Il giardino di Archimede
Un museo per la matematica |
Questo è assolutamente inconcepibile, afferma. Eppure vi sono alcuni i quali mentre esprimono disappunto all'enunciazione di qualsiasi mistero, per quanto li concerne non fanno alcuna difficoltà, capaci di scolare un moscerino e di inghiottire un cammello [...]E più avanti:
E che cosa sono queste flussioni? Le velocità di incrementi evanescenti. E che cosa sono questi incrementi evanescenti? Essi non sono quantità finite, non sono infinitesimi, non sono niente. E allora non dobbiamo forse chiamarli gli spettri di quantità morte?La critica di Berkeley non si limita all'attacco puro e semplice ai fondamenti del calcolo; essa deve infatti discutere le ragioni del successo della nuova analisi nell'affrontare e risolvere problemi con un'ampiezza prima neanche immaginabile. Egli tenta allora di spiegare come da principi così precari possano discendere risultati tanto sorprendenti. Per Berkeley questi successi sono dovuti a una compensazione degli errori. Supponiamo ad esempio di voler trovare la tangente a una curva , ossia la sua sottotangente, cioè il segmento AP. Dalla proporzionalità dei triangoli ABP e BRT si ha . Ora, dice Berkeley, si commette un primo errore scrivendo al posto di TR, un errore che non può essere trascurato se è diverso da zero. D'altra parte, dopo aver fatto le dovute semplificazioni, nel quoziente si pone : un secondo errore che compensa il primo e che conduce al risultato esatto .
Dopo queste considerazioni generali sullo sviluppo delle funzioni, consideriamo in particolare la formula
e cerchiamo come queste funzioni derivate , , , ecc. dipendono dalla funzione primitiva .
Per questo supponiamo che l'indeterminata diventi , essendo una quantità qualunque indeterminata e indipendente da ; si vede che diventerà e si vede al tempo stesso che si avrà lo stesso risultato ponendo semplicemente al posto di in . Dunque il risultato dovrà essere lo stesso, sia ponendo nella serie al posto di , sia ponendo al posto di . [...]
Se in una successione di grandezze , , , ..., , ..., , la differenza tra il termine ennesimo e ogni termine successivo , lontano quanto si vuole dall'ennesimo, si mantiene più piccola di ogni grandezza data, prendendo sufficientemente grande, allora esiste sempre una certa grandezza costante ed una sola a cui si avvicinano sempre più i termini di questa successione e a cui si possono avvicinare tanto quanto si vuole prolungando la serie sufficientemente lontano.
Ragionamenti di questo tipo, benché ammessi abbastanza comunemente, soprattutto nel passaggio dalle serie convergenti alle serie divergenti e dalle quantità reali alle espressioni immaginarie, non possono essere considerati, mi sembra, che come delle induzioni adatte a far talvolta presentire la verità, ma che poco si accordano con l'esattezza tanto vantata dalle scienze matematiche. Bisogna inoltre osservare che essi tendono a far attribuire alle formule algebriche un'estensione indefinita, mentre in realtà la maggior parte di queste formule sussiste unicamente sotto certe condizioni e per certi valori delle quantità in esse contenute [...] Così, prima di effettuare la somma di una qualunque serie, ho dovuto esaminare in quali casi le serie possono essere sommate o, in altri termini, quali sono le condizioni della loro convergenza; e, su questo argomento, ho stabilito delle regole generali, che mi sembrano meritare qualche attenzione.Come già detto, il punto fondamentale della costruzione di Cauchy diviene la definizione di limite.
Allorché i valori successivamente assunti da una stessa variabile si avvicinano indefinitamente a un valore fissato, in modo da finire per differirne di tanto poco quanto si vorrà, quest'ultimo è chiamato il limite di tutti gli altri. Così ad esempio un numero irrazionale è il limite delle diverse frazioni che ne forniscono valori sempre più approssimati. In geometria la superficie di un cerchio è il limite verso il quale convergono le superfici dei poligoni inscritti, mentre il numero dei loro lati cresce sempre di più, ecc. Allorché i successivi valori numerici di una stessa variabile decrescono indefinitamente in modo da diventare minori di un numero dato, questa variabile diviene ciò che si chiama un infinitesimo o una quantità infinitesima. Una variabile di questo tipo ha zero come limite.