VINCENZO BRUNACCI (1768-1818)

Corso di matematica sublime. - Firenze, Allegrini, 1804-1808. - 4 v. ; 29 cm.
Volume I: [8], X, 298 p., 1 tav. f. t.
Volume II: [12], X, 464 p., 4 tav. f. t.
Volume III: [8], 310 p., 1 tav. f. t. Volume IV: [8], 302 p., 2 tav. f. t., 7 c. di errata.


È questo il più ampio trattato di analisi matematica pubblicato in Italia nell'Ottocento. L'autore fondava il calcolo differenziale su una variante della teoria delle funzioni analitiche che egli chiamava calcolo delle derivazioni. L'opera, notevole per la sua completezza, contiene anche risultati che hanno attratto l'attenzione degli studiosi (come il teorema di Brunacci-Abel, cfr. Loria, p. 777).

L'importanza di Brunacci, professore dell'Università di Pavia, nella storia della matematica in Italia può difficilmente essere sovrastimata. Egli fornì i licei e l'università di manuali di matematica, modernamente aggiornati; non smise mai di occuparsi della ricerca matematica pura e applicata (calcolo delle variazioni, equazioni alle differenze finite, idrodinamica); contribuì alla creazione di un corpo di ingegneri di ponti e strade di notevole preparazione scientifica e, soprattutto, grazie al suo magistero pavese, creò una scuola matematica che ha attraversato tutto il nostro periodo storico (1800-1950). Suoi allievi diretti furono Antonio Bordoni (maestro di Francesco Brioschi) e Ottaviano Fabrizio Mossotti (maestro di Enrico Betti).

Bibliografia: G. Loria, Storia delle matematiche, Milano, Hoepli, 1950; L. Pepe, Lagrange e la trattatistica dell'analisi matematica, in Storia della matematica in Italia, London-New York, Academic Press, 1986, p. 69-99.
Luigi Pepe


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