VILFREDO PARETO (1848-1923)

Principi fondamentali della teoria della elasticità de' corpi solidi e ricerche sulla integrazione delle equazioni differenziali che ne definiscono l'equilibrio. - Firenze, Pellas, 1869. - ** p.; * cm.
[rist. anast. Oeuvres complètes, vol. XXV, Genève, Droz, 1982].



Il grande economista e sociologo interessa la storia delle matematiche, oltre che per i suoi studi sulle applicazioni della matematica all'economia, per questa sua tesi di laurea sulla teoria dell'elasticità e per una memoria in forma di lettera a Leopold Kronecker su un teorema di Abel, pubblicata sul Giornale di Crelle (Sur les fonctions génératrices d'Abel, 110 (1892) pp. 290-323).

Pareto fu studente di matematica e di ingegneria all'università di Torino, dove seguì i corsi di Chiò, Genocchi, e Faà di Bruno ed ebbe come compagno di studi Galileo Ferraris. Legatosi a Genocchi, che in quegli anni stava introducendo importanti innovazioni nell'insegnamento del calcolo differenziale (1865-66), Pareto svolse la sua tesi per ottenere il diploma di ingegnere laureato sulla teoria dell'elasticità lineare di Cauchy (ma le sue fonti ampie e approfondite includevano anche Navier, Clebsch, Lamé e Barré de Saint Venant). La tesi non aprì a Pareto la via dell'Università: la teoria dell'elasticità a Torino significava Menabrea, che aveva introdotto nello studio un principio variazionale di derivazione lagrangiana. La continuità con questi studi fu assicurata a Torino da Castigliano, quasi coetaneo di Pareto.

Bibliografia: B. Ingrao e G. Israel, La mano invisibile: l'equilibrio economico nella storia della scienza, Bari, Laterza, 1987. L. Pepe, La formazione matematica di Vilfredo Pareto, Rev. Eur. Sci. Soc., 37 (1999), p. 173-189.
Luigi Pepe


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