La diagonale del
quadrato e gli irrazionali.
Una
delle scoperte
più importanti della scuola pitagorica è senza dubbio quella
dellincommensurabilità del lato e della diagonale del quadrato.
Due segmenti L
e D sono commensurabili quando hanno un sottomultiplo comune, cioè quando L
e D sono multipli di uno stesso segmento H:
L = m H
D = n H
con m e n
interi.
I pitagorici
scoprirono che se L è il lato e D la diagonale di un quadrato, questa
relazione è impossibile. Quale fosse il loro ragionamento non si sa; tra quelli proposti,
due sembrano particolarmente semplici, uno più geometrico, laltro algebrico.
Il
primo si basa sul
fatto che se due segmenti L e D sono commensurabili, e L<D<2L,
allora sono commensurabili anche DL e 2LD. Infatti si ha
D L = (n m) H
e
2L D = (2m n) H
e quindi anche DL
e 2LD hanno H come sottomultiplo.
Supponiamo
ora per assurdo che il lato L e la diagonale D di un quadrato siano
commensurabili, e sia H un sottomultiplo comune. Dividiamo in due parti uguali
langolo ABP, e dal punto E tiriamo la perpendicolare EF
alla diagonale. I due triangoli ABE e BEF sono uguali (sono rettangoli,
hanno gli angoli in B uguali, e il lato BE comune); quindi BF=AB=L,
e PF=D-L. Il triangolo PEF è isoscele (infatti langolo EPF
è di 45 gradi), e dunque si ha AE=EF=FP=D-L, ed EP=L(DL)=2L-D.
Completiamo il
quadrato EFPG. Siccome avevamo supposto che il lato L e la diagonale D
avessero un comune sottomultiplo H, anche il lato PF=DL e la
diagonale EP=2LD del quadrato piccolo avranno lo stesso sottomultiplo H.
Se ripetiamo in
questo quadrato la costruzione che abbiamo fatto nel precedente, otteniamo un nuovo
quadrato, ancora più piccolo, il cui lato e la cui diagonale hanno ancora H come
sottomultiplo. Continuando sempre nello stesso modo, otteniamo dei quadrati sempre più
piccoli, tutti però con il lato e la diagonale che hanno H come sottomultiplo
comune.
Ma questo non è
possibile, perché il lato e la diagonale diventano sempre più piccoli, e dopo un certo
numero di passi finirebbero per diventare minori di H, cioè di un loro
sottomultiplo. Siamo dunque arrivati a un assurdo, e quindi il lato e la diagonale di un
quadrato non possono essere commensurabili.
Una seconda
dimostrazione, di tipo più algebrico, è probabilmente quella evocata da Aristotele
quando dice:
Una dimostrazione di questo tipo, ad esempio, è quella che stabilisce l'incommensurabilità
della diagonale [e del lato del quadrato], che si fonda sul fatto che se si suppone che
siano commensurabili, i numeri dispari risultano uguali ai numeri pari.
Per preparare il
campo, osserviamo che due lati consecutivi e la diagonale di un quadrato formano un
triangolo rettangolo, e quindi si ha
D2
= L2 + L2 = 2 L2.
Supponiamo ora che D
e L siano commensurabili, e cioè che risulti L=mH e D=nH. Si
avrebbe allora
n2
H2 = 2 m2 H2
e quindi
n2
= 2 m2.
Nellequazione
precedente possiamo eliminare tutti i fattori comuni a m e a n (se ce ne
sono), e quindi possiamo supporre che m e n siano primi tra loro, cioè
non abbiano fattori comuni. In particolare, non possono essere ambedue pari.
Osserviamo ora che n2
è pari (dato che è uguale a 2m2 che è pari), e quindi n è
pari e m è dispari. Si può allora scrivere n=2p, e pertanto, essendo n2=4p2
, dallequazione precedente si ricava 4p2=2m 2 , e,
dividendo per 2:
2 p2
= m 2.
Ragionando come
sopra, avremo allora che m2 è pari, e dunque anche m è
pari. Questo è assurdo, perché m era dispari.
Possiamo rivedere
questo risultato da un punto di vista leggermente diverso, osservando che abbiamo
dimostrato che lequazione
n2
= 2 m2
non ha nessuna
soluzione in numeri interi, ovvero che non esistono due interi m e n
tali che n2/m2=2. Estraendo la radice quadrata, possiamo
concludere che non esiste nessuna frazione n/m uguale alla radice di 2.
I numeri che si
possono esprimere per mezzo di frazioni si chiamano razionali; quelli che non sono uguali
a nessuna frazione si dicono irrazionali. Possiamo allora affermare che radice di 2 è un
numero irrazionale.
Con un ragionamento
analogo si dimostra che sono irrazionali le radici di 3, di 5, e in genere di tutti gli
interi che non sono quadrati perfetti. In altre parole, la radice di un intero è o un
intero (come avviene ad esempio per 4 o 9) o un numero irrazionale.