SpiraliSe c'è una curva che si avvicina a toccare i punti più nascosti della psiche umana, questa è senza dubbio la spirale. Curva ambigua e duplice, da una parte essa dà limmagine dell'espansione e della totalità; una curva che ruotando si conserva sempre simile a sé stessa, ma che allo stesso tempo va allargandosi e distendendosi all'infinito, quasi che nel ruotare sempre nuove parti nascessero dal centro per muoversi in giro verso la periferia. Così la spirale è simbolo del sole, i cui raggi penetrano e vivificano luniverso.Ma accanto a questa faccia limpida e serena, la spirale ne mostra una seconda oscura .e inquietante: il movimento si trasforma da un'espansione a una contrazione continua che ipnoticamente fa precipitare nel centro, e induce metafore inquietanti e drammatiche: la spirale del vizio, della follia. A dispetto di queste sue immagini contrapposte, la generazione delle linee spirali è delle più semplici, un raro esempio di profondità psicologica e contemporaneamente di evidenza geometrica; due motivi che hanno spinto i matematici a studiarne le proprietà fin dall'antichità, indipendentemente dalle sue scarse applicazioni. La prima e più semplice delle linee spirali è quella studiata da Archimede, e che porta il suo nome: la spirale archimedea. Essa si genera quando un mobile P si muove a velocità uniforme v su un'asta, che a sua volta ruota uniformemente attorno a un suo punto, con velocità angolare w . Se indichiamo con ro la posizione iniziale del punto sull'asta (misurata a partire dal centro di rotazione), e con q langolo iniziale, avremo r = ro + v t q = qo + w t da cui, ricavando t dalla seconda equazione e sostituendo nella prima, si ottiene lequazione della curva descritta dal mobile: r = ro + v/w (q - qo) In particolare, se si misurano gli angoli a partire dalla posizione iniziale (q o = 0) e il mobile parte dal centro (ro = 0), si ha 1'equazione (in coordinate polari): r = (v/w) q nella quale r rappresenta la distanza dal centro di rotazione, e q langolo contato a partire dalla posizione iniziale. Altre spirali si ottengono supponendo che il moto lungo lasta sia accelerato in vari modi, ad esempio che si abbia r = a t2 (spirale quadratica), o più in generale r = a tn. In questo caso, sempre supponendo q o = 0, si ottiene 1'equazione: r = (a/wn) qn Tutte queste spirali partono dal centro di rotazione e vanno allontanandosi sempre più via via che langolo q cresce. Di genere diverso è la spirale logaritmica, la cui equazione è: q = logA t ovvero r = Aq (con A > 1). Questa spirale non parte dal centro come le altre, ma si trova inizialmente (cioè, per q = 0) a distanza 1 da questo. Via via che q cresce, la spirale logaritmica si allontana dal centro come le precedenti, anche se molto più velocemente; quando poi q diventa negativo aumentando in valore assoluto, il punto descrive infinite rivoluzioni avvicinandosi sempre più al centro, senza mai giungervi: la spirale logaritmica è infinita nei due versi. |