Il giardino di Archimede
Un museo per la matematica |
Misurazioni a distanza nella Pratica della geometria
di Cristofano di Gherardo di Dino |
Qualunqua persona volesse studiare l'arte della geometria, cioè di misurare terrenj o altre cose simile, gli è di necesità sapere che l'arte tracta sopra 5 cose. La prima si è punto et la seconda si è linea, et la tersa si è anghulo, la quarta è superfice, la quinta è corpo e cetera. Or diciamo: punto si è cosa che sta e che non si può partire, linea si è lunghessa sansa anpiessa e li terminj della linea sono puntj e la linea diricta si è quella che si traggie dirictamente da uno punto ad un altro.
Angulo si è lo chinamento di 2 linee che fa l'una a l'antra, che si tocchano insieme e che non giaceno in diritto l'una a l'altra, sì come la linea del' a.b. e del b.c. che fanno uno angulo dal punto del b.. Et viene altretanto a ddire anghulo come cantone, et linea tanto viene a ddire come lensa. Anghulj sono di tre ragione, cioè: dirictj, vel maggiorj di dirictj, vel minorj di dirictj. Quando una linea ricta sta sopra una linea ricta et fa intorno da sè 2 anghuli eghualj in tra lloro avicendatamente, allora è diricto ciaschuno di quellj 2 anghulj, sì come tu
Da poy che abbiamo tractato del misurare et del dividere le terre sì ne' monti' come ne' pianj suffitientemente, si conviene che diciamo lo modo di misurare l'altessa delle torre e de' montj e le lunghesse e larghesse de' planj con istrumentj et con soctigliesse d'altre cose.
Se vuoj sapere l'altessa d'alcuna torre, pone una asta ricta in del piano dinantj da te di ver la torre, et sia più lungha che tu si' come tu vedi in questa prezente fighura; et sia l'asta a.l. et tu sia c.d.. Et or righuarda movendotj, là e qua in dirieto e innansj, sicché tu veggi per lo a. la sommità della torre, cioè lo punto .f.. Et or considera la proportione del c.g. al g.a. che, come è lo c.g. al g.a., così è 'l c.h. al' h.f., ché se 'l c.g. è doppio del g.a. così lo c.h. è doppio del' h.f., ché quanto 'l c.g. è allo g.a. cotanto, sansa alcuno dubbio, è 'l c.h. al' h.f.; et quant'è F a.g. al c.g. tanto, sansa fallo, è lo f.h. al' h.c.; e llo .f.h. è la tore et quant'è lo d.b. al g.a. cotanto è lo .d.i. allo .f.h..
Et se avessj fiumo, overo alcuno altro impedimento in tra] .c. e l'h. sicché non potessi andare alla radice della torre, unde per soctigliessa te la convengha trovare. Perciò piglia lo a.g.l. cioè l'asta overo un'altra simile et torna in dirieto con essa 30 govitj, overo quanto ti piace, et polla ricta come di prima; et ora righuarda sicché in diricto tu vegghj per lo m. lo k. in fine allo .f. che è la somità della torre. Et or considera: quant'è lo m.e., vel n.l. al' e.k., cotanto è lo m.h., vel n.i., al' h.f. Et or traggi el c.d., vel h.i. vel l.e. vel g.b., del' a.g. vel del' l.k. et considera che rimane l'altessa della torre da inde in su. Et pensa: se trovastj 'l c.h. 2 tanto che l' h.f. et poj lo m.h. 4 cotanto che l' h.f., cava 'l c.h. del' m.h., Cioè 2 di 4, rimane 2, per la qual cosa diraj che l' m.c. è 2 tanto che l' h.f.. Et perché meglio la ntendi, dona 10 ghovitj al c.h. e 30 al' m.h. et se trovj lo c.h. 3 tanto che l' h.f. et l' m.h. 7 tanto che l' h.f., cava 'l c.h. del' m.h., cioè 3 di 7, tanto che l' h.f., cava 'l c.h. del' m.h., cioè 3 di 7, rimane 4; per la qual cosa diraj lo m.c. essere 4 tanto che l' h.f..
Se vuoy sansa mutatione d'asta sapere l'altessa d'una torre overo di uno monte, raghuarda alla prezente fighura et così faraj. È lla torre, overo monte, a.b., piglia un'asta che sia 2 ghuvitj più lungha di te et polla dinantj a cte diricta in del piano, et or cosidera questa asta la quale è lo e.d.c.. Et mecte lo spicito tuo visuale diricto dal' f. per lo d. in fine al' a. che dividraj l'asta al punto del .d. Et mira quanto è lo f.e. allo c.d., ché cotanto è lo f.g. al g.a.. Et or torna in dirieto infine a tanto che ctu vegghj lo h. per lo c. in fine al' a., ched è la sommità della torre overo del monte. Et tanto quanto è lo h.e. allo e.c., cotanto lo h.g. al g.a.. Trovastj forse innantj lo f.g. essere 4 cotanto che 'l . g. a. et poj trovastj che 'l . g. h. era 10 tanto che 'l . g. a. ; unde cava .f.g. del' .h.g., cioè 4 di 10, rimarrà 6; et così è lo h.f. 6 cotanto che 'l g.a. o, vuoi dire, lo g.a. è sexto del' h.f..
