.
Laureatosi a Pisa, vinse un posto di perfezionamento all'estero e fu a Parigi e a Dresda.
Per 2 anni fu assistente di Meccanica razionale a Bologna ed entrò poi nell'insegnamento medio, insegnando negli Ist. Tecnici di Palermo, Corno e Roma.
Autore di una decina di lavori prevalentemente di Meccanica razionale.
Necr.: Boll. Mat. Conti 6 (1907), 39-40 (G. Frattini) e p. 80.
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Pietro Ermenegildo DANIELE

(1875-1949)

Nacque a Chivasso (Torino) il 13 - 10 - 1875 e morì ad Agliano d'Asti il 6 - 3 - 1949.
Laureatosi a Torino, fu assistente, libero docente e incaricato nelle Università di Torino e di Pavia finché nel 19I3, fu nominato, in seguito a concorso, professore di Meccanica razionale all'Università di Catania. Passò poi a Modena e quindi, dal 1925, a Pisa ove rimase sino a poco prima della morte.
Autore di numerosi lavori di meccanica, specie sulla teoria dell'attrito nonché di alcuni di geometria differenziale, di matematica attuariale ecc. Collaborò, fra l'altro, alle Questioni di Matematiche Elementari dell'Enriques.
Necr.: Boll. UMI (3) 4 (1949), 218-219 (C. Cattaneo).
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Francesco D'ARCAIS

(1849-1927)

Francesco Flores dei marchesi D'Arcais nacque a Cagliari il 26 - 1 - 1849 e morì a Padova il 29 - 12- 1927.
Si laureò a Pisa nel 1869 ove rimase quale assistente del Dini alla Scuola Normale. Già nel 1874, a soli 25 anni, fu nominato, in seguito a concorso, professore d'introduzione al Calcolo infinitesimale all'Università di Cagliari, donde, l'anno dopo, passò a Bologna per l'Algebra e la Geometria analitica. Nel 1877 tornò a Cagliari ma nel 1878, in seguito a nuovo concorso, divenne professore di Calcolo infinitesimale all'Università di Padova, donde non più si mosse. Insegnò anche, per incarico, il Calcolo a Ferrara e l'analisi superiore a Padova.
Le pubblicazioni del D'A. non sono molte (una decina) né di particolare importanza, ma egli è autore di un Corso di Analisi infinitesimale (3a ed., Padova, 1912) che fu uno dei migliori del suo tempo, in quanto egli seppe contemperare le esigenze di rigore della scuola del Dini, da cui era uscito, con quelle didattiche a cui egli, ottimo insegnante, era particolarmente sensibile.
La naturale mitezza e giovialità di carattere, la grande signorilità e l'efficacia del suo insegnamento, fecero sì che pochi maestri lasciarono negli allievi, nei colleghi e in tutti quelli che lo avevano conosciuto un così grande rimpianto come il D'Arcais.
Fu membro dell'Istituto Veneto, consigliere comunale e assessore del comune di Padova, ecc.
Necr.: Boll. UMI 7 (1928), 64 (an.); Ann. Sc. Ing. Padova 4 (1928), 7 PP.(A. Tonolo).
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Giovanni DE BERARDINIS

(1846-1937)

Nacque a Canzano (Teramo) il 14 - 5 - 1846 e morì a Sambuceto (Chieti) il 14 - 11 - 1937.
Laureatosi a Napoli nel 1870 fu, per 12 anni, geodeta presso l'Ist. Geografico militare di Firenze. Divenne poi professore di Geodesia all'Università di Messina (1887-1898) e successivamente a Napoli (1898-1921).
Autore di una ventina di lavori nella sua specialità.
Necr.: Rend. Acc. Napoli (4) 8 (1938), 120-123 (R. Marcolongo).
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Michele DE FRANCHIS

(1875-1946)

Nacque a Palermo il 6 - 4 - 1875 e morì ivi il 19 - 2 - 1946.
Laureatosi a Palermo nel 1896, divenne ivi subito assistente di F. Gerbaldi e nel 1905 fu nominato, in seguito a concorso, professore di Algebra e Geometria analitica all'Università di Cagliari, ove rimase un solo anno. Passò poi all'Università di Parma (1906-09) e a quella di Catania (1909-14) e quindi, chiamato a Palermo nel 1914, non più si mosse dalla sua città natale, a cui era affezionatissimo. Partecipò attivamente alla vita del Circolo Mat. di Palermo, di cui fu presidente dal '35 alla morte, riuscendo a tenerlo in vita nonostante molte difficoltà.
Il D. F. fu essenzialmente un cultore di geometria algebrica il cui nome occupa un degno posto accanto ai maggiori cultori italiani del ramo. Il suo maggiore lavoro - in collaborazione col Bagnera - concerne la classificazione delle superfici iperellittiche e fu premiato dall'Accademia di Parigi. Anche notevoli le sue ricerche sulla base per le curve tracciate su di una superficie.
Socio dell'Accademia naz. dei Lincei, ecc. fu uomo scrupoloso e modesto ma molto stimato da quelli che ben lo conoscevano.
Necr.: App. necrol. ai Rend. dei Linceí del 1945-55, I (1957), 3-7 (0. Chisini).
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Annibale DE GASPARIS

(1819-1892)

Nacque a Bugnara (Aquila) da famiglia patrizia di Sulmona il 9 - 11 - 1819 e morì a Napoli il 21 - 3 - 1892.
Nel 1840 entrò nell'Osservatorio astronomico di Napoli (Capodimonte) di cui divenne direttore nel 1864, alla morte del Capocci. Però già nel 1851 era stato nominato professore di Astronomia all'Università. Dopo il '48 evitò la destituzione (che colpì invece il Capocci e il Nobile) per aver dato il nome di lega borbonica ad un pianetino da lui scoperto nel 1849.
Fu uno dei più fortunati cacciatori di pianetini del periodo anteriore all'introduzione del metodo fotografico, scoprendone ben 10 fra il 1849 e il 1865. Fra i suoi lavori teorici trovansi dei pregevoli contributi al problema di Kepler e la prima idea dei determinanti cubici.
Senatore del Regno dal 1861, fu socio dell'Accademia Naz. dei Lincei e delle altre principali accademie italiane e di alcune estere.
Nel 1955 fu tenuta una sua solenne commemorazione a Tocco Casauria (Pescara). (Opuscolo relativo: Roma, Nardini, 1955; 143 PP.).
Necr.: Rend. Acc. Sci. Napoli (2) 6 (1892), 65-66 (E. Fergola); Rend. Acc. Sci. Torino 27 (189I-92), 658-659 (E. D'Ovidio).
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Remigio DEL GROSSO

(1813-1876)

Nacque a Colle Sannita (Benevento) il 20 - 5 - 1813 e morì a Napoli il 29 - 2 - 1876.
Studiò in scuole cattoliche e nel 1837 fu ordinato sacerdote. Nel 1840 entrò, dopo un esame, nell'Osservatorio astronomico di Napoli (Capodimonte) e per una ventina d'anni si occupò prevalentemente di astronomia. Nel 1860 fu nominato professore di Meccanica applicata all'Università di Napoli e svestì l'abito sacerdotale, passando poi, nel 1863, alla Meccanica celeste. Fu anche buon letterato e poeta.
Autore di una quindicina di lavori di matematica e d'astronomia e di una decina di lavori letterari, fra cui dei carmi sulle nebulose, la cometa di Donati, ecc.
Necr.: Atti Acc. Pontaniana 53 (1923) (F. Amodeo).
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Carlo Alberto DELL'AGNOLA

(1871-1956)

Nacque a Taibon (Belluno) il 23 - 6 - 1871 e morì a Venezia il 15 - 8 - 1956.
Laureatosi a Padova nel 1896 fu ivi, per alcuni anni, assistente e libero docente di analisi infinitesimale. Insegnò poi lungamente negli Ist. Tecnici di Cagliari e di Venezia finché nel 1926, fu nominato professore di Matematica finanziaria alla Facoltà di Economia e Comm. di Venezia (Cà Foscari), di cui fu più volte rettore.
Necr.: Atti Mathesis 1956, P. 34 (L. Brusotti).
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Pasquale DEL PEZZO

(1859-1936)

Pasquale Del Pezzo, Duca di Cajanello, il più napoletano dei matematici napoletani, nacque a Berlino (ove il padre era Ministro del Re di Napoli) il 2 - 5 - 1859 e morì a Napoli il 20 - 6 - 1936.
La sua prima moglie fu la scrittrice svedese A. C. Leffler, sorella del grande matematico G. Mittag-Leffler (1846-1927).
Laureatosi a Napoli, nel 1880 in Giurisprudenza e nel 1882 in Matematica, presto conseguì, per concorso, la cattedra di geometria proiettiva in quella Università in cui sempre rimase, essendone più volte rettore, preside di facoltà, ecc. Fu anche (1914-16) Sindaco della città e (dal 1919) Senatore del Regno.
La produzione scientifica del Del Pezzo è molto scarsa ma rivela ingegno acuto e penetrante, e il suo nome è ora ricordato soprattutto per le superfici che portano il suo nome, che sono delle superfici aventi come sezioni piane delle curve ellittiche. Tuttavia fu uno dei più notevoli e autorevoli professori dell'Università di Napoli e, potenzialmente, uno dei più forti matematici del suo tempo, ma fu troppo distratto dalla politica e da altre cose. Sul suo conto correvano innumerevoli storielle, generalmente salaci, non tutte prive di fondamento, che trovavano alimento anche nella sua caratteristica figura faunesca. Come politico ebbe importanza solo locale.
Necr.: Rend. Acc. Sci. Napoli (4) 8 (1938), 162-167 (G. Gallucci).
La matematica italiana 1800-1950

Guelfo DEL PRETE

(1873-1901)

Nacque a Lucca (?) nel 1873 e morì prematuramente ivi il 25 - 10 - 1901.
Si laureò a Pisa, allievo di quella Scuola Norm. Superiore. Passato nell'insegnamento medio, fu professore nelle scuole normali di Avellino e di Napoli.
Autore di alcuni lavori di geometria e (in collaborazione col Garbieri) di alcuni testi pei Ginnasi.
Necr.: Periodico di Mat. (2) 4 (1901), 160 (A. Giacomini).
La matematica italiana 1800-1950

Alfonso DEL RE

(1859-1921)

Nacque a Calitri (Avellino) il 9 - 10 - 1859 e morì presso Sorrento (Napoli) il 5 - 9 - 1921.
Laureatosi a Napoli, fu ivi assistente. Nominato professore di Geometria analitica e proiettiva all'Università di Modena, nel 1899 fu chiamato, per la Geometria descrittiva, all'Università di Napoli donde non più si mosse.
Autore di più di un centinaio di lavori di geometria, di statica, di logica matematica ecc. fu insegnante efficace ma si attirò non poche ostilità, fra gli studenti e fra i colleghi, per il suo carattere aspro e litigioso.
Necr.: Rend. Acc. Sci. Napoli (3) 28 (1922), 187-189 (D. Montesano).
La matematica italiana 1800-1950

Luigi DE MARCHI

(1857-1937)

Nacque a Milano il 16 - 5 - 1857 e morì a Pavia il 15 - 2 - 1937.
Si laureò in fisica e matematica nel 1880 a Pavia, ove era stato alunno del Collegio Ghislieri. Frequentò per alcuni anni gli Osservatorio astronomico di Brera e del Collegio Romano ma poi entrò nelle biblioteche e dal 1886 al 1902 diresse la Bibl. Università di Pavia. Ciò gli diede occasione di riprendere il lavoro scientifico, soprattutto nel campo della meteorologia e della dinamica dell'atmosfera, cosicché nel 1902 poté, in seguito a concorso, divenire professore di Geografia fisica all'Università di Padova, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1932.
I suoi lavori di carattere teorico, riguardano principalmente la dinamica dell'atmosfera, la propagazione delle onde sismiche e l'applicazione della teoria dell'elasticità alle deformazioni della crosta terrestre.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e delle altre princ. accademie. Senatore del Regno dal 1934.
Necr.: Atti Acc. Sci. Torino 72 (1936-37), 188-201 (C. Somigliana).
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Ercole DEMBOWSKI

(1812-1881)

Il barone E. D. nacque a Milano - figlio di un generale napoleonico - il 12 - 1 1812 e morì ad Albizzate (Milano) il 19 - 1 - 1881.
Si dedicò privatamente all'astronomia e dal 1851 in poi fece importanti osservazioni di stelle doppie in sue private specòle, prima a S. Giorgio a Cremano (Napoli) e poi a Gallarate (Varese). Circa 21000 sue misure micrometriche, molto lodate dallo Schiaparelli, furono pubblicate postume (1883-84) nei vol. 16 e 17 delle Memorie dell'Acc. dei Lincei.
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Riccardo DE PAOLIS

(1854-1892)

Nacque a Roma il 9 - 1 - 1854 e morì ivi, prematuramente, il 24 - 6 - 1892.
Laureatosi a Roma nel 1875 - avendo avuto come maestri il Cremona, il Beltrami e il Battaglini - dopo breve periodo di insegnamento nelle scuole medie, nel 1876 tornò all'Università di Roma come supplente di Geometria analitica e nel '78, in seguito a concorso, divenne professore di Algebra e geometria analitica all'Università di Bologna, da cui, l'anno dopo, passò a Pavia per la Geometria superiore e quindi a Pisa, donde non più si mosse.
Nonostante sia morto a 38 anni lasciò una ventina di pregevoli memorie geometriche, alcune molto ampie, nell'indirizzo del suo maestro Cremona. Nel D. P. è però più pronunciata la tendenza a risalire ai fondamenti e a procedere, quando possibile, con mezzi puramente geometrici.
Fu socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei.
Necr.: Rend. Circ. Mat. Palermo 6 (1892), 208-224 (C. Segre).
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Vincenzo DE ROSSI RE

(1834-1888)

Nacque a Roma il 6 - 6 - 1834 e morì ivi il 13 - 11 - 1888.
Si laureò a Roma, in matematica nel 1852 e in ingegneria nel 1855. Fu dapprima ufficiale nell'esercito pontificio, giungendo al grado di capitano. Insegnò poi Geometria proiettiva e descrittiva nella pontificia Università di Roma.
Autore di una decina di modeste pubblicazioni, fra cui una (illusoria) dimostrazione (1878) del V postulato di Euclide.
Fu socio dell'Acc. pontificia dei N. Lincei.
Necr.: Atti Nuovi Lincei 42 (1889), 83-88 (Lais).
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Vincenzo D'ESCAMARD

(1874-1941)

Nacque a S. Felice a Cancello (Napoli) il 27 - 4 - 1874 e morì a Napoli il 16 - 9 - 1941.
Laureatosi a Napoli, entrò nelle scuole medie, insegnando ultimamente a Napoli. Autore di alcuni lavori sui gruppi abeliani, gli integrali ellittici, ecc.
Necr.: Boll. UMI (2) 4 (1942), 80 (P. Carrese).
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Antonio DE ZOLT

(1847-1926)

Nacque a Conegliano (Treviso) l'8 - 8 - 1847 e morì a Milano nel 1926.
Si laureò in matematica a Torino nel 1872 e insegnò al Liceo Parini di Milano.
Suol chiamarsi principio di De Zolt l'asserzione (dimostrabile, ma non in modo facile) che un poligono non è mai equivalente ad una sua parte. Trovasi in un suo opuscolo pubblicato a parte a Milano nel 1881.
Necr.: Periodico di Mat. (4) 6 (1926), 152; Il Cadore , 2 (1O - X - 1957).

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Alfonso DI LEGGE

(1847-1938)

Nacque a Roma il 2 - 7 - 1847 e morì ivi il 9 - 4 - 1938.
Si laureò a Roma nel 1869. Dopo aver pubblicato alcuni lavori di matematica, entrò nell'Osservatorio astronomico del Campidoglio come assistente del Respighi, a cui nel 1889 successe nella direzione dell'Osservatorio, che tenne sino al collocamento a riposo nel 1922.
Si deve in gran parte a lui il Catalogo Stellare Capitolino di oltre 4000 stelle che il Respighi aveva appena iniziato e che il D. L. completò in collaborazione col Giacomelli. Così pure una lunga serie di determinazioni del diametro del Sole, ecc.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e, all'atto del suo collocamento a riposo, gli astronomi italiani gli offrirono una medaglia d'oro per i grandi servigi da lui resi all'astronomia.
Necr.: Rend. Lincei (6) 29 (1930), 344-352 (G. Armellini).

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Ulisse DINI

(1845-1918)


@Nacque a Pisa il 14 - 11 - 1845 e morì ivi il 28 - 10 - 1918.
Si laureò a Pisa nel 1864, avendo avuto come maestri il Betti e il Mossotti, che subito ne riconobbero il grande valore. Dopo un anno di perfezionamento a Parigi, nel 1866, a soli 21 anni, fu nominato professore di Geodesia all'Università di Pisa, in cui rimase sino alla fine, passando poco dopo all'Analisi. Dal 1900 alla morte fu direttore della Scuola Normale Superiore.
Il D. fu uno dei maggiori matematici italiani dell'ultimo secolo, a cui spetta principalmente il merito di aver essenzialmente contribuito, nella scia di Cauchy e Weierstrass, a porre l'analisi matematica su solide fondamenta, soprattutto coi suoi Fondamenti per la teorica delle funzioni di variabili reali pubblicati a Pisa nel 1878. Anche i suoi contributi originali sono della più alta importanza e riguardano campi svariati: geometria differenziale, teoria delle serie (specie delle serie di funzioni ortogonali), equazioni differenziali (specie dal punto di vista asintotico che, ai suoi tempi, era una novità), teoria delle funzioni analitiche, ecc. I suoi libri e i suoi lavori sono spesso scritti in uno stile pesante e faticoso (poi peggiorato da allievi meno geniali) ma i suoi allievi diretti assicurano che le sue lezioni, talvolta anche di due ore consecutive, non erano per nulla pesanti, anzi erano molto brillanti.
Fu Deputato alla Camera, Senatore del Regno, dottore h. c. delle Università di Aberdeen, Cristiania (Oslo) e Glasgow, socio dell'Acc. Naz. dei Lincei e delle altre principali accad. italiane e di alcune estere, ecc. È sepolto nel Camposanto Monumentale di Pisa, e ha dato il suo nome ad una delle principali vie della città, in cui vi è un monumento che lo ricorda. L'Istituto matematico dell'Università di Firenze è a lui intitolato.

Necr.: Rend. Lincei (5) 281 (1919), 154-163 (L. Bianchi); Boll. UMI (2) 1 (1939), 373-383 (G. Sansone); ecc.
Opere: 5 voll. a cura dell'UMI (Roma, 1953-59).

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Giovanni DI PIRRO

(1869-1934)


Nacque a Pescasseroli (Aquila) il 20 - 3 - 1869 e morì a Roma il 6 - 2 - 1934.
Laureatosi a Roma, in matematica, nel 1894, fu Libero docente di Elettrotecnica alla Scuola degli Ingegneri di Roma e poi direttore dell'Istituto Superiore Postale e Telegrafico di Roma. La matematica italiana 1800-1950

Giovanni Battista DONATI

(1826-1873)


Nacque a Pisa il i6 - 12 - 1826 e morì a Firenze il -20 - 2 - 1873.
Laureatosi a Pisa si trasferì a Firenze, dedicandosi all'astronomia sotto la guida di G. B. Amici. Fu il promotore (1869) ed il primo direttore, purtroppo per un anno soltanto, dell'Osservatorio di Arcetri. Fu uno dei precursori (1862) della spettroscopia stellare. Scoprì varie comete, fra cui quella del 1858 che porta il suo nome, e fu una delle maggiori del secolo. Morì prematuramente, di colera, di ritorno da un viaggio a Vienna. La matematica italiana 1800-1950

Luigi DONATI

(1846-1932)


Nacque a Fossombrone (Pesaro) il 4 - 4 - 1846 e morì a Bologna il 7 - 3 - 1932.
Laureatosi a Pisa, nel 1886, in seguito a concorso, fu nominato professore di Fisica speciale al Polit. di Milano donde, l'anno dopo, passò all'Università di Bologna per la Fisica matematica. Insegnò anche Fisica tecnica ed Elettrotecnica alla Scuola d'Ingegneria, di cui fu anche direttore.
Nella sua produzione scientifica prevalgono alcuni lavori di elettrologia e altri di teoria dell'elasticità. Fra l'altro, fu lui a porre in luce che i teoremi di Menabrea e di Castigliano non avevano solo importanza nella Scienza delle costruzioni, ma esprimevano generali proprietà dei solidi elastici.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Bologna, ecc.

Necr.: Boll. UMI 1 (1932), 127-128 (E. Foà).

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Alessandro DORNA

(1825-1887)


Nacque ad Asti il 13 - 2 - 1825 e morì a Torino il 19 - 8 - 1887.
Allievo del Plana, si laureò a Torino, in ingegneria, nel 1848. Dal 1850 insegnò meccanica razionale all'Accademia Militare di Torino e nel 1865 successe al Plana nella cattedra di Astronomia e nella direzione dell'Osservatorio astronomico dell'Università.
Autore di una ventina di lavori di astronomia e di un trattato di meccanica razionale per gli allievi dell'Acc. Militare.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Torino, ecc.

Necr.: Atti Acc. Sci. Torino 22 (1887), 247-249 (F. Siacci).

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Enrico D'OVIDIO

(1843-1933)


Nacque a Campobasso l'11 - 8 - 1843 e morì a Torino il 21 - 3 - 1933.
Studiò a Napoli, in ispecie nello studio privato di A. Sannia, ma ebbe la laurea, senza esami, solo nel 1869, dopo che già insegnava da alcuni anni alla Scuola di Marina e al Liceo Umberto. Nel 1872 ottenne, per concorso, la cattedra di Algebra e geometria analitica all'Università di Torino, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1918. Per alcun tempo insegnò anche, per incarico, Geometria superiore e analisi superiore. Fu ripetutamente preside della Facoltà, rettore dell'Università (1880-85), direttore del Politecnico, presidente dell'Acc. delle Scienze, ecc.
Al D'O. spetta principalmente il merito di aver poste le basi su cui qualche tempo dopo, per opera prevalente di C. Segre, che fu suo allievo, fu fondata la maggiore scuola geometrica d'Italia. I suoi contributi personali rimangono però ad un livello un po' meno elevato e riguardano le metriche euclidee e non cuclidee, le figure dello spazio rigato e soprattutto la teoria delle forme, allora molto in auge, che egli portò anche nell'insegnamento della geometria analitica.
Nel marzo 1905 fu nominato Senatore del Regno, ma correva voce (per sua natura, incontrollabile) che tale nomina fosse effetto di un equivoco, e avrebbe dovuto invece riguardare il fratello Francesco (1849-1925), noto filologo, che effettivamente, pochi mesi dopo, venne fatto Senatore anche lui.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e di quelle di Torino, Napoli, ecc. Una via di Torino porta il suo nome.

Necr.: Atti Acc. Sci. Torino, 69 (1933-34), I19-127 (C. Somigliana); Annuario Università Torino pel 1932-33 (G. Fano).

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Enrico DUCCI

(1864-1940)


Nacque a Fermo (Ascoli P.) il 15 - 5 - 1864 e morì a Napoli il 29 - 7 - 1940.
Laureato a Napoli nel 1887 insegnò, fino al 1931, nelle scuole medie e nel Collegio Militare di Napoli.
Autore di parecchi lavori di carattere didattico.

Necr.: Period. di Mat. (4) 20 (1940), 340.

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Federigo ENRIQUES

(1871-1946)


E. nacque a Livorno il 5 - 1 - 1871 e morì a Roma il 14 - 6 - 1946.
Si laureò a Pisa, dove era stato allievo della Scuola Normale Sup., nel 1891 e, dopo un anno di perfezionamento a Pisa, uno a Roma e alcuni mesi a Torino, andò a Bologna come incaricato di Geometria proiettiva e descrittiva all'Università di Bologna ove, nel 1896, a soli 25 anni, divenne professore della stessa materia, in seguito a concorso. Nel 1922 fu, chiamato all'Università di Roma, ove rimase sino alla morte, salvo la parentesi delle persecuzioni razziali (1938-44), nell'ultimo periodo delle quali dovè nascondersi in Roma stessa.
F. E. fu uno dei maggiori geometri dell'ultimo secolo e, accanto a C. Segre, G. Castelnuovo (suo cognato), F. Severi e qualche altro, fondatore della scuola italiana di geometria algebrica, a cui apportò contributi di capitale importanza. Ebbe inoltre grandissimo interesse per la filosofia e la storia delle matematiche, nonché per la didattica di queste, a cui portò un efficacissimo contributo coi volumi delle + Questioni + da lui diretti e con una collana di diffusissimi testi per le scuole medie, scritti in colla-borazione con U. Amaldi. L'E. ebbe, fra l'altro, una grandissima attitudine ai lavori in collaborazione con altri, in cui venivano valorizzate nel miglior modo le sue qualità animatrici e la profondità del suo pensiero e, nel contempo, si attenuavano gli inconvenienti che potevano derivare da una sua certa pigrizia nello scrivere e, soprattutto, nel leggere gli scritti altrui. Fra questi lavori in collaborazione eccellono, oltre quelli già citati, due fondamentali Memorie di geometria algebrica (una scritta assieme col Castelnuovo e l'altra col Severi), i 4 voll. sulla teoria geometria delle equazioni algebriche (in collab. col Chisini), i volumi sulle superfici algebriche e sulle superfici razionali (in collab. col Campedelli e col Conforto), la Storia del pensiero scientifico (in collab. con G. D. Santillana) ecc. Dei suoi libri di filosofia scientifica, quello sui Problemi della scienza (1906) fu tradotto in tutte le principali lingue, e così pure le sue Lezioni di geometria proiettiva (I ed. 1894) ed altri.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e di altre accadente nazionali ed estere.

Necr.: Rend. Lincei (8) 2 (1947), 3-21 (G. Castelnuovo); Rend. Mat. Roma (5) 16 (1957), 1-22 (F. Severi, G. Sansone ed E. Togliatti); ecc.
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Giuseppe B. ERBA

(1819-1895)


Nacque a Domodossola (Novara) il 10 - 2 - 1819 e morì il 10 - 11 - 1895.
Laureato in ingegneria e architettura a Torino nel 1841. Nel 1851 è nominato professore di Algebra e geometria analitica all'Università di Torino ove, dal 1854 al '57 supplisce il Plana per l'analisi infinitesimale Dal '57 in poi professore di Meccanica razionale. Preside della Facoltà di Scienze dal 1862 al 1880.
Collaborò a vari lavori del Plana e del Giulio ma non volle che fosse fatto il suo nome e, per eccessiva modestia, non pubblicò mai nulla. Tuttavia aveva scritto dei notevoli commenti a classici quali Euler, Lagrange, ecc. che rimasero manoscritti.

Necr.: Annuario Università Torino pel 1896-97 p. 145 (V. Volterra).

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Vito EUGENIO

(1850-1907)


Nacque il 19 - 8 - 1850 e morì a Napoli il 25 - 2 - 1907.
Nel 1874 lavorò come astronomo a Pechino. Insegnò lungamente matematica all'Ist. Tecnico G. B. Della Porta di Napoli, di cui fu preside dal 1897 alla morte.
Autore di alcune Note di geometria pubblicate nel Giorn. di Mat. di Battaglini.
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Francesco FAÀ DI BRUNO

(1825-1888)


Nacque ad Alessandria, da nobile famiglia, il 7 - 3 - 1825 e morì a Torino il 26 - 3 - 1888.
Studiò all'Acc. Militare di Torino e fu inizialmente (1846-1853) ufficiale di stato maggiore, giungendo sino al grado di capitano. Durante tale periodo (1849-51) fu mandato a Parigi a perfezionarsi nelle matematiche perché doveva essere insegnante dei principi Umberto ed Amedeo di Savoja, ma poi non se ne fece niente. Congedatosi dall'esercito, tornò a Parigi ove, nel 1855, si addottorò in matematiche e, tornato a Torino, dal '57 insegnò come libero docente in quell'Università, succedendo, nel 1871, al Chiò per l'Algebra e Geometria analitica e ove, nel 1876, fu nominato straordinario di analisi superiore. Nel contempo si dedicava però attivamente anche a varie opere di religione e nel 1876 fu consacrato prete a Roma. Da allora in poi, pur continuando ad insegnare, fu prevalentemente un sacerdote, fondatore, fra l'altro, dell'opera di N. S. del Suffragio di Torino. È in corso un suo processo di beatificazione.
Quale matematico il Faà di Bruno è soprattutto ricordato per un trattato (del 1876) sulla teoria delle forme che fu anche tradotto in tedesco da M. Nöther. Alla morte lasciò incompiuto un ampio trattato sulle funzioni ellittiche riflettente il suo insegnamento nell'Università di Torino.

Necr.: Annuario dell'Università di Torino pel 1888-89 pp. 156-164 (E. D'Ovidio); Boll. Bibl. Storia Matem. 1 (1898) 94-98 (G. Loria). Il libro del canonico A. BERTEU, Vita dell'Abate F. F. di B. (Torino, 1898) è essenzialmente un'opera di edificazione religiosa.
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Aureliano FAIFOFER

(1843-1909)


Nacque a Borgo Valsugana (Trento) il 4 - 8 - 1843 e morì a Venezia il 10 - 3 - 1909.
Si laureò a Padova, col Bellavitis, nel 1863 e restò ivi 5 anni come assistente.
Nel 1868 divenne professore al Liceo Foscarini di Venezia ove poi sempre rimase.
Didatta insigne (Enriques) scrisse alcuni apprezzatissimi testi, specie di geometria, per le scuole medie, che ebbero larghissima diffusione.

Necr.: Enseign. Mathém. 11 (1909), 313-14 (H. Fehr); Boll. Mat. Conti 8 (1909), 128-132 (C. Ciamberlini).

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Antonio FAIS

(1841-1925)


Nacque a Ploaghe (Sassari) il 25 - 4 - 1841 e morì a Sassari il 20 - 4 - 1925.
Laureatosi in ingegneria a Torino, nel 1864, già nel j865 divenne professore di Calcolo e analisi algebrica all'Università di Cagliari. Nel 1876 passò all'Università di Bologna, ma nell' `80 tornò a Cagliari ove rimase sino al collocamento a riposo, insegnando, per qualche tempo, anche nelle scuole medie, non essendoci allora incompatibilità coll'insegnamento universitario. Fu preside della Fac. di Scienze di Cagliari per oltre 20 anni e nel '97-'98 rettore di quell'Università.
Alcuni suoi lavori sulle equazioni a derivate parziali e curve sghembe furono premiati dall'Acc. delle Scienze di Bologna, di cui fu socio.
A. FAIS, Notizie autobiografiche, Sassari, Stamp. LIS, 1923. Ne parla G. USAI in Boll. di Mat. (2) 7, XXV-XXIX.
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Gino FANO

(1871-1952)


Nacque a Mantova il 5 - 1 - 1871 e morì a Verona l'8 - 11 - 1952.
Si laureò nel 1892 a Torino ove era stato allievo di C. Segre e G. Castelnuovo. Nel 1892-93 fu assistente di E. D'Ovidio all'Università di Torino e successivamente - dopo un anno di perfezionamento a Göttingen col Klein - dal i 894 al '99 fu assistente di G. Castelnuovo a Roma. Nel 1899, in seguito a concorso, fu nominato professore di Algebra e geometria analitica all'Università di Messina, donde, in seguito a nuovo concorso, l'anno dopo passò a Torino, ove rimase fino al 1938 quando, in seguito alle persecuzioni antiebraiche, dové lasciare la cattedra e riparare all'estero (Svizzera e, poi, Stati Uniti). Reintearato nel 1945, limitò, di fatto, la sua partecipazione alla vita accademica ad alcune conferenze e all'intervento a qualche adunanza di Facoltà, passando molti mesi dell'anno negli Stati Uniti, ove i suoi due figli si erano stabiliti.
Il F. fu essenzialmente un geometra algebrico con particolare sensibilità per le vedute gruppali introdotte nella scienza dal Klein e si occupò particolarmente di questioni di razionalità, per esempio della varietà cubica tridimensionale nello spazio a 4 dimensioni. Si occupò anche molto delle geometrie finite, ora tanto di moda, di cui può considerarsi un precursore. La sua ultima fatica fu la preparazione della commemorazione lincea dell'ex maestro ed amico G. Castelnuovo, che la morte gli impedì di leggere personalmente. Fu ottimo insegnante ma non era molto amato dalla maggioranza degli studenti per certe sue durezze di carattere. Risentì in modo particolarmente crudele le persecuzioni razziali avendo avuto, fino in ultimo, molte simpatie pel fascismo, ma non fu personalmente molto colpito, avendo potuto mettersi in salvo tempestivamente, riuscendo anche a salvare il suo ingente patrimonio.
Fu socio dell'Acc. Naz. dei Lincei, di quella di Torino, ecc.

Necr.: Rend. Lincei (8) 14 (1953,>, 702-715 (A. Terracini); Archimede 4 (1952), 262-263 (B. Segre).
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Luigi FANTAPPIÉ

(1901-1956)


Nacque a Viterbo il 15 - 9 - 1901 e morì a Bagnaia (Viterbo) il 28 - 7 - 1956.
Si laureò a Pisa nel 1922 e dal 1925 al '27 fu assistente del Severi all'Università di Roma.
Nel 1927 divenne, per concorso, professore di Analisi all'Università di Cagliari, passando l'anno dopo a Palermo (1928-32) e quindi a Bologna (1932-34). Dal 1934 al '40 fu a S. Paolo del Brasile per organizzarvi la sez. matematica dell'Università e dal '40 in poi fu professore all'Ist. di Alta Matematica di Roma.
Lasciò un centinaio di lavori di cui il più notevole è un'ampia memoria sui funzionali analitici, fondata su un geniale trasporto della formula fondamentale di Cauchy dal calcolo delle funzioni di variabile complessa a quello funzionale. Negli ultimi anni si occupò pure di questioni scientifico-filosofiche ( relatività finale), ma con scarso successo.
Era socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei, che lo aveva premiato nel 1931.

Necr.: Rend. Lincei (8) 24 (1958,), 353-355 (G. Scorza-Dragoni); Rend. Mat. Roma (5) 16 (1957), 140-160 (F. Severi e G. Fichera).
La matematica italiana 1800-1950

Antonio FAVARO

(1847-1922)


Nacque a Padova il 21 - 5 - 1847 e morì ivi il 29 - 9 - 1922.
Si laureò in ingegneria a Torino nel 1869. Subito dopo divenne assistente del Turazza all'Università di Padova ove, nel 1872, fu nominato professore di Statica grafica. Però vi insegnò anche, in alcuni periodi, Geometria proiettiva e Calcolo infinetisimale e, soprattutto (dal 1879) Storia delle Matematiche, che divenne il campo in cui doveva portare i contriubti più importanti.
La sua principale benemerenza è di aver promossa e curata l'edizione nazionale degli scritti di G. Galilei in 20 Volumi (1890-1909) e a Galileo, ai suoi discepoli, amici, detrattori ecc. dedicò anche una parte cospicua delle sue numerosissime pubblicazioni (circa 500).
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei (classe di sc. morali), dell'Ist. Veneto, ecc.

Necr.: Atti Ist. Veneto, 821 (1922-23), 221-303 (G. Favaro).
La matematica italiana 1800-1950

Giovan Battista FAVERO

(1832-1906)


Nacque a Crespano Veneto (Treviso) il 27 - 6 - 1832 e morì a Roma il 29 - 12 - 1906.
Laureatosi in ingegneria a Padova nel 1856, fino al 1875 fu attivo come ingegnere ferroviario in Austria (Vienna, Carinzia ecc.) e in Italia (Abruzzi, linea Napoli-Foggia, ecc.). Nel 1875 il Cremona lo fece nominare professore alla Scuola d. Ingegneri di Roma, ove ri-mase fino al 1902, anno in cui chiese il collocamento a riposo, come professore di Strade Ferrate.
Autore di una dozzina di lavori di vario argomento, anche di mat. pura (sulle equazioni algebriche).
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei ed altre.

Necr.: Atti Acc. Sci. Torino 42 (1906-07), 318-320 (C. Guidi).
La matematica italiana 1800-1950

Gaetano FAZZARI

(1856-1935)


Nacque a Tropea (Catanzaro) il 6 - 10 - 1856 e morì a Messina il 13 - 7 - 1935.
Laureatosi a Napoli nel i 884 fu a lungo professore nel Liceo Umberto I di Palermo.
Fondò e diresse Il Pitagora giornale di mat. per gli alunni delle scuole medie, che durò dal 1894 al 1918.

Necr.: Boll. Mat. Conti (3) 1 (1939), XII-XIV (A. Natucci).
La matematica italiana 1800-1950

Riccardo FELICI

(1819-1902)


Nacque a Parma l'11 - 6 - 1819 e morì a S. Alessio (Lucca) il 20 - 7 - 1902.
Si laureò a Pisa ove, nel 1846, divenne assistente del Matteucci a cui successe nel 1862. Nel 1848 fu uno degli ufficiali del battaglione universitario che combatté a Curtatone e Montanara. Fu uno dei fondatori del Nuovo Cimento e uno dei direttori della Scuola Norm. Superiore.
Più fisico che matematico, tuttavia portò notevoli contributi allo studio teorico dell'induzione elettrica.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei ecc. È sepolto nel Camposanto Monumentale di Pisa.

Necr.: Rend. Lincei (5) 11 (1902), 285-293 (A. Roiti).
La matematica italiana 1800-1950

Emanuele FERGOLA

(1830-1915)


Nacque a Napoli il 20 - 10 - 1830 da Gennaro, generale borbonico, e morì ivi il 5 - 4 - 1915.
Entrò giovanissimo (a 13 anni) come alunno all'Ass. astronomica di Capodimonte, in cui si svolse tutta la sua vita scientifica e nella cui direzione successe, nel 1889 al De Gasparis. Però già nel 1860 era stato nominato da Garibaldi professore d'introduzione al calcolo (poi insegnò pure analisi Sup.) all'Università di Napoli.
Nel 1909, essendosi istituito un limite di età (75 anni) pei professori di università, dianzi nominati a vita, rifiutò di sottoporsi ad un giudizio del Cons. Superiore per restare in servizio, come le disposizioni transitorie della legge gli avrebbero consentito.
Sino al 1863 i lavori del F. sono esclusivamente di matematica pura (inviluppi, numeri di Bernoulli, serie ecc.), dopo sono invece prevalentemente di astronomia, e a questi è assicurata la sua fama. Concernono: calcoli d'orbite di asteroidi, determinazione di differenze di longitudini, la posizione dell'asse di rotazione della Terra col connesso problema della variazione delle latitudini ecc.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e di altre. Senatore del Regno dal 1905.

Necr.: Rend. I,incei (5) 241 (1915), 41I-417 (E. Millosevich); Rend. Acc. Sci. Napoli (3) 21 (1915), 120-126 (L. Pinto).
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Gaspare Stanislao FERRARI

(1834-1903)


Nacque a Bologna, da nobile famiglia, il 23 - 10 - 1834 e morì a Parigi il 20 - 6 - 1903.
Entrato a 18 anni fra i gesuiti, dopo aver insegnato in varie scuole della Compagnia, nel 1865 entra come aiutante nell'Osservatorio del Collegio Romano, allora diretto dal Secchi, e, dono la morte di questi (1878) ne viene nominato direttore. Dato però che il Secchi era stato lasciato al Collegio Romano, laicizzato nel '71, solo a titolo personale, la nomina non fu riconosciuta dallo Stato (il successore di Secchi fu P. Tacchini) e il Ferrari dové passare alla Università Gregoriana, ove fondò una piccola specola, detta della Cecchina, di cui tenne la direzione sino al 1894. Si ritira poi per suoi affari a Parigi, dove muore nove anni dopo.
Autore di una sessantina di lavori di astrofisica pubblicati quasi tutti negli Atti dei Nuovi Lincei.

Necr.: Atti Nuovi Lincei, 57 (1904), 61-67.
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe FERRARIO

(1877-1932)


Nacque a Luino (Varese) il 27 - 11 - 1877 e morì a Milano il 14 - 9 - 1932.
Laureato in ingegneria a Torino nel 1910. Fu ordinario di Geodesia e Topografia al Politecnico di Milano.
La matematica italiana 1800-1950

Annibale FERRERO

(1840-1902)


Nacque a Torino l'8 - 12 - 1840 e morì il 7 - 8 - 1902.
Tenente generale dell'Esercito e diplomatico, diresse i lavori geodetici in Italia e dal 1885 al 1893 fu direttore dell'Ist. Geografico Militare in cui precedentemente (1872-1885) era stato Geodeta capo. Membro della Comm. Geodetica Italiana. Nel 1873 scrisse una memoria illustrante il più conveniente sistema di proiezione (poliedrale) per le carte topografiche italiane, che fu adottato e conservato sino a pochi anni fa.
Dottore h. c. delle Università di Cambridge e Glasgow.

Necr.: Rend. Lincei (5) IIZ (I<)02), 231-233 (G. Celoria).
La matematica italiana 1800-1950

Aldo FINZI

(1878-1934)


Nacque a Mantova nel 1878 e morì a Roma nel novembre 1934.
Laureatosi a Padova nel 1899, dopo il servizio militare, entrò nelle Scuole medie ove fu professore, preside e ispettore regionale. Dopo la riforma Gentile fu, per un decennio, provveditore agli studi per la Campania e in questo difficile ambiente molto seppe fare, con tatto ma con fermezza, per risollevare il livello degli studi secondari ed elementari nella regione. Nell'ultimo anno di sua vita, gravemente ammalato, aveva chiesto di essere sollevato dal gravoso incarico e aveva trovata occupazione al Ministero.
Autore di una decina di pubblicazioni, parte di geometria differenziale e parte di carattere didattico e di due pregevoli articoli nell'Enciclopedia delle matematiche elementari.

Necr.: Boll. Mat. Conti 31 (1935) (R. Marcolongo).
La matematica italiana 1800-1950

Cesare FINZI

(1836-1908)


Nacque a Firenze il 4 - 12 - 1836 e morì ivi il 28 - 3 - 1908.
Dal 1871 al 1900 fu professore di Algebra all'Università di Pisa ed ebbe fama di buon didatta. Fu anche professore interno alla Scuola Norm. Superiore. Non risulta che abbia pubblicato alcunché.
La matematica italiana 1800-1950

Matteo FIORINI

(1827-190I)


Nacque a Felizzano (Alessandria) nell'agosto 1827 e morì a Bologna il 14 - 1 - 1901.
Laureatosi in ingegneria a Torino nel 1848 fu dottore aggr. in quell'Università e funzionario del Catasto. Nel 1860 fu nominato professore di Geodesia all'Università di Bologna.
Si occupò prevalentemente della rappresentazione cartografica della superficie terrestre e di questioni storiche attinenti.
Fu socio dell'Acc. delle Scienze di Torino.

Necr.: Atti Accademia Sci. Torino 36 (1900-01), 416-418 (N. Jadanza).
La matematica italiana 1800-1950

Vincenzo FLAUTI

(I782-1863)


Nacque a Napoli il 4 - 4 - 1782 e morì ivi il 20 - 6 - 1863.
Era avviato agli studi di medicina ma passò alla matematica, sotto l'influenza di N. Fergola (I753-1824). Insegnò all'Università di Napoli dal 1803 al 1849. Difese accanitamente e acremente i metodi dei geometri antichi, ripudiando la geometria analitica. Autore, fra l'altro, di una pregevole edizione degli elementi di Euclide (1810) che ottenne fosse resa obbligatoria in tutte le scuole del regno di Napoli, le quali erano obbligate a comprare anche le successive edizioni del libro! Nel 1839 indisse un concorso-sfida su tre problemi (uno dei quali irresolubile per sovrabbondanza di dati) che ebbe una certa influenza sul (misero) sviluppo delle matematiche a Napoli prima del 1860. Pubblicò anche una Teoria dei miracoli, una dimostrazione matematica dell'esistenza di Dio, e altre cose del genere.
Accanito borbonico, nel 1860 fu escluso dalla ricostituita Accademia delle Scienze di Napoli, di cui dianzi era stato segretario. La matematica italiana 1800-1950

Giacomo FOGLINI

(1822-1907)


Nacque a Roma il 10 - 5 - 1822 e morì ivi il 16 - 4 - 1907.
Nel 1843, laureatosi in filosofia, entra fra i gesuiti e nel '48 è ordinato sacerdote.
Dopo aver insegnato in varie scuole della Compagnia e un breve periodo di emigrazione in Francia dopo i moti del 1848, nel 1857 diviene professore di Calcolo al Collegio romano, in cui rimase per ben 57 anni, trasportandosi nell'Università Gregoriana dopo il 1870.
Autore di alcuni modesti lavori sulla teoria dei gruppi di sostituzioni, la teoria delle forme, elementari questioni di,meccanica razionale ecc.

Necr.: Mem. Acc. Nuovi Lincei 25 (1907), I09-140 (B. Carrara).
La matematica italiana 1800-1950

Carlo FORMENTI

(1841-1918)


Nacque in prov. di Milano il 28 - 5 - 1841 e morì a Pavia l'1 - 10 - 1918.
Fu professore di Meccanica razionale all'Università di Pavia e corrispondente dell'Istituto Lombardo.

Necr.: Annuario Università Pavia pel 1921-22.
La matematica italiana 1800-1950

Angelo FORTI

(1818-1890)


Nacque a Pesaro nel 1818 e morì a Roma nel 1890.
Autore di vari lavori di meccanica celeste, ottica ecc. e di note tavole numeriche delle funzioni iperboliche.
In Annali Università Toscane (2) 12 (1928) vi è una nota di 26 pp. sulla vita e le opere di A. F. La matematica italiana 1800-1950

Giovanni FRATTINI

(1852-1925)


Nacque a Roma l'8 - 1 - 1852 e morì ivi nel luglio 1925.
Laureatosi a Roma, ove fu condiscepolo di Caporali e De Paolis, nel 1875, insegnò lungamente nell'Ist. Tecnico di Roma, da cui non volle mai allontanarsi.
Autore di molto diffusi testi di mat. elementare.

Necr.: Boll. Mat. Conti 5 (1926) 41-45 e 122 (R. Marcolongo).
La matematica italiana 1800-1950

Paolo FRISIANI

(I797-1880)


Nacque a Milano nel 1797 e morì ivi il 13 - 1 - 1880.
Entrò nel 1820 all'Osservatorio astr. di Brera in cui, nel 1834, divenne 2o astronomo. Però non fece osservazioni essendosi principalmente dedicato all'insegnamento della matematica. Autore di alcuni lavori di astronomia teorica e di analisi matematica. La matematica italiana 1800-1950

Guido FUBINI

(1879-1943)


G. F. (che, intorno al 1935, aggiunse al suo cognome quello: Ghiron della moglie) nacque a Venezia, da famiglia piemontese, il 19 - 1 - 1879 e morì a New York il 6 - 6 - 1943.
Allievo della Scuola Norm. Sup. di Pisa, si laureò colà nel 1900, subendo l'influenza soprattutto di L. Bianchi, a cui restò sempre devotissimo. Dopo un anno di perfezionamento trascorso a Pisa con un posto Lavagna, già nel 1901 è chiamato ad insegnare Analisi all'Università di Catania, prima come incaricato e poco dopo, vinto il relativo concorso, come uno dei più giovani professore straordinari che siano mai stati in Italia. Nel 1906 fu chiamato all'Università di Genova donde, nel 1908, passò al Politecnico di Torino, ove restò, insegnando pure (per incarico) Analisi superiore all'Università, sino alle cosiddette leggi razziali del 1938. Dopo un inverno passato a Parigi, nel 1939 emigrò negli Stati Uniti, insegnando prima all'Inst. for Adv. Study di Princeton, N. j. e poi alla New York Università, sino alla morte. Negli Stati Uniti non trovò però da parte di tutti quei riconoscimenti che uno scienziato della sua fama ed un uomo della sua altezza morale potevano aspettarsi, ma poté almeno fare una fine tranquilla in materiale benessere.
Il F. è stato uno dei maggiori matematici italiani, e non solo italiani, della prima metà del XX secolo, che ha lasciato un'orma profonda sia nell'Analisi, sia nella Geometria in cui è uno dei principali fondatori di tutto un nuovo indirizzo di studi: la geometria proiettivo-differenziale. Inoltre il F., ammirabile espositore e didatta, era un animatore come pochi, che si gettava con ardore ed entusiasmo sui problemi che via via risvegliavano il suo interesse, in ultimo, ad esempio, le applicazioni della matematica alla tecnica.
Nell'Analisi vera e propria, il nome di F. è oggi per lo più ricordato in connessione col fondamentale teorema che consente di ridurre un integrale doppio di Lebesgue a due successive integrazioni successive (o viceversa), tal quale come si trattasse d'integrali riemanniani. Tuttavia egli era stupito nel constatare che il suo nome all'estero - anziché ai vari profondi risultati da Lui conseguiti in altri campi - veniva per lo più associato al teorema ch'Egli ottenne in una Nota lincea del 1907 (B. Segre). Ed effettivamente, per quanto l'accennato teorema sia fondamentale, altre sue ricerche analitiche, p. es. quelle sul principio di minimo sulle equazioni integrali, sulle funzionini automorfe, ecc. meriterebbero di venir ricordate non meno del teorema sugli integrali doppi di Lebesgue. Lo stesso si dica per molte delle sue ricerche di Fisica matematica (balistica, vibrazioni delle membrane, ecc.) e di applicazione alla tecnica.
Facile agli entusiasmi, amante della libertà e di carattere aperto e rettilineo, parlava sempre francamente, senza perifrasi e senza preoccupazioni di carattere politico o personale (B. Segre).
Fu socio dell'Acc. Naz. dei Lincei e delle altre principali accademie italiane.

Necr.: Rend. Lincei (8) I7 (1954), 276-294 (B. Segre); Rend. Semin. Torino 9 (1949-50), 97-123 (A. Terracini); ecc.
Opere: A cura dell'UMI, 3 voll., di Cui 2 pubblicati (1961).
La matematica italiana 1800-1950

Tarquinio FUORTES

(1848-1927)


Nacque a Castrignano del Capo (Lecce) il 29 - 7 - 1848 e morì a Latiano (Brindisi) il 30 - 4 - 1927.
Si laureò a Napoli nel 1871. Nel 1874 fu nominato professore di matematica nel Collegio Militare di Napoli, in cui rimase fino al collocamento a riposo nel 1919. Insegnò pure Prospettiva (disciplina per cui aveva pubblicato un trattato premiato nel 1877 dall'Acc. Pontaniana) all'Ist. di Belle Arti di Napoli.

Necr.: Riv. di Fisica, Mat. e Sci. Naturali (2) 1 (1927), 144 (G. Torelli).
La matematica italiana 1800-1950

Luigi GABBA

(1872-1948)


Nacque a Torino, da famiglia lombarda, il 18 - 12 - 1872 e morì a Borgomanero (Novara) il 28 - 9 - 1948.
Laureatosi in ingegneria a Torino nel 1897, dopo brevi permanenze negli Osservatorio astronomici di Torino e Roma (Campidoglio), nel 1901 entrò nell'Osservatorio di Brera, donde non più si mosse, e di cui tenne, per incarico, la direzione dal 1917 al 1921. Insegnò Astronomia nelle Università di Milano e di Pavia. Nel 1926 fu ternato nel concorso per direttore dell'Osservatorio di Collurania. Segretario e poi presidente (dal 1946) della Società Astronomica Italiana Membro dell'Ist. Lombardo, ecc.
Osservatore e calcolatore diligente. S'interessò pure di meteorologia e di storia dell'astronomia.

Necr.: Rend. Ist. Lombardo 88 (1950), 125-146 (A. Masotti); Rend. Semin. Milano 19 (1948), XIII-XVI (A. Masotti).
La matematica italiana 1800-1950

Generoso GALLUCCI

(1874-1941)


Nacque a Napoli il 12 - 9 - 1874 e morì ivi il 17 - 2 - 1941.
Laureatosi a Napoli nel 1898 entrò subito nell'insegn. medio, da ultimo al Liceo artistico di Napoli e fu anche ispettore regionale. Ebbe incarichi d'insegnamento all'Università di Napoli.
Autore di circa 80 pubblicazioni di geometria proiettiva, filosofia ecc. e di un volume di Complementi di geometria proiettiva (1928).
Socio dell'Acc. d. Scienze di Napoli e dell'Acc. Pontaniana.

Necr.: Boll. UMI (2) 4 (1942), 78-79 (L. Berzolari).
La matematica italiana 1800-1950

Luigi GALVANI

(1878-1954)


Nacque a Pesaro, da un discendente dello scopritore dell'elettricità animale, il 3 - 4 - 1878 e morì a Roma il 22 - 1 - 1954.
Laureatosi in matematica a Bologna nel 1902, fu dapprima professore di scuole medie. Passò poi all'Ist. Centrale di Statistica, in cui fu attivo collaboratore di C. Gini. Nel 1931 divenne professore di Statistica alla Fac. di Econ. e Commercio di Venezia donde, l'anno dopo passò a quella di Napoli e nel 1946 a Roma, dopo essere stato per sei anni (1936-42) in missione all'Università brasiliana di S. Paolo.
Fu membro dell'Ist. Internazionale di Statistica ecc.
Autore di un centinaio di lavori, alcuni in lingua portoghese, prevalentemente di argomento statistico, tranne i primi (sino al 1920 circa), che sono invece di Analisi. Collaborò attivamente all'Enciclopedia Italiana.

Necr.: Statistica 14 (1954), 3-9 (G. Pietra); Riv. di Economia, Demogr. e Stat. 8 (1954), 135-142 (M. L. e G. Zampetti).
La matematica italiana 1800-1950

Dionisio GAMBIOLI

(1858-1941)


Nacque a Pergola (Pesaro) l'11 - 9 - 1858 e morì a Roma il 4 - 1941.
Insegnò in varie scuole medie e, da ultimo, all'Ist. Tecnico di Roma.
Pubblicò qualche lavoro di algebra. Tradusse in ital. la storia delle Matematiche moderne di Rouse-Ball, aggiungendovi un'ampia appendice (159 pp.) con notizie su molti matematici italiani. Tradusse anche altre opere, p. es. i Principi della Meccanica del Mach. Collaborò col Volterra e il Loria nella pubblicazione delle opere del Conte di Fagnano. Autore anche di un Breve sommario di storia delle matematiche (2a Ed. Palermo, 1929). La matematica italiana 1800-1950

Giovanni GARBIERI

(1847-1931)


Nacque nelle Romagne nel 1847 e morì a Genova il 7 - 2 - 1931.
Dopo essere stato maestro elementare a Bologna ed essersi laureato in matematica a Pisa, entrò nell'insegn. secondario, da ultimo quale preside dell'Ist. Tecnico e Nautico di Savona. Nel 1882, in seguito a concorso, successe al Bellavitis nell'insegnamento dell'Algebra all'Università di Padova donde, nel 1889, passò a Genova da cui non più si mosse.
Autore di un libro sui determinanti e di vari testi per le scuole medie.
I suoi contributi personali concernono principalmente la teoria delle forme, le coniche, ecc.

Necr.: Boll. UMI 10 (1931), 56 (an.). Alcuni dati biogr. in Period. di Mat. 20 (1905), i18-122 (R. Marcolongo).
La matematica italiana 1800-1950

Cesare GARIBALDI

(1865-1957)


Nacque a Genova il 27 - 5 - 1865 e morì a Rapallo (Genova) il 9 - 3 - 1957.
Laureato in ingegneria a Torino nel 1887 e a Genova in matematica nel 1889 e in giurisprudenza nel 1895. Assistente di Algebra e di geometria analitica all'Università di Genova e incaricaricato di Calcolo in quella Scuola Navale. Nel 1903 fu nominato straordinario di Elettrotecnica e nel 1911 ordinario nell'Università di Genova. Fu uomo di grande versatilità, occupandosi anche d'idraulica e di fisica tecnica.

Necr.: Annuario Università Genova 1956-57, PP. 74-75 (A. Capocaccia).
La matematica italiana 1800-1950

Paolo GAZZANIGA

(1853-1930)


Nacque a Soresina (Cremona) nel 1853 e morì a Venezia il 18 - 10 - 1930.
Laureatosi a Pavia nel 1878, dopo un periodo di perfezionamento in Germania, fu per 40 anni professore al Liceo di Padova, ove insegnò pure all'Università, come incaricato e come supplente del Veronese.
Autore di un pregevole corso di teoria dei numeri e di vari testi per le scuole medie, in collaborazione col Veronese.

Necr.: Period. di Mat. (4) 11 (1931), 68 (p. e.)
La matematica italiana 1800-1950

Michele GEBBIA

(1854-1929)


Nacque a Palermo il 7 - 2 - 1854 e morì ivi il 27 - 12 - 1929.
Laureatosi in ingegneria a Palermo nel 1875, nel 1907 divenne professore di Statica grafica nella Scuola d'Ingegneria di Palermo e incaricato di Fisica matematica all'Università. Nel 1923 passò all'Università per la Meccanica razionale Fu vice presidente del Circolo Mat. di Palermo.
Fu definito un ingegno solitario procedente per proprie vie, lasciando talvolta che altri lo precedessero. Contribuì alla sistemazione della teoria dell'elasticità, studiando, fra l'altro, certe deformazioni tipiche dei corpi elastici, a cui viene ora associato il suo nome.

Necr.: Giorn. Sci. Nat. Econ. di Palermo, 36 (1930-32), 3-14 (C. Mineo).
La matematica italiana 1800-1950

Angelo GENOCCHI

(1817-1889)


Nacque a Piacenza il 5 - 3 - 1817 e morì a Torino il 7 - 3 - 1889.
Cominciò come giurista laureandosi nel 1838 nella Facoltà giuridica che, dopo i moti del 1831, era stata spostata da Parma a Piacenza; e, dopo aver brevemente esercitata l'avvocatura, nel 1846 divenne titolare di Diritto romano nella Facoltà stessa. Dopo la reazione seguita ai moti del 1848 emigrò a Torino e si mise a studiare privatamente matematica, frequentando le lezioni del Plana e del Chiò, e cominciò la serie delle sue pubblicazioni matematiche. Nel 1858, spinto dal Chiò, concorse per l'Algebra e Geometria complementare all'Università di Torino e, vinto, nel 1859 divenne titolare di questa cattedra. Ma poi, dopo qualche cambiamento intermedio, dal 1863 in poi, insegnò Calcolo fino alla morte, facendosi supplire, negli ultimi anni, dal Peano che poi gli successe.
Fu socio dell'Accademia delle Scienze di Torino, che presiedé dall'85 alla morte, e di varie altre. Poco prima di morire era stato fatto Senatore del Regno. Un suo busto trovasi nell'atrio dell'Accademia di Torino e una lapide con medaglione nei loggiati dell'Università.
I suoi lavori più notevoli, che hanno spesso carattere critico, riguardano la teoria dei numeri, quella delle serie, gli integrali euleriani ecc., ma oggi è soprattutto ricordato pel Genocchi-Peano: il trattato che rispecchia il suo corso universitario, completato però dalle aggiunte dell'allora suo assistente Peano che ne formano la parte più notevole. Tuttavia il Genocchi - che di molte di queste aggiunte aveva preso conoscenza solo a pubblicazione avvenuta - in un primo tempo, non le aveva molto gradite e non aveva nascosto il suo malcontento al riguardo.

Necr.: Memorie Acc. Sci. Torino 39 (1889), 463-495 (F. Siacci) e Atti 27 (1892), 1090-1106 (E. D'Ovidio); Ann. Università Torino pel 1889-90, pp. 195-202 (G. Peano).
La matematica italiana 1800-1950

Francesco GERBALDI

(1858-1934)


Nacque a La Spezia il 29 - 7 - 1858 e morì a Pavia il 29 - 6 - 1934.
Laureatosi a Torino nel 1879, dopo un periodo di perfezionamento a Pavia e in Germania, divenne assistente all'Università di Roma. Nel 1890, in seguito a concorso, divenne professore di geometria analitica e proiettiva all'Università di Palermo ove rimase 18 anni. In questo, che fu il suo periodo più attivo, contribuì a formare vari valorosi allievi, fra cui il Bagnera, il De Franchis e il Cipolla. Nel 1908 passò all'Università di Pavia, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1931. Fu uomo austero e solitario ma insegnante efficace.
Lasciò vari lavori algebrici e geometrici fra cui, ad esempio, lo studio del gruppo delle collineazioni piane.

Necr.: Boll. UMI 13 (1934), 259 (an.); Rend. Semin. Messina 2 (1957), 109-110 (R. Calapso).

La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe GHERARDELLI

(1894-1944)


Nacque a Firenze il 10 - 1 - 1894 e morì ivi il 10 - 7 - 1944.
Allievo della Scuola Norm. Sup. di Pisa, si laureò ivi nel 1917, mentre prestava servizio militare per la ia guerra mondiale. Dal 1919 fu assistente di Geometria all'Università di Torino, passando, nel 1925, all'insegnamento liceale, prima a Torino poi a Firenze. Due anni prima della prematura morte era diventato, in seguito a concorso, professore di Geometria anal. ecc. all'Università di Pavia.
Autore di una ventina di pregevoli lavori geometrici, sia nell'indirizzo proiettivo, sia in quello birazionale.

Necr.: Boll. UMI (3) 1 (1946), 58-59 (L. Brusotti).
La matematica italiana 1800-1950

Giovanni GIAMBELLI

(1879-1953)


Nacque a Verona il 29 - 6 - 1879 e morì a Messina il 31 - 12 - 1953.
Si laureò a Torino ove fu allievo di C. Segre. assistente di Geometria proiettiva e descrittiva all'Università di Genova, nel 1911 divenne, per concorso, professore di Geometria all'Università di Cagliari, donde passò poi a Messina, andando fuori ruolo nel 1949.
Pubblicò, all'inizio della carriera, alcuni promettenti lavori di geometria algebrica ma si fermò presto, limitandosi all'attività didattica.
La matematica italiana 1800-1950

Duilio GIGLI

(1878-1933)


Nacque a Sansepolcro (Arezzo) l'8 - 1 - 1878 e morì a Pavia il 10 - 5 - 1933.
Laureatosi a Pisa, insegnò nelle scuole medie, da ultimo al Liceo Foscolo di Pavia, ove era anche incaricato all'Università.
Condirettore dell'Enciclopedia delle Matematiche Elementari e autore di varie pubblicazioni, specie di carattere didattico e storico-critico.

Necr.: Period. di Mat. (4) 13 (1933), 255 (G. Vivanti).
La matematica italiana 1800-1950

Giovanni GIORGI

(1871-1950)


Nacque a Lucca il 27 - 1 - 1871 e morì a Castiglioncello (Livorno) il 19 - 8 - 1950.
Nel 1893 si laureò in ingegneria all'Università di Roma, ove era stato allievo del Beltrami e del Cremona. Fu dapprima ingegnere elettrotecnico, dirigendo, dal 1906 al 1923, l'ufficio tecnologico del Comune di Roma e interessandosi particolarmente della trazione elettrica e di problemi di trasporti d'energia e metrologici. Nel contempo cominciò ad insegnare, per incarico, alla Scuola d'Ingegneria e alla Facoltà di Scienze di Roma. Nel 1926, in seguito a concorso (nella cui terna precedé E. Fermi!), divenne professore di Fisica matematica all'Università di Cagliari, donde nel '29 passò a Palermo e poi, nel '34, alla Fac. d'Ingegneria di Roma, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1942.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e d'altre accademie nazionali ed estere nonché, con sua grande soddisfazione, della fascistica Accademia d'Italia.
Autore di oltre 350 pubblicazioni riguardanti questioni di elettrotecnica, di fisica matematica, di analisi (metodi di calcolo operatorio), di storia della scienza, ecc. e anche di pregevoli scritti di divulgazioni. Oggi è sopratutto ricordato per il sistema Giorgi: un sistema di misure a 4 unità fondamentali (adottato nel 1935 dalla Comm. Elettrotecnica Internazionale), che se anche non è il sistema di misure dell'elettrotecnica, è certo uno dei sistemi più convenienti in tale disciplina. Si occupò pure molto di teoria della relatività, in cui riteneva di aver preceduto Einstein in alcuni punti. Il suo tentativo di legittimazione del calcolo simbolico di Heaviside non ebbe completo successo e restò poco conosciuto, essendo stato anche quasi simultaneo ai più efficienti procedimenti basati sulla trasformazione di laplace, che oggi dominano in quel campo.

Necr.: Rend. Lincei (8) 11 (1951II), 416-423 (A. Signorini) ecc.
La matematica italiana 1800-1950

Gaetano GIORGINI

(1795-1874)

Nacque a Montignoso (Lucca) da nobile e ricca famiglia il 15-6-1795 e morì ivi il 14-9-1874.
Studiò a Parigi, ove aveva seguito la Principessa Elisa Baciocchi, e fu molto stimato dallo Chasles, suo condiscepolo all'Ecole Polytechnique.
Tornato in Toscana si occupò però solo marginalmente di matematica e del suo insegnamento, essendo stato successivamente Conservatore del Catasto, Ambasciatore (1847) e Ministro degli Esteri di Toscana (1849). Dopo il 1859 fu nominato senatore del Regno ma nel 1862 si ritirò a vita privata.
Lasciò una mezza dozzina di lavori di matematica fra cui prevalgono alcuni di cinematica e di statica. Precursore del Möbius nella considerazione delle reciprocità nulle
Fu membro dell'Accademia dei XL, professore onorario dell'Università di Pisa ecc.

Vedi: G. Loria, Intorno alla vita e le opere di G. G., Giorn. Mat. Batt. 31 (1893)
La matematica italiana 1800-1950

Francesco GIUDICE

(1855-1936)

Nacque a Codevilla (Pavia) il 1-3-1855 e morì l'11-8-1936
Si laureò in ingegneria a Torino nel 1877 e in matematica a Pavia nel 1881.
Fu professore di scuole medie e incaricato di Matematiche complementari all'Università di Pavia.
Autore di alcuni lavori di algebra e geometria analitica.

Necr.: Boll. Mat. Conti (n.s.) 15 (1936), 88 (A. Conti).
La matematica italiana 1800-1950

Giulio GIULIANI

(1859-1940)

Nacque a Pisa il 6-3-1859 e morì a Barga (Lucca) nel 1940.
Laureatosi a Pisa nel 1879, dopo essere stato allievo di quella Scuola Normale Superiore, nel 1882 entrò nell'insegnamento medio, dal 1891 in poi al Liceo di Pisa.
Autore di alcuni testi scolastici e di una dozzina di lavori, prevalentemente sulla teoria del potenziale e sulle connesse funzioni speciali. La matematica italiana 1800-1950

Virgilio GIULOTTO

(1877-1945)

Nacque a Mantova il 5-5-1877 e morì a Milano il 18-4-1945.
Laureatosi a Roma nel 1900, entrò nell'insegnamento medio. Nel 1938 ricevé un premio ministeriale per le sue ricerche sulle funzioni speciali.

Necr.: Boll. UMI (3) 2 (1947), 89 (an.).
La matematica italiana 1800-1950

Maria GRAMEGNA

(1887-1915)

Nacque a Tortona (Alessandria) l'11-5-1887 e morì ad Avezzano (L'Aquila) il 13-1-1915, vittima del terremoto.
Allieva di Peano, si laureò a Torino nel 1910 e, andata a insegnare nella Scuola Normale di Avezzano, morì a 28 anni nel terremoto che distrusse quella cittadina nel 1915.
Autrice di una memoria (pubblicata nel t. 45, 1909-10 degli Atti dell'Acc. di Torino) in cui, facendo uso dei simboli del Peano, precorre la moderna applicazione della teoria delle matrici allo studio dei sistemi di equazioni differenziali. L'idea però era, molto probabilmente, del Peano. La matematica italiana 1800-1950

Federigo GUARDUCCI

(1851-1931)

Nacque a Borgo S. Lorenzo (Firenze) il 10-11-1851 e morì a Bologna il 6-2-1931.
Dopo essersi laureato a Pisa in matematica e in ingegneria nel 1873, nel 1876 entrò come topografo nell'Ist. Geografico Militare di Firenze. Nel 1903, in seguito a concorso, divenne professore di Geodesia all'Università di Bologna, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1927.
Membro della Comm. Geodetica Ital., dell'Accademia nazionale dei Licei, di quella di Bologna, ecc.
Fu un cultore di geodesia e di astronomia geodetica nonché di gravimetria, di indirizzo classico. Aiutato dal fisico robusto fece molte campagne geodetiche, anche in Africa. Era molto apprezzato pel suo equilibrio a la sua bontà d'animo.

Necr.: Mem. Soc. Astron. Ital. 5 (1930-1), 329-330 (P. Dore).
La matematica italiana 1800-1950

Giovanni Battista GUCCIA

(1855-1914)

Nacque a Palermo, da nobile e ricca famiglia, il 21-10-1855 e morì: ivi il 29-10-1914.
Si laureò a Roma nel 1880, ove era stato allievo del Cremona, ma già prima della laurea aveva partecipato alla vita matematica e pubblicato un lavoro di geometria.
Nel 1889, in seguito a concorso, fu nominato professore di Geometria superiore all'Università di Palermo.
Nel 1884 aveva fondato con personale tributo di opere e di danaro, il Circolo Matematico di Palermo, i cui Rendiconti divennero, qualche decennio dopo, una delle più importanti riviste matematiche internazionali. Egli ne fu lungamente il direttore e l'animatore. Alla prematura morte lasciò una cinquantina di lavori geometrici d'indirizzo strettamente cremoniano, a cui nocque l'eccessiva preoccupazione di procedere per vie esclusivamente geometriche.

Necr.: Rend. Circ. Mat. Palermo 39 (1915), I-X (M. De Franchis).
La matematica italiana 1800-1950

Filadelfo INSOLERA

(1880-1955)


Nacque a Lentini (Siracusa) il 29 - 2 - 1880 e morì improvvisamente a Milano, mentre presiedeva una commissione d'esami di abilitazione, il 10 - 10 - 1955.
Laureatosi in matematica a Roma, nel 1902, fu dapprima assistente del Bagni e attuario nell'Ist. Naz. della Previdenza Sociale. Nel 1914, in seguito a concorso, divenne professore di Matematica finanziaria all'Istituto (poi Facoltà) di Scienze Econ. e Commerciali di Torino, donde non più si mosse. Nel 1919, assieme con S. Ortu-Carboni, fondò il Giornale di Matematica Finanziaria che diresse sino alla morte.
Autore di un centinaio di pubblicazioni nella sua specialità, fra cui alcuni trattati di Matematica finanziaria. Non tutte le novità da lui introdotte in questa disciplina trovarono generale consenso, provocando sue accanite, cavillose repliche.

Necr.: Giorn. Mat. Finanz. (4) 1 (1955), 1-88 (C.E. Bonferroni e altri).

La matematica italiana 1800-1950

Ernesto ISÈ

(1837-1916)


Nacque a Napoli il 10 - 3 - 1837 e morì a Teano (Caserta) il 12 - 3 - 1916.
Fu professore di Meccanica applicata e Statica grafica alla Scuola degli Ingegneri di Napoli, dal 1880 al 1912. Negli atti dell'Accademia Pontaniana di Napoli (1877-1896) si trovano una decina di suoi lavori di matematica e di meccanica.
La matematica italiana 1800-1950

Nicodemo JADANZA

(1847-1920)


Nacque a Campolattaro (Benevento), da povera famiglia, il 14 - 10 - 1847 e morì a Torino il 22 - 2 - 1920.
Laureatosi a Napoli nel 1869, fu dapprima insegnante elementare e di scuole private.
Nel 1875, in seguito a concorso, entrò all'Ist. Geogr. Militare di Firenze come aiuto topografo. Nel 1881 fu nominato, in seguito ad altro concorso, professore di Geometria pratica all'Università di Torino ove, nel 1890, divenne ordinario di Geodesia fondando il relativo Istituto (che andò distrutto nei bombardamenti del 1943).
Membro della Comm. Geodetica Italiana, dell'Accademia delle Scienze di Torino, ecc.
Autore di una settantina di lavori geodetici e di alcuni apprezzati trattati della specialità.

Necr.: Atti Acc. Torino 55 (1919-20), 633-649 (M. Panetti).
La matematica italiana 1800-1950

Vincenzo JANNI

(1819-1891)


Nacque a Barletta (Bari) il 9 - 11 - 1819 e morì a Napoli il 4 - 5 - 1891.
Dal 1844 professore di matematica al Collegio di Marina di Napoli di cui fu direttore dal 1866 al 1876. Nel 1848 partecipò alla rivoluzione accanto a S. Spaventa. Nel 1870-75 supplì il Rubini all'Università di Napoli, dove fu anche professore pareggiato e incaricato.
Socio dell'Accademia Pontaniana di Napoli.
Autore di un trattato elementare di geometria analitica (Napoli, 1862) e di lezioni di Algebra complementare (3a ed., 1866) nonché di alcune note di algebra e geometria analitica.

Necr.: Atti Acc. Pontaniana 22 (1892), 83-91 (B. De Benedictis).
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe JUNG

(1845-1926)


Nacque a Milano, da famiglia triestina, il i 6 - 3 - 1845 e morì ivi il 5 - 1 - 1926. Nel 1867 si laureò a Napoli (la famiglia si era trasferita a Palermo, nella cui Università c'erano allora solo i primi anni di matematica) e subito dopo, ritornato a Milano, divenne assistente di Cremona al Politecnico, e nel 1873 successe al Bertini (che aveva seguito Cremona a Roma) nell'insegnamento al Liceo Parini di Milano. Nel 18 76, essendosi istituito al Polit. di Milano anche il io biennio d'ingegneria, fu nominato straordinario di Proiettiva e Statica grafica, ma non divenne ordinario che nel 1890. Nel 1912 chiese e ottenne il collocamento a riposo.
Autore di una cinquantina di lavori di geometria e di statica, fra cui l'articolo Geometrie der Massen nell'Encyklopädie der mathematischen Wissenschaften.
Fu membro dell'Istituto Lombardo.

Necr.: Rend. Ist. Lombardo (2) 60 (1927), 291-307 (G. A. Maggi). La matematica italiana 1800-1950

Ernesto LAURA

(1879-1949)


Nacque a Porto Maurizio il 23 - 3 - 1879 e morì a Padova il 29 - 12 - 1949.
Nel 1901 si laureò a Torino, ove sentì soprattutto l'influenza di G. Morera e di C. Somigliana, e vi rimase come assistente di Calcolo infinitesimale e di Meccanica razionale. Nel 1915, in seguito a concorso, divenne professore di Fisica matematica a Messina donde, l'anno dopo, passò a Pavia per la Meccanica razionale Nel 1922 fu chiamato a Padova ove rimase sino alla morte, avvenuta dopo lunga malattia, in cui dimostrò animo stoico e sereno.
Fu membro dell'Istituto Lombardo, dell'Istituto Veneto, ecc.
Il L. si occupò, fra l'altro, di problemi di elasticità di un tipo un po' insolito, cioè relativi a mezzi elastici indefinitamente estesi e, specie negli ultimi tempi, della meccanica delle superfici flessibili ed inestendibili.

Necr.: Boll. UMI (3) 5 (1950), 398-400 (A. Tonolo).
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe LAURICELLA

(1867-1913)


Nacque a Girgenti (ora Agrigento) il 15 - 12 - 1867 e morì a Catania il 9 - 1 - 1913 per scarlattina contratta assistendo un suo figliuolo ammalato.
Laureatosi a Pisa, ove ebbe a maestri il Bianchi, il Dini e il Volterra, nel 1892, fu ivi assistente per un anno, insegnando poi, dal 1895 al '98 negli Istituti Tecnici. Nel 1898 fu nominato, in seguito a concorso, professore di Calcolo infinitesimale all'Università di Catania. Nel 1910 fu chiamato a Roma ma vi rimase un solo anno avendo voluto, già nel 1911, tornare a Catania, ove poi lo colse prematura morte.
Socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei, ecc.
Autore di una sessantina di lavori di analisi e di fisica matematica Oggi è particolarmente ricordata una sua condizione per la chiusura di un sistema di funzioni ortogonali.

Necr.: Boll. Mathesis 5 (1913), 34-40 (L. Silla).
La matematica italiana 1800-1950

Giovanni Maria LAVAGNA

(1812-1870)


Nacque a Livorno il 27 - 1 - 1812 e morì a Pisa il 9 - 4 - 1870.
Dopo aver frequentate le specole di Brera e di Napoli, nel 1840 fu nominato professore di Geometria all'Università di Pisa, passando poi (1843) al Calcolo infinitesimale e quindi (1862) all'Astronomia e Meccanica celeste. Ottimo insegnante (ebbe, fra gli altri, come allievi Dini, Bertini e Arzelà) non produsse molto a causa della cattiva salute (tubercolosi) che, unicamente al disappunto per essere stato preceduto dal Jacobi nella pubblicazione di certi suoi risultati, lo rattristò e depresse grandemente.
Lasciò quasi tutti i suoi averi all'Università di Pisa, che istituì i posti di studio Lavagna che - accanto alla Scuola Norm. Superiore e alla tradizione galileiana - molto contribuirono a dare ad essa, per lunghi anni, una posizione predominante nella matematica italiana.
A lui sono intitolate una via di Pisa e una piazza di Livorno.

Necr.: Ricordo del Professore G. M. L. (Pisa, Nistri, 1870); A. AGOSTINI, Riv. di Livorno 1 (1951), 112-117.
La matematica italiana 1800-1950

Giulio LAZZERI

(1861-1935)


Nacque a Pisa il 25 - 3 - 1861 e morì a Livorno il 23 - 9 - 1935.
Laureatosi nel 1881 a Pisa insegnò per alcuni anni nelle scuole medie finché nel 1886 passò, in seguito a concorso, all'Accademia Navale di Livorno, ove insegnò sino al collocamento a riposo nel 1931. Ebbe anche vari incarichi d'insegnamento all'Università di Pisa. Diresse il Periodico di Matemariche dal 1901 al 1921.
Autore di vari lavori di geometria e di apprezzati testi scolastici.

Necr.: Period. di Mat. (4) 15 (1935), 261-262 (an.) v. pure v. (4) II (1931), 170-171 (A. Agostini).
La matematica italiana 1800-1950

Enrico LENZI

(1880-1945)


Nacque a Taormina (Messina) il 10 - 5 - 1880 e morì a Genova il 19 - 9 - 1945.
Laureatosi in matematica a Messina, dal 1905 al 1933 fu apprezzato insegnante di scuole medie, da ultimo al Liceo Gioberti di Torino. Avendo, intorno al 1920, incominciato ad interessarsi anche di matematica finanziaria, nel 1922 divenne anche assistente di questa disciplina e, dopo un breve comando a Napoli, nel 1934 fu nominato professore di matematica finanz. alla Facoltà di Economia e Comm. di Genova, ove rimase sino alla morte.
Autore di una trentina di lavori di matematica elementare e finanziaria.

Necr.: Giorn. Mat. Finanz. (4) I (1955), 1-24 e 27-32 (E. Del Vecchio).
La matematica italiana 1800-1950

Eugenio Elia LEVI

(1883-1917)


Nacque a Torino il 18 - 10 - 1883 e morì in guerra, colpito da una fucilata in fronte, presso Cormons (Gorizia) il 28 - 10 - 1917, nella ritirata di Caporetto, da capitano di compl. del Genio. La sua morte fu indubbiamente la maggior perdita subita dalla matematica italiana (e non solo italiana) in seguito alla guerra 1914-18.
Laureatosi a Pisa nel 1904, rimase ivi con un posto Lavagna e poi come assistente del Dini. Nel 1909, in seguito a concorso, divenne professore di analisi infinitesimale all'Università di Genova ove rimase sino alla chiamata in servizio militare e la susseguente, precoce fine.
Malgrado sia morto a 34 anni ed abbia lasciato solo una trentina di lavori, E. E. L. può considerarsi come uno dei maggiori matematici italiani di questo secolo. Particolarmente importanti sono alcune memorie del 1907-08 sulle equazioni a derivate parziali del 2o ordine (in più variabili indipendenti) totalmente ellittiche, che per parecchi decenni (fino al Giraud e altri) hanno rappresentato lo stadio più avanzato raggiunto dalla scienza in questo campo. Anche notevolissimi i suoi studi sull'equazioni del calore, quelli sul Calcolo delle variazioni ecc.
I lavori del L. trattano quasi sempre problemi di importanza fondamentale: le difficoltà incontrate da altri, anche sommi, non lo scoraggiano; e, con analisi sempre profonda, spesso assai semplice ed ingegnosa, vengono precisate e vinte. I problemi non sono affrontati da un solo lato, ma sono visti nel modo più completo ecc. (G. Fubini).
Fu socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei.

Necr.: Boll. Bibl. Storia Mat. (Loria) (2) 1 (1918), 38-45 (G. Loria e G. Fubini).

Opere: a cura dell'U.M.I. 2 voll. (Roma, 1959-60).
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Tullio LEVI-CIVITA

(1873-1941)


Nacque a Padova, da insigne famiglia israelita, originaria di Rovigo, il 29 - 3 - 1873 e morì a Roma il 29 - 12 - 1941 .
Ingegno precocissimo, si laureò a Padova nel 1894, ove ebbe a maestri, fra gli altri, il Ricci Curbastro e il Veronese. Dopo un periodo di perfezionamento a Bologna e un breve periodo d'insegnamentoto per incarico a Pavia e a Padova, già nel 1897, a soli 24 anni, il L.-C. diviene professore di Meccanica razionale all'Università di Padova, ove rimase sino al 1919, anno in cui fu chiamato all'Università di Roma, prima come ordinario di Analisi superiore e poi di Meccanica razionale. E a Roma il L.-C. restò fino alle persecuzioni razziali del 1938 e alla morte, nonostante che, dopo il suo allontanamento dalla cattedra che aveva tanto onorato, se avesse voluto, avrebbe potuto ben facilmente trovare onorevole sistemazione all'estero. Ma era stanco e avvilito dal vedere l'iniquità trionfare, apparentemente, nel mondo. Morì in tempo per evitare di essere costretto anche a nascondersi.
Fu socio dell'Accademia Naz. dei Lincei e di quasi tutte le altre accademie italiane, di quella pontificia, e di molte estere. Dottore h. c. delle Università di Amsterdam, Harvard, Parigi, ecc. Decorato della Medaglia Sylvester e di quella dem Verdienste di Hamburg, ecc.
Tullio L.- C. è stato uno dei maggiori matematici mondiali dell'ultimo secolo. Matematico nato, nel pieno senso della parola, egli passava senza sforzo dall'uno all'altro di campi svariati - dalla meccanica analitica all'elettromagnetismo, dalla meccanica celeste alla teoria del calore, dall'idromeccanica all'elasticità - e ovunque affrontava problemi precisi ed elevati, per lo più i problemi fondamentali caratteristici dei singoli indirizzi considerati (U. Amaldi). Fra i contributi più importanti da lui apportati alle svariate teorie di cui si occupò, e principalmente alla Meccanica e alla Relatività, si annoverano quelli sulla stabilità del movimento, sulla regolarizzazione del problema dei tre corpi, sui fondamenti della Relatività, sull'idrodinamica (scie, onde in canali profondi, getti liquidi, ecc.) sui potenziali dipendenti da due sole coordinate, ecc. Oggi il suo nome è, forse, più di tutto ricordato in connessione col parallelismo di Levi-Civita che, da lui escogitato soprattutto per pervenire ad una definizione non algoritmica della curvatura riemanniana di una varietà, ha dato origine a tutta una fioritura di nuovi studi geometrico-differenziali.
Se il L.-C. non fosse stato un grande scienziato, sarebbero bastate le sue qualità umane a farlo ricordare durevolmente. Aveva, fra l'altro, un grande equilibrio, come mostrano p. es. queste sue parole (del 1919): Nessun ricercatore può essere misoneista, ma molti cultori di scienza possono, quasi direi debbono essere conservatori per la stessa loro missione di custodire con gelosa cura un certo patrimonio intellettuale ben consolidato, e di vagliare con severo spirito critico tutto ciò che importa variazione o alienazione del patrimonio stesso.
Lasciò un paio di centinaia di pubblicazioni, fra cui alcuni trattati e, in particolare, un classico trattato di Meccanica Razionale in 3 voll., in collaborazione con U. Amaldi.

Necr.: Rend. Lincei (8) 1 (19461), 1130-1155 (U. Amaldi); C. R. Paris 215 (1942) 233-235 (E. Cartan); ecc. ecc.
Opere: a cura dell'Accademia dei Lincei, 4 voll (Bologna, Zanichelli, 1953-60).
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Guglielmo LIBRI-CARRUCCI

(1803-1869)

Nacque a Firenze, dai conti della Sommaia, il 2 - 1 - 1803 e morì presso Fiesole (Firenze) il 28 - 9 -1869.
Studiò a Pisa ove, a soli 20 anni, fu nominato professore di Fisica matematica all'Università, avendo già tre anni prima pubblicata una memoria che attirò l'attenzione di Cauchy. Però dopo un solo anno, nel 1824, si ritirò dall'insegnamento a causa di malattia e il Granduca di Toscana, che molto lo stimava, lo fece nominato professore emerito (stipendiato).
Nel 1825 il L. si recò a Parigi ove fu accolto con molta deferenza e dove, dal 1829, cominciò ad interessarsi di storia delle scienze e divenne un appassionato, quasi maniaco bibliofilo. Essendo di sentimenti liberali, nel 1831 rientrò in Italia per partecipare ai moti rivoluzionari di quell'anno ma, dopo il fallimento di questi e un tentativo di attentato al Granduca, fu bandito dalla Toscana, ebbe confiscati i beni (ma non la pensione di professore emerito) e dové tornarsene a Parigi ove, nel 1833, assunse la cittadinanza francese. Molto favorevole (all'opposto di Cauchy!) alla monarchia di Luigi Filippo, fu nominato professore di Calcolo delle probabilità alla Sorbonne, membro dell'Accademia (successe al Legendre, m. nel 1833) ed ebbe anche altri incarichi importanti, che, fra l'altro, implicavano ispezioni in varie biblioteche francesi. A poco a poco però, a causa dell'animo battagliero e della mancanza di tatto, si creò molti nemici, fra cui, particolarmente pericolosi, i gesuiti. Accadde cosi che, dopo la rivoluzione del 1848, fu montato un processo penale contro di lui, accusandolo di aver rubato libri rari e codici preziosissimi dalle biblioteche che aveva ispezionate. Naturalmente, il L. si proclamò innocente, ma ebbe il torto di scapparsene a Londra e, nel 1850, fu condannato in contumacia a 10 anni di reclusione, dopo un'istruttoria e un processo non del tutto limpidi e perspicui.
Nacque così una lunga disputa: l'affare Libri che ha avuto strascichi anche in epoca recente, allorché qualche matematico fascista (G. Candido), andando alla ricerca di temi atti a mettere in luce il suo sentire nazionale, si gettò sull'affare Libri, cercando a tutti i costi di riabilitarlo. Tale riabilitazione riusci però poco convincente ed è probabile che, se oggi si rifacesse il processo, il L. potrebbe, al più, sperare in un'assoluzione per insufficienza di prove.
Dopo il processo, che gettò su di lui una grave macchia, il L. visse oscuramente, da ultimo presso Firenze, ove si spense a 66 anni nel 1869.
Il L. - pur avendo dato qualche non spregevole contributo alla matematica vera e propria, p. es. alla teoria dei numeri e alle eq. differenziali - è noto soprattutto come storico della matematica e i 4 voll. della sua Hisioire des sciences math. en Italie (Paris, 1838-41) sono un'opera classica in materia. Ha anche il merito di aver posta in evidenza l'importanza di P. Fermat e di avere ricuperati alcuni ms. sconosciuti di lui.

Necr.: A. STIATTESI, Commentario sulla vita e le opere del Conte G. L. (Firenze, 1879); A. CORSINI, Contributo ad una biografia del inat. G. L., Atti 8o Congr. Intern. Storia d. Scienza (1958), t. 1, 163-173; ecc.
La matematica italiana 1800-1950

Guglielmo LICOPOLI

(1883-1913)


Nacque a Napoli il 3 - 7 - 1883 e morì ivi, suicida, nell'agosto 1913.
Laureatosi a Napoli nel 1906, fu ivi assistente del Marcolongo e professore incaricato. Passato poi nell'insegnamento medio, insegnò a Lagonegro (Potenza) e a Benevento.
Di salute malferma, si suicidò subito dopo la morte della madre.
La matematica italiana 1800-1950

Luigi LO MONACO-APRILE

(1875-1915)


Nacque a Palermo il 4 - 4 - 1875 e morì a Torino, nel 1915, assassinato dall'amante.
Si laureò a Palermo nel 1904. Nel 1905-08 fu assistente di Geometria all'Università di Torino, passando poi nell'insegnamento medio.
Autore di alcuni lavori di geometria.
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe LORENZONI

(1843-1914)


Nacque a Rolle di Cison (Treviso) il 10 - 7 - 1843 e morì a Padova il 7 - 7 - 1914.
Entrò nel 1863 come assistente nell'Osservatorio astronomico di Padova ancor prima di laurearsi.
Nel 1873 fu nominato professore straordinario di Astronomia all'Università di Padova e nel 1878, dopo la morte del Santini, ordinario e direttore dell'Osservatorio, in cui rimase fino a poco prima della morte.
Autore di un centinaio di lavori di astronomia e di geodesia, fra cui particolarmente importanti quelli di gravimetria. Contribuì efficacemente a fare di Padova il maggior centro didattico per l'astronomia in Italia.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, dell'Istituto Veneto, ecc.

Necr.: Rend. Lincei (5) 2311 (1914), 442 (E. Millosevich); Atti Accademia Sci. Torino 50 (1914-15), 461-468 (N. Jadanza).
La matematica italiana 1800-1950

Gino LORIA

(1862-1954)


Nacque a Mantova il 19 - 5 - 1862 e morì a Genova il 30 - 1 - 1954. Era fratello del noto economista Sen. Arturo L.
Laureatosi nel 1883 all'Università di Torino, rimase ivi tre anni come assistente del D'Ovidio. Nel 1886, a soli 24 anni, fu nominato, in seguito a concorso, professore di Algebra e Geometria analitica all'Università di Genova, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1935 e oltre.
Il L. fu essenzialmente un cultore della storia della matematica, a cui dedicò un gran numero di lavori e anche di libri, ma alla quantità della sua produzione non s'accompagna sempre la qualità. Tuttavia alcuni suoi libri, specie quelli sulle curve speciali, ebbero successo, furono anche tradotti in tedesco, e riuscirono utili a molti, anche a quelli che si sdegnavano per alcuni errori che vi trovarono dentro.
Durante le persecuzioni antiebraiche trovò efficiente rifugio fra i protestanti della val Pellice.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, dell'Acc. di Torino, ecc.

Necr.: Rend. Lincei (8) 17 (1954II), 402-21 (A. Terracini); Boll. UMI (3) 9 (1954), 115-118 (E. Togliatti).
La matematica italiana 1800-1950

Aurelio LUGLI

(1853-1896)


Nacque a Modena il 6 - 12 - 1853 e morì a Roma il 27 - 5 - 1896.
Si laureò a Pisa nel 1876, allievo di quella Scuola Normale Superiore. Entrò poco dopo nelle scuole medie insegnando, per ultimo, all'Ist. Tecnico di Roma. Nel contempo fungeva da assistente all'Ufficio Centrale di Meteorologia, addetto alla prognosi del tempo. Continuò, dopo Besso, il Periodico di Matematiche.
Autore di una ventina di lavori di matematica elementare e di meteorologia.

Necr.: Period. di mat. 111 (1896), 77-80 (E. Millosevich).
La matematica italiana 1800-1950

Eugenio MACCAFERRI

(1870-1953)


Nacque a Massa Lombarda (Ravenna) il 22- 10 -1870 e morì a Bologna il 22 - 7 - 1953.
Nel 1894 si laureò all'Università di Bologna, ove rimase 5 anni come assistente di Geometria. Passato poi nelle scuole medie, vi fu professore e preside, da ultimo all'Ist. Tecnico di Piacenza, donde nel 1935 andò a riposo.
Autore di una quarantina di pubblicazioni, prevalentemente di indole critico-didattica, e di un manualetto di Calcolo numerico.

Necr.: Boll. UMI (3) 8 (1935), 487 (F. Sibirani).
La matematica italiana 1800-1950

Gian Antonio MAGGI

(1856-1937)


Nacque a Milano il 19 - 2 - 1856 da nobile famiglia d'origine piacentina, e morì ivi il 12 - 7 - 1937. La moglie (sposata nel 1883) era una figlia di F. Casorati.
Si laureò a Pavia in fisica e in matematica nel 1877-78, rimanendo colà come assistente (di fisica sperimentale) libero docente ecc. Nel 1885 venne nominato straordinario di Analisi all'Università di Modena e l'anno dopo, in seguito ad un secondo concorso, ordinario a Messina, ove rimase per quasi un decennio. Nel 1895 fu chiamato a Pisa per la Meccanica razionale, donde, nel 1924, allorché fu istituita l'Università di Milano, tornò alla città natale, andando a riposo nel 1931. Fu uno dei fondatori e il primo direttore del Seminario Mat. e fisico di Milano.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e di varie altre accademie.
Il M., oltre che un insigne matematico, fu un eccezionale poliglotta, con buone conoscenze di molte lingue antiche e moderne. I suoi principali lavori concernono la Fisica matematica e la Meccanica razionale e specialmente lo studio del campo elettromagnetico. Autore anche di vari apprezzati trattati, fra cui la Teoria fenomeizologica del campo elettro-magnetico (193i) e la Geometria del movimento (1914).

Necr.: Rend. Lincei (6) 27 (1938,) 455-466 (G. Signorini); Periodico di Mat. (4) 17 (1937), 184-188 (B. Finzi); ecc.

Opere: Selecta (Milano, E.S.T., 1931).
La matematica italiana 1800-1950

Mentore MAGGINI

(1890-1941)


Nacque ad Empoli (Firenze) il 6 - 2 - 1890 e morì a Collurania (Teraino) l'8 - 5 - 1941.
Laureatosi in fisica a Pisa, nel 1902 i entrò nell'Osservatorio di Arcetri donde, l'anno dopo, passò a quello di Catania. Nel 1926, in seguito a concorso, assunse la direzione dell'Osservatorio di Collurania, ove, in piena attività, lo colse prematuramente la morte.
Si occupò particolarmente di misure di stelle doppie strette, col metodo fotometrico. Autore di un notevole libro (del 1939) sul pianeta Marte, contenente anche Suoi contributi originali. La matematica italiana 1800-1950

Giovanni Battista MAGNAGHI

(1839-1902)


Nacque a Lomello (Pavia) nel 1839 e morì il 22 - 6 - 1902.
Dal 1855 ufficiale di Marina, arrivò sino a Vice Ammiraglio. Cultore di matematica applicata alla navigazione, fondatore (nel 1872) dell'Ist. Idrografico della Marina in Genova.
Fu socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei. Una nave idrografica Italiana portava il suo nome.
Rend. Lincei (5) 112 (1902), 345-346 (P. Blaserna).
La matematica italiana 1800-1950

Gaspare MAINARDI

(1800-1879)


Nacque ad Abbiategrasso (Milano) nel giugno 1800 e morì a Lecco (Corno) il 9 - 3 - 1879.
Si laureò a Pavia ove fu assistente, supplente, ecc. a partire dal 1822. Nel 1840 fu nominato ordinario d'Introduzione al Calcolo e poi di Calcolo infinitesimale, insegnamento che lasciò nel 1863, divenendo professore emerito.
Autore di una sessantina di lavori di analisi, teoria delle superfici, ecc., oggi è soprattutto ricordato per le formule di Mainardi (posteriormente semplificate dal Codazzi) del tutto fondamentali in Geometria differenziale. Invero i 6 coefficienti delle due forme differenziali fondamentali di una superficie, sono legati da tre equazioni differenziali, di cui una fu stabilita da Gauss e le altre due dal Mainardi.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, dell'Ist. Lombardo, ecc.

Necr.: Rend. Ist. Lombardo (2) 12 (1879) (Belgioioso).
La matematica italiana 1800-1950

Giovanni MAISANO

(1851-1929)


Nacque a Mezzoiuso (Palermo) il 23 - 5 - 1851 e morì a Palermo il 30 - 6 - 1929.
Nel 1876 si laureò a Palermo in fisica e chimica e nel 1880, a Roma, in matematica Dopo alcuni anni di studi di perfezionamente d'insegnamento nelle scuole medie, nel 1886 fu nominato professore di Algebra e geometria analitica all'Università di Messina donde, nel 1897, passò all'Università di Palermo (per l'Algebra) ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1926.
Negli ultimi anni visse solitario, senza quasi più uscire di casa per timore di ammalarsi e, in ultimo, gli riuscì difficile anche di leggere a causa dell'indebolimento della vista.
Autore di una quindicina di lavori (di cui 3, pubblicati nei Math. Annalen, in tedesco) quasi tutti sulla teoria delle forme.

Necr.: Giorn. Mat. Battaglini 70 (1932), 100-105 (U. Cipolla).
La matematica italiana 1800-1950

Gabriele MAMMANA

(1893-1942)


Nacque a Gagliano Castelferrato (Enna) il 10 - 3 - 1893 e morì a Napoli il 15 - 12 - 1942.
Si laureò a Pisa, ove era stato allievo di quella Scuola Norm. Superiore. Dopo il servizio militare nella guerra 1915-18, fu assistente di Picone all'Università di Catania. Intorno al 1925 divenne professore all'Accademia Navale di Livomo e, poco dopo, in seguito a concorso, all'Università di Cagliari, donde passò poi a quelle di Catania e di Napoli. Dal 1939 al 42 fu in missione nel Brasile, insegnando all'Università federale di Rio de Janeiro.
Autore di numerosi lavori di Analisi, fra cui alcuni, spesso ricordati, sulla decomposizione in fattori simbolici delle equazioni differenziali lineari.
Fu socio corrispondente dell'Acc. delle Scienze di Napoli.

Necr.: Boll. UMI (2) 5 (1943), 136 (M. Picone).
La matematica italiana 1800-1950

Nazareno MANCINI

(1822-1870)


Nacque ad Orvieto (Terni) il 10 - 12 - 1822 e morì a Roma il 7 - 11 - 1870.
Gesuita, astronomo all'Osservatorio del Collegio Romano e insegnante nel Collegio stesso.
Autore di alcuni testi di matematica elementare e di alcune memorie di argomento astronomico e meteorologico.

Necr.: Bull. Boncompagni 3 (1870), 429-38 (F. Marchetti).
La matematica italiana 1800-1950

Basilio MANIÀ

(1909-1939)


Nacque a Fiume il 18 - 7 - 1909 e morì a Pavia, suicida, il 26 - 9 - 1939.
Si laureò a Pisa, ove era stato allievo di quella Scuola Norm. Sup., nel 1930, divenendo, due anni dopo, assistente del suo maestro L. Tonelli. Nel 1937 in seguito a concorso, divenne professore di Analisi a Pavia donde, l'anno dopo, passò a Milano. Partecipò volontario alla guerra fascista in Spagna e, tornato in Italia, poco dopo si uccise per una delusione amorosa.
Nella sua troppo breve vita scientifica il M. aveva portato alcuni contributi notevoli al Calcolo delle variazioni e spec. alla teoria dei problemi di Mayer e di Lagrange.