Se per uno specchio overo per una conca piena d'acqua l'al- tessa di uno monte sapere desiderj, piglia uno specchio et pollo presso al monte a piano et tu te medesino e lo specchio posto in terra muove, muove, muove qua e là, infine a tanto che ctu veghj lo .a.'in del b., cioè la somità del monte in mezzo dello specchio. Et mira quant'è et com'è la proportione avicendevilmente del b.c. al .c.d., così com'è 'l b.c. al c.d. così è lo b.c. al' c.a.. La qual cosa puoj provare così: cioè che ctu andraj con quello specchio in di- rieto quanto ti parrà et porrailo in terra et faraj che ctu veggj, movendo te e llo specchio, lo a.d. in dello a.t.. Et or cava dello .e.t. lo b.c. et faraj come facestj di sopra, che troveraj la pro- portione del t.b. allo c.a..
Se la larghessa overo lunghessa d'alcuno piano vuoj sapere, ordina uno quadrato di legnio overo di rame sì come tu vedi lo .a.b.c.d. da ognj canto quadro et da ognj lato eghuale. Et tanto quanto è maggiore tanto è meglio; et or porraj in ciascuno anghulo una staggia d'una medesma lungbessa et stiano eghualmente ricte. Et questo quadrato sia in tra l' a e 'l b. cavato reghularmente, in della qual cavagione sia un corsore in sul quale porravj i legnio simigliante agli autrj lo qual si possa muovere e sia quel fusto lo e.. Et ciò facto, dej contenplare sì che ctu veggj per lo .c.b. per fine al termine della lunghessa, overo della larghessa, d'alcuno canpo, o d'altra cosa di cuj tu vuoy sapere la misura, lo cuj termine sia lo A.. Et poj eghualmente questo quadrato divide dal lato del' a.b. in quante parte vuoj, o vuoj in 30 0 vuoi in 40, o in più o in meno sigliondo che ctu vuoj. Et in quella divisione divide lo a.d. et poj muove tanto lo e., qua e là, infine che ctu vedi lo f. per lo .d.e. non mutando lo lato del b.c. che si ghuar- da in diricta linea col' L. Et ora considera in che parte sia lo e. in tra l' a. e 'l b.; et poj mira che parte è l' e.a. al' a.b. inperoché tanto quanto est lo e.a. allo a.b., cotanto sarà lo d.c. al .c.b.f.; et quant'è la proportione del' c.a. allo a.b., cotanto è quella del' a.d. al c.b.f.. Et per questo modo puoj sapere ognj larghessa et ognj lunghessa che ctu vuoj misurare.
Se vuol sapere la latitudine d'alcuno fiume, o d'altra cosa, piglia uno legnio che cti giungha in fine agli occhj et abbine un altro che sia minore uno ghovito. Et pone lo primo legnio, cioè lo maggiore, alla riva dell'acqua et tu sta' presso a lluj et sia lo legnio a.b.. Et or pone l'altro legnio diricto dal lato a., sì come tu vedi questo c.d., et or considera di vedere per a.d. infine al'altra ripa del fiume segniata e.. Inperciò ch'io ti pognio che lo .b.c. sia la larghessa del fiume et lo a.e. è lo verso indirecto. Et però considera quant'è lo a.c. al c.d., ché così come è lo a.c. al c.d. così è lo a.c.b. al b.e.; pensa: se 'l c.d. è doppio de l' a.c. che 'l b.e. è doppio del b.c.a. et s'è tre tanto l'uno, tre tanto l'altro et se tanto, tanto. Et questo è sansa dubbio.
Ancora volendo sapere per altro modo questa latitudine del fiume, pone questa asta minore in sulla ripa del fiume, la quale sia a.b., quasi come a pecto. Et piglia l'altra maggiore che ctj giungie in fine agli occhj, la quale sia lo c.d.. Et torna in dirieto quanto ti pare et pone l'asta ricta 'a tuoj piej movendo qua e là tanto che ctu vegghj l'altra riva del fiume segniato e., per lo .c., a diricto lo .a.. Et or traggie lo .a.b. del .c.d. et rimarrà .c.f.. Et or mira la proportione che è dal' .a.f. al' f.c., ché sì com'è lo .a.f. allo .f.c. così è lo .e.b. al .b.a. Inperoché se .a.f. è 3 cotanto che .f.c., 3 tanto sarà lo .e.b. al .b.a. Et così degli altrj.
Se la profondità di possj, cisterne o fosse, cercassj di sapere sansa misura, proveraj così. Piglia uno legnio diricto e pollo in sulla boccha del posso et questo legnio sia allato alla boccha del posso quanto più si può. Et un altro legnio simile a questo esca socto lo piede di questo si che faccino anghulo ricto. La profondità del posso siea a.e. e ll'asta diricta sia lo a.d. et l'altra asta che gli esce da piè sie lo a.c.b., la qual giace in sulla boccha del posso et taglia lo d.e. ad anghulo ricto al punto del' a.. Ora ghuarda e mira per l'onbra del posso sicché tu veggj lo d.c. in del' .f. Et sappj quantj palmj, overo uncie, trovj lo a.c.; inperoché quanto è la proportione del' a.c. al' a.d. così è lo a.c.b. al d.a.e.. Mira se lo a.c. è uno palmo e llo a.d. 3, overo 4; sed è 3, 3 volte troveraj lo a.c.b. in del .d.a.e et se è 4, quactro volte. Però caveraine lo a.d. et rimarrà lo a.e. che è la profondità del posso 12, inpercioché 'l terso ne cavammo per lo d.a.. Et così per la proportione del' .a.c. al' .a.d., puoj sapere tucte le profondità de' possj.
Explicit Pratiche geometrie.
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