Necr.: Boll. Mat. Conti (4) 1 (1940) p. VIII (S. Cinquini).
La matematica italiana 1800-1950

Roberto MARCOLONGO

(1862-1943)


Nacque a Roma il 28 - 8 - 1862 e morì ivi il 16 - 5 - 1943.
Nel 1886 si laureò a Roma, ove rimase come assistente di N. Cerruti. Nel 1895, in seguito a concorso (in cui fu preposto al Levi-Civita!) divenne professore di Meccanica razionale all'Università di Messina, donde, nel 1908, passò a quella di Napoli, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1935. In ultimo abitò a Roma.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e di alcune altre accademie italiane. Membro molto attivo della Comm. per la pubblicazione degli scritti di Leonardo da Vinci. Nell'ultimo suo anno era stato nominato Accademico d'Italia, pur non avendo mai mostrata particolare dedizione al fascismo.
Autore di circa 250 lavori prevalentemente di meccanica e di storia d. scienza, nonché di vari trattati che rispecchiavano le sue alte qualità didattiche. Scarso di originalità, sapeva però assimilare intelligentemente i risultati altrui, che poi esponeva brillantemente in corsi universitari e in lavori sintetici, di cui particolarmente notevole quello sul problema dei tre corpi. Fece parte del gruppo dei vettorialisti italiani ma, non avendo perduto il senso della misura, venne in rotta col più fanatico di essi: il Burali-Forti.

Necr.: Boll. UMI (2) 5 (1943), 208 (G. Giorgi); Rend. Acc. Sci. Napoli (4) 15 (1948), 1-12 (M. Pascal).
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe MARLETTA

(1878-1944)


Nacque a Catania il 10 - 10 - 1878 e morì ivi il 20 - 3 - 1944.
Nel 1901 si laureò a Catania, ove rimase come assistente di Geometria proiettiva e descrittiva e poi come libero docente e professore incaricato. Dopo una ventina d'anni d'insegnamento nelle scuole medie, nel 1926, in seguito a concorso, divenne professore di Geometria nell'Università di Catania, donde non più si mosse. Aveva molto talento musicale.
Autore di una novantina di pubblicazioni geometriche, principalmente nell'indirizzo proiettivo. Studiò anche certi ultraspazi ad infinite dimensioni.
Fu socio e presidente dell'Accademia Gioenia di Catania.

Necr.: Boll. UMI (3) 1 (1946), 55-56 (G. Aprile).

La matematica italiana 1800-1950

Giambattista MARSANO

(1824-1892)


Nacque a Genova il 10 - 6 - 1824 e morì ivi il 21 - 6 - 1892.
Fu professore di Geometria descrittiva (dal 1854) e di Analisi algebrica (dal 1871) all'Università di Genova. Collocato a riposo nel 1889.

Necr.: Ann. Università Genova pel 1892-93, P. 193 (G. F. Monteverde).
La matematica italiana 1800-1950

Vittorio MARTINETTI

(1859-1936)


Nacque a Mantova l'11 - 8 - 1859 e morì a Milano il 2 - 1 - 1936.
Si laureò a Pavia nel 1882. Nel 1886 fu nominato professore di Geometria proiettiva e descrittiva all'Università di Messina, ove volle poi rimanere, sino al collocamento a riposo nel 1934, salvo un quinquennio (1909-'14) di comando a Palermo dopo il terremoto di Messina del 1908. Fu rettore dell'Università di Messina dal 1900 al 1908, membro del Cons. Superiore della P. Istruzione, ecc.
Lasciò alcuni lavori di Geometria, nell'indirizzo proiettivo concernenti, fra l'altro, le trasformazioni cremoniane involutorie.

Necr.: Boll. UMI 15 (1936), 239 (an.).

La matematica italiana 1800-1950

Piero MARTINOTTI

(1877-1953)


Nacque a Corno il 30 - 3 - 1877 e morì a Milano il 2 - 7 - 1953.
Si laureò a Pavia, in fisica nel 1906 e in matematica nel 1910, restando ivi come assistente ecc. Dal 1927-28 al 1941-42 fu incaricato di matematica all'Università Cattolica del S. Cuore di Milano.
Autore di vari lavori di analisi, fra l'altro, sul teorema del wronskiano e su quello d'inversione dell'ordine delle derivazioni. La matematica italiana 1800-1950

Antonio MASCARI

(1862-1906)


Nacque a Campobello di Mazara (Trapani) il 4 - 12 - 1862 e morì a Catania il 12 - 10 - 1906.
Astronomo all'Osservatorio di Catania, si occupò prevalentemente di astrofisica solare.

Necr.: Nature 75 (1906), 373-374 (W. E. Rolston).
La matematica italiana 1800-1950

Udalrigo MASONI

(1860-1936)


Nacque a Napoli l'11 - 7 - 1860 e morì ivi il 29 - 9 - 1936.
Si laureò a Napoli in matematica nel 1881 e in ingegneria nel 1883, divenendo subito dopo assistente in quella Scuola d. Ingegneri. Fra il 1885 e l'88 prende tre successive libere docenze: in Meccanica razionale, in Meccanica applicata e in Idraulica. Nel 1893 divenne, per concorso, titolare della cattedra d'idraulica alla Scuola di Ingegneria di Napoli, che conservò sino al collocamento a riposo nel 1935. Dal 1909 al 1929 fu anche direttore di detta Scuola.
Il M. ebbe innumerevoli cariche pubbliche, fra l'altro, dal 1907 al 1913, fu deputato di Napoli al Parlamento. Fu pure Assessore e Consigliere comunale, amministratore provinciale ecc.; fu due volte membro del Cons. Superiore della P. Istruzione, ecc. Tenne tutte queste cariche con molto disinteresse personale (era, fra l'altro, assai ricco) e con dignità, ma non era molto amato perché di carattere piuttosto aspro e duro.
Lasciò una cinquantina di pubblicazioni, di cui le prime sono di matematica (geometria e meccanica razionale) e le altre prevalentemente d'idraulica. Il suo Corso d'idraulica teoretica e pratica (5a ed., Napoli, 1924) fu, per lungo tempo, un autorevole testo in materia.

Necr.: Rend. Acc. Sci. Napoli (4) 9 (1939) 177-197 (C. I. Ricci).
La matematica italiana 1800-1950

Gian Domenico MATTIOLI

(1890-1946)


Nacque a Grurnello del Monte (Bergamo) il 27 - 11 - 1890 e morì a Napoli il 15 - 3 - 1946, assassinato da un disertore delle forze armate alleate, che si era dato alla rapina.
Laureatosi in fisica a Padova nel 1913, fu ivi assistente di Meccanica razionale, prima con l'Amaldi e poi col Laura. Per lungo tempo esplicò attività soltanto didattica in conseguenza di un disorientamento spirituale provocato dalla guerra 1915-18, a cui aveva attivamente partecipato. Ripresi gli studi nel 1927, dieci anni dopo pubblica la sua opera principale: Teoria dinamica dei regimi fluidi turbolenti e diviene, per concorso, professore di Meccanica razionale all'Università di Catania. Passato all'Università di Napoli durante la 2a guerra mondiale, vi incontrò tragica, precoce morte.

Necr.: Boll. UMI (3) 1 (1946), 67-69 (E. Laura); Atti Acc. Pontaniana (N. S.) 7 (1957-58), 319-320 (F. Mazzoleni).
La matematica italiana 1800-1950

Angelo MAXIA

(191O-1945)


Nacque a Villamassargia (Cagliari) il 12 - 2 - 1910 e morì a Roma il 29 - 11 - 1945.
Laureatosi a Cagliari nel 1934, a causa di un incidente in servizio militare dové subire l'amputazione di una gamba. Ristabilitosi, nel 1937 divenne assistente di Enea Bortolotti all'Università di Firenze e, dopo la morte di questi (1942), passò a Roma come assistente del Bompiani, ove fu pure professore incaricato. Morì prematuramente, per disturbi circolatori connessi con la mutilazione subita, quando era prossimo a raggiungere la cattedra.
Continuò l'opera del Bortolotti nello studio degli spazi a connessione.

Necr.: Boll. UMI (3) 1 (1946), 61-62 (E. Bompiani).
La matematica italiana 1800-1950

Riccardo MAZZOLA

(1854-1917)


Nacque a Napoli il 22 - 4 - 1854 e morì a Livorno il 15 - 2 - 1917.
Fu per quasi quarant'anni professore di matematica all'Accademia Navale di Livorno.

Necr.: Period. di Mat. 32 (1917), 96 (G. Lazzeri).
La matematica italiana 1800-1950

Siro MEDICI

(1883-1917)


Nacque a Santafiora (Siena) il 12 - 4 - 1883 e morì in guerra, sull'Isonzo, il 22 - 10 - 1917.
Laureatosi a Pisa nel 1903, fu assistente del Bertini sino al 1908. Passò poi nelle scuole medie insegnando, da ultimo, all'Ist. Tecnico di Firenze.
Intorno al 1907 pubblicò alcuni lavori di geometria differenziale-proiettiva quando questo capitolo della geometria era agli inizi.

Necr.: Boll. Mathesis 10 (1917), 43-44.
La matematica italiana 1800-1950

Paolo MEDOLAGHI

(1873-1950)


Nacque a Firenze il 24 - 11 - 1873 e morì a Roma l'8 - 7 - 1950.
Laureatosi in matematica a Roma nel 1895, si occupò dapprima di analisi e, in ispecie, della classificazione delle equazioni a derivate parziali del 2o ordine con un gruppo di trasformazioni puntuali. Nel 1899 divenne Attuario capo della Cassa Naz. di Invalidità e Vecchiaia e nel 1923 Direttore gen. della Cassa Naz. delle Assicurazioni Sociali, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1936, venendo nominato, per le benemerenze ivi acquistate, Senatore del Regno e professore, per chiara fama, di Economia e Finanza delle Imprese Assicuratrici nell'Università di Roma. Presidente dell'Ist. Italiano degli Attuari dalla fondazione (1929) alla sua sospensione durante la guerra (1942).
Nonostante le importanti cariche ricoperte, non cessò mai completamente l'attività scientifica pubblicando, fra l'altro, nel 1909 un importante lavoro sulla teoria del rischio.

Necr.: Giorn. Mat. Finanz. (3) 8 (1950), 118-120 (F. Insolera); Giorn. Ist. It. Attuari 14 (1951), 3-4 (an.).
La matematica italiana 1800-1950

Federigo L. MENABREA, Co. M.se di Valdora

(1809-1896)


Nacque a Chambery (Savoia) il 4-9-1809 e morì nei pressi (S.t-Cassin) il 25-5-1896.
Si laureò a Torino in ingegneria nel 1832. Fu, oltre che scienziato, militare (Generale del Genio), uomo politico (già nel 1848 deputato al Parlam. subalpino), ministro e diplomatico. Propriamente fu ministro della Marina col Ricasoli (1861-62), dei Lavori pubblici nel gabinetto Farini-Minghetti (1862-64) e fu egli stesso Presidente del Consiglio nel 1867-69 svolgendo una politica piuttosto conservatrice e poco favorevole al Garibaldi, senza tuttavia riuscire ad impedire l'intervento francese di Mentana.
Nell'ultimo periodo della sua vita ebbe missioni diplomatiche e, in ispecie, fu Ambasciatore a Londra nel 1876-82 e a Parigi nel 1882-92.
Dal 1846 al 1860 era stato professore di Scienza delle Costruzioni all'Università di Torino e aveva insegnato pure nelle scuole militari della città.
Come scienziato, fu un precursore dell'introduzione di concetti energetici nella meccanica dei continui, e oggi il suo nome viene soprattutto ricordato in connessione col teorema sul minimo del lavoro elastico di deformazione, la cui importanza tecnica fu posta in luce più tardi dal Castigliano. Ebbe una lunga disputa col Chiò a proposito di un errore di Lagrange, ma era il Chiò che aveva ragione.
Socio dell'Acc. Naz. dei Lincei, dell'Acc. delle Scienze di Torino, ecc. Nel 1859 ricevé il Collare dell'Annunziata e nel 1861 il titolo ered. di Conte.

Necr.: Suppl. ai Rend. Circ. Mat. Palermo 5 (1910), 21-24; Atti Acc. Sci. Torino 31 (1895-96), 851-52. La ivi annunc. commemoraz. da parte di V. Volterra non fu mai pubblicata.
La matematica italiana 1800-1950

Ambrogio MENDIA

(1813-1888)


Nacque a Napoli il 2 - 6 - 1813 e morì ivi il 24 - 1 - 1888.
Laureatosi nel 1836 in matematica e in fisica all'Università di Napoli, dal 1860 insegnò ivi Meccanica razionale e successivamente Geometria descrittiva. Insegnò pure nella locale Scuola di Ingegneri, di cui fu direttore dal 188i al 1886, in cui trovasi un suo busto.
La matematica italiana 1800-1950

Domenico MERCOGLIANO

(1873-1936)


Nacque a Mercogliano (Avellino) il 23 - 6 - 1873 e morì a Napoli il 6 - 3 - 1936.
Professore di scuole medie, insegnò, da ultimo, all'Ist. Magistrale Pimentel-Fonseca di Napoli. Nel 1935 gli fu attribuito il premio ministeriale dall'Accademia dei Lincei per vari lavori (in parte inediti) di algebra e affini. Autore di una traduzione di: YOUNG, I concetti fondamentali dell'Algebra e della geometria (Napoli, 1919) con estese note che accrescono molto il pregio dell'opera, talvolta svolgendo anche concetti non del tutto concordanti con quelli del Young.

Necr.: Boll. Mat. Conti (N.S.) 15 (1936) intercop. del 1o fasc. e pp. 124-128 (S. Florio).
La matematica italiana 1800-1950

Ignazio MESSINA

(1885-1949)


Nacque a Trapani il 16 - 5 - 1885 e morì a Roma il 28 - 8 - 1949.
Laureatosi in matematica a Roma nel 1913, fu assistente alla cattedra di matematica finanziaria e nel 1924 divenne capo dell'ufficio statistico-attuariale dell'Ist. Naz. di Previdenza Sociale ove, promosso poi capo-servizio, rimase sino alla morte. Nel 1927 vinse il concorso per la Matematica finanziaria all'Università di Catania ma rinunciò. Dal 1936-37 fu incaricato di Tecnica delle Ass. Sociali all'Università di Roma e pubblicò (1943) un apprezzato testo di questa disciplina.

Necr.: Giorn. Ist. Ital. Attuari, 14 (1951), 4--5 (an.).
La matematica italiana 1800-1950

Gaspare MIGNOSI

(1875-1951)


Nacque in Palermo il 5 - 1 - 1875 e morì ivi l'11 - 6 - 1951.
Si laureò in matematica a Palermo nel 1899, e restò ivi per un decennio come assistente, prima volontario e poi di ruolo, di Algebra, sotto il Maisano. Poi, per un altro decennio, insegnò nelle scuole medie, da ultimo al Liceo scient. di Palermo, finché, nel 1930, fu nominato per concorso professore di analisi algebrica alla Università di Cagliari, donde, nel 1932, passò a quella di Palermo, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1950.
Lasciò una cinquantina di pubblicazioni - principalmente di carattere logico-critico e algebrico - e una decina di testi per le scuole medie scritti in collaborazione col suo maestro ed amico M. Cipolla.

Necr.: Matematiche (Catania) 7 (1952), III-XII (C. Minco).
La matematica italiana 1800-1950

Elia MILLOSEVICH

(1848-1919)


Nacque a Venezia il 5 - 9 - 1848 e morì a Roma il 5 - 12 - 1919.
A causa della precoce morte del padre, capitano marittimo, dové interrompere gli studi liceali ed impiegarsi nelle poste. Nel 1872 vince, pur senza laurea, un concorso per insegnante all'Ist. di Marina merc. di Venezia, ove rimase 7 anni compiendo anche delle osservazioni nell'annesso, piccolo osservatorio astronomico. Nel 1879, per iniziativa del Tacchini, venne chiamato a Roma come vicedir. dell'Ufficio centrale di Meteorologia, allora annesso all'Osservatorio del Collegio Romano, dedicandosi principalmente al lavoro in questo ultimo, ove, nel 1902, successe al Tacchini nella direzione, che conservò sino alla morte.
L'opera principale del M. quale astronomo, fu il calcolo di orbite di asteroidi e di comete, soprattutto del pianetino Eros, che è uno dei corpi celesti che può maggiormente avvicinarsi alla Terra. Da parte sua il M. scoprì due asteroidi: josephina (n. 303) e Unitas (n. 306) nel 1891. Pure molto notevoli i suoi studi di cronologia astronomica.
Fu socio dell'Acc. Naz. dei Lincei, membro della Comm. Geodetica Italiana, ecc.

Necr.: Rend. Lincei (5) 291 (1920), 76-81 (A. Di Legge).
La matematica italiana 1800-1950

Carlo MINELLI

(1898-1954).
Nacque a Rovigo l'11 - 8 - 1898 e morì a Milano il 9 - 6 - 1954.
Dapprima ufficiale di carr. dell'Aeronautica militare e collaboratore dell'Ist. Naz. per le Applicazioni del Calcolo (Picone), fu ordinario di Scienza delle costruzioni all'Ist. univ. di Architettura di Venezia.
Si occupò principalmente dello studio delle sollecitazioni statiche e dinamiche nelle strutture aeronautiche.

Necr.: Corriere delle Sera del 10 - 6 - 1954.
La matematica italiana 1800-1950

Corradino MINEO

(1875-1960)


Nacque a Palermo il 26 - 7 - 1875 e morì ivi il 15 - 3 1960.
Si laureò a Palermo, ove si svolse l'intera sua vita, nel 1900 e, subito dopo, divenne assistente di (Geodesia sotto A. Venturi. Nel 1922 succedette al suo maestro come incaricato e nel 1922, in seguito a concorso, come titolare di Geodesia. Nel 1948 passò (quale professore fuori ruolo) all'Astronomia ma già prima (1931-36 e dal '38 in poi) era stato incaricato della direzione dell'Osservatorio astronomico di Palermo.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, Preside della Facoltà di scienze di Palermo ecc.
Lasciò un centinaio di pubblicazioni, principalmente di geodesia e astronomia, fra cui prevalgono quelle relative alla determinazioni del geoide in base a sole misure di gravità e questioni connesse.

Necr.: Boll. UMI (3) 15 (1960), 460-466 (L. Chiara-B. Gulotta).
La matematica italiana 1800-1950

Silvio MINETTI

(1896-1915)


Nacque a Roma il 4 - 6 - 1896 e morì ivi l'11 - 7 - 1951.
Laureatosi a Roma, nel 1923, in ingegneria elettrotecnica, fu avviato alla matematica da G. Giorgi e, dopo un triennio d'insegnamento nelle scuole medie, nel 1927 divenne assistente di F. Severi alla Università di Roma. Nel 1939, in seguito a concorso, fu nominato professore di Analisi all'Università di Cagliari donde, nel 1948, passò a quella di Bari quale unico (allora) titolare di matematiche.
Dotato di notevoli attitudini potenziali, condusse una vita disordinata e fu, fra l'altro, coinvolto in una penosa vicenda giudiziaria; morì in solitudine in un ospedale di Roma.
Le sue ricerche riguardano prevalentemente la teoria delle funzioni analitiche. Autore anche di alcuni pregevoli testi scolastici, specie di Meccanica razionale.

Necr.: Boll. UMI (3) 6 (1951), 370-371 (F. Conforto).
La matematica italiana 1800-1950

Serafino Raffaele MINICH

(1808-1883)


Nacque a Venezia,da famiglia dalmata, il 5-11-1808 e morìa Padova il 29-5-1883.
Laureatosi a Padova nel 1829, nel 1930 fu nominato assistente e nel '34 supplente di Introduzione al Calcolo nell'Università di Padova in cui, nel 1842, fu nominato ordinario di analisi Algebrica e infinitesimale. Fu più volte rettore dell'Università di Padova e deputato al Parlamento per Venezia.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, dell'Ist. Veneto, ecc.
Lasciò un centinaio di lavori riguardanti principalmente l'analisi, la geometria differenziale e la meccanica razionale. Si occupò però anche di altri svariati argomenti e nel 1837 volle anche laurearsi in Filosofia. Uno dei suoi lavori più notevoli concerne l'integraz. delle equazioni differenziali lineari non omogenee.

Necr.: Atti Ist. Veneto (6) 1 (1884), 1095-1173 (A. Favaro).
La matematica italiana 1800-1950

Vincenzo MOLLAME

(1848-1911)


Nacque a Napoli il 4 - 7 - 1848 e morì a Catania il 23 - 6 - 1911.
Studiò a Napoli nella scuola priv. di A. Sannia e all'Università. Dal 1881 alla morte professore all'Università di Catania.
Autore di vari lavori algebrici. Devesi essenzialmente a lui la dimostrazione dell'impossibilità di eliminare algebricamente l'immaginario dalle formule di Cardano nel caso delle tre radici reali dell'equazione cubica.

Necr.: Atti Acc. Gioenia (2) 5 (1912) (M, Cipolla).
La matematica italiana 1800-1950

Domenico MONTESANO

(1863-1930)


Nacque a Potenza il 22 - 12 - 1863 e morì a Salerno il 10 - 10 - 1930.
Laureatosi a Roma nel 1884, ove aveva avuto come maestri il Cremona e il Battaglini, dopo breve periodo di perfezionamento e d'assistentato, già nel 1888, a soli 25 anni, diviene professore straordinario di Geometria proiettiva e descrittiva all'Università di Bologna. Nel 1893, dopo un altro concorso, passa alla stessa cattedra dell'Università di Napoli ove nel 1895 diviene ordinario e nel 1905 passa alla Geometria superiore.
Autore di una cinquantina di pubblicazioni geometriche d'indirizzo strettamente cremoniano, che si distinguono per accuratezza e rigore. Le più importanti concernono la geometria della retta e le trasformazioni cremoniane.
Fu uomo poco brillante ma probo e coscienzioso ed era molto benvoluto.
Socio dell'Accademia delle Scienze di Napoli, ecc.

Necr.: Rend. Acc. Sci. Napoli (3) 36 (1930), 14-5-154 (G. Scorza).

La matematica italiana 1800-1950

Giacinto MORERA

(1856-1909)


Nacque a Novara il 18 - 7 - 1856 e morì a Torino l'8 - 2 - 1909.
Laureatosi a Torino, in ingegneria nel 1878 e in matematica nel 1879, si perfezionò per diversi successivi anni a Pavia, a Pisa e in Germania, facilitato dal fatto che il padre era un ricco commerciante. Nel 1886 divenne, per concorso, professore ordinario di Meccanica razionale all'Università di Genova, ove rimase 15 anni essendo anche preside e, due volte, rettore. Nel 1901 fu chiamato a succedere al Volterra a Torino, ove rimase sino alla precoce morte, dovuta ad un violento attacco di polmonite, che lo stroncò in pochi giorni nonostante fosse di tempra assai robusta.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e di quella di Torino.
Oggi il M. è soprattutto ricordato per l'inversione del teorema fondamentale di Cauchy sulle funzioni di variabile complessa. Però le sue ricerche più importanti (in tutto una cinquantina di memorie) sono quelle sull'integrazione delle equazioni canoniche della meccanica e le altre di Fisica matematica, p. es. sulla gravità esterna ad un ellissoide, in continuazione di note ricerche del Pizzetti.

Necr.: Atti Acc. Sci. Torino 45 (1909-10), 573-580 (C. Somigliana).

La matematica italiana 1800-1950

Ottaviano Fabrizio MOSSOTTI

(1791-1863)


Nacque a Novara il 18 - 4 - 1791 e morì a Pisa il 20 - 3 - 1863.
Laureatosi a Pavia nel 181i, fu dapprima allievo all'Osservatorio astronomico di Brera, ma nel 1823 dové riparare all'estero per ragioni politiche, e fu in Svizzera e a Londra. Dal 1827 al '35 fu in Argentina, a Buenos-Ayres, ove trovò occupazione come astronomo, topografo e professore di Fisica e di Calcolo. Nel 1835 era stato nominato direttore dell'Osservatorio astron. di Bologna, ma l'Austria ottenne dal Papa l'annullamento della nomina (con un indennizzo). Nel 1839 andò ad insegnare Matematica superiore e Fisica matematica a Corfù. Finalmente nel 1841, per opera del Giorgini e dell'Amici, fu nominato professore di Fisica Matematica all'Università di Pisa, ove restò sino alla morte. Nel 1848 comandò, come Maggiore, il battaglione universitario toscano che combatté a Curtatone e Montanara.
Con una vita così movimentata il M. non poté naturalmente fare moltissimo, ma i suoi non molti lavori sono ammirevoli anche per la chiarezza e l'eleganza dell'esposizione. Riguardano principalmente l'idrodinamica, la capillarità, l'ottica ecc. In analisi aveva, fra l'altro, avuto - indipendentemente da Abel e Jacobi - l'idea di studiare le funzioni inverse agli integrali ellittíci di prima specie, ma non diede seguito alla cosa. Aveva anche una buona cultura letteraria e a Londra aveva tenuto delle applaudite conferenze sulla astronomia nella Divina Commedia.
Le molte avversità non ne avevano inasprito l'animo che si conservò schietto e gentile fino in ultimo.
Dopo il '60 fu nominato Senatore del Regno. Vi è un suo monumento (di G. Dupré, 1863) nel Camposanto di Pisa.
Fu socio di varie accademie, fra cui quella dei XL, e della Società Astronom. di Londra.

Necr.: Annali di Mat. 5 (1863), 60 (E. Betti).

Opere: Scritti a cura di L. Gabba e G. Polvani, 2 voll. (Pisa, Domus Gal., 1942-54).

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Vittorio MURER

(1860-1909)


Nacque a Corno il 12 - 7 - 1860 e morì a Torino il 10 - 8 - 1909.
Professore di scuole medie, da ultimo al Liceo Alfieri di Torino. Autore di alcune note di geometria nei Rend. del Circ. Mat. di Palermo, di cui divenne socio nel 1888, e di un'Introduzione alla teoria dei numeri (Livorno, Giusti, 1909).
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Angiolo NARDI DEI

(1833-1913)


Nacque a Chiusi (Siena) il 9 - 1 - 1833 e morì a Firenze il 23 - 1 - 1913.
Laureatosi a Pisa in Fisica matematica nel 1857 e in matematica applicata nel 1858, dal 1860 insegnò all'Università di Pisa, dapprima Disegno e poi, a partire dal 1871, Applicazioni di Geometria descrittiva, materia di cui divenne ordinario nel 1909 (a 76 anni!). Fu anche incaricato di Topografia, fondando il cui gabinetto precorse la costituzione (poi avvenuta) della Fac. d'Ingegneria di Pisa.
Prese parte alla vita politica locale e fu buon amministratore della cosa pubblica.
Nulla pubblicò, all'infuori di un corso litografato di Geometria descrittiva.

Necr.: Ann. Università di Pisa pel 1913-14, 2 pp. (P. Pizzetti).

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Rubino NICODEMI

(1850-1929)


Nacque a Penta di Fisciano (Salerno) il 14 - 1 - 1850 e morì ivi il 9 - 6 - 1929.
Laureato in matematica a Napoli nel 1870, fu assistente di Geometria descrittiva e, dopo aver conseguite quattro libere docenze (in Descrittiva, Algebra, Calcolo infinitesimale e Meccanica razionale), nel 1884 divenne professore straordinario di Applicazioni di Geometria Descrittiva nella Scuola degli Ingegneri di Napoli, passando ordinario nel 1916 e andando a riposo nel '25.
Autore di una decina di lavori di geometria descrittiva e di alcuni testi scolastici della materia.
Socio dell'Accademia Pontaniana di Napoli.

Necr.: Ann. 1929-30 delle Scuola Ing. Napoli, pp. 236-240 (M. Giovanardi ed E. Amaturo).

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Onorato NICOLETTI

(1872-1929)


Nacque a Rieti il 21 - 6 - 1872 e morì a Pisa il 31 - 12 - 1929.
Si laureò a Pisa, ove era stato allievo di quella Scuola Normale Superiore, nel 1894 e, dopo un periodo di perfezionamento e breve insegnamento all'Ist. Tecnico di Roma, nel 1898 è nominato, in seguito a concorso, professore di Calcolo all'Università di Modena donde, due anni dopo, tornò a Pisa per rimanervi sino alla precoce morte. Ivi insegnò prima Algebra e poi, dopo la morte del Dini, Calcolo infinitesimale.
I lavori del N. concernono sia l'analisi algebrica sia la infinitesimale. In algebra si occupò principalin. di certe equazioni connesse con matrici hermitiane e della convergenza di algoritmi iterativi di un tipo molto generale. Nell'analisi infinitesimale si interessò particolarmente della teoria delle equazioni differenziali, sia ordinarie, sia parziali. Si interessò pure molto di questioni didattiche e pubblicò, con vari collaboratori, apprezzati testi per le scuole medie.

Necr.: Boll. UMI 9 (1930) P. 53 e 121-124 (R. Marcolongo (?) e F. Cecioni).
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Antonio NOBILE

(1794-1863)


Nacque a Campobasso nel 1794 e morì a Napoli il 2 - 4 - i 863. Padre di Arminio N.
Fu professore di Algebra all'Università di Napoli e astronomo all'Osservatorio di Capodimonte, di cui sarebbe divenuto probabilmente direttore se, nel 1850, non fosse stato deposto, assieme al Capocci, per ragioni politiche.
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Arminio NOBILE

(1838-1897)


Nacque all'Osservatorio di Capodimonte, da Antonio, il I 2 - 8 - 1838 e morì a Napoli il 14 - 6 - 1897.
Nel 1861-62 fu ufficiale e ingegneria del Genio navale. Nel 1863, dopo la morte del padre, si dimise e insegnò all'Ist. Tecnico di Napoli. Nel contempo fu allievo, assistente e astronomo all'Osservatorio di Capodimonte. Successe poi (1887) allo Schiavoni nell'insegnamento della Geodesia all'Università di Napoli, divenendo straordinario nel 1891 e ordinario nel 1896.
Socio dell'Acc. Naz. dei Lincei, di quella di Napoli, ecc.
Più che un geodeta fu un astronomo. Può considerarsi come lo scopritore delle variazioni a corto periodo della latitudine, che hanno poi dato origine a svariate indagini teoriche e ad un servizio internazionale di ininterrotte misure, tuttora in piena attività.

Necr.: Rend. Acc. Sci. Napoli (3) 3 (1897), 138-143 (L. Pinto).

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Enrico NOVARESE

(1858-1892)


Nacque a Novara il 15 - 6 - 1858 e morì prematuramente a Torino il 14 - 1 - 1892.
Assist. all'Università e professore di meccanica razionale all'Accademia Militare di Torino.
Lasciò una dozzina di lavori sulle funz,. ellittiche e questioni varie di statica e di cinematica.

Necr.: Riv. di Matem. (Peano) 2 (1892), 35 (G. Peano).

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Giovanni NOVI

(1827-1866)


Nacque a Napoli, figlio di un generale del Genio, il 2 - 1 - 1827 e morì a Pisa il 10 - 12 - 1866.
Studiò nel Collegio Militare di Napoli e ne uscì ufficiale ma, dopo il 1848, non volendo più prestare l'opera sua al governo borbonico, emigrò a Firenze, ove insegnò in scuole militari. Nel 1859 fu nominato professore di Algebra superiore all'Università di Pisa, ove rimase sino alla precoce morte.
Pubblicò un Trattato di algebra superiore, che restò incompiuto, e tradusse alcuni trattati esteri (di Bertrand e di Amiot), cosa allora estremamente utile, dato lo stato degli studi nell'Italia del tempo.
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Luigi ONOFRI

(1901-1957)


Nacque il 28 - 9 - 1901 e morì il 12 - 9 - 1957.
Laureatosi a Bologna nel 1925, vi rimase come assistente del Pincherle e poi vi fu libero docente e professore incaricato, collaborando anche alla segreteria dell'UMI.
Pubblicò alcuni lavori sulle funzioni di variabile complessa.
Morì precocemente in seguito a disturbi cardiaci cominciati già nel 1944, che l'obbligarono a limitare la sua attività alla parte didattica.

Necr.: Boll. UMI (3) 12 (1957), 488 (A. Mambriani).

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Luciano ORLANDO

(1887-1915)


Nacque a Caroma (Messina) il 13 - 5 - 1817 e morì in guerra, sull'Isonzo, il 21 - 8 - 1915.
Dapprima Ufficiale di carriera del Genio (dal 1900) nel 1903 si laureò in matematica all'Università di Messina, ove fu alunno del Bagnera e del Marcolongo. Dopo un anno di perfezionamento a Pisa, divenne assistente e libero docente all'Università di Messina donde, dopo il terremoto del 1908, passò a Roma, ove insegnò pure all'Ist. sup. di Magistero e alla Scuola Aeronautica degli specialisti del Genio.
Partecipò ad alcuni concorsi universitari ma fu soccombente e se ne accorò al punto che - quando, nel 1915, partì per la guerra - alcuni suoi amici pensarono che avrebbe cercato la morte invece di cercare di schivarla. Morì da Capitano del Genio, guidando un'azione dei suoi minatori contro il ponte di S. Daniele presso Tolmino.
I più importanti lavori dell'O. concernono la Fisica matematica - specie la teoria della elasticità - nonché quella delle equazioni integrali, in cui fu uno dei primi a riconoscere l'importanza dei cosiddetti nuclei degeneri (o di Pincherle-Goursat). Pure notevoli alcune sue ricerche algebriche, a cui fu guidato dal suo maestro Bagnera.

Necr.: Rend. Semin. Mat. Roma no speciale del 1918, pp. 11-15 (R.Marcolongo).
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Salvatore ORTU-CARBONI

(1859-1939)


Nacque a Sassari il 7 - 12 - 1859 e morì a Genova il 6 - 11 - 1939.
Laureatosi in matematica a Napoli, fu dapprima, per molti anni, insegnante medio.
Nel 1907 divenne, per concorso, professore di Matematica finanziaria e attuariale alla Scuola Superiore (ora Facoltà) di Commercio di Genova, donde non più si mosse, e di cui fu direttore nel 1921-27.
Fu tra i primi, in Italia, a propugnare l'insegnamento della matematica finanziaria e a pubblicare testi in materia.
Nel 1935, all'atto del suo collocamento a riposo, fu pubblicato un volume di Studi in onore del professore S. 0.-C..

Necr.: Giorn. Ist. Ital. Attuari ii (1940), 138-I39 (an.); Giorn. Mat. Finanz. (4) 1 (1955), 1-26 e 31-32.
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Paolo PACI

(1847-1904)


Nacque ad Arneglia (Genova) il 13- 5 - 1847 e morì a Genova il 19 - 11 - 1904.
Professore di matematica alla Scuola Superiore (ora Facoltà) di Commercio di Genova. Autore di qualche pubbl. di Fisica matematica. La matematica italiana 1800-1950

Dino PADELLETTI

(1852-1892)


Nacque a Firenze, da famiglia senese, il 10 - 1 - 1852 e morì a Napoli il 10 - 3 - 1892.
Laureatosi a Pisa nel 1871, vinse una borsa di studi all'estero passando quattro anni fra Zurigo, Dresda, Berlino e Londra. Nel 1877 divenne, per concorso, professore di Meccanica razionale all'Università di Palermo, donde, nel 1879, passò all'Università di Napoli, ove rimase sino alla prematura morte.
Autore di una trentina di pubbl. di Meccanica razionale e anche di uno scritto (nella Nuova Antologia) su Le donne all'Università di Zurigo e di Edimburgo ecc.
Socio e presid. dell'Accademia delle Scienze di Napoli, dell'Accademia Pontaniana, ecc.

Necr.: Rend. Circ. Mat. Palermo 6 (1892), 68-72 (G. Torelli); Atti Acc. Pontaniana 25 (1895) ultime 10 pp. (P. Del Pezzo).
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Alessandro PADOA

(1868-1937)


Nacque a Venezia il 14 - 10 - 1868 e morì a Genova il 25 - 11 - 1937.
Si laureò a Torino nel 1895 ed, entrato nell'insegnamento medio, dal 1909 in poi fu professore nell'Ist. Tecnico di Genova e, più tardi, incaricato di Analisi in quella Scuola Navale Superiore.
Si occupò prevalentemente di logica matematica nell'indirizzo del Peano, di cui era allievo, ma con una certa autonomia di pensiero.

Necr.: Boll. UMI 16 (1937), 218 (an.).
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Ernesto PADOVA

(1845-1896)


Nacque a Livorno il I7 - 2 - 1845 e morì a Padova il 9 - 3 - 1896.
Si laureò a Pisa nel 1866 da allievo di quella Scuola Norm. Superiore Insegnò dapprima in un liceo di Napoli. Nel 1872, per suggerimento del Betti, fu nominato professore di Meccanica razionale all'Università di Pisa donde, nel 1882, passò a Padova, ove rimase sino alla prematura morte.
Autore di una cinquantina di lavori di analisi, meccanica razionale e fisicamatematica (elasticità, elettro-magnetismo, ecc.). In meccanica analitica, fu tra i primi a trattare questioni (li stabilità del movimento.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, ecc.

Necr.: Rend. Lincei (5) 51 (1896), 2 84-285 (E. Beltrami).
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Eugenio PADOVA

(1885-1925)

Nacque a Padova, da Ernesto (V.) il 22 - 7 - 1885 e morì ivi prematuramente il 31 - 10 - 1925.
Laureatosi in fisica, a Padova, nel 1908, entrò poco dopo, come assistente volontario, in quell'Osservatorio astronomico. Nel 1912 divenne assistente effettivo all'Osservatorio di Catania, tornando nel 1913 a quello di Padova. Dal 11915 al 'ig fu in serv. militare come uff. del Genio. Nel ig19 passò all'Osservatorio del Collegio Romano, già insidiato dal male che doveva portarlo prematuramente alla tomba. Nel 1923 fu promosso Astronomo e, al momento della morte, si accingeva a ritornare all'Osservatorio di Padova.
Si occupò prevalentemente di fotometria astronomica, ma collaborò pure validamente al Catalogo fotografico di Catania e ad altrì lavori astronomici.

Necr.: Mem. Società Astron. Italiana (n. s.) 3 (1926), 4 pp. (E. Bianchi). 6 - Mem. Cl. di Scienze fisiche. Serie 45, n. I.
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Fortunato PADULA

(1815-1881)


Nacque a Napoli il 23 - 12 - 1815 e morì ivi il 29 - 6 - 1881.
Dopo aver insegnato matematica nel Collegio Militare e in quello di Marina di Napoli, nel 1860 fu nominato professore di Meccanica razionale all'Università di Napoli, di cui fu poi due volte rettore. Dal 1864 alla morte direttore della Scuola degli Ingegneri di Napoli, in cui trovasi un suo busto.
Autore di una quindicina di lavori di geometria e di meccanica, che si elevano di tono dopo che fu in contatto con lo Steiner e il Jacobi, venuti a Napoli nell'aprile del 1844.
Dopo avere, in gioventù, lottato contro l'intolleranza altrui, nei suoi tardi anni arrivò sino a denunciare al Consiglio Superiore (che gli diede torto) il Padelletti perché aveva introdotto nelle sue lezioni le vedute di matematici stranieri! Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Napoli, ecc. Dal 1867 Senatore del Regno.

Transunti Lincei (3) 6 (1881-82), 30-31 (E. Beltrami); Rend. Acc. Sci. Napoli, 20 (1881), 181-198 (R. Rubini).

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Giuseppe PALAMA

(1898-1959)


Nacque a Sogliano Cavour (Lecce) il 22 - 5 - 1898 e morì ivi il 14 - 10 - 1959.
Laureato in ingegneria a Milano nel 1924, insegnò matematica al Liceo di Lecce dal 1927 alla morte.
Nonostante vivesse lontano dalle università, era uno dei pochissimi insegnanti di scuole medie scientificamente attivi in questi ultimi anni. S'interessò principalmente dei polinomi di Laguerre e di Hermite e di certe speciali formazioni algebriche (multi-grade). Ebbe, nel '54, il premio min. dell'Acc. dei Lincei, un premio della Mathesis, ecc.

Necr.: Boll. UMI (3) 15 (1960), 468-469 (V. Petralia).

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Attilio PALATINI

(1889-1949)


Nacque a Treviso il 18 - 11 - 1889 e morì a Roma il 24 - 8 - 1949. Nel 1913 si laureò in matematica all'Università di Padova, ove era stato allievo del Levi-Civita e del Ricci Curbastro, e vi rimane come assistente, prima di geometria analitica e proi. e poi di Meccanica razionale Nel 1920, in seguito a concorso, è nominato professore di Meccanica razionale all'Univ. di Messina donde, due anni dopo, passa a Parma e, dopo altri due anni, a Pavia.
Socio dell'Ist. Lombardo, ecc.
Le sue ricerche concernono argomenti classici di meccanica e Fisica matematica, la geometria degli spazi riemanniani e, soprattutto, la teoria generale della Relatività, in cui il suo nome resta legato ad un metodo variazionale per la deduzione delle equazioni fondamentali del campo. Collaborò anche con l'Ingegneria B. Mammano allo studio, non facile, degli ingranaggi sghembi.

Necr.: Rend. Ist. Lombardo, 83 (P.te Gen., 1950), 169-176 (R. Serini).
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Francesco PALATINI

(1865-1940)


Nacque a Bassano (Vicenza) il 25 - 7 - 1865 e morì a Castell'Azzara (Grosseto) il 12 - 6 - 1940.
Laureatosi a Padova nel 1888 entrò subito nell'insegnamento medio, da ultimo all'Ist. Tecnico Sommeiller di Torino, ove insegnò per una trentina d'anni.
Autore di alcuni lavori di geometria numerativa e dello spazio rigato, di teoria delle forme e su questioni critico-didattiche.

Necr.: Period. di Mat. (4) 20 (1940), 338-39.
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Modesto PANETTI

(1875-1957)


Nacque ad Acquaviva delle Fonti (Bari), da famiglia piemontese, il 9 - 2 - 1875 e morì a Torino il 26 - 3 - 1957.
Si laureò a Torino, nel 1896 in ingegneria e nel 1899 in matematica. Fu assistente di C. Guidi (1853-1941) al Politecnico di Torino e, dopo un periodo di perfezionamento all'estero, già nel 1902 divenne prof. di Meccanica applicata all'Università di Genova, donde nel 1910 passò al Politecnico di Torino, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1945.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Torino (di cui fu due volte presidente) ecc. Senatore della Repubblica dal 1948 al 1953, Ministro delle Poste nel 1953 (Gab. Pella), ecc. Fu anche Accademico d'Italia, pur non avendo fatto che concessioni formali al fascismo.
Il P. fu uno dei più valenti cultori italiani di meccanica applicata, specialmente all'aeronautica, dell'ultimo secolo. Si deve in gran parte alla Sua incomparabile attività di organizzatore, di progettista e di ideatore di mezzi ed apparecchiatura spe rimentali, se l'Italia poté subito inserirsi tra le Nazioni che diedero un contributo efficace allo sviluppo delle Scienze applicate alla Aeronautica ed a quelle ad esse affini, e l'industria aeronautica poté avere tecnici valenti, che la portarono a gareggiare con quella straniera più progredita, ed in alcuni momentianche a primeggiare (C. Ferrari). S'interessò inoltre, nelle sue più di 100 pubblicazioni, di quasi tutti gli altri principali problemi della meccanica applicata e della scienza delle costruzioni (ponti, motori, biellismi, teleferiche, ecc.) portandovi, fra l'altro, un sano equilibrio fra i lati teorico, sperimentale e tecnico, con una caratteristica preferenza pei metodi grafici (sulla traccia del Ritter, presso cui era stato perfezionando) rispetto a quelli analitico-numerici.
Alle preclari qualità scientifiche e alle non comuni doti didattiche, il P. associò un alto senso del dovere e una grande drittura morale che, pur nei difficili tempi in cui si svolse la principale parte della sua vita, gli assicurarono la stima di tutti e l'affetto di molti.
L'Accademia delle Scienze di Torino conferisce periodicamente un premio internazionale intitolato al suo nome, con fondi ricavati da una pubblica sottoscrizione.

Necr.: Atti Acc. Sci. Torino 92 (1957-58), 125-144 (C. Ferrari); Rend. Lincei (8) 24 (19581), 464-473 (G. A. Crocco); ecc.
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Marino PANNELLI

(1855-1934)


Nacque a Macerata il 16 - 11 - 1855 e morì ivi il 16 - 4 - 1934.
Laureatosi a Roma nel 1882, fu libero docente e incaricato in quella Università e professore all'Ist. Tecnico di Roma.
Cultore di geometria algebrica, il Severi lo considerava come uno dei migliori fra gli studiosi italiani di quella disciplina non pervenuti ad una cattedra universitaria.
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Alberto PASCAL

(1894-1918)

Nacque a Pavia da Ernesto (v.) il 23 - 12 - 1894 e morì in guerra, nei cieli del M.te Valbella (Vicenza) il 28 - 1 - 1918.
Studiò matematica all'Università di Napoli dal 1912 al 1915. Chiamato alle armi e divenuto ufficiale di compl. di Artiglieria, fu colpito a morte durante un servizio di sorveglianza aerea sull'altipiano di Asiago. A guerra finita gli fu conferita la laurea in matematica ad honorem.
Benché giovanissimo, aveva tempra più di erudito che di ricercatore e la decina di lavori pubblicati, da studente, nel 1914-16 riguardano quasi tutti la storia delle matematiche e, in particolare, il Padre G. G. Saccheri (1667-1733), un precursore della geometria non euclidea.
Necr.: Giorn. Mat. Battaglini 56 (1918), 40-46 (R. Marcolongo)
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Ernesto PASCAL

(1865-1940)

Nacque a Napoli da famiglia di lontane origini francesi, il 7 - 2- 1865 e morì ivi il 25 - 1 - 1940.
Dopo essersi laureato a Napoli nel 1887 seguì corsi di perfezionamento a Pisa (1887-88) e a Göttingen (1888-89) ove guadagnò l'estimazione del Klein, ciò che gli fu di grande utilità per la sua rapida ascesa dopo il ritorno in Italia ove nel 1890 a soli 25 anni vinse il concorso per la cattedra di Calcolo infinitesimale all'Università di Pavia. Nel 1907 passò all'Università di Napoli, donde non più si mosse.
La copiosa produzione matematica del Pascal - pur toccando svariati argomenti di analisi e anche di geometria, ecc. - ha un carattere notevolmente unitario, essendo caratterizzata da una decisa prevalenza del lato algoritmico-formale. In essa spicca una grossa memoria sulle forme differenziali di ordine e grado qualsiasi, in cui l'A. sviluppa una specie di calcolo differenziale assoluto, più generale di quello del Ricci Curbastro, che però non ha finora dato luogo ad alcuna importante applicazione. Pure notevoli sono un gruppo di lavori su certi integrali per speciali equazioni differenziali; un campo però in cui il PAscal a sua insaputa era stato precede\uto dal iugoslavo M. Petrovich (1968-1921). Il P. ha anche svolta una notevole attività trattatistica e - nonostante sia incorso in alcune sviste, talvolta grossolane - alcuni suoi libri, p. es. quello sui determinanti, sono stati di non poca utilità per gli studi matematici in Italia.
Nei suoi ultimi anni il P. che, nonostante il suo temperamento borioso e autoritario, fu decisamente ostile al fascismo ed era rimasto molto scosso per l'immatura morte in guerra del figlio Alberto (v.), fu una specie di esule in patria.
Si presentò più volte (1895, 1901 e 1911) ai concorsi pel premio Reale dell'Accademia dei Lincei ma restò sempre soccombente, nonostante che una volta (1901) il premio non venisse attribuito ad alcuno.
Era socio dell'Accademia na. dei Lincei, dell'Ist. Lombardo, ecc.
Necr.: Rend. Ist. Lombardo (3) 12 (1939-40), 162-170 (L. Berzolari); Rend. Acc. Sci. Napoli (4) 12 (1941-42), 54-82 (M. Picone)
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Mario PASCAL

(1896-1949)

Nacque a Pavia, da ernesto (v.) il 31 - 5 -1896 e morì a Napoli il 6 - 11 - 1949. Si laureò a Napoli nel 1919 divenendo subito dopo assistente di Meccanica razionale sotto R. Marcolongo e poi libero docente della stessa materia e professore incaricato anche all'Ist. Superiore Navale e all'Acc. Aeronautica di Caserta. Poco prima della prematura morte (dovuta a tardive conseguenze di una malattia contratta nella guerra 1915-18) aveva vinto il concorso per professore titolare all'Accadernia Aeronautica.
Si occupò quasi esclusivamente di Meccanica, specie dei fluidi, tentando (con poco successo) di estendere allo spazio tridimensionale il noto teorema di Kutta-Joukowski. Si occupò pure della cinematica di un corpo non rigido che si muove mantenendosi simile a se stesso.

Necr.: Atti Acc. Pontaniana di Napoli (N.S.) 7 (1957-58), 339-40 (F. Mazzoleni).

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Francesco Paolo PATERNO' di Sessa

(1852-1927)


Nacque a Novi Ligure (Alessandria), da famiglia siciliana, l'i i - 5 - 1852 e morì a Palermo il 20 - 8 - 1927.
Laureato in ingegneria a Palermo nel 1876 fu, per molti anni, professore di Geometria descrittiva all'Univ. di Palermo.
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe PEANO

(1858-1932)


Nacque a Spinetta di Cuneo, da umile famiglia, il 27 - 8 - 1858 e morì a Torino il 20 - 4 - 1932.
Si laureò all'Università di Torino nel 1880, rimanendovi subito dopo come assistente di A. Genocchi. Insegnò Poscia all'Accademia Militare e nel 1890 successe al Genocchi all'Università, insegnandovi Calcolo infinitesimale sino al 1925 e poi, sino alla morte, Matematiche Complementari.
G. Peano è stato indubbiamente uno dei più grandi matematici italiani del secolo e il suo nome resta legato, assieme a quelli del Cauchy, Weierstrass, Dini, ecc. alla sistemazione rigorosa dell'Analisi e della Matematica in genere, che antecedentemente riposava su basi poco salde. I postulati aritmetici del P., la curva di P. (curva continua riempiente tutto un quadrato), il teorema esistenziale di P. per le equazioni differenziali ordinarie, restano pietre miliari nella storia della scienza. Tuttavia la sua opera non fu sempre accettata con generale consenso, ciò che forse si spiega tenendo conto che il P. fu un precursore di certi moderni sviluppi della matematica e bourbakismo) che, anche pel loro spirito spesso aggressivo e iconoclastico, incontrano tuttora vivaci resistenze. In P. però non c'è traccia di certo moderno malcostume di rendere le cose artificialmente difficili e complicate, anzi uno dei suoi lineamenti migliori fu lo spirito semplificatone, che si rivelò soprattutto nella geniale semplicità di certi suoi classici esempi mostranti la non generale validità di alcuni fondamentali teoremi del Calcolo.
Fra le pubblicazioni del P. occupa un posto preminente il suo Formulario Mathematico (varie ed. dal 1895 al 1908) che - pur non raggiungendo l'ambizioso proposito di dare una semplice e rigorosa sistemazione all'intera matematica - è in molte parti preferibile ad analoghe costruzioni posteriori.
Dall'inizio di questo secolo il P. si straniò gradualmente dalla matematica attiva, finendo con l'interessarsi soltanto di alcuni aspetti marginali di essa (storia, approssimazioni numeriche, ecc.) e finalmente quasi esclusivamente delle lingue internazionali ausiliarie (latino sine flexione). Correlativamente il suo insegnamento Universitario andò gradualmente perdendo di utilità ed efficacia che, come disse il suo allievo Beppo Levi (1875-1961): L'apostolo limitò l'opera del matematico e ne impedì talvolta la completa estimazione.
Fu socio dell'Accademia Naz. dei Lincei, dell'Accademia delle Scienze di Torino, ecc. Dal 1953 il Liceo scientifico di Cuneo è a lui intitolato, e una via di Torino porta il suo nome.

Necr.: Boll. UMI 11 (1932), 253-262 (B. Levi); Rend. Semin. Milano 7 (1933), 323-389 (U. Cassina); ecc.

Opere: a cura dell'UMI, 3 voll. (Roma 1957-59).

La matematica italiana 1800-1950

Giovanni PENNACCHIETTI

(1850-1916)


Nacque ad Arcevia (Ancona) il 25 - 7 - 1850 e morì a Roma il 21 - 8 - 1916.
Si laureò a Pisa nel 1874. Insegnò dapprima, per 14 anni, nelle scuole medie finché, nel 1888, fu nominato professore di Meccanica razionale all'Università di Catania, ove restò sino alla morte.
Si occupò, fra l'altro, dell'equilibrio di fili e di superfici elastiche ed ebbe fama di uomo molto preciso e coscenzioso.

Necr.: Atti Acc. Gioenia di Catania (5) 10 (1917), 6 pp. (E. Daniele).

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Alessandro PEPOLI

(1852-1930)


Nacque a Palermo il 15 - 3 - 1852 e morì iVi il 22 - 12 - 1930.
Laureato in ingegneria fu professore nelle scuole medie di Palermo e bibliotecario di quel Circolo Matematico.
La matematica italiana 1800-1950

Giuseppe PICCIATI

(1868-1908)


Nacque a Piombino (Livorno) il 30 - 10 - 1868 e morì a Venezia l'11 - 3 -1908.
Si laureò in fisica a Pisa nel 1890, ove era stato allievo del Volterra, e nel 1895 anche in matematica, a Padova. Dopo molti anni d'insegnamento nelle scuole medie e nella Scuola dei Macchinisti di Marina di Venezia, poco prima della prematura morte, era stato nominato, in seguito a concorso, professore di Meccanica razionale all'Università di Bologna.
Autore di una ventina di lavori prevalentemente di Fisica matematica, fra cui lo studio rigoroso del campo elettro-magnetico dovuto a correnti elicoidali e della caduta di una sfera pesante in un liquido viscoso.

Necr.: Nuovo Cimento 15 (1908), 363-368 (T. Levi-Civita).

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Mario PIERI

(1860-1913)


Nacque a Lucca il 22 - 6 - 1860 e morì a S. Andrea Còmpito (Lucca) il 10 - 3 - 1913.
Cominciò gli studi universitari a Bologna ma si laureò nel 1884 a Pisa, allievo di quella Scuola Norm. Superiore. Dopo breve insegnamento al Ginnasio di Livorno, divenne professore di Geometria proiettiva all'Accademia Militare e-assist. all'Università di Torino, ove rimase 15 anni. Nel 1900 divenne, per concorso, professore di Geometria proiettiva e descrittiva all'Università di Catania, donde, nel 1908, passò a Parma. Morì precocemente di cancro.
Lasciò una sessantina di pubblicazioni, la prima metà delle quali (sino al 1894) è di argorn. geometrico-proiettivo. Poi, sotto l'influenza di Peano e della sua scuola, con cui era venuto a contatto nei 15 anni passati a Torino, si occupò quasi esclusivamente di questioni logico-critiche, nell'indirizzo di Peano, ma con apporti personali.

Necr.: Boll. Bibl. Storia (Loria) 1-5 (1913), 65-74 (B. Levi); Boll. UMI (3) 15 (1960), 63-68 (F. Skof).

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Salvatore PINCHERLE

(1853-1936)


Nacque a Trieste l'I I - 2 - i 853 e morì a Bologna il 19 - 7 - 1936.
Dopo gli studi medi compiuti in Francia, nel 1869 s'iscrisse all'Università di Pisa ove si laureò nel 1874. Insegnò per alcuni anni nel Liceo di Pavia ma già nel 1877-78, grazie ad una borsa di studio attribuitagli, poté passare un anno a Berlino, sotto Weierstrass, che fu veramente decisivo per la futura carriera del P., che, tornato in Italia, fu inizialmente apprezzato soprattutto come divulgatore dell'allora nuova teoria delle funzioni analitiche secondo Weierstrass, di cui fu subito capita l'importanza. Vinse così nel 1880, appena ventisettenne, il concorso per la cattedra di Calcolo infinitesimale all'Università di Palermo e l'anno dopo fu chiamato a Bologna ove sempre rimase, fino al collocamento a riposo, per limiti d'età, nel 1928.
Il nome del P. resta legato, assieme a quello di Volterra, alla fondazione di uno dei più importanti capitoli della matematica moderna: l'analisi funzionale. Però il P. - restando troppo fedele allo schema della teoria delle funzioni analitiche secondo Weierstrass - passò accanto, senza approfondirli, ai problemi più interessanti del nuovo ramo di analisi, di cui considerò prevalentemente degli aspetti meno fecondi. Comunque, egli fu fra i primi a studiare approfonditamente l'importantissima trasformazione di Laplace che, se non avesse già un nome, potrebbe con buon fondamento chiamarsi trasformazione di Pincherle.
Sia per la sua attività scientifica diretta sia per la sua cinquantennale attività didattica, la redazione di numero@l trattati, ecc. il P. appartiene di buon diritto a quella élite di matematici italiani che, nella seconda metà del secolo scorso, realizzarono il miracolo di portare, in pochi anni, l'Italia dalla coda all'avanguardia della matematica mondiale.
Pur alieno da cariche che potessero distogliere dalla scuola e dalla scienza, il P. fu il fondatore (1922) e il primo presidente dell'Unione Matematica Italiana e, nel 1928, presiedé autorevolmente il Congresso Internazionale dei Matematici a Bologna, contribuendo efficacemente a ridare a tali periodici congressi quel carattere genuinamente internazionale che avevano perduto per le conseguenze della prima guerra mondiale (1914-18).
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e di altre accademie, fra cui la Bayerische Akad. che nel 1933 gli mandò ancora, per merito di 0. Perron, un caloroso messaggio in occasione del suo 80mo compleanno. L'Ist. matem. di Bologna è a lui intitolato.

Necr.: Annali di Matematica (4) 16 (1937), 1-21 (U. Amaldi); Ann. Scuola Norm. Sup. Pisa (2) 6 (1937), 1-10 (L. Tonelli), ecc.

Opere: a cura dell'UMI, 2 voll. (Roma, 1954).

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Luigi PINTO

(1846-1920)


Nacque a Castellana (Bari) il 6 - 5 - 1846 e morì ivi il 27 - 2 -1920.
Laureatosi a Pisa, da allievo di quella Scuola Norm. Superiore, nel 1869, insegnò per un decennio nelle scuole medie. Nel 1880 divenne, per concorso, professore di Fisica matematica all'Università di Napoli, ove rimase sino alla fine. Fu rettore dell'Università nel biennio 1899-1901.
Socio dell'Acc. delle Scienze di Napoli, dell'Acc. Pontaniana, ecc.
Fu valente insegnante ma le sue pubblicazioni scientifiche sono poche e di scarso valore.

Rend. Acc. Sci. Napoli (3) 26 (1920), 89-93 (R. Marcolongo).

La matematica italiana 1800-1950

Geminiano PIRONDINI

(1857-1914)


Nacque a Modena il 3 - 10 - 1857 e morì a Roma il 18 - 12 - 1914.
Laureato a Pisa nel 1882, entrò nelle scuole medie insegnando, da ultimo all'Ist. Tecnico di Roma.
Autore di numerosi lavori geometrici, nell'indirizzo proiettivo, pubblicati prevalentemente negli Annali di Mat., voll. 15-25.
La matematica italiana 1800-1950

Giulio PITTARELLI

(1852-1934)


Nacque a Campochiaro (Campobasso) il 3 - 2 - 1852 e morì a Roma il 3 - 3 - 1934. Si laureò a Napoli, in matematica nel 1874 e in ingegneria nel 1876. Fu, per molti anni, professore di Geometria descrittiva all'Università di Roma. Oltre che pregevole cultore di geometria, nell'indirizzo cremoniano, era anche un valente pittore, autore, fra l'altro, di un ritratto di L. Cremona.

Necr.: (cenno) Boll. UMI 13 (1934), 192 (an.).

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Costantino PITTEI

(1839-1912)


Nacque a Prato (Firenze) l'8 - 2 - 1839 e morì a Firenze il 5 - 6 - 1912.
Laureatosi a Pisa nel 1861, insegnò dapprima al Collegio Militare di Firenze (1861-64) e al Ginnasio di Loreto (1864-66). Nel '66 entrò all'Osservatorio Astr. di Arcetri come aiuto del Donati e, dopo la morte di questi (1873), ne fu direttore incaricato. Arrivato (1875) il dirett. titolare Tempel, riprese l'insegnamento medio, all'Ist. Tecnico di Firenze. Ricco e molto avaro, lasciò una notevole eredità ad opere benefiche di Prato.

Necr.: Boll. Mat. Conti ii (1912), 200-203 (V. Messeri).

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Carlo Maria PIUMA

(1837-1912)


Nacque a Genova, da nobile famiglia, il 26 - 9 - 1837 e morì ivi il 12 - 5 - 1912. Laureato in ingegneria a Genova nel 1860, fu lungamente (1882-1905) ordinario dí Calcolo infinetesimale all'Università di Genova.

Necr.: G. LORIA, C. M. Piuma (Genova, 1913), 6 pp.
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Paolo PIZZETTI

(1860-1918)


Nacque a Parma il 24 - 7 - 1860 e morì a Pisa il 14 - 4 - 1918.
Laureatosi in ingegneria a Roma nel i 880, restò ivi come assistente di Geodesia collaborando col Pisati e il Pucci nella loro celebre determinazione assoluta della gravità. Era però più un teorico che uno sperimentatore.
Nel 1886, in seguito a concorso, divenne professore di Geodesia all'Università di Genova donde, nel 1900, passò a Pisa ove rimase sino alla prematura morte.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Torino, ecc.
Il P. si occupò di svariate questioni d'interesse geodetico-astronomico: teoria degli errori, della rifrazione atmosferica ecc., ma eccellono soprattutto i suoi studi di gravimetria teorica che, fra l'altro, lo condussero ad un'espressione in termini finiti della gravità all'esterno di un ellissoide di rotazione, che fu poi utilizzata dal Somigliana per porre su basi più corrette delle precedenti il concetto di gravità normale. Autore di un articolo: Höhere Geodasie nell'Encyklopädie der mathematischen Wissenschaften
Il P. contribu; in modo essenziale ad elevare il livello degli studi geodetici in Italia.

Necr.: Rend. Lincei (5) 27, (1918), 336-345 (V. Reina).

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Giovanni PLANA

(1781-1864)


Nacque a Voghera (Pavia) da famiglia d'origine piemontese, l'8 - 11 - 1781 e morì a Torino il 20 - 1 - 1864.
Dal 1800 studiò all'Ecole Polyt. di Parigi ove ebbe, fra gli altri, come maestro L. Lagrange, di cui fu l'unico allievo italiano e di cui, più tardi, sposò una nipote. Rientrato in Italia, nel 1803 divenne professore alla Scuola d'artiglieria d'Alessandria e nel 1811, per suggerimento di Lagrange, fu nominato professore di Astronomia all'Università di Torino, in cui successivamente insegnò pure l'Analisi. Fu il vero fondatore dell'Osservatorio astronomico di Torino che, prima di lui, era solo un modesto annesso della cattedra d'Astronomia. Nella restaurazione sabauda e dopo i moti del 1821 non ebbe noie, anzi fu, più tardi, fatto barone e nominato membro del 1o Senato subalpino (1848).
Membro dell'Accademia delle Scienze di Torino dal 1811, suo vice presidente dal 1842 al '51 e presidente dal 1851 alla morte, ebbe larghi onori anche esteri, fra l'altro, una medaglia d'oro della R. Astronomical Society di Londra. Ebbe però fama di uomo orgoglioso e superbo ed è rimasta tristamente celebre la sua frase al giovane Schiaparelli: Di astronomi ve n'è uno in Piemonte e basta!. Coerentemente non formò alcun allievo.
Fino all'incirca al 1823 il P. fece attive osservazioni astronomiche, soprattutto di astronomia geodetica anche in collaborazione col Carlini di Milano. Poi si occupò quasi soltanto di questioni teoriche, di analisi, di Fisica matematica e, soprattutto, di meccanica celeste.
La sua fama è specialmente legata ai tre grossi volumi sulla Teoria della Luna che, cominciati in collaborazione col Carlini nel 1813, dopo un violento conflitto con questi, fu portata a termine dal solo Plana nel 1832. In essa si riesce - sulla base della sola legge di Newton - a dare una spiegazione sufficientemente precisa dell'intricato movimento del nostro satellite, fondandosi sulla quale possono calcolarsi delle effemeridi abbastanza precise di esso. Fu però osservato che i calcoli sono svolti in modo piuttosto pedestre, e che la monumentalità dell'opera dipende anche dal fatto che il P. non seppe avvalersi di tutte quelle semplificazioni, che già nello stato in cui si trovava la scienza ai suoi tempi, sarebbero state possibili.
Sul palazzo dell'Accademia delle Scienze di Torino una lapide ricorda che ivi il P. portò a termine la sua teoria della Luna e, nell'interno, vi è un busto dell'autore.
Una strada e una scuola di Torino sono a lui intitolate.

Bull. Boncompagni 19, 121-128 (S. Realis); Riv. Municipale Torino, ag. 1935 (L. Volta); ecc.

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Ottorino POMINI

(1882-1930)


Nacque a Solbiate Olona (Varese) il 23 - 4 - 1882 e morì il 15 - 3 - 1930 a Castellanza (Varese).
Laureato in ingegneria a Milano nel 1904. Industriale e libero docente di Costruzione di Macchine al Politecnico di Milano.
Autore di un metodo di calcolo degli ingranaggi e di alcuni testi sull'argomento e altri affini pubblicati presso Hoepli, Milano. Mecenate dell'Unione Matematica Italiana che conferisce periodicamente un premio a lui intitolato.

Necr.: Boll. UMI 9 (1930), 124.

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Francesco PORRO

(1861-1937)


Nacque a Cremona il 10 - 5 - 1861 e morì a Genova il 16 - 2 - 1937.
Dopo la laurea in fisica, conseguita nel 1882 a Pavia, entra all'Osservatorio astronomico di Brera come assistente. Nel 1887 passa all'Osservatorio di Torino in cui subito dopo, essendo morto il direttore Dorna, viene incaricato della direzione e dell'insegnamento dell'astronomia all'Università. Divenuto titolare nel 1896, nel 1901 passò all'Università di Genova ove poi sempre rimase, salvo un quinquennio in cui fu in missione in Argentina, quale direttore dell'Osservatorio di La Plata. Fu molto fascista e dannunziano.
Autore di vari lavori di astronomia, fra cui uno sulla riduzione delle osservazioni del Piazzi, si occupò molto del perfezionamento degli strumenti astronomico-geodetici.

Necr.: Boll. UMI 16 (1937), 168 (an.).

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Camillo POSSIO

(1913-1945)


Nacque a Torino il 30 - 10 - 1913 e morì ivi, sotto l'ultimo bombardamento aereo della guerra 1940-'45, il 5 - 4 - 1945.
Si laureò a Torino in ingegneria industriale nel 1936 e aeronautica nel '37, allievo del Panetti e di C. Ferrari. Assistente e libero docente di Aerodinamica al Politecnico di Torino. Morì, assieme con la madre, nell'ultima incursione aerea su Torino dell'ultima guerra.
Era uno dei più promettenti cultori italiani di Aerodinamica, e aveva mostrato di sapersi ben servire di mezzi matematicamente elevati per raggiungere risultati di effettivo interesse tecnico. Lasciò una ventina di lavori nella sua specialità.

Necr.: L'Aerotecnica 25 (1945), P. 57 (C. Ferrari).

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Pilo PREDELLA

(1863-1939)


Nacque a Mantova il 24 - 12 - 1863 e morì a Torino il 4 - 1 - 1939.
Laureatosi a Pavia nel 1888, entrò nelle scuole medie, insegnando da ultimo a Torino. Andò a riposo nel 1928.
Autore di un'ingegnosa costruzione della geometria non-archimedea, si occupò pure della classificazione delle omografie iperspaziali.

Necr.: Boll. UMI (2) I (1939), 191 (an.).

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Enrico PUCCI

(1848-1891)


Nacque a Lucca nel 1848 e morì a Firenze nel 1891.
Esordì come ufficiale di Marina, partecipando (da allievo ufficiale) alla guerra del 1866.
Nel 1869 s'iniziò agli studi geodetici con una campagna idrografica nell'Adriatico. Nel 1873 entrò all'Ist. Geografico Militare di Firenze. Nel 1880 fu nominato professore straordinario (ordinario nel 1886) di Geodesia all'Università di Roma.
Nel 1882-83 collaborò con G. Pisati in una celebre determinazione assoluta di gravità, a Roma. Morì prematuramente mentre era ancora nel pieno della sua attività scientifica.
La matematica italiana 1800-1950

Umberto PUPPINI

(1884-1946)


Nacque a Bologna il i 6 - 8 - 1884 e morì ivi, improvvisamente, il 21 - 5 - 1946.
Laureatosi in ingegneria a Bologna nel 1908, fu dapprima assistente di Fisica tecnica ed Elettrotecnica col Donati. Si dedicò poi all'Idraulica divenendo nel 1920 professore di questa disciplina alla Scuola d'Ingegneria di Bologna di cui fu poi direttore (1927-32).
Dopo l'avvento del fascismo fu Sindaco di Bologna (1923-26), Sottosegretario alle Finanze (1932-34), Ministro delle Comunicazioni (1934-35) ed ebbe anche altre importanti cariche. Le disimpegnò però senza faziosità e conservando indipendenza di giudizio. Contribuì all'assetto edilizio dell'Università di Bologna e, in ispecie, della sua Scuola d'Ingegneria.
I suoi contributi all'Idraulica concernono tutti i principali capitoli di questa disciplina e specialmente il calcolo delle reti di canali di bonifica, la teoria dei pozzi, i modelli elettrici ecc. Nel momento dell'improvvisa morte preparava un trattato d'Idraulica generale, rimasto incompiuto.
Fu uno dei fondatori dell'Unione Matematica Italiana e uno dei presidenti dell'Istitut. naz. per le Applicazioni del Calcolo.

Necr.: Boll. UM1 (3) I (1946), q9-70 (G. Supino).
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Michele RAJNA

(1854-1920)


Nacque a Sondrio il 28 - 10 - 1854 e morì a Teglio (Sondrio) il 29 - 9 - 1920. Fratello del noto filologo Pio Rajna.
Laureatosi a Pavia nel 1878, entrò subito all'Osservatorio di Brera ove fu allievo dello Schiaparelli. Nel '97 vinse il concorso per la cattedra d'Astronomia all'Università di Palermo ma rinunciò per non lasciare Milano. Nel 1903, in seguito ad altro concorso, fu nominato ordinario di Astronomia all'Università di Bologna, ove poi sempre rimase.
Accortosi subito dell'insufficienza dell'Osservatorio astronomico di Bologna (situato in una torre del palazzo universitario) si occupò efficacemente ma vanamente, anche a causa delle sue menomate condizioni fisiche (nevrastenia), di farlo trasportare su una collina nelle vicinanze della città, ciò che fu realizzato molto più tardi (intorno al 1933) con la costruzione della succursale di Lojano.
Si occupò specialmente di astronomia geodetica e dello studio del magnetismo terrestre in correlazione all'attività solare.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Bologna, ecc.

Necr.: Rend. Lincei (5) 301 (1921), 221-224 (A. Di Legge).

La matematica italiana 1800-1950

Amilcare RAZZABONI

(1855-1920)


Nacque a Modena, da Cesare R., il 3 - 3 - 1855 e morì a Bologna il 15 - 11 - 1920. Laureatosi a Pisa, fu ivi assistente di U. Dini. Passò poi nelle scuole medie, insegnando dapprima a Pisa e poi al Liceo L. Galvani di Bologna.
Autore di alcuni lavori di geometria differenziale in cui, fra l'altro, studiò certe speciali trasformazioni di superfici che taluni chiamano di Razzaboni.
Membro ben. dell'Acc. delle Scienze di Bologna.

Necr.: Atti Acc. Sci. Bologna 1920-21 (S. Pincherle).

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Cesare RAZZABONI

(1827-1893)


Nacque a S. Felice sul Panaro (Modena) il 19 - 5 - 1827 e morì abologna il 28 - 7 - 1893.
Laureatosi in matematica a Modena nel 1849, dal 1851 insegnò all'Università di Modena, prima Cosmografia e Trigonometria sferica, poi (1854) Idraulica e infine (1866-71) Meccanica razionale. Nel 1871 passò all'Università di Roma ma non vi rimase molto e, dopo aver oscillato per qualche tempo fra Roma e Bologna, si stabilì definitivamente in quest'ultima sede, fondandovi nel 1877 la Scuola d'Ingegneria, che diresse sino alla morte. Fu anche deputato al Parlamento per la XXIII legislatura.
Il R. fu soprattutto un valente idraulico che collaborò a importanti lavori di bonifica in Emilia e Romagna.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Bologna, ecc.

Necr.: Elogio storico di F. CAVANI, 126 pp. (Bologna, 1899).

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Savino REALIS

(1818-1886)


Nacque a Torino il 18 - 10 - 1818 e morì ivi il 9 - 2 - 1886.
Laureatosi in ingegneria a Torino nel 1839, nel 1840-44 fece un corso di perfezionamento a Parigi. Fu ingegnere del Genio Civile addetto alle strade ferrate, dirigendo importanti lavori ferroviari in Piemonte. Dopo il 1851 andò a riposo attendendo a studi teorici rimasti, in parte, inediti.

Necr.: Atti Acc. Sci. Torino 21 (1886), 549-551 (A. Genocchi).

Vincenzo REINA

(1862-1919)


Nacque a Como, da famiglia patrizia, il 22 - 11 - 1862 e morì in Roma il 9 - ii - 1919.
Laureatosi in matematica a Pavia nel 1885, nel 1887 divenne assistente di Geodesia a Roma, sotto il Pucci e, dopo la morte di questi, predispose per la pubblicazione le sue celebri determinazioni e del Pisati della gravità assoluta in Roma. Nel 1891 subentrò al suo maestro nella cattedra di Geodesia alla Scuola d'Ingegneria di Roma, che mantenne sino alla precoce morte dovuta, forse, a postumi di febbri malariche contratte durante le campagne geodetiche a cui partecipò.
Lasciò una sessantina di pubblicazioni di cui le più notevoli riguardano le anomalie della gravità in Italia, specie lungo il meridiano di Roma.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Torino, ecc.

Necr.: Rend. Lincei (5) 29, (1920), 290-301 (L. De Marchi); Rend. Sem. Mat.Roma 6 (1919-20), 14-31 (G. Cassinis).

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Lorenzo RESPIGHI

(1824-1889)


Nacque a Cortemaggiore (Piacenza) il 7 - 10 - 1824 e morì a Roma il 10 - 12 -1889.
Nel 1847 si laurea in filosofia e matematica a Bologna ove, due anni dopo, diviene sostituto di Meccanica ed Idraulica all'Università. Nel 1851 viene nominato ivi professore titolare di Ottica ed Astronomia e nel '55 assume la direzione dell'annesso Osservatorio astronomico. Nel '66 passò all'Università (allora ancora papale) di Roma, assumendo la direzione dell'Osservatorio del Campidoglio che, confermato nel 1872 dal governo italiano, tenne sino alla morte.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e di molte altre, della R. Astr. Società di Londra, ecc.
Autore di una novantina di pubblicazioni astronomiche e talune meteorologiche.
La sua teoria della scintillazione delle stelle fu considerata come la più soddisfacente che fosse data. Pioniere nell'uso di un prisma obbiettivo nella spettroscopia stellare.

Necr.: Rend. Lincei (4) 61 (1890), 106-110 (P. Tacchini); Nature 41, p. 254 (W. T. Lynn).

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Virginio RETALI

(1853-1930)


Nacque a Masciana Marina (Livorno) il 24 - 1 - 1853 e morì a Milano il 5 - 5 - 1930.
Laureatosi a Pisa nel 1874, entrò nelle scuole medie insegnando, da ultimo, al Liceo C. Beccaria di Milano.
Autore di vari lavori pubblicati specialmente nei Rend. dell'Acc. di Bologna. Collaboratore dell'Enciclopedia delle Matematiche Elementari. Premio ministeriale dell'Acc. dei Lincei (1889).
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Gaetano RIBONI

(1854-1932)


Nacque il 15 - 8 - 1854 e morì il 24 - 2 - 1932.
Laureatosi in matematica a Pavia nel 1878, fu per oltre 40 anni professore di Ist. Tecnici, da ultimo al Cattaneo di Milano.
Autore di alcuni testi scolastici fu, per due anni, presidente della Sez. di Milano della Mathesis.

Necr.: Period. di Mat. (4) 12 (1932), 187-188 (S. Piazza).

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Pietro RICCARDI

(1828-1898)


Nacque a Modena il 4 - 5 - 1828 e morì ivi il 30 - 9 - 1898.
Laureato in matematica, a Bologna, nel 1848 e nel 1851 in ingegneria fu dapprima ufficiale del Genio. Nel 1859 fu nominato professore di Geodesia nell'Università di Modena donde, nel 1877, passò alla Scuola d. Ingegneri di Bologna, ritirandosi dall'insegnamento nel 1888.
Socio delle Accademia di Modena, Bologna, ecc.
Il R. fu soprattutto uno storico della matematica, e la sua Biblioteca matematica italiana (1870-91), cui dedicò 25 anni d'indefesso lavoro, contiene indicazioni accurate su oltre 8000 opere matematiche italiane a tutto il secolo XVIII. Anche notevole la sua Storia della geodesia in Italia a cui lavorò dal 1865 al 1889.

Necr.: Boll. st. sci. mat. (Loria) 2 (18@9), 23-29 (Pantanelli).

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Gregorio RICCI CURBASTRO

(1853-1925)


Nacque a Lugo (Ravenna) il 12 - 1 - 1853 e morì a Bologna il 6 - 8 - 1925.
Studiò nelle Università di Roma, Bologna e Pisa, laureandosi nel 1875 in quest'ultima, ove fu poi assistente del Dini. Dopo anche un periodo di perfezionamento in Germania, sotto F. Klein, nel 1880 divenne professore straordinario di Fisica matematica all'Università di Padova, ove dieci anni dopo passò ordinario di Algebra. Gli fu due volte negato (1887 e 1901) il premio Reale dell'Acc. dei Lincei.
Socio dell'Accademia naz. dei Lincei e di altre accademie fu pure cons. prov. di Lugo e cons. comunale e assessore (di parte cattolica) a Padova. Il Liceo scient. di Lugo è intitolato al suo nome.
Il principale merito scientifico del R. C. è l'invenzione (con la collaborazione del suo allievo Levi-Civita) del Calcolo differenziale assoluto (1900) che costituì più tardi uno strumento indispensabile per la formulazione della teoria generale della Relatività. Prima però di tale affermazione il nuovo metodo, di cui venivano indicate solo applicazioni dominabili anche per altre vie, non incontrò molto favore, e ciò spiega l'insuccesso del R. C. nei due premi Reali. Oggi il Calcolo del Ricci si è fuso col calcolo tensoriale, svincolando quest'ultimo dall'uso esclusivo delle coordinate cartesiane.
Lasciò una sessantina di lavori fra cui anche un paio di carattere tecnico-pratico: su progetti di opere idrauliche interessanti la regione di Lugo.

Necr.: Memorie Lincei (6) 1 (1926), 555-564 (T. Levi-Civita); Onoranze a cura del Liceo Scient. Gregorio Ricci C. di Lugo (Faenza, 19-54). Questo fasc. contiene, fra l'altro, discorsi commemor. di B. Finzi e F. Severi.

Opere: a cura dell'UMI, 2 voll. (Roma, 1956-57).

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Annibale RICCO'

(1844-1919)


Nacque a Modena il 14 - 9 - 1844 e morì a Roma il 23 - 9 - 1919.
, Nel 1868 si laurea in ingegneria al Politecnico di Milano e in scienze naturali all'Università di Modena, ove rimase un decennio come insegnante di matematica e poi di fisica all'Ist. Tecnico, assistente all'Osservatorio meteorologico e anche incaricato di Mineralogia all'Università. Nel 1878, in seguito a concorso, divenne professore di Fisica tec. alla Scuola d'Ingegneria di Napoli donde, due anni dopo, passò a Palermo, lavorando anche all'Osservatorio astronomico, di cui nel 1889-90, dopo la morte di G. Cacciatore, (1889), fu direttore incaricato. Nel 1890 fu chiamato, per chiara fama, a coprire la nuova cattedra di Astrofisica (unica in Italia) istituita all'Università di Catania, e alla direzione degli osservatori dell'Università ed Etneo, che conservò sino alla morte.
Fu Preside di Facoltà e rettore dell'Università di Catania, Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, dell'Acc. Gioenia (che presiedé dal i 898 alla morte) e di molte altre, socio e vice presid. dell'Unione astronomica internazionale, ecc. L'osservatorio astronomico di Catania è intitolato al suo nome e decorato di un suo busto.
Il R. fu, nel contempo, un astronomo ed un geofisico illustre. Come astronomo il suo nome resta particolarmente legato all'opera internazionale per l'atlante e il catalogo fotografico del cielo, a cui l'Italia partecipò (a prescindere dalla Specola vaticana) col solo osservatorio di Catania. Fece anche opera di pioniere nello studio sistem. dell'attività solare constatando, fra l'altro, che le protuberanze solari seguivano la stessa legge di periodicità delle macchie. Come geofisico si occupò principalmente di meteorologia e di fenomeni tellurici e quando la morte lo colse quasi improvvisamente in Roma si accingeva a partecipare ad una comm. ministeriale per le costruzioni antisismiche.
Oratore brillante e scrittore facile, lasciò più di 350 pubblicazioni.

Necr.: Annuario Università Catania pel 1922-23, 12 pp. (G. A. Favaro), Boll.Acc. Gioenia (4) 3 (1955 sic!), 13-25 (G. Abetti).

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Cesare RIMINI

(1882-1960)


Nacque a Mantova il 18 - 2 - 1882 e morì a Bologna il 10 - 4 - 1960.
Si laureò in matematica a Pisa, da allievo di quella Scuola Norm. Superiore, nel 1902 e in ingegneria a Bologna nel 1907. Subito dopo la prima laurea restò a Pisa con un posto Lavagna e fu assistente di Algebra e incaricato di Teoria dei Numeri alla Se. Normale. Poi, dopo la seconda laurea, si diede per un ventennio all'attiv. professionale come ingegnere. Riavvicinatosi agli studi teorici, pubblicò, nel 1934, un apprezzato trattato di Radiotecnica Generale ed insegnò in ist. privati e, come incaricato, nella Università di Bologna. Negli ultimi anni pubblicò anche dei testi di Analisi, frutto di sue meditazioni durante il forzato ozio del periodo (1938-45) delle persecuzioni antisemite. Lasciò inoltre una ventina di altri lavori di matematica pura e di elettrotecnica.
Fu socio dell'Acc. delle Scienze di Bologna e uno dei soci fond. dell'U.M.I.
Necr.-- Boll. UMI (3) 15 (1960), 349-351 (L. C.).
Scipione RINDI (1859-1952).
Nacque a Lucca il 29 - 10 - 1859 e morì a Montecatini (Pistoia) il 23 - 2 - 1952.
Si laureò a Pisa nel 1881 e fu allievo di quella Scuola Normale, in cui fu condiscepolo di C. Somigliana e V. Volterra. Fu amico fraterno di M. Pieri. Entrato subito dopo nell'insegnamento medio, chiuse la carriera nell'Ist. Tecnico di Lucca.
Pubblicò una ventina di lavori prevalentemente di geometria, ma la sua opera maggiore: una personale ricostruzione della geometria dello Steiner, è rimasta manoscritta. Molto ricco, s'interessò pure di arte e letteratura e fu un poliglotta eccezionale e un buon musicista.

Necr.: Atti Acc. Lucchese (2) 10 (1959), 5-12 (L. Campedelli).

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Michele RINONAPOLI

(1818-1907)


Nacque a Napoli il 18 - 2 - 1818 e morì ivi il 10 - 9 - 1907.
Astronomo e geodeta. Dal 1839 lavorò nell'Osservatorio di Capodimonte e in quello di Marina di Napoli. Libero docente di Geodesia in quell'Università. Lasciò alcuni lavori nella sua specialità.
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Paolo ROSA

(1825-1874)


Nacque a Civita Castellana (Viterbo) il 23 - 6 - 1825 e morì a Roma l'11 - 7 - 1874.
Gesuita e astronomo, fu assistente del Secchi all'Osservatorio del Collegio Romano. Fu anche all'estero: in Inghilterra e negli Stati Uniti d'America.
Autore di una ventina di lavori di argomento astronomico.

Necr.: Bull. Boncompagni 8 (1875), 305-320 (F. Marchetti).

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Carlo ROSATI

(1876-1929)


Nacque a Livorno il 24 - 4 - 1876 e morì a Pisa il 19 - 8 - 1929.
Laureatosi a Pisa nel 1897, allievo di quella Scuola Normale Superiore, fu dapprima (1897-99) assistente del Dini per l'analisi infinitesimale Poi insegnò per 24 anni nelle scuole medie, da ultimo all'Ist. Tecnico di Pisa, finché nel 1923, in seguito ad un concorso per Parma, fu nominato professore di Geometria descrittiva e proiettiva all'Università di Pisa, ove rimase sino alla prematura, improvvisa morte.
Autore di una ventina di lavori prevalentemente di geometria algebrica, fra cui prevalgono quelli dedicati alla classificazione dei corpi di funzioni abeliane.

Necr.: Boll. Mat. Conti 8 (1929), 121-128 (L. Puccianti e Gaet. Scorza).

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Vincenzo Antonio ROSSI

(1807-1863)


Nacque a Napoli il 29 - 1 - 1807 e morì ivi nel primo semestre del 1863.
Fu professore di Algebra e di geometria analitica e descrittiva negli istituti militari di Napoli.
Autore di una ventina di lavori di geometria delle superfici, di idraulica, ecc.
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Raffaele RUBINI

(1817-1890)


Nacque a Brindisi il 20 - 10 - 1817 e morì ivi il 13 - 4 - 1890.
Nel 1844 si laurea in matematica e in architettura nell'Università di Napoli, ove era stato allievo di F. Padula. Dopo aver insegnato nel Collegio militare di Napoli e nel Liceo di Lecce, nel '49 dové ritirarsi per ragioni politiche ed insegnò privatamente per un decennio. Nel 1859 fu nominato professore di Meccanica razionale alla Scuola di Marina di Napoli donde, nel 1861 passò all'Università ove, poco tempo dopo, assunse l'insegnamento per lui più congeniale dell'Algebra. Nel 1870 fu colpito da disturbi nervosi che lo costrinsero a passare la maggior parte del tempo nella nativa Brindisi, pur restando, nominalmente, professore di Algebra a Napoli fino al 1886.
La produzione scientifica del R. è scarsa, ma fu un buon trattatista pubblicando delle opere, notevoli pel suo tempo, di Geometria analitica, Algebra, Calcolo e Teoria delle forme, in parte tradotte anche in spagnuolo.
Socio dell'Acc. delle Scienze e della Pontaniana di Napoli. In Brindisi è a lui intitolata una strada.

Necr.: Rend. Acc. Sci. Napoli (4) 2 (1890), 134-135 (G. Torelli).
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Ferdinando P. RUFFINI

(1823-1908)


Nacque a Reggio Emilia il 10 - 4 - 1823 e morì a Bologna l'8 - 1 - 1908.
Dianzi professore a Modena, fu ordinario di Meccanica razionale all'Università di Bologna, di cui fu anche rettore per un quadriennio.
Lasciò un'ottantina di lavori concernenti la sua specialità (fra l'altro, studiò dei poligoni funicolari a lati rigidi) nonché questioni varie di geometria analitica e differenziale, pubblicati in gran parte negli atti dell'Accademia di Bologna, di cui fu anche presidente nel 1885-'88.

Necr.: Rend. Acc. Sci. Bologna (2) 12 (1907-o8), 153-168 (S. Pincherle).

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Enrico RUFINI

(1890-1924)


Nacque a Rocca di Papa (Roma) il 26 - 11 - 1890 e morì a Roma il 3 - 11 -1924.
Fu professore di scuole medie, da ultimo al Liceo T. Tasso di Roma e membro della R. Commissione Vinciana.
Cultore di storia delle Matematiche curò, per incitamento di F. Enriques, un'edizione del Metodo di Archimede.

Necr.: Raccolta Vinciana del dicem. 1925.

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Paolo Ballada di SAINT-ROBERT

(1815-1888)


Nacque a Verzuolo (Cuneo) da nobile famiglia il 10 - 6 - 1815 e morì a Torino il 21 - 11 - 1888.
Dapprima ufficiale d'artiglieria, nel 1857, da tenente colonnello, lasciò il servizio per dedicarsi alla scienza, fruendo del largo censo di cui disponeva. Autore di una quarantina di lavori di vario argomento, ma soprattutto di balistica che nel 1872-74 ripubblicò a sue spese nelle sue Mémoires scientifiques réunis. Si occupò anche di scienze naturali e fu un appassionato alpinista. Nel 1857 propose la fabbricazione di uno strano cannone ricurvo a proietto lenticolare, che si rivelò irrealizzabile.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Torino, ecc.

Necr.: Rend. Lincei (4) 51 (1889), 243-247 (F. Siacci).

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Nicola SALVATORE DINO

(1843-1919)

Nacque a Torre Annunziata (Napoli) il 12 - 11 - 1843 e morì a Portici (NapoU) il 2 - 2 - 1919.
Fu coadiutore di Achille Sannia nella sua celebre scuola privata. A partire dal 1862 insegnò nelle scuole medie, da ultimo al Liceo Umberto I di Napoli. Intorno al 1882 fu nominato professore di Geometria (prima di Proiettiva, poi di Analitica) all'Università di Roma donde, nel 1886, passò a quella di Napoli, da cui non più si mosse.
La sua produzione scientifica è scarsa e di modesto livello, ma fu un insegnante scrupoloso ed efficace.
Socio dell'Accademia delle Scienze e della Pontaniana di Napoli.

Necr.: Rend. Acc. Sci. Napoli (3) 25 (1919), 21-23 (G. Torelli).
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Achille SANNIA

(1823-1892)


Nacque a Campobasso il 22 - 4 - 1823 e morì a Napoli l'8 - 2 - 1892.
Dal 1856 diresse in Napoli una scuola privata di matematica che, prima del '60, ebbe maggior prestigio ed efficienza dell'Università. In essa ebbe a suoi collaboratori, fra gli altri, E. D'Ovidio e N. Salvatore-Dino. Nel 1865, chiuso lo studio privato, passò ad insegnare Geometria proiettiva all'Università. Ebbe varie cariche pubbliche, fra cui quella di Deputato al Parlamento pel collegio di Morcone (Benevento). Nel 1890 fu nominato Senatore del Regno.
Le sole pubblicazioni scientifiche del S., che fu soprattutto un valente maestro, sono un trattato di Geometria proiettiva e un assai noto trattato di Geometria elementare in collaborazione col suo allievo E. D'Ovidio.
Socio dell'Accademia delle Scienze e della Pontaniana di Napoli. Un suo busto è conservato> nella Scuola d. Ingegneri di Napoli.

Necr.: Rend. Circ. Mat. Palermo 6 (1892), 48-51 (G. Torelli).

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Gustavo SANNIA

(1875-1930)


Nacque in Napoli da Achille (v.) il 13 - 5 - 1875 e morì ivi il 21 - 12 - 1930.
Laureatosi a Napoli nel 1900, dal 1902 al 1915 e dal 1919 al '22 fu a Torino come assistente dello zio E. D'Ovidio e di G. Fubini, indi come professore incaricato. Nel 1915-19 insegnò, come incaricato, all'Università di Cagliari e nel 1922-23, vinto il concorso, come straordinario all'Università di Modena. Nel 1924 fu chiamato a Napoli, ove rimase sino alla prematura morte.
I suoi principali contributi riguardano la Geometria differenziale dello spazio rigato e la geometria proiettiva, nonché alcuni metodi di sommazione delle serie. Fu insegnante molto efficace.
BOLL. UMI, 10 (1931), 181-182 (G. Scorza).

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Giovanni SANTINI

(1787-1877)


Nacque a Caprese (Arezzo) il 29 - 1 - 1787 e morì a Noventa Padovana il 26 - 6 - 1877.
Dopo breve permanenza all'Osservatorio di Brera, già nel 1806 entrò nell'Osservatorio di Padova in cui doveva rimanere per tutta la vita e di cui fu direttore per sessant'anni (1817-1877) dandogli grande lustro, sia come importantissimo centro di studi astronomici, sia come massima fucina degli astronomi italiani.
I suoi personali contributi, contenuti in circa 300 pubblicazioni, riguardano svariate questioni di astronomia teorica e pratica e, in ispecie, il calcolo di orbite di asteroidi e di comete, p. es. di quella di Biela, sdoppiatasi nel 1846 e poi dissolutasi. Pubblicò vari cataloghi stellari che molto contribuirono alla fama internazionale dell'Osservatorio di Padova, che riusc; a condurre a termine nonostante la prematura morte di alcuni dei suoi migliori collaboratori e, in particolare, del Trettenero.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei ecc.

Necr.: Trans. Lincei (3) 2 (1877-78), 15-22 (Q. Sella); v. pure G. SILVA, Pubbl. Osservatorio Padova, n. 98 (1950).
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Antonio SAPORETTI

(1821-1900)


Nacque a Ravenna il 13 - 7 - 1821 e morì a Bologna il 20 - 2 - 1900.
Fu socio dell'Acc. delle Sci. di Bologna nelle cui Memorie pubblicò alcuni (modesti) lavori di astronomia.
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Francesco SBRANA

(1891-1958)


Nacque a Portoferraio (Is. d'Elba) il 10 - 6 - 1891 e morì a Genova il 23 - 10 - 1958.
Laureatosi a Genova nel 1914, fu ivi assistente di Meccanica razionale con 0. Tedone. Dopo la tragica morte di questi (1922) fu incaricato di quell'insegnamento, di cui, in seguito a concorso, divenne titolare nel 1931, conservandolo sino alla morte.
Autore di vari lavori di analisi, di geometria e, specialmente, di meccanica razionale e di fisica-matematica Fra l'altro, caratterizzò i moti di un fluido perfetto dipendenti da due sole coordinate e si occupò delle deformazioni di una sfera elastica (Terra) sotto l'azione di forze newtoniane. Si occupò pure di calcolo simbolico, nell'indirizzo di Giorgi.

Necr.: Boll. UMI (3) 13 (1960), 618-620 (D. Graffi).

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Umberto SBRANA

(1882-1942)


Nacque a Pisa il 2 - 3 - 1882 e morì a Genova il 17 - 11 - 1942. Fratello di Francesco S. (v.).
Allievo della Scuola Normale di Pisa, si laureò ivi nel 1903 e, dopo aver fruito di un posto di perfezionamento Lavagna, dal 1904 al 1906 fu assistente di U. Dini per l'analisi infinitesimale. Insegnò poi nelle scuole medie, ultimamente all'Ist. Tecnico di Genova, ove fu anche bibliotecario presso la Bibl. Universitaria.
Autore di vari lavori di geometria differenziale.
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Umberto SCARPIS

(1861-1921)


Nacque a Padova nel 1861 e morì a Bologna il 27 - 12 - 1921.
Laureato a Padova nel 1884, entrò nelle scuole medie insegnando, da ultimo, al Liceo Minghetti di Bologna, ove era pure libero docente di Algebra all'Università. Valente insegnante, non tralasciò del tutto gli studi superiori occupandosi, fra l'altro, di teoria dei numeri e dei gruppi. Autore di un articolo sui numeri primi nei Collectanea dell'Enriques.

Necr.: Period. di Mat. (4) 2 (1922), 219-220 (an.).

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Giovanni V. SCHIAPARELLI

(1835-191O)


Nacque a Savigliano (Cuneo) il 14 - 3 - 1835 e morì a Milano il 4 - 7 - 1910.
Laureatosi in ingegneria a Torino nel 1854, tentò di dedicarsi all'Astronomia col Plana ma fu ributtato da questi (che pur era stato suo maestro) con la famigerata frase: en Piémont il y avail un astronomi et c'étail assez. Per intercessione di altri suoi maestri ottenne però una borsa di perfez. all'estero e lavorò per 2 anni e mezzo a Berlino sotto Encke e per un anno a Pulkovo (Russia) sotto 0. Struve. Tornato nel 1860 in Italia, entrò Come 2o astronomo all'Osservatorio di Brera, vi scopre subito il pianetino Hesperia e 2 anni dopo, morto il Carlini, a soli 27 anni gli successe nella direzione, che tenne ininterrottamente sino al 1910.
Fu Senatore del Regno, socio dell'Acc. Naz. dei Lincei e di una settantina di altre acc. italiane ed estere. Ebbe il premio Lalande dell'Acc. di Parigi, una med. d'oro della Roy. Astron. Società di Londra, ecc.
Lo S. fu il maggiore astronomo italiano del secolo, nonostante che, al Boccardi che lo aveva chiamato grande astronomo, rispondesse con non frequente modestia: Di astronomi veramente grandi nel secolo nostro, io non conosco che Gauss, Bessel e Guglielmo Struve e, se vuole, Le Verrier e Secchi. Uno dei suoi meriti principali fu di essere stato, assieme col Secchi, uno dei pionieri dell'astrofisica, in un'epoca in cui la sola astronomia generalmente apprezzata era quella di posizione, in cui, del resto, lo S. eccelse del pari. Altro suo merito grandissimo è di avere apportato un contributo essenziale alla spiegazione degli sciami di stelle cadenti, quali detriti di comete in via di disfacimento. Pure molto notevoli i suoi diligenti ma anche intelligenti studi di storia dell'astronomia, rimasti, in parte, interrotti dalla morte. Invece le sue celebri osservazioni sui canali di Marte, nonché sull'aspetto della superficie di altri pianeti, vengono oggi considerate come dovute, in gran parte, a delle illusioni ottiche.
Le sue numerosissime pubblicazioni, assieme a qualche inedito, sono riprodotte negli 11 voll. di sue opere a cura dell'Osservatorio di Brera, nonché (quelle divulgative) in un vol. curato da L. Gabba.

Necr.: Rend. Lincei (5) 19 II (191O), 528-555 (G. Celoria); Rend. Semin. Milano 9 (1935), 87-III (E. Bianchi) ecc.

Opere a cura dell'Osservatorio di Brera, 11 voll. (Milano, Hoepli, 1929-43).

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Federico SCHIAVONI

(1810-1894)


Nacque a Manduria (Lecce) il 6 - 10 - 1810 e morì a Napoli il 5 - 3 - 1894.
Nel 1835 fu nominato ingegnere topografo nell'Ufficio topografico militare di Napoli ove, nel 1856, divenne professore di Astronomia e Geodesia. Cooperò a importanti lavori geodetici nell'ex-regno di Napoli. Nel 1860 divenne professore di Geodesia all'Università di Napoli.
Autore di uno dei primi trattati italiani di geodesia (1869) e di una ventina di altre pubblicazioni in argomento.

Necr.: Atti Acc. Pontaniana 24 (1894), 5 PP. (N. Jadanza).

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Maria josepha (de, von) SCHWARZ

(1909-1957)


Nacque a Trieste (ove il padre era ufficiale della Marina austroungarica) il 2 - 8 - 1909 e morì, suicida, a Roma il 18 - 7 - 1957.
Si laureò a Monaco di B. in legge e in matematica (nel 1933) e fu ivi, per qualche tempo, assistente di C. Caratheodory (1873-1950). Ebbe poi vita difficile e randagia mal sopportando le dittature dell'epoca. Dopo l'ultima guerra, lavorò per qualche tempo per l'aeronautica francese (ONERA) finché, nel 1949, il Picone la fece venire a Roma nel suo Ist. per le Applicazioni del Calcolo, in cui prestò utilissima opera. Era pure divenuta libero docente di Fisica matematica all'Università. Autrice di pregevoli lavori sul Calcolo delle variazioni (principalmente pubblicati nei Math. Annalen col nome di von Schwarz) e di Fisica matematica Collaborò col Krall ad un manuale sulle volte cilindriche sottili, uscito poco dopo la sua tragica morte.

Necr.: Boll. UMI (3) 12 (1957), 732-734 (D. Caligo).

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Gaetano SCORZA

(1876-1939)


Nacque a Morano Calabro (Cosenza) il 29 - 9 - 1876 e morì a Roma il 6 - 8 - 1939.Padre del mat. Giuseppe S.-Dragoni.
Laureatosi a Pisa nel 1899, fu per un anno assistente all'Università di Torino e poi di nuovo a Pisa. Passato nel 1902 nelle scuole medie, vi insegnò per un decennio finché, nel 1912, in seguito a concorso, fu nominato professore di Geometria proiettiva e descrittiva all'Università di Cagliari donde, subito dopo, passò a Parma ove rimase sino al 1916. Dal 1916 al 1921 insegnò geometria analitica a Catania, donde passò a Napoli e nel 1934 a Roma, ove rimase sino alla morte.
Fu socio dell'Accademia naz. dei Lincei e di altre, membro del Cons. Superiore della P. Istruzione (1923-32) ecc. Poche settimane prima della morte era stato nominato Senatore del Regno.
Era uomo di grande dirittura morale, di ampia cultura (anche filosofico-letteraria) e di aspetto e modi altamente signorili che attiravano su di lui generale stima e larghe simpatie.
Le sue ricerche più importanti riguardano le matrici da lui dette di Riemann, cioè le matrici costituite dai possibili periodi indipendenti di una funzione abeliana. In connessione con ciò fu condotto allo studio dei numeri ipercomplessi, e il suo volume del 1921: Corpi numerici e algebre, contribuì molto a destare anche in Italia interesse per questi studi.

Necr.: Boll. UMI (2) 1 (1939), 401-408 (L. Berzolari); Annali di Mat. (4) 20 (1941), 1-20 (F. Severi).

Opere: A cura dell'U.M.I. in 3 voll. di cui (196l) 2 pubbl. (Roma, Cremonese, 1960).

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Angelo SECCHI

(1818-1878)


Nacque a Reggio Emilia il i 8 - 6 - 1818 e morì in Roma il 26 - 2 - 1878.
Entrato nel 1833 fra i gesuiti, studiò a Roma, nelle scuole della Compagnia, e già nel 1841 insegnava matematica e fisica nel Collegio di Loreto. Nel 1844 tornò a Roma per completare i suoi studi teologici, ma li aveva appena ultimati ed era stato appena ordinato sacerdote che dové partire di nuovo, a causa dell'espulsione dei gesuiti da Roma nel 1848. Fu così, per qualche tempo, a Stonyhurst in Inghilterra e a Georgetown negli Stati Uniti, ove frequentò l'Osservatorio Navale degli U.S.A., allora diretto dall'idrografo F. M. Maury, di cui divenne amico. Nel 1849, tolto il bando ai gesuiti, tornò a Roma, assumendo la direz. dell'Osservatorio del Collegio Romano, il cui precedente direttore De Vico era morto in esilio. E tale direzione tenne fino alla morte, nonostante che, dopo il 1870, i gesuiti fossero stati allontanati di nuovo dal Collegio Romano, essendo stata fatta - per interessamento di Q. Sella e di altri - una speciale eccezione per lui, considerati i suoi meriti astronomici.
Il S. fu un precursore dell'astrofisica, e particolarmente dello studio del sole e degli spettri delle stelle, di cui è dovuta a lui la prima classificazione che, nelle sue grandi linee, è tuttora in vigore. Iniziò pure lo studio della superficie dei pianeti e, in ispecie, di Marte, per cui fu lui il primo a parlare di canali. Anche notevoli i suoi contributi alla meteorologia e alla geodesia. Fondò, assieme al Tacchini, le Memorie della Società degli spettroscopisti italiani, ora divenute le Mem. della Società astronomica italiana : il principale periodico di astronomia italiano.
La sua opera principale: Le Soleil fu pubblicata a Parigi nel 1875-77.

Necr.: Mem. Acc. Nuovi Lincei 4 (1888), 41-106 (C. Bricarelli); E. MILLOSEVICH, Commem. del P. Angelo Secchi (Roma, Tip. Lincei, 1903); ecc.

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Corrado SEGRE

(1863-1924)


Nacque a Saluzzo (Cuneo) il 20 - 8 - 1863 e morì a Torino il 18 - 5 - 1924.
Si laureò in matematica nel 1883 nell'Università di Torino, in cui si svolse l'intera sua carriera, prima (1883-'88) come assistente di E. D'Ovidio e di G. Bruno, poi, a partire dal 1888, come professore di Geometria superiore.
L'opera di C. S., come scienziato e come Maestro, è parte viva e integrante di quel rigoglioso sviluppo delle discipline geometriche, che si è affermato in Italia, dalla metà del secolo scorso in poi, con un poderoso crescendo, e sorpassando di gran lunga, in taluni campi, i contributi di ogni altro paese (G. Fano).
L'opera personale del S. si è esplicata principalmente nella geometria proiettiva degli iperspazi e nella prima fase della geometria algebrica: quella sulle curve, nonché nei primi sviluppi della geometria proiettivo-differenziale. Tuttavia, per quanto importanti siano stati i suoi personali contributi a queste teorie, ancora più notevole fu la sua diuturna, impareggiabile opera di Maestro che, per oltre un trentennio, si estese ben oltre Torino e gli assicurò un'universalmente riconosciuta posizione di caposcuola della geometria italiana, i cui maggiori cultori, anche del periodo successivo (Castelnuovo, Enriques, Severi, ...), furono tutti, direttamente o indirettamente, suoi allievi.
Il nome del S. resta legato all'invariante (birazionale) di Zeuthen-Segre delle superfici algebriche e alle tangenti e linee di Segre nella geometria proiettivo-differenziale delle superfici.
Lasciò un centinaio di pubblicazioni fra cui un notevolissimo Articolo sulla geometria pluridimensionale nell'Encyklopädie der mathematischen Wissenschaften e una trentina di quaderni manoscritti (rimasti inediti, tranne uno) rispecchianti i corsi che aveva man mano svolti all'Univ. di Torino.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Torino e di molte altre ital. e straniere, nel 1898 divise col Volterra il premio reale dei Lincei. Nel 1928 la Facoltà di scienze di Torino appose, su una parete del palazzo universitario di via Po, un ricordo marmoreo di lui (lapide con medaglione) che andò distrutto nei bombardamenti aerei del 1943. Una via di Torino porta il suo nome.

Necr.: Rend. Lincei (5) 331, (1924), 353-359 (G. Castelnuovo); Boll. UMI 6 (1927), 276-289 (H. F. Baker); ecc.

Opere: a cura dell'Un. Mat. Ital. 4 voll (2 pubblicati nel 1961).

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Ermanno SENIGAGLIA

(1889-1916)


Nacque il 16 - 5 - 1889 e morì in guerra (Trentino) il 31 - 5 - 1916.
Laureatosi in matematica a Padova nel 1910, passò subito ad insegnare nelle scuole medie, da ultimo a Venezia.
Mandato al fronte nella guerra 1915-18 quale sottoten. di complemento del Genio, fu ucciso nell'offensiva austriaca del 1916 nel Trentino.
Lasciò alcune Note didattiche e un lavoro incompiuto di metodologia matematica.

Necr.: Periodico di Mat. 31 (1915-16), 287-88 (P. Cattaneo).
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Carlo SERENI

(I786-1868)


Nacque a Sabbioncello (Ferrara) il 3 - 2 - 1786 e morì a Roma il i3 - 7 - 1868.
Ingegnere, dal 1811 al '13 collaborò alla fortificazione di Venezia e nel 1813 e 1814 partecipò alle campagne napoleoniche di quegli anni. Nel 1817, quale ingegnere pontificio, fu incaricato dell'insegnamento della Geometria descrittiva all'Università di Ferrara e, a partire dal 1819, alla Scuola degli Ingegneri di Roma. Nel 1821 ottenne ivi la cattedra di Igrometria e Geodesia, che conservò sino alla morte.
Autore di un trattato di geometria descrittiva (1826), di uno di geodesia (1829) ecc. nel 1845 pubblicò una memoria Sulla curvità delle superficie che, nonostante alcune oscurità, permette di considerarlo come un precursore di Gauss nella concezione della curvatura totale di una superficie.

V. R. PERASSI, C. S. e la teoria della curvatura delle superficie, Period. di Mat. (4) 17 (1937), 14-24.

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Carlo SEVERINI

(1872-1951)


Nacque ad Arcevia (Ancona) il 10 - 4 - 1872 e morì a Pesaro l'11 - 5 - 1951.
Laureatosi nel 1897 all'Università di Bologna, rimase ivi sino al 1900 come assistente del Pincherle. Insegnò poi nelle scuole medie finché, nel 1906, divenne p. concorso professore di analisi infinitesimale all'Università di Catania donde, nel 1918, passò a Genova, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1942.
I suoi lavori, quasi tutti di Analisi, riguardano principalmente la teoria delle funzioni di variabili reali, e specialmente una generalizzazione del teorema di approssimazione di Weierstrass, la chiusura dei sistemi ortogonali di funzioni, le equazioni differenziali, ecc. Precedé di un anno (1910) l'Egorov nel teorema sull'uniforme convergenza (in un opportuno campo) di una serie quasi dappertutto convergente in un intervallo.

Necr.: Boll. UMI (3) 7 (1952), 98-101 (P. Straneo).
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Francesco SIACCI

(1839-1907)


Nacque a Roma il 20 - 4 - 1839 e morì a Napoli il 31 - 5 - 1907.
Laureatosi in matematica a Roma nel 1860, fu ivi segretario del Prin.pe B. Boncompagni.
Nel '61 entra come allievo nella Sc. d'Appl. d'artiglieria e Genio di Torino e, uscitone uff. d'artiglieria, dopo aver partecipato alla guerra del 1866, vi viene comandato come professore aggiunto di Balistica, passando titolare nel 1872. Nel conte;npo insegna Meccanica superiore all'Università di Torino, divenendovi ordinario nel 1889. Nel 1892 - dopo essere stato nominato Senatore del Regno ed avere abbandonato (da colonnello) il servizio militare attivo - accetta la chiamata all'Università di Napoli per la Meccanica razionale, rimanendovi sino alla morte.
Lasciò un centinaio di pubblicazioni, fra cui alcune notevolissime di meccanica analitica, soprattutto sul moto di un corpo rigido intorno ad un punto fisso. Il S. fu però anzitutto uno dei più grandi balistici del suo tempo, autore di un celebre metodo (universalmente adottato per molti decenni) pel calcolo delle tavole di tiro, in cui sono armonicamente fuse importanti esigenze teoriche (rinunzia ad una espressione a priori della legge di resistenza dell'aria, che deve invece venir determinata sperimentalmente) con le esigenze pratiche derivanti dal fatto che, di tale metodo, non dovevano servirsi degli scienziati di mestiere, bensì degli artiglieri.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quelle di Torino, di Napoli, deputato al Parlamento, Senatore del Regno, generale di Art. nella riserva, ecc.

Necr.: Ann. Università di Napoli pel 1907-08, 10 pp. (R. Marcolongo); Giorn. Artigl. e Genio, 24 (1907), 335-337 (Giul. Ricci); ecc.

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Filippo SIBIRANI

(1880-1957)


Nacque a S. Agata Bolognese il 4 - 2 - 1880 e morì a Bologna il 9 - 3 - 1957.
Laureatosi nel 1902 all'Università di Bologna, rimase ivi sino al 1906 come assistente di Calcolo infinitesimale e poi di Meccanica razionale Dal 1907 al 1922 insegnò all'Ist. Tecnico Comm. di Milano e, nel contempo, ebbe vari incarichi nelle Università di Parma, Bologna e Pavia.
Nel 1922, in seguito a concorso, divenne professore di Matematica finanziaria. a Trieste ove rimase sino al 1929 e oltre, salvo un anno (1925-26) in cui insegnò analisi infinitesimale a Pavia. Nel 1929 fu il primo rettore del neo fondato Ist. (ora Facoltà) di Scienze Econom. e Comm. di Bologna (continuando però, sino al '35, ad insegnare anche a Trieste) ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1955. Nel 194,5-46 riorganizzò, come Commissario prefettizio, l'Unione Matematica Italiana, di cui era stato precedentemente amministratore, contribuendo a fare rapidamente dimenticare la poco onorevole attività di questa nell'ultimo periodo del fascismo.
Poco prima della sua morte fu pubblicato un volume di Scritti matematici in onore di F. S. (Bologna, Zuffi, 1957) che contiene l'elenco completo delle pubblicazioni del S.
Fu socio dell'Acc. delle Sci. di Bologna, dell'Acc. Gioenia di Catania, ecc.
La produzione scientifica del S. si estende ai più vari campi della matematica pura e applicata ed ha un carattere inevitabilmente frammentario, data la sua movimentata carriera d'insegnante, spesso in sedi plurime. Fra l'altro, si occupò delle cosiddette funzioni ordinatrici, che sono delle funzioni monotone aventi integrali definiti uguali a quelli di assegnate fiinz. continue. Scrisse l'articolo sul Calcolo delle probabilità dell'Encicl. delle mat. elementari, un articolo similare nel Repertorio del Villa, ecc.

Necr.: Boll UMI (3) 12 (1957), 125-130 (G. Varoli); Statistica 17 (1957), 281-291; ecc.
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Lucio SILLA

(1872-1959)


Nacque a Teramo il 29 - 8 - 1872 e morì a Roma il 29 - I I - 1959.
Laureatosi a Roma nel 1899 fu lungamente assistente del Volterra. Arrivò tardi alla cattedra universitaria, insegnando prima a Cagliari, poi a Genova e infine a Roma, da ultimo Aerodinamica alla Fac. d'Ingegneria.
Fu per molti anni segretario gen. della Società Italiana per il Progresso delle Scienze contribuendo a renderla un docile strumento del regime fascista.
Modesto matematico, fu però un buon insegnante e pubblicò alcuni pregevoli studi monografia, p. es. sul problema dei valori al contorno per le funzioni armoniche e sul movimento della Luna.
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Giovanni SILVA

(1882-1957)


Nacque a Legnago (Verona) il 26 - 3 - 1882 e morì a Padova il 20 - 10 - 1957.
Laureatosi a Padova in matematica nel 1904, dal 1905 al i 908 lavorò alla Stazione astron. di Carloforte e dal 1908 al 1911 fu assistente di Geodesia all'Università di Padova. Nel 1911 entrò in quell'Osservatorio astronomico, dove restò fino al 1921 allorché, in seguito a concorso, divenne professore di Geodesia all'Università di Torino, tenendo per due anni (1923-25) la direzione interinale dell'Osservatorio di Pino Torinese. Dopo la morte dell'Antoniazzi, nel 1926 fu chiamato a dirigere l'Osservatorio di Padova, ove rimase fino al collocamento fuori ruolo nel 1952, dirigendo anche, dopo il ritiro del Soler (1937) l'Ist. di Geodesia dell'Università, che continuò a frequentare sino alla morte.
Fu socio dell'Accademia Naz. dei Lincei, di quella di Torino, ecc.
Il S. fu un astronomo attivo e coscienzioso, che ha lasciata una traccia profonda, specie nel campo dell'astronornia geodetica. In particolare, le sue numerose determinazioni di longitudini italiane e l'accurata discussione delle altrui determinazioni, costituiscono attualmente la base più sicura in questo campo. Si occupò pure molto di misure gravimetriche, sia nella parte teorica sia nella parte sperimentale. Fu fra i primissimi a calcolare un'orbita del pianeta Plutone, scoperto nel 1930, e compié vari altri importanti lavori di astronomia classica, teoria degli strumenti astronomici, teoria degli errori, ecc. Alcune sue ricerche sulle traiettorie dei satelliti rispetto al Sole e dei pianeti rispetto alla Terra, gli diedero occasione di apportare non spregevoli contributi alla geometria differenziale delle curve sghembe. Negli ultimi tempi si occupava attivamente dei lavori preparatori dell'anno geofisico intern. 1957-58, di cui era presidente del Comitato italiano. Si occupò pure attivamente della costruzione della succursale di Asiago dell'Osservatorio di Padova, inaugurata nel 1942.
Fu uomo equanime e sereno che, tenendosi il più possibile in disparte, riusc; ad attendere quasi indisturbato ai suoi studi prediletti nonostante i tempi calamitosi in cui si trovò a vivere.

Necr.: Rend. Lincei (8) 25 (19581), 626-637 (F. Zagar); Atti Acc. Sci. Torino 92 (1957-58), 675-683 (G. Cecchini); ecc.

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Maria Giovanna SITTIGNANI

(1879-1947)


Nacque a Ravenna il 10 - 10 - 1879 e morì a Genova il 4 - 8 - 1947.
Laureata in matematica a Bologna nel 1905, entrò subito nelle scuole medie insegnando da ultimo al Liceo Doria di Genova. Nel 1923, a Genova, volle laurearsi anche in Filosofia.
Autrice di una trentina di pubblicazioni e socia attivissima della Mathesis.

Necr.: Bollett. UMI (3) 3 (1948), 56 (E. Togliatti).

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Emanuele SOLER Balsano

(1867-1940)

Nacque a Palermo, da famiglia di origine spagnuola, il 29 - 8 - 1867 e morì ivi il 23 - 1 - 1940.
Si laureò a Palermo, in ingegneria nel 1890 e in matematica nel 1895, ove fu allievo di A. Venturi. Nel 1902 divenne, per concorso, professore di Geodesia all'Università di Messina. Dopo il terremoto che distrusse questa città nel 1908, fu comandato all'Università di Padova, ove poi rimase (con regolare trasferimento) sino al collocamento a riposo nel ][937, e ne fu, fra l'altro, rettore nel 1927-29.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, ecc. Senatore del Regno dal 1934.
Autore di vari lavori inerenti alla sua specialità (geoide, gravimetria, fotogrammetria, ecc.) ricoprì varie cariche importanti, nonostante fosse uno scienziato di modesta levatura. Carattere chiuso e flemmatico, visse isolato, materialmente e spiritualmente, in serena impassibilità.

Necr.: Annuario Università Padova pel 1939-40 (G. Silva).

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Carlo SOMIGLIANA

(1860-1955)


Nacque a Corno, da nobile famiglia, imparentata con quella di A. Volta, il 20 - 9 - 1860 e morì a Casanova Lanza (COMO) il 20 - 6 - 1955.
Dopo aver iniziati gli studi universitari a Pavia - ove fu allievo di E. Beltrami - passò a Pisa come normalista e si laureò ivi nel 1881, avendo avuto come maestri il Betti e il Dini e come condiscepolo e amico V. Volterra. Nel 1887 iniziò l'insegnamento come assistente di Analisi all'Uinv. di Pavia e nel 1892, in seguito a concorso, fu ivi nominato professore di Fisica matematica. Nel 1903 passò a Torino, ove rimase sino al collocamento a riposo nel 1935. Si ritirò quindi a Milano e, dopo i bombardamenti bellici che distrussero la sua abitazione, nella villa di famiglia di Casanova Lanza, continuando però ad occuparsi attivamente dei suoi studi preferiti, fin quasi alla vigilia della morte, favorito da un fisico eccezionalmente sano e robusto.
Fu socio dell'Acc. Naz. dei Lincei, di quella di Torino, dell'Ist. Lombardo ecc. Fu anche Accademico d'Italia, nonostante che poco o nulla avesse concesso al fascismo di cui fu anzi, negli ultimi tempi, aperto avversario.
Il S. fu essenzialmente un fisico-matematico del tipo più classico, e di lui si può letteralmente ripetere (B. Finzi) quel che lui stesso scrisse a proposito del Volterra: è un classico puro, che è sempre rimasto fedele alla scuola di Betti e di Beltrami nella quale era cresciuto. La sua Fisica matematica, pur tanto ricca di originalità, è affine a quella di Helmoltz, di Lord Kelvin, di Kirchhoff.
Coerentemente S. avversò accanitamente la Relatività e la nuova fisica dei quanti, che non capì né cercò di capire.
Le sue ricerche più importanti riguardano la teoria dell'elasticità (le formule di Somigliana sono le equivalenti del teorema di Green per le funzioni armoniche nell'ambito delle equazioni dell'elasticità), la propagazione delle onde sismiche e, negli ultimi anni, la gravimetria, in cui fu il primo ad osservare che la forma e le dimensioni del geoide potevano, in teoria, ricavarsi dalle sole misure di gravità. In una sua Nota sull'equilibrio dei liquidi stratificati fu anche, senza volerlo (anzi con suo grande sdegno, quando la cosa gli fu fatta osservare) un precursore di Lebesgue nella moderna concezione dell'integrazione.
Fu uomo rude e spesso autoritario ma di grande sincerità e dirittura morale e perciò stimato anche dagli avversari onesti.

Necr.: Rend. Lincei (8) 21 (1956) 343-351 (A. Signorini), Rend. Ist. Lombardo (P.te Gen.) 89 (1956), 16-23 (B. Finzi); ecc.

Opere: Memorie Scelte (Torino, Lattes, 1935).

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Felice STORCHI

(1821-1890)


Nacque a Correggio (Reggio Emilia) il 3 - 9 - 1821 e morì a Modena il 22 - 12 - 1890.
Dal 1848 in poi professore d' Introduzione alla matematica sublime (poi Algebra e Geometria analitica) all'Università di Modena, ove divenne ordinario a partire dal 1859.
Non pubblicò quasi nulla. Fu consigliere comunale ed ebbe altre cariche pubbliche. Socio dell'Accademia delle Scienze di Modena.

Necr.: Mem. Acc. Sci. Modena (2) 8 (1891-92), XIII-XV (P. Riccardi).

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Pietro TACCHINI

(1838-1905)


Nacque a Modena il 21 - 3 - 1838 e morì a Spilamberto (Modena) il 24 - 3 - 1905.
Laureatosi in ingegneria a Modena nel 1857, studiò per due anni all'Osservatorio astronomico di Padova sotto il Santini. Dal 1859 al '63 diresse interinalmente l'Osservatorio di Modena e successivamente fu astronomo all'Osservatorio di Palermo. Nel 1879 successe al Secchi nella direz. dell'Osservatorio del Collegio Romano (che era stato eccezionalmente lasciato ai Gesuiti finché visse il P. Secchi) che tenne fino al 1902. Fu anche direttore dell'Ufficio centrale di meteorologia. Nel 1871, insieme al Secchi, aveva fondata la Società degli Spettroscopisti Italiani, della cui rivista fu direttore per oltre un trentennio. Promosse la creazione dell'Osservatorio Etneo (1880) e di quello di Catania (1885) e ottenne che il governo fornisse i fondi necessari acciocché quest'ultimo potesse, unico in Italia, partecipare alla grande impresa internazionale della carta fotografica del cielo. Promosse l'istituzione (a Catania, nel 1890) della prima cattedra italiana di Astrofisica.
Il T. fu un astronomo eccezionalmente attivo ed energico, che contribu&irave; potentemente a rialzare le sorti dell'Astronornia in Italia. Personalmente si occupò prevalentemente di astrofisica solare, di meteorologia e di geodinarnica, partecipando, fra il 1870 e il 1900, a quasi tutte le spedizioni italiane per l'osservazione nei luoghi opportuni, delle principali ecelissi solari del periodo, raccogliendo ampia messe di risultati, specie nei confronti delle protuberanze solari.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, insignito della medaglia Rurnford della R. Astron. Society di Londra (1888) ecc.

Necr.: Rend. Lincei (5) 141 (1905), 411-417 (E. Millosevich); Rend. Acc. Sci. Bologna, 1904-05 (M. Rajna).

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Placido TARDY

(1816-1914)


Nacque a Messina, da famiglia d'origine francese, il 23 - 10 - 1816 e morì a Firenze, quasi centenario, il 2 - 11 - 1914.
Dopo aver studiato a Milano e a Parigi, nel 1841 fu norriinato professore all'Università di Messina ma nel 1847, per ragioni politiche, si rifugiò a Firenze. Nel 1851 fu nominato professore di geometria analitica e Calcolo infinitesimale alla Scuola di Marina di Genova donde, nel 1859, passò all'Università. Nel 1881 chiese il collocamento a riposo per ragioni di salute e se ne tornò a Firenze, ove rimase sino alla morte, da molti dimenticato. Fu rettore dell'Università di Genova, socio dell'Acc. dei Lincei, ecc.
La sua poco abbondante produzione scientifica riguarda princ. l'analisi e special-inente la derivazione d'ordine frazionario. Continuò ad interessarsi di matematica fino a tardissima età.

Necr.: Rend. Lincei (5) 241 (1915), 505-531 (G. Loria).

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Orazio TEDONE

(1870-1922)


Nacque a Ruvo di Puglia (Bari) il 10 - 5 - 1870 e morì a Pisa, vittima di un tragico accidente, il 18 - 4 - 1922.
Laureatosi a Pisa, ove fu allievo per due anni di quella Scuola Norm. Superiore, nel 1892 e ottenuto un posto della fondazione Lavagna, fu dapprima assistente e incaricato di Meccanica razionale in quell'Università. Passò poi nelle scuole medie, insegnando da ultimo all'Ist. Tecnico C. Cattaneo di Milano. Nel 1899 fu nominato professore di Analisi superiore all'Università di Genova ove, nel 1902, passò alla Meccanica razionale avendo anche l'incarico della Fisica matematica. Nel 1922 fu chiamato all'Università di Napoli ma, recandosi colà per predisporre il trasferimento della sua famiglia, fu travolto da un treno nella stazione di Pisa e morì poco dopo all'ospedale, sotto gli occhi esterrefatti del collega Nicoletti che poté essere avvertito della disgrazia.
Lasciò una cinquantina di lavori di Meccanica, Fisica matematica e questioni attinenti di Analisi (Equazioni a derivate parziali di tipo iperbolico, equazioni integrali, ecc.), fra cui elasticità e quelli sulle equazioni di Maxwell prevalgono quelli sulla teoria matematica dell'Hertz del campo elettromagnetico. Autore anche di due articoli (sui teorema generali della teoria dell'elasticità e sulla elastostatica) nella Encyklopädie der mathematischen Wissenschaften, il secondo in collaborazione con A. Timpe.
Socio dell'Accademia Naz. dei Lincei, medaglia d'oro della Società dei XL, ecc.

Necr.: Rend. Lincei (5) 32 (1923I), 173-182 (C. Somigliana); v. pure: F. SBRANA, Il matematico pugliese Orazio Tedone. (Conf. Semin. Mat. Bari, 1954; 20 pp.).

Opere scelte : a cura della Fac. di Scienze di Genova, I vol. (Roma, Cremonese, 1956).

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Ernst Wilhelm (Guglielmo) TEMPEL

(1821-1889)


Nacque a Nieder Cunersdorf (Oberlausitz, Germania) il 4 - 12 - 1821 e morì a Firenze il 16 - 3 - 1889.
Autodidatta, cominciò ad esser conosciuto come abile disegnatore-litografo, in Germania, Danimarca e ltalia. Dedicatosi all'astronomia, nel 1861 entrò come assistente all'Osservatorio astronomico di Marsiglia. Espulso dalla Francia in seguito alla guerra del 1870-71, venne in Italia, entrando nel 1871 all'Osservatorio astronomico di Brera, donde, nel 1875, passò ad Arcetri come astronomo aggiunto e incaricato della direzione.
Eccellente astronomo-osservatore scoprì diverse comete e alcuni pianetini e, nel 1879, divise col Celoria il primo premio reale di astronomia conferito dall'Accademia dei Lincei. Lasciò alcuni magnifici disegni di nebulose da lui osservate.
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Luigi TENCA

(1877-1960)


Nacque a Gambara (Brescia) l'8 - 9 - 1877 da nobile famiglia e morìtragicamente a Firenze (investito da un automobile) il 26 - 8 - 1960.
Laureatosi a Pavia nel 1899, fu dapprima (1901-04) assistente in quella Università. Passò poi nelle scuole medie, giungendo infine (1936-37) alla carica di provveditore agli studi a Bergamo e poi a Pistoia.
Partecipò attivamente, come uff. di complemento, alla guerra 1915-18, giungendo - cosa del tutto eccezionale - fino al grado di generale.
Si occupò, fra l'altro, di storia della matematica, fino alla vigilia della tragica morte.

Necr.: Boll. UMI (3) 15 (1960), 466-468 (A. Procissi).

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Pietro TEOFILATO

(1879-1952)


Nacque a Napoli il 28 - 8 - 1879 e morì a Roma il 31 - 8 - 1952.
Laureatosi in matematica a Roma nel 1902, passò subito ad insegnare nelle scuole medie, da ultimo (dal 1920) al Collegio Militare di Roma. Nel 1936 fu nominato, in seguito a concorso, professore di Meccanica razionale nell'Università di Cagliari, donde nel 1941 passò a Parma e nel '48 alla Fac. d'Ingegneria di Roma, per l'Aerodinamica.
Autore di una settantina di pubblicazioni, specialmente di Aerodinamica teorica ed applicata, e di alcuni corsi litografati di Meccanica razionale, Aerodinamica ecc.
Molto cattolico, fu, fin dal 1921, membro dell'Acc. Pont. dei Nuovi Lincei (cessata nel 1936).

Necr.: Riv. Università Parma, 3 (1952), 291-296 (G. Sestini).

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Domenico TESSARI

(1837-1909)


Nacque a Trieste il 5 - 8 - 1837 e morì a Torino il 28 - 11 - 1909.
Ingegnere. Professore di Cinematica applicata alle macchine nel Museo Industriale (Politecnico) di Torino. Autore di testi della materia e di Appl. di Geometria descrittiva.
Socio corrispondente dell'Istituto Lombardo.
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Sebastiano TIMPANARO

(1888-1949)


Nacque a Tortorici (Messina) il 2 - 1 - 1888 e morì a Pisa il 22 - 12 - 1949.
Laureato in fisica a Bologna, dopo la prima guerra mondiale (in cui fu ferito ed ebbe una medaglia d'argento) fu aiuto di Fisica all'Università di Parma. Insegnò poi nei Licei. Nel 11924 divenne direttore della Domus Galileiana di Pisa e, dopo d'allora, si occupò prevalentemente di storia della scienza. Durante l'ultima guerra riuscì a salvare l'ingente patrimonio storico-bibliografico della Domus di Pisa. Era segretario del Gruppo ital. di Storia della Scienza.

Necr.: Scienza e Tecnica 11 (1950), 83-85 (g.p.).

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Guido TOJA

(1870-1933)


Nacque a Firenze il 25 - 4 - 1870 e morì a Roma il 25 - 2 - 1933.
Laureatosi in ingegneria a Roma nel 1893, insegnò matematica finanziaria all'Università Bocconi di Milano. Ebbe poi importanti cariche nel campo assicurativo di cui la principale fu quella di presidente dell'Ist. Ital. delle Assicurazioni, da cui, nel 1925, fu estromesso per ragioni politiche - benché fosse tutt'altro che un antifascista - perché in una pubblicazione dell'Istituto era comparsa una cronaca troppo obbiettiva (dal T. non vista) del delitto Matteotti! Fu nominato per chiara fama professore ordinario di Matematica finanziaria alla Facoltà di Scienze Econ. e Comm. di Firenze ove si conserva un suo busto.
Lasciò una quindicina di pubblicazioni della specialità.
Dopo la sua morte, la sua privata biblioteca costituì il primo nucleo di quella dell'Ist. matematico dell'Università di Firenze ove si conserva un suo busto.

Necr.: Giorn. Ist. Ital. Attuari 4 (1933), 295-297 (an. e molto reticente).

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Alberto TONELLI

(1849-1921)


Nacque a Lucca il 25 - 12 - 1849 e morì a Roma al principio del 1921.
Laureatosi in matematica a Pisa nel 1871, dopo un periodo di perfezionameto a Göttingen, nel 1871 fu nominato professore di Calcolo infinitesimale all'Università di Palermo donde, nel 1879, passò all'Università di Roma, ove sempre restò e di cui fu a lungo rettore.
La sua produzione scientifica, presto arrestatasi, concerne questioni varie di analisi, teoria dei numeri, topologia, ecc.

Necr.: Ann. dell'Università di Roma pel 1921-22 (G. Castelnuovo).

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Leonida TONELLI

(1885-1946)


Nacque a Gallipoli (Lecce) da famiglia veneta il 19-4-1885 e morì a Pisa il 12-3-1946.
Studiò all'Università di Bologna avendo come maestri, fra gli altri, Arzelà e Pincherle e vi si laureò nel 1907. Nel 1913 fu nominato professore di analisi Algebrica all'Università di Cagliari ove rimase un anno. Nel 1914 passò, per concorso, alla cattedra di analisi Infinitesimale all'Università di Parma che tenne fino al 1922 salvo la parentesi della guerra (1916-18) a cui partecipò volontariamente. Nel 1922 fu chiamato all'Università di Bologna donde nel 1930 passò a Pisa, ove gli erano state fatte condizioni specialmente favorevoli, nella fondata speranza che egli potesse, come effettivamente avvenne, risollevare le sorti di quella scuola matematica che, per alcuni anni, era stata la prima in Italia. E a Pisa il T. restò, di fatto, sino alla morte, nonostante un trasferimento all'Università di Roma nel 1939-42, che restò sostanzialmente solo nominale. A Pisa il T. diede, fra l'altro, nuovo lustro agli Annali di quella Scuola Norm. Superiore e formò vari, valorosi allievi. Fu sepolto, accanto al Dini e al Bianchi, nel famoso Cimitero Monumentale della città.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, che nel 1927 gli aveva conferito il Premio Reale per la Matematica, e di varie altre accademie fra cui la Pontificia.
Il T. fu uno dei maggiori analisti italiani di questo secolo, che ha impresso la sua orma soprattutto nel Calcolo delle variazioni, scoprendo che i funzionari che in esso compaiono, pur non essendo in generale continui, son però quasi sempre semi-continui, il che basta per assicurare resistenza del loro minimo o del loro massimo. Altri suoi importantissimi lavori riguardano le serie trigonometriche, e specie quelle doppie, cui dedicò un grosso trattato, e così pure al Calcolo delle variazioni. Si interessò pure molto della moderna teoria dell'integrazione, della quadratura delle superfici, ecc.
Fu uomo giusto e retto ma alieno da compiacenti indulgenze.

Necr.: Rend. Lincei (8) 4 (1948), 594-619 (G. Sansone); Riv. Università Parma 1 (1950), 157-188 (A. Mambriani); In Memoriam, vol. commem. a cura dell'Università di Pisa (1958); ecc.

Opere scelte a cura dell'UMI, vol. 1, Roma, Cremonese, 1960. (Sono previsti altri 3 voll.).

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Gabriele TORELLI

(1849-1931)


Nacque a Napoli il 29 - 3 - 1849 e morì ivi il 7 - 11 - 1931.
Dopo aver studiato nella scuola privata di A. Sannia, nel 1867 si laurea in matematica all'Università di Napoli, e la sua fu una delle prime 4 lauree in matematica conferite da quell'Università dopo il riordinamento del 1862-63. Insegnò dapprima nelle scuole medie, da ultimo all'Ist. Tecnico di Napoli e, dopo il 1883, fu anche assistente (del Trudi) e professore incaricato all'Università. Nel 1891, in seguito a concorso, divenne professore di Algebra all'Università di Palermo, ove restò 15 anni, passando nel 1896 al Calcolo infinitesimale Nel 1907 fu chiamato a Napoli come successore del Cesàro, e vi rimase sino al collocamento a riposo nel 1924 e la morte.
Socio dell'Accademia d. Scienze e della Pontaniana di Napoli, ecc.
Lasciò un centinaio di lavori di Analisi e Teoria dei numeri e alcuni pregevoli testi di Algebra e Calcolo infinitesimale. La sua opera principale è una grossa monografia sul classico problema della ripartizione dei numeri primi che, prima della pubblicazione della ben nota opera del Landau sull'argomento, rese utili servizi agli studiosi, nonostante che la parte esponente alcuni contributi personali dell'A. in argomento, contenesse qualche menda.
Fu uomo giusto, sereno ed equanime, da tutti benvoluto e stimato.

Necr.: Rend. Acc. Sei. Napoli (4) I (1931), iog-118 (R. Marcolongo); Giorn. Mat. Battaglini 70 (1932), 62-78 (M. Cipolla).

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Ruggiero TORELLI

(1884-1913)


Nacque a Napoli, da Gabriele T., il 7 - 6 - 1884 e morì in zona di guerra, sull'Isonzo, il 9 - 9 - 1915.
Laureatosi a Pisa, nel 1904, allievo di quella Scuola Norm. Superiore, fu, per due anni, assistente del Severi a Parma e a Padova e poi del Bertini a Pisa.
Mobilitato nel '15 e mandato al fronte come sergente, morì nelle retrovie (Morifalcone) per un attacco cardiaco, forse provocato dall'aver voluto continuare il suo servizio benché indisposto.
Aveva cominciato a studiare, con serietà, la geometria algebrica e, in ispecie, le funzioni non razionali dei punti di una superficie di Riemann.

Necr.: Rend. Semin. Mat. Roma, fase. di onor. ai Caduti in Guerra, 1918, P. 17-20 (G. Castelnuovo); Boll. Loria 18 (1916), 11-21 (F. Severi).

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Barnaba TORTOLINI

(1808-1874)


Nacque a Roma il 19 - 9 - 1808 e morì ad Ariccia (Roma) il 24 - 8 - 1874.
Laureato all'Università di Roma nel 1829, fu ordinato sacerdote nel 1832. Nel '37 fu nominato professore di Calcolo differenziale e integrale all'Università di Roma, e insegnò pure in altre scuole e fu anche (dal '56) direttore della tipografia di Propaganda fide. Nel 1869 fu colpito da una paralisi che lo obbligò a lasciare ogni occupazione e si ritirò nei Castelli Romani (Ariccia) ove poi morì.
Lasciò alcuni lavori di Analisi ma il merito principale del T. è di avere fondati nel 1850 quegli Annali a cui viene associato il suo nome che nel 1857, con la collaborazione di Betti, Brioschi e Genocchi, si trasformarono negli Annali di matematica pura ed applicata che costituirono, e tuttora costituiscono, il più importante periodico italiano di matematica.
Fu socio dell'Acc. Pont. dei Nuovi Lincei, della Società dei XL, ecc.

Necr.: Annali di Mat. (2) 7 (1875), 63-64 (an.).
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>Virgilio TRETTENERO

(1822-1863)


Nacque nel 1822 e morì a Padova il 23 - 5 - 1863.
Poco prima della precoce morte era stato nominato professore straordinario d'Astronomia nell'Università di Padova, nel cui Osservatorio aveva validamente collaborato col vecchio Santini nelle osservazioni e nelle riduzioni delle posizioni stellari contenute nei cataloghi III, IV e V di quell'Osservatorio.
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Nicola TRUDI

(1811-1884)


Nacque a Campobasso il 21 - 7 - 1811 e morì a Caserta il 3 - 10 - 1884.
Fu allievo del Flauti ma non lo seguì nella sua avversione alla Geometria analitica e altri metodi moderni. Nel 1850 divenne professore al Collegio di Marina di Napoli e nel 1851 professore di Calcolo all'Università, ove si conserva un suo busto.
Facendo tesoro dei contatti avuti col Jacobi e lo Steiner, che nell'aprile 1844 furono in viaggio a Napoli, fu tra i primi a innalzare il depresso livello degli studi matematici in quella città e la sua regione.
I suoi contributi personali concernono principalmente la teoria delle funzioni ellittiche e i connessi poligoni di Poncelet. Autore di uno dei primi trattati sui determinanti.
Socio dell'Acc. delle Sci. di Napoli e dell'Acc. Pontaniana.

Necr.: Giorn. di Mat. di Battaglini 22 (1884), 304-307 (G. Torelli).

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Francesco Paolo TUCCI

(1790-1875)


Nacque a Vignola, ora Pignola (Potenza) il 20 - 6 - 1790 e morì a Napoli il 30 - 6 - 1875.
Dal 1813 al '61 insegnò Geometria e Calcolo in varie scuole sup. di Napoli e fu fra i primi ad elevare un po' il tono di tali studi colà.
In proprio, si occupò specialmente di varie questioni geometriche, fra l'altro della superficie minima limitata da un quadrangolo sghembo, facendo l'erronea congettura che si trattasse di un paraboloide.
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Domenico TURAZZA

(1813-1892)


Nacque a Malcesine (Verona) il 30 - 7 - 1813 e morì a Padova il 13 - 1 - 1892.
Laureatosi in matematica a Padova nel 1835, fu dapprima insegnante di scuole medie. Nel 1841 fu nominato professore di Geometria descrittiva all'Università di Pavia donde, nel '42, passò a quella di Padova per la Geodesia e l'idraulica. Qui fu ripetutamente preside di Facoltà e rettore e fondò e diresse la Scuola degli Ingegneri. Negli ultimi anni fu nominato Senatore del Regno.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei dell'Ist. Veneto, ecc.
Lasciò una cinquantina di lavori scientifici, di cui una quindicina di matematica e di meccanica razionale. La parte principale e la più importante concerne invece l'idraulica in cui il T. era un'autorità da tutti riconosciuta.

Necr.: Commem. all'Università di Padova (Padova, Tip. Randi, 1892) 82 pp. (A. Favaro); Atti Ist. Veneto, 58 (1899), 69-78.

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Giovanni VACCA

(1872-1953)

Nacque a Genova il 18 - 11 - 1872 e morì a Roma il 6 - 1 - 1953.
Laureatosi in matematica a Genova nel 1897, dal '97 al 1905 fu, salvo un'interruzione, assistente del Peano a Torino, di cui divenne un seguace, non dei meno fanatici, mantenendo però autonomia di pensiero e un amplissimo campo d'interessi culturali. Nel 1905-07, a Firenze, sotto la guida di C. Puini, cominciò ad interessarsi della Cina e della lingua cinese, forse perché gli ideogrammi di questa potevano riattaccarsi alla logica simbolica del Peano. Dopo un lungo viaggio in Cina, nel 1910 divenne libero docente e incaricato di Storia e Geografia dell'Asia Orientale all'Università di Roma, e nel 1921 divenne titolare di questa disciplina all'Università di Firenze. Trasferito a Roma nel 1923, vi rimase sino al collocamento a riposo e alla morte.
Il V., oltre che di questioni sinologiche e anche di mineralogia, si occupò prevalentemente di storia e filosofia delle matematiche, sostenendo, a differenza di altri peaniani, una concezione platonica di esse, cioè considerando le verità matematiche come qualcosa di esistente a priori, indipendentemente dallo studioso che le indaga. Si interessò, fra l'altro, del grande teorema di Fermat, che sperava di poter dimostrare, e della costante di Euler-Mascheroni.

Necr.: Bollettino UMI (3) 8 (1953), 448-456 (F-. Carruccio).

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Nicola VACCHELLI

(1870-1932)


Nacque nel 1870 e morì a Firenze il 19 - 11 - 1932.
Generale dell'esercito e deputato al Parlamento, dal 1919 in poi fu direttore dell'Ist. Geografico Militare di Firenze.
Dal 1920 al 1932 fu presidente della Comm. Geodetica Italiana, cui diede nuova vita e prestigio dopo la scomparsa quasi simultanea di autorevoli membri quali Pizzetti, Reina, Celoria, Venturi ecc.
Dottore h. c. dell'Università di Cambridge.

Necr.: Boll. UMI 11 (1932), 311; L'Universo 14 (1933), 4 pp. (G. Cassinis).

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Giovanni VAILATI

(1863-1909)


Nacque a Crema (Cremona) il 23 - 4 - 1863 e morì a Roma il 14 - 5 - 1909.
Laureatosi in ingegneria e poi in matematica a Torino, fu ivi assistente di G. Peano, di cui sentì grandemente l'influenza. Passò poi nell'insegnamento medio e da ultimo era membro molto attivo di una Commissione reale per la riforma delle scuole secondarie italiane.
Più che un matematico, il V. fu un filosofo e uno storico della scienza, dotato di interessi culturali vastissimi, e un poliglotta. La sua opera contribuì a mostrare la vanità di ogni studio della storia della filosofia che prescinda dalla scienza, ciò che, ai suoi tempi, era lungi dall'essere una verità da tutti accettata.

Necr.: Boll. Conti 8 (1909), 206-216 (Peano, Marcolongo, Padoa, A. Conti).

Opere: Oeuvres de G. V. (Firenze, Seeber-Leipzig, Barth, 1911).
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Giuseppe VASSURA

(1866-1949)


Nacque a Faenza (Ravenna) il 10 - 3 - 1866 e morì a Roma il 24 - 1 - 1949.
Laureato in ingegneria, fu dapprima professore di matematica nelle scuole medie e poi (dal 1911) ing. elettrotecnico molto attivo in Italia e all'estero (Argentina e Tripolitania).
Collaborò col Loria nell'edizione (Faenza, 1919-1944) delle opere di E. Torricelli. Autore di una ventina di pubblicazioni storiche, massimamente riguardanti la vita e l'opera del Torricelli.

Necr.: Atti Conv. Torricelliano del 1958 (Faenza, 1959), 157-164 (P. Zanna).

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Stanislao VECCHI

(1843-1903)


Nacque a Parma il 10 - 7 - 1843 e morì ivi il 23 - 5 - 1903.
Fu professore di Geometria descrittiva all'Università di Parma. La matematica italiana 1800-1950

Emilio VENERONI

(1874-1927)


Nacque a Milano il 5 - 11 - 1874 e morì il 18 - 6 - 1927.
Laureato in matematica a Pavia nel 1897. Professore all'Ist. Tecnico d; Pavia e libero docente e incaricato in quell'Università, fu ispettore delle scuole medie.
Autore di alcune Note di geometria pubblicate nei Rend. del Circolo mat. di Palermo.
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Adolfo VENTURI

(1852-1914)


Nacque a Firenze il 22 - 9 - 1852 e morì a Palermo il 28 - 12 - 1914.
Laureatosi a Pisa nel 1875, divenne subito dopo professore al Liceo di Como e cominciò ad interessarsi proficuamente di meccanica celeste, tenendosi in contatto con V. Schiaparelli, direttore della Specola di Brera. Nel 1886 poté così vincere il premio reale per l'astronomia, conferito dall'Accademia dei Lincei, e nel 1888, in seguito a concorso, venne nominato professore di Geodesia all'Università di Palermo (in cui doveva poi restare sino alla morte) nonostante che, in quel momento, avesse soltanto lavori di astronomia teorica, soprattutto di teoria delle orbite.
Il V. divenne però in breve un compiuto geodeta e, fra l'altro, curò in modo magistrale il collegamento della specola di Palermo alla rete geodetica fondamentale italiana e la determinazione della deviazione della verticale in Palermo. Contribuì pure validamente allo studio della rifrazione geodetica in Sicilia e, nei suoi ultin;i anni, coii;l)i tutta una serie di determinazioni gravimetriche che - unicamente a quelle eseguite dal Riccò nella parte orientale dell'isola - permisero di compilare la prima carta gravimetrica della Sicilia.
Fu preside di Facoltà e rettore (1899-1903) dell'Università di Palermo, in cui fu collocata una lapide in sua memoria.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Palermo, ecc.

Necr.: Rend. Lincei (5) 241 (1915), 277-283 (V. Reina).

La matematica italiana 1800-1950

Francesco VERCELLI

(1883-1952)


Nacque a Vinchio (Asti) il 22 - 10 - 1883 e morì a Camerano Casasco (Asti) il 24 - 11 - 1952.
Poté proseguire gli studi oltre le classi elementari, nonostante le misere condizioni della famiglia, grazie ai Fratelli delle Scuole Cristiane che lo accolsero fra loro, ma, dopo che si fu laureato, a Torino, nel 1908 in fisica e nel 1909 in matematica (col Somigliana) il V. continuò da laico. Nel 1909-19 fu assistente nel Politecnico e nell'Università di Torino e insegnante all'Accademia Militare, finché - dopo la guerra 1915- 18, a cui aveva partecipato come ufficiale addetto al serv. meteorologico - dal 1919 fu addetto all'Osservatorio Geofisico di Trieste, la cui direzione tenne sino alla morte.
Il V. fu essenzialmente un geofisico, che si occupò principalmente del mare e delle altre acque (maree, sesse, correnti, ecc.) ma compì anche alcune ricerche di fisica matematica e, soprattutto, sviluppò un metodo per scoprire eventuali, nascoste periodicità in una serie di dati sperimentali, p. es. della pressione barometrica, che ha però basi teoriche piuttosto deboli e scarso valore pratico.
Fu socio dell'Accademia Naz. dei Lincei, ecc.

Necr.: Rend. Lincei (8) 1.5 (1953,1), 317-331 (M. Tenani).

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Attilio VERGERIO

(1877-1937)


Nacque a Valdobbiadene (Treviso), da nobile famiglia, il 19 - 1 - 1877 e morì a Napoli il 24 - 12 - 1937.
Laureatosi a Bologna nel 1907, fu dapprima assistente di B. Levi a Parma, poi entrò nell'insegnamento medio. Fu libero docente di Analisi all'Università di Bologna.
Autore di non pochi lavori di analisi, pubblicati specialmente nei Rend. dei Lincei fra il 1914 e il 1922, portanti qualche contributo alla teoria delle equazioni integrali.
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Giuseppe VERONESE

(1854-1917)


Nacque a Chioggia (Venezia) il 7 - 5 - 1854 e morì a Padova il I7 - 7 -1917.
Nel '74 cominciò a studiare ingegneria e poi matematica al Politecnico di Zurigo. Passò poi all'Univ. di Roma, ove si laureò nel 1877, ma già l'anno prima era stato nominato assistente di Geometria proiettiva e descrittiva Dopo essere rimasto per quattro anni in tale ufficio, nel 1880-81, fece un anno di perfezionamento a Leipzig, ove allora insegnava F. Klein, che ebbe grande e duratura influenza sul nostro. Tornato in Italia, nel 1881 successe, in seguito a concorso, a G. Bellavitis nell'insegnamento della Geometria analitica nell'Università di Padova, ove rimase sino alla morte.
Nel 1897-1900 fu deputato al Parlamento per Chioggia, poi consigliere comunale di Padova e finalmente, dal 1904 in poi, Senatore del Regno.
Socio dell'Accademia naz. dei Lincei, di quella di Torino, dell'Ist. Veneto, ecc.
Il V. ha lasciato una trentina di lavori soltanto, ma alcuni di essi fecero epoca. Principalmente egli può considerarsi come il fondatore della geometria proiettiva degli iperspazi dal punto di vista propriamente geometrico, cioè non come mera enunciazione di fatti algebrici in linguaggio geometrico. Inoltre fu pure lui ad iniziare lo studio delle geometrie non-archimedee, la cui legittimità non è oggi negata da alcuno, ma che al principio trovarono molti oppositori, p. es. il Peano.
Fu anche autore di alcuni buoni testi per le scuole, uno in collaborazione con P. Gazzaniga.

Necr.: Rend. Lincei (5) 26II (1917), 249-258 (C. Segre).

La matematica italiana 1800-1950

Bortolo VIARO

(1870-1922)


Nacque a Badia Polesine (Rovigo) il 4 - 5 - 1870 e morì a Catania il 30 - 8 - 1922.
Laureato in matematica a Padova nel 1893, dopo un periodo di perfezionamento sotto il Lorenzoni nel 1898 entrò nell'Osservatorio di Arcetri, collaborando efficacemente col direttore A, Abetti principalmente nella riosservazione e riduzione delle stelle dei catalogo di Santini del 1837-47. Nel 1918, promosso astronomo, passò all'osservatorio di Padova e nel l922, in seguito a concorso, fu nominato direttore dell'Osservatorio di Catania e professore di Astronomia in quell'Università. Però, subito dopo essere giunto colà, fu prematuramente stroncato da un attacco di malaria perniciosa.

Necr.: Memorie Società Astr. Italiana 15 (1942), 181-189 (M. Navaria Viaro, sua figlia).

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Giuseppe VITALI

(1875-1932)


Nacque a Ravenna il 26 - 8 - 1875 e morì a Bologna il 29 - 2 - 1932.
Laureatosi in matematica a,Pisa, nel 1899, da allievo di quella Scuola Norm. Sup, fu per due anni assistente del Dini, Passò poi ad insegnare nelle scuole medie, da ultimo (dal 1904) al Liceo C. Colombo di Genova, ove fu pure incaricato alla Scuola Nav. Superiore. Dopo una lunga interruzione nell'attività scientifica (1909-22), in cui partecipò attivamente alla vita politica genovese come consigliere e assessore comunale; nel 1923 divenne, in seguito a concorso, professore di analisi infinitesimale all'Università di Modena, donde l'anno dopo passò a Padova e successivamente, nel 1930, a Bologna. Nel 1926 era stato colpito da un'emiplegia, che lo lasciò minorato nel corpo ma non nella mente. Rimessosi stoicamente al lavoro dopo la malattia, nonostante fosse impedito di scrivere a mano, redasse- dopo l'accidente una metà circa dei suoi lavori, finché, alla fine di febbraio 11932, un secondo attacco cardiaco lo fulminò a 56 anni, poco dopo che aveva finito di far lezione all'Università di Bologna.
Il V. fu essenzialmente un self made man che, per buona parte della sua carriera lavorò quasi senza contatti con altri scienziati, e gli capitò così di arrivare simultaneamente ad altri, ma indipendentemente da loro, specie dal Lebesgue, a fondamentali risultati di teoria delle funzioni di variabile reale che altrimenti gli avrebbero data fama mondiale. Comunque, anche le sole cose per cui la priorità può considerarsi come sua, p. es. il suo teorema di copertura, la sua condizione di chiusura di un sistema di funzioni ortonormali, il suo teorema sulle successioni di funzioni analitiche, bastano ad assicurare che il suo nome non verrà troppo presto, dimenticato. Negli ultimi anni il V. si occupò. pure molto di un suo calcolo differenziale assoluto generalizzato e della geometria degli spazi hilbertiani.
Negli ultimi anni era stato fatto socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e di quella di Bologna.

Necr.: Rend. Semin. Mat. Padova 3 (1932), 67-81 (A. Tonolo); Boll. UMI, 1 (1932), 125-126 (S. Pincherle).

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Adolfo VITERBI

(1873-1917)


Nacque a Mantova il 27 - 9 - 1873 e morì in guerra, sul Piave, il 18 - 11 - 1917.
Si laureò in matematica a Messina, nel 1896 e, dopo un periodo di perfezionamento a Pisa e Göttingen, anche in ingegneria a Padova, nel 1901. Nel 1910, in seguito a concorso, fu nomiinato professore di Geodesia all'Univ. di Pavia, passando ordinario nel '14.
Poco dopo andò volontariamente in guerra come uff. di compl. del Genio e, da Capitano addetto ad un comando di Divisione, cadde sul Piave durante una ricognizione, poco dopo la ritirata di Caporetto.
Il V. si era occupato inizialmente di Analisi pura. Passò poi alla Meccanica razionale e alla Geodesia mostrando di saper acquistare la mentalità e la tecnica necessarie al suo nuovo campo di attività, a cui fu troppo presto strappato dalla turbolenza dei tempi.

Boll. Loria (2) 20 (1918), 33-37 (G. Vivanti); Rend. Semin. Mat.Roma, fasc. di onor. ai Caduti in Guerra, 1918, p. 31-33 (V. Reina).

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Rodolfo VITI

(1874-1929)


Nacque l'11 - 9 - 1874 e morì a Bologna l'8 - 2 - 1929.
Laureatosi a Bologna nel 1898, insegnò in quell'Ist. Tecnico e poi (dal 1922) al Liceo Scientifico.
Autore di lavori e di un trattato scolastico di matematica attuariale.

Necr.: Periodico di Mat. (4) 9 (1929), 220 (M. V.).

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Giulio VIVANTI

(1859-1949)


Nacque a Mantova il 24 - 5 - 1859 e morì a Milano il 19 - 11 - 1949.
Dopo essersi laureato in ingegneria a Torino nel 1881 e in matematica a Bologna nel 1883, nel 1892 conseguì la libera docenza in Analisi e fu per tre anni professore interno alla scuola notmale dell'Università di Pavia. Nel 1895, in seguito a concorso, divenne professore di Calcolo infinitesimale all'Univ. di Messina donde, nel 1908, passò a Pavia (succedendo ad E. Pascal) e nel 1924 alla neo-fondata Università di Milano ove, nel 1934, fu raggiunto dai limiti d'età. Fu ripetutam. preside di Facoltà a Pavia e a Milano. Negli ultimi anni fu afflitto da una quasi completa cecità e, durante i bombardamenti dell'ultima guerra e le persecuzioni antiebraiche, dové rifugiarsi nel comasco.
Membro dell'Ist. Lombardo, ecc.
Lasciò quasi duecento pubblicazioni fra cui prevalgono quelle dedicate alla teoria delle funzioni analitiche e spec. delle funzioni intere. Oggi è soprattutto ricordato pel teorema di Vivanti che assicura che la funzione rappresentata da una serie a coefficienti reali non negativi, ha certamente come punto singolare l'intersezione della circonferenza di convergenza con il semiasse reale-positivo. Il V. pubblicò pure vari trattati, in parte tradotti in lingue estere, notevoli per la limpida chiarezza e lo stile piacevole. Essi però contengono talvolta delle mende non facilmente scusabili. Collaborò attivamente all'Enciclopedia delle Matematiche elementari e all'Enciclopedia Treccani.
Fu uomo retto, sereno e benevolo, circondato da generale simpatia.

Necr.: Rend. Ist. Lombardo 78 (1950), 185-205 (S. Cinquini); Rend. Semin. Mat. Milano 20 (1949), XV-XIX (M. Pastori).

La matematica italiana 1800-1950

Paolo VOLPICELLI

(1804-1879)


Nacque a Roma l'8 - 1 - 1804 e morì ivi il 14 - 4 - 1879.
Laur. in filosofia a Roma, insegnò, dal 1832 in poi, in varie scuole di Roma finché, nel 1872, fu nominato professore di Fisica matematica in quella Università, giust'allora riorganizzata.
Autore di oltre 200 lavori di vario argomento: dalla teoria dei numeri alla fisica sperimentale e alla storia della scienza.
Socio dell'Acc. dei Lincei fin dalla sua reintegrazione nel 1847, ne fu per lungo tempo attivissimo segretario.

Necr.: Trans. Lincei (3) 3 (1878-79), 160-168 (Q. Sella).
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Luigi VOLTA

(1876-1952)


Nacque a Corno il 27 - 7 - 1876 dal Co. Alessandro, nipote del grande A. Volta, e morì a Milano il 7 - 10 - 1952. Cugino di C. Somigliana.
Dopo essersi laureato in matematica a Pavia nel 1898 ed essere stato, per un anno, assistente di V. Volterra a Torino, e poi in quell'Osservatorio astronomico, nel 1902 fu a perfezionarsi in astronomiaa all'osserv, di Heidelberg e dal 1903 al 1908 lavorò alla staz.ne astron. intern. di Carloforte. Fu poi astronomo all'Ossevatorio di Brera fin ché, nel 1925, in seguito a concorso, divenne direttore dell'Osservatorio di Pino torinese, ove rimase sino al suo passaggio, nel 1942, a Brera-Merate, ove successe ad E. Bianchi, fino, al collocamento fuori ruolo, nel 1946 ed a riposo nel 1951.
Astronomo molto attivo, compì con diligenza i consueti lavori professionali e specialmente molte determinazioni di longitudine e osservazioni astro-fotografiche che lo condussero, fra l'altro, alla scoperta di due nuovi asteroidi che chiamò Sabauda e Littoria. Fu conscio dell'onore e dell'onere di portare un nome così illustre come il suo, e fu membro molto attivo della Commissione per la pubblicazione degli scritti di A. Volta.
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Torino, ecc.

Necr.: Rend. Lincei (8) 14 (1953), 153-162 (L. Carnera); Mem. Società Astr. Italiana 24 (1953), I07-1'20 (G. Silva).

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Vito VOLTERRA

(1860-1940)


Nacque ad Ancona il 3 - 5 - 1860 e morì a Roma l'11 - 10 - 1940.
Evitò di doversi impiegare dopo ultimato l'Ist. Tecnico di Firenze, per merito di A. Roiti che lo nominò, non ancora studente universitario, preparatore nell'Ist. Fisico di Firenze. L'anno dopo vinse il concorso per la Scuola Norm. Superiore di Pisa, ove si laureò in fisica nel 1882, divenendo subito assistente di E. Betti. Nel 1883, a soli 23 anni, vinse il concorso per la cattedra di Meccanica razionale dell'Università di Pisa, ove restò 10 anni. Nel 1893 è chiamato a Torino a succedere a F. Siacci e nel 1900 passa a Roma come successore di E. Beltrami, divenendo, poco dopo, Senatore del Regno. Nel 1931 fu uno dei 12 professori universitari che rinunziarono alla cattedra per non giurare fedeltà al fascismo, e fu uno dei pochissimi senatori indomabili nell'opposizione alla tirannia.
Socio di quasi tutte le accademie del mondo e presidente (1923-26) di quella dei Lincei, direttore, dal 1921 in poi, del Bureau international des poids et mesures, dottore h. c. di otto delle più celebri università, ecc. Una strada di Ancona è a lui intitolata.
L'opera scientifica di V. V. è grandiosa, multiforme, altamente originale, e può stare degnamente fra quelle dei maggiori matematici che la storia scientifica ricordi. Dotato di una potenza analitica meravigliosa, di un ingegno creativo fortissimo, padrone come ben pochi della tecnica più raffinata del calcolo, fornito di una cultura estesissima, costruì teorie fondamentali, e le teorie seppe applicare alle più disparate e difficili questioni. (C. Somigliana).
Nel campo dell'Analisi il merito principale del V. è di essere stato uno dei principali fondatori dell'analisi funzionale e della connessa teoria delle equazioni integrali, di cui un tipo importantissimo porta il suo nome. Nel campo della Fisica matematica le ricerche più importanti del nostro riguardano, in ordine cronologico: la propagazione della luce nei mezzi birifrangenti, lo studio teorico degli spostamenti dei poli terrestri, lo studio dei fenomeni ereditari (isteresi), le distorsioni elastiche e la teoria matematica la lui fondata della lotta per la vita, che ha trovato applicazioni anche in altri campi, della biologia, p. es. nello studio del decorso delle epidemie.
Animato da sentimenti molto patriottici e da molta simpatia verso la Francia, il V. fu molto attivo nella prima guerra mondiale, arruolandosi volontario a 55 anni e divenendo capitano di compl. del Genio. Fondò un Ufficio invenzioni e ricerche che pur non dando alcun risultato immediato, fu l'embrione da cui poi, col fascismo, nacque il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Il V. fu forse il maggiore matematico italiano del primo secolo dello Stato; certo uno dei massimi.

Necr.: Acta Pont. Acad. Sc. 6 (1942), 57-85 (C. Somigliana); Ricerca Scient. 21 (11951), 3-12 (G. Armellini); V. V. nel I cent. della nascita, Accademia Lincei, Quad. no 51 (1961) Commem. a cura di V. Arangio-Ruiz, G. Krall e altri ecc.
Opere: a cura dell'Acc. dei Lincei, 5 voll. (Roma, 1954-62).
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Michele ZANNOTTI

(1803-1874)


Nacque a Sansevero (Foggia) il 27 - 6 - 1803 morì a Napoli l'8 - 4 - 1874, Studiò all'Università di Napoli ma ricevè la laurea, già professore, solo nel 1861. Fu lungamente insegnante privato di matematiche superiori e insegnò poi all'Università di Napoli, dal 1850 al '60 Meccanica razionale e poi principalmente Fisica matematica. Gli successe L. Pinto che, fu detto, elevò molto il tono dell'insegnamento. Figuriamoci cosa doveva essere prima! Lasciò alcuni testi scolastici.
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Ottavio ZANOTTI-BIANCO

(1852-1932)


Nacque a Pitierolo (Torino) il 15 - 9 - 1852 e morì a Torino il 7 - 2 - 1932.
Laureato in ingegneria a Torino nel 1874, volevasi dedicare all'astronomia ma non lo poté per la debole vista. Si dedicò perciò alla geodesia, di cui divenne libero docente, e fu pure, per alcuni anni, assistente di Geometria proiettiva all'Università di Torino.
Autore di apprezzati libri divulgativi fra cui uno sulla figura della Terra (Torino, 1880-85) e uno di storia dell'Astronomia (Torino, 1913).

Necr.: Mem. Società Astr. Italiana 7 (1932-33), 127-129 (L. Gabba).

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Giovanni ZAPPA

(1884-1923)


Nacque a Milano il 14 - 2 - 1884 e morì a Collurania (Teramo) il 14 - 9 - 1923. Padre di Guido Z. (n. 7 - 12 - 1915). Genero di E. Millosevich.
Laureatosi in fisica a Roma, nel 1906, fu dapprima assistente del Millosevich all'Osservatorio del Collegio Romano e poi (1910) astronomo agg. a Catania e (1913) astronomo a Napoli.
Nel 1917 ebbe l'incarico della direzine della Specola di Collurania e nel 1922 divenne, per concorso, direttore dell'Osservatorio del Collegio Romano, mantenendo però anche, per desiderio del fondatore Cerulli, la direzione dell'Osservatorio di Collurania, ove pose fine ai suoi giorni, dopo lunghi anni di depressioni nervose.
Disimpegnò con zelo ed intelligenza le abituali mansioni di un astronomo, nonostante le interruzioni e le limitazioni provocate dalla lunga malattia nervosa di cui soffrì (dal 1911 in poi). S'interessò, fra l'altro, del misterioso termine di Kimura della rifrazione astronomica e delle verifiche astronomiche della Relatività. Compì anche studi teorici e specie calcoli di orbite di comete e di asteroidi.

Necr.: Mem. Società Astron. Italiana 2 (1921-24), 566-576 (V. Cerulli).

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Temistocle ZONA

(1848-1910)


Nacque a Porto Tolle (Rovigo) il 7 - 5 - 1848 e morì a Palermo il 2 - 5 - 1910.
Laureatosi in architettura a Padova, combatté come volontario nella guerra del 1866 e nella campagna del '67 contro Roma, in cui fu fatto prigioniero. Nel 1870 fu assistente vol. all'Osservatorio di Padova. Dal 1872 all'80 insegnò in varie scuole medie. Nell'80 fu nominato astronomo agg. all'Osservatorio di Palermo, di cui tenne interinalmente la direzione dalla morte di G. Cacciatore (1889) alla nomina dell'Angelitti (1898). Fu libero docente di Astronomia e incar. di Geografia fisica all'Università di Palermo.
Scoprì la IV cometa del 1890, che ebbe il suo nome.
Socio corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Palermo.
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Giuseppe ZURRIA

(1810-1896)


Nacque a Catania il 26 - 2 - 1810 e morì ivi il 14 - 9 - 1896.
Dal 1835 professore di matematica sublime all'Università di Catania, di cui fu ripetutamente preside di Facoltà e rettore. Socio e per 15 anni presidente dell'Acc. Gioenia.
Autore di lavori su svariati argomenti di analisi: funzioni speciali, sviluppo della funzione perturbatrice in serie di funzioni sferiche, ecc. in cui è particolarmente lodevole la preoccupazione di semplificare il più possibile le questioni trattate. Fu detto, con non poca esagerazione, il Lagrange di Catania, ma fu indubbiamente, dopo il Piazzi, il più eminente matematico siciliano della prima metà dell'Ottocento.

Necr.: Bull. Acc. Gioenia fasc. 46 (1897), 31-39 (G. Pennacchietti